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8/20/2019 L'ISOLA 04_2014
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Bureau de Dépôt: Bruxelles X
Bimestrale (sauf Juillet - Août) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n° 4 - Septembre/Octobre 2014
Ed. Resp.: Catania Francesco Paolo, Bld de Dixmude , 40 bte 5 B - 1000 Bruxelles - Tél & Fax: +32 2 2174831 - Gsm: +32 475 810756
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LO SAPEVATE CHE… Il Comites di Bruxelles è in letargo da diversi anni, per questo motivo non cimeravigliamo dell'opinione negativa che hanno dei Comites la maggior parte dei nostri connazionali (ammesso
che ne sospettino l'esistenza). Sappiamo che la mancanza di visibilità è una malattia di cui soffrono tutti iComites, ma il caso di quello di Bruxelles, completamente inattivo e senza la minima volontà di fare qualcosa diutile per la comunità italiana locale, ci sembra particolarmente grave. Ai posteri l'ardua sentenza ?....
Francesco Paolo CataniaConsigliere Comites Bruxelles, Brabante, Fiandre.
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partire dal 5 settembre 2014, ogni venerdi, dalleore 09.00 alle ore 14.00, presso il Municipio di
Genk (Stadplein n.1 - 3600 Genk), sarà operativo unufficio presso il quale un funzionario di questaCancelleria Consolare riceverà la collettività italiana
residente nel Limburgo, per accogliere le richieste dicertificati di stato civile, anagrafico, sociale (pensioni -codice fiscale - ex leva - previdenza sociale) ed
amministrativo in generale.
Si tratta dunque di operazioni preliminari al rilascio
dei suddetti certificati.
I connazionali colà residenti potranno altresìpresentare le domande per ottenere il rilascio di unnuovo passaporto o di una carta d'identità ovvero il
rinnovo di quest'ultima.
Le pratiche di ciascun connazionale verranno trattatesuccessivamente presso la Cancelleria Consolaredell’Ambasciata dtltalia a Bruxelles mentre la
riconsegna dei documenti richiesti avverrà presso ilpredetto ufficio distaccato di Genk.
Bruxelles, 25 luglio 2014
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COMUNICATO
ELEZIONI PER IL RINNOVODEI COMITATI DEGLI
ITALIANI ALL’ESTERO
Si informa che nella Gazzetta Ufficiale n.179 del 4
agosto 2014 è stato pubblicato il Decreto Legge 1 agosto2014, n.109 che, all’Art.10, contiene disposizioni urgentiper il rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero
(Com.It.Es.).
La norma in questione prevede che, in occasione delleprossime elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es., il diritto divoto venga esercitato per corrispondenza, come previstodalla legge 286/2003. Il plico elettorale verrà inviato aiSOLI elettori, in possesso dei requisiti di legge, che neabbiano fatto espressa richiesta all’Ufficio consolare diriferimento almeno cinquanta giorni prima della data
stabilita per le votazioni.
Si fa riserva di comunicare la data delle votazioni, che si
terranno orientativamente nel mese di dicembre.
Si attira l’attenzione sul fatto che il citato provvedimento,benché avente forza di legge dalla sua pubblicazione, èsoggetto a conversione parlamentare e quindi potrà, in
tal sede, essere modificato.
La domanda di iscrizione nell’elenco elettorale pel’ammissione al voto per corrispondenza per l’elezionedei Com.It.Es. possono, in ogni caso, essere fin d’orapresentate personalmente all’Ufficio consolare diriferimento, oppure inviate al medesimo ufficio per posta,fax, posta elettronica o posta elettronica certificata,allegando copia non autenticata del documento d’identità
del richiedente, comprensiva della firma del titolare.
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Correva l’anno 2012 - A quando una ”primaveraaraba” nel CGIE e nei COMITES? Dimettetevi
Pubblichiamo la nota delle ACLI Belgio che riprendequello che noi de L’ALTRA SICILIA-Antudo denunciamoda anni. Eugenio Preta, segretario generale deL’ALTRA SICILIA-Antudo, aveva già dimostrato con i fattila nostra coerenza dimettendosi dal Comites delLussemburgo e Francesco Paolo Catania, consigliere
Comites di Bruxelles, Brabante, Fiandre, da anni chiede le dimissioni inblocco di tutti consiglieri.
con grande incomprensione e disappunto che le ACLI Belgiohanno accolto la decisione del governo italiano di prorogare ilmandato dei consiglieri CGIE e COMITES fino al 2014. Il Loro
mandato è scaduto dal 2009 e quest'anno – 2012- avrebbero dovuto aver
luogo le elezioni per il rinnovo dei COMITES e del CGIE. Questi bravirappresentanti degli italiani residenti all'estero considerano che non sonoresponsabili delle scelte del governo e quindi, continueranno, senzascrupoli e rimorsi, a farsi un secondo mandato sino al 2014.Dal 2004 al 2012, le uniche cose che CGIE e COMITES sono riusciti afare sono : la chiusura dei consolati in Belgio, la distruzione dei COASCIT,
la decurtazione sostanziale dei contributi per l'insegnamento della lingua edella cultura italiana, l'arrivo in Belgio di ambasciatori e consoli arroganti epoco competenti. In tutti questi anni, non hanno mai sviluppato delle
proposte e delle azioni per mettere in risalto la "risorsa" italiana"rappresentata dalla presenza degli italiani all'estero.La questione che le ACLI pongono è la seguente: Perchè non vi dimettetetutti in blocco per far vincere la democrazia, a dispetto del governo italiano,e perché non rappresentate più gli italiani residenti all'estero.Il vostro mandato è scaduto da tanto tempo, com'era il caso dei dittatorinei paesi arabi. Non è mica perché il governo italiano continua aconsiderarci come dei cittadini di serie B che vi dovete sentire obbligati diandare anche voi in questo senso.Le ACLI del Belgio vi chiedono di rispettare la dignità dei cittadini italianiresidenti all'estero che vi hanno eletto per 5 anni e non di più. Continuarea rimanere seduti sulle vostre poltrone significa che oramai i vostriinteressi hanno preso il sopravvento sugli interessi democratici dei cittadini
italiani residenti all'estero. In tutto questo discorso,le ACLI del Belgio nondimenticano i "18 inutili deputati-senatori" eletti nelle circoscrizioni elettoraliall'estero che difendono gli interessi dei cittadini italiani all'estero finoall'estremo, avendo iniziato uno sciopero della fame incatenati davanti aMontecitorio.E ovvio che si tratta di uno scherzo perché non fanno un bel niente.
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MARCINELLE, 8 AGOSTO 2014
L’ALTRA SICILIA C’ERA
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Voci di SiciliaVoci di SiciliaVoci di Sicilia
orrei parlare sempre di una Sicilia vincente, nonvittimistica e non gattopardiana. Nonna Luciadiceva sempre: "muddichedda muddichedda,tutto si può aggiustare!" Da qui lo slogan per una
nuova speranza, un nuovo sogno mediterraneo oper dirla come nei miei concerti L'Utopia del Triangolo, doveprima o poi, l'Isola conquistata conquisterà tutti, diventandocaput mundi della cultura e del turismo. Io ci credo».
Vincenzo Spampinato non è mai stato personaggio. Sulpalco si emoziona come un bambino davanti a un premio odi fronte a un applauso sincero. E' trasparente e quel suoessere vanesio, che spesso lo ha messo sulla punta delnaso del pubblico, sembra essere svanito con l'età e con lasaggezza.
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Muddichedda
muddicheddaUn emozionante inno alla Sicilia
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Vieni in Sicilia ... te ne innamorerai !
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Palermo delle meravigliedi Lucia Munaro
Leggere di Palermo delle meraviglie, da una persona di Bolzano, mi rende orgoglioso e commosso !!!
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Chaussée d’Alsemberg, 161 - 1190 Forest
Tel. +32 2.4375922 - Fax +32 2.4375922epasbruxelles@gmail.com - Responsabile : Vito Palmeri
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Lettera di Adelasia del VastoLettera di Adelasia del VastoLettera di Adelasia del Vasto
no dei quesiti più frequenti è quello relativo all’individuazionedel più antico documento in carta esistente in Europa. Larisposta arriva dall'Archivio di Stato di Palermo: la “prima veracarta” risalirebbe addirittura al marzo del 1109 ed è detta ilMandato di Adelaisa. Terza moglie di Ruggero I conte di Sicilia
e di Calabria (1031 - 1101), fondatore della dinastia dei Normanni
nell’isola.Si tratta di una lettera bilingue,scritta in greco e in arabo, diAdelasia del Vasto, nota anchecome Adelasia degli Aleramici(1074 - 1118), contessa di Sicilia,ancora ogg i amata da ipalermitani. Adelasia scrisse ilmandato per ordinare aiv icecomit i del la terra diCastrogiovanni (oggi Enna) diproteggere il monastero di SanFilippo di Demenna, sito nella
valle di San Marco, che rientravanel suo patrimonio personale.Adelasia, per redigere la lettera,adottò la carta perché non sitrattava di un documento
solenne, per i quali veniva ancorausata la pergamena, ma piuttosto
di un atto di natura transitoria.Il documento parecchio malmesso è stato restaurato dal Centro diRestauro di Roma e oggi è conservato presso l'Archivio di Palermo. Irestauri, condotti con l'ausilio delle migliori tecnologie, hanno rivelato chesi tratta di una carta di provenienza araba. All'analisi microscopical'impasto fibroso è risultato composto da cellulosa di lino in fibre poco
raffinate e frammentate. La materia prima, la scarsa raffinazione,l’assenza di filigrana e la grande quantità di amido di frumento ritrovatanella fibra sono tutti elementi che confermano la provenienza araba diquesto importantissimo “primo pezzo di carta”.Certamente si tratta di un documento importantissimo per la storia dellaSicilia, che testimonia, inoltre, i forti legami con il mondo arabo, dal qualeci è pervenuto l’uso della carta. Le vicissitudini della lettera di Adelasia silegano alla storia della Sicilia. A noi deriva dallo speculario dell’abbazia diSan Filippo di Fragalà, che nei secoli successivi fu acquistatodall’ospedale Grande di Palermo per giungere infine nell’Archivio di Stato.L’Archivio di Stato di Palermo, istituito con la denominazione di “GrandeArchivio” dalla legge organica del 1° agosto 1843, trova origine nel regiodispaccio dell’ 11 febbraio 1814, auspicato dal Parlamento del 1812, che
istituiva un Archivio Generale per raccogliere le scritture prodotte dagliorgani prima del Regno di Sicilia (sotto le dinastie normanna, sveva,angioina e aragonese), poi, dal 1412, del Viceregno ed infine, dal 1816,della Luogotenenza del Regno di Napoli.L’Archivio di Stato di Palermo ha il compito di conservare, far conoscere,
valorizzare e sorvegliare gli archivi degli uffici dello Stato non più
occorrenti alla trattazione ordinaria ovvero gli archivi ed i documenti che, aqualsiasi titolo, siano pervenuti nella disponibilità dello Stato. In quantobeni culturali essi sono elementi del patrimonio culturale.
Archivio di Stato di Palermo - Vicolo della Salvezza 3 -90133 Palermo / Cortile Gancia 3 - 90133 Palermo
Tel 091/6163093 Fax 091/6172399e.mail: as-pa@beniculturali.it
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SICILIA L’ALTRO IERI
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STORIE E VECCHIE USANZE DELLA NOSTRA TERRA
LA AANALA AANALA AANA
La mammana delle fate
Di seguito una favola siciliana su di una mammana, raccoltada Giuseppe Pitrè, che tratta un motivo favolisticoantichissimo e diffuso in tutto il mondo, quello della “levatricedelle fate”.
Cc´era na vota na mammana, e era maritata.Na jurnata era nta la cucina chi facìa lu manciari e si vitti affacciarina manu e senti diri: "Amminni a mia!"Idda ha pigghiatu un piattinu, e cci l´ha jincutu di chiddu chi cucìa.La manu ritorna e cci duna lu piattinu chinu di munita d´oru.Lu nnumani a ura chi idda facìa lu manciari n´àutra vota la manu:"Amminni a mia!".Idda cci detti n´àutru piattu cchiù granni, e la stissa manu cci luritorna chinu di munita d´oru.Nzumma pi lu cursu di novi misi sta manu fici sempri la stissacosa, e la mammana a ngrussari sempri lu piattu sina chis´arriduciu a un beddu spillongu.Arrivannu a li novi misi menu jorna, di notti cci jeru a tuppuliari la
porta a la mammana, ca la vulianu pi jiri a téniri.Idda si vesti, scinni e trova nta la ntrata dui giaànti; cci abbennanul´occhi, si la carricanu supra la spadda, e santi pedi ajutàtimi.Idda un vitti cu eranu e di unni la cunuscèvanu.Juncennu nta na ntrata, iddi cci livàru la benna; e la fìciruacchianari.
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e ae aea a ced dee fie ad a d e d ce ed acaa cadd dea aeeee de a caa Medc caaa eea d ace bea ed edae adaa caa ce eaa a aaa ce ea
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eeea e a aca aadaa da eeaMa ade accaa ee ce e aa c aae,a aa e adc, ad ade ea ada a ea a edee a aaa, ea ae edaffidabe ea caa, e , aea ea bee d ead a ecca aaa a ee
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Geeaee, e a, e aae ea cadae daeae e ce d caa ae dea aee, ee e beaa ae daa caea da e, cca, a bee daca ad accde a a bab dea aa
D a aca a aaa caa a ee e aceae, e cae e eee ce eaa eeaeea e e aecc (ea ccae ba e ae eea caae e e cace da e eea de ced
e acea bae a cc, edcaa cde becae, e acea a acaa
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Comu trasìu vitti na signura gràvita grossa: - Cummari,cci dici sta signura, vogghiu èssiri tinuta di vui.-La cummari s´hà statu ddà, e un si mossi cchiù.Jamu ca avianu passatu chìnnici jorna, e lu maritu un vidennu ala mugghieri, cci cuminciaru a jiri li capiddi pill´aria; dicennu: "Ecomu! Ah! mugghieri mia, ca cci appizzasti la vita!". Lu pòviru
maritu firriau tutta la cità circannu sempri di notti e di jornu.A li 15 jorna, dunca, sgravau la signura. Sta signura era naPrincipissa-fata, e fici dui beddi figghi màsculi.Dici: "Cummari, aviti statu chìnnici jorna, e n´àutri chìnnici jornaaviti a stari pi assistìrimi." E la mammana stetti n´àutri 15 jorna.A lu misi, dici la Principissa: "Cummari, vi nni vuliti jiri?""Comu cumanna vostra Ccillenza.""Comu vuliti èssiri pajata - ci dici la signura - a pugnè o apizzichè?" - Dici idda ntra idda, la mammana: "Si cci dicu apizzichè, haju tempu a mòriri; megghiu cci dicu a pugnè,ammenu moru cchiù prestu " - cridennu ca cci vulìa dari pugna.Dici: "A pugnè".La Principessa ha chiamatu a li dui giaànti e fa purtari un saccugranni di munita d´oru e n´àutru saccu la mità di chiddu; hapigghiatu e cci l´ha fattu nèsciri a pugna ddi li giaànti, e cci hafattu carricari n´àutru saccu.Lu maritu di la mammana quannu un la vitti spuntari cchiù, lacritti morta e si vistìu di nìuru. Tuppulianu li giaànti, e iddu, lumaritu, si critti ch´era l´arma di sò mugghieri.Dici: "Ti scunciuru pi parti di Diu.""Un mi scunciurari, ca sugnu tò mugghieri. Grapi!"Lu maritu, cchiù mortu ca vivu, va a grapi; comu la vidi dici: "Maidda veru mè mugghieri è - e si l´abbrazza.
Ora unn´hà statu? Io ti cridìa morta."Comu vitti pirò li denari, e idda cci cuntò tutti cosi, finìu lu luttu eun parrò cchiù di nenti.Unca sta mammana cu stì gran dinari lassò di fari la mammana,misi carrozza, àbbiti jàvanu e àbbiti vinìanu; era na signura di liprimi di Palermu.Ddoppu deci anni passava di li Quattru Cantuneri ´n carrozza,ma na carrozza di vera gala.Jisa l´occhi, e si senti chiamari. "Psi psi! Acchianati!".Era na signura ca la chiamava supra.Idda scinni di la carrozza e acchiana supra, a palazzu.La signura comu l´appi di facci e facci, cci dissi: "Cummari, mi
canusciti?" "Nonsignura.""Comu! un vi rigurdati ca iu sugnu dda signura chi mi vinìstivu atèniri deci anni nn´arreri, quannu iu vi trattinni un misi cu mia, efici sti beddi picciriddi?..Iu sugnu puru chidda chi pruija la manu, e v´addumannava lumanciari.Iu era nta la cummitiva di li fati; e si vui nun èravu ginirusa didàrimi lu manciari, la notti murìa.E pirchì fùstivu ginirusa, arricchìstivu.Ora iu mi sciugghivi di la cummitiva, e sugnu ccà cu li me´figghi."La mammana, alluccuta, taliava e binidiciu ddu mumentu chi cci
avìa fattu dd´attu ginirusu. Accussì, addivintaru amici pi sempri.Iddi arristaru filici e cuntenti, Nui semu ccà e ni munnamu lidenti.
Stu cuntu è piggghiatu di la "cullizzioni di "Fiabe Novelle eRacconti popolari siciliani" – di Giuseppe Pitré
Giuseppe PitrèGiuseppe Pitrè nacque a Palermo in viaCollegio di Maria il 21 dicembre 1841, da
famiglia umile (il padre, marinaio, era mortodi febbre gialla a New Orleans).Divenne medico di professione e vennecosì a contatto con i ceti più umili e colmondo dei marinai e dei contadini. Tra diessi, spinto dalla passione per gli studistorici e filologici, raccolse i Canti popolarisiciliani attinti anche dalla voce della madreche egli dice “era la mia Biblioteca delletradizioni popolari siciliane”, dedicandole appunto questa sua prima opera.Questo lavoro confluì poi nei due volumi tra il '70 e il '71 di quella Bibliotecadelle tradizioni popolari siciliane, pubblicata in venticinque volumi fra il 1871
e il 1913. Tale opera comprende nelle sue sezioni oltre ai canti d'amore, diprotesta, legati alle stagioni e culture, giochi, proverbi, motti e scongiuri,indovinelli, fiabe, spettacoli, feste, medicina popolare, leggende, cartelli,Pasquinate, Usi nuziali e lo specchio del costume nella famiglia, nella casa,nella vita del popolo siciliano.Collaborò proficuamente con Salvatore Salomone Marino, col quale fondònel 1880, dirigendola fino al 1906, la più importante rivista di studi sulfolclore del tempo, Archivio per lo studio delle tradizioni popolari.Intrattenne una fitta corrispondenza con studiosi di tutto il mondo. Questelettere sono oggi conservate in una sezione del museo etnografico diPalermo.Nel 1903 per i suoi indubbi meriti nel campo degli studi sulle tradizionisiciliane, Pitrè fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze eLettere di Palermo, carica che disse sempre d'aver retto con animo"imparziale ed alieno da chiesuole".Il 16 febbraio 1909 fu eletto socio dell'Accademia della Crusca.Come sostiene il Cocchiara, l'opera del Pitrè presenta due aspetti, unostorico e l'altro poetico, rivelando un'umanità viva e vibrante per cui egli eraconvinto che era giunto il tempo di studiare con amore e pazienza lememorie e le tradizioni, per custodirle. Da questo nacque anche lacreazione nel 1910 del Museo Etnografico, dove raccogliere tutti i materialie gli oggetti pazientemente ricercati per la Sicilia, che oggi porta il suonome, ed è ospitato nelle ex-stalle della Palazzina Cinese, all'internodel Parco della Favorita di Palermo.Sempre nel 1910 fu chiamato ad insegnare demopsicologia (come lui era
solito chiamare il folclore) all'Università di Palermo, quando già avevaacquistato fama e apprezzamenti fra l'élite culturale del tempo. Già nel1894 aveva, infatti, pubblicato la Bibliografia delle tradizioni popolari inItalia, intrattenendo rapporti con i più importanti studiosi specialmente dellascuola toscana. Innamorato della sua terra, scrisse anche Palermo cento epiù anni fa, prezioso ed introvabile volume, e saggi su Meli, su Goethe aPalermo, sulla Divina Commedia, raccogliendo anche novelle popolaritoscane.Per i suoi meriti e la sua fama fu nominato Senatore del Regno il 30dicembre del1914, quando anche in America venivano tradotte epubblicate le sue opere per le Edizioni Crane, specialmente i proverbi e lefiabe, la cui radice comune a tanti popoli egli aveva esaltato rivendicando in
una lettera ad Ernesto Monaci la loro ricchezza linguistica con questeparole: "Che bellezza, amico mio! Bisogna capire e sentire il dialettosiciliano per capire e sentire la squisitezza delle fiabe che sono riuscito acogliere di bocca ad una tra le mie varie narratrici”. Altrettanto belle lepagine dedicate alle storie dì Giufà, personaggio della tradizione popolare.Fu presidente della Società siciliana di storia patria. (Fonte: it.wikipedia)
PERSONAGGIPERSONAGGIPERSONAGGI ILLUSTRIILLUSTRIILLUSTRI DI SICILIADI SICILIADI SICILIA
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Siete in vena di un primo piatto sfizioso e diverso dallasolita pasta? Provate questo sformato di riso emelanzane. E' una sorta di parmigiana. Il sapore èdelizioso.
Sformato di riso e melanzane: RicettaSformato di riso e melanzane: RicettaSformato di riso e melanzane: RicettaPalermitanaPalermitanaPalermitana
Ingredienti per 4 persone: 350grammi di riso arborio; 1,5 kgpomodoro per salsa; quattro melanzanedel tipo nostrale; un ciuffo diprezzemolo; qualche foglia di basilico;due cipolle; caciocavallo semistagionatograttugiato q.b.; olio extravergined’oliva; poco burro; sale e pepe q.b.;
1,5 litri di brodo vegetale; vino bianco per sfumare il riso;
Procedura da seguire: Iniziate con il pulire le cipolle.Prendetene una e trituratela. Quindi soffriggetela in olio caldo e poiaggiungete alla cottura del prezzemolo tritato finemente e delle
foglie di basilico fatte a pezzi con le mani. Successivamenteaggiungete il pomodoro ed aggiustate il sapore con un pò di sale,pepe e zucchero. Fate cuocere tanto quanto basti ad allontanaremolta dell'acqua di vegetazione e poi passate il tutto nel passapomodoro. (Mi raccomando) la salsa che ne risulterà dovrà esserepiuttosto liquida.Ora è la volta di dedicarsi alle melanzane. Fatele a fette lunghe(proprio come fareste per la parmigiana) e friggetele in abbondanteolio. Poi mettete su carta assorbente.Nel frattempo preparate il brodo vegetale, mettendo una cipollatriturata nel tegame e facendola soffriggere con un pò di olio dioliva e del burro. Successivamente fate rosolare all'interno deltegame il riso per qualche minuto. Sfumate con del vino bianco e
aggiungete qualche mestolo di brodo vegetale bollente. Aggiungetene poco alla volta fino alla cottura del riso.Quando il riso sarà pronto, ungete con dell'olio il fondo ed i bordi diuna pirofila. Sul fondo componete uno strato di melanzane fritte.Poi coprite con uno strato di riso e ricoprite con la salsa dipomodoro. In fine spolverate con del caciocavallo grattugiato.Continuate così, formando vari strati. In tutti i casi ricordatevi diterminare con uno strato di melanzane. Una volta fatto mettete inforno pre-riscaldato a 180 gradi per circa 20 minuti...
Caponata di pesce spadaCaponata di pesce spadaCaponata di pesce spada
Ne avevate mai sentito parlare ? Eccovi una ricettabuonissima e assai sfiziosa.
Ingredienti per 4 persone:400 gr pesce spada; 4 melanzane;1 grosso sedano; 1 cipolla; 300grammi di olive verdi; 3 cucchiai dicapperi salati; 6 dl salsa dipomodoro fresco; Sale e pepeq.b.; 1/2 bicchiere di aceto;1cucchiaio di zucchero; Olioextravergine d’oliva per friggere.
Procedura da seguire: Come primissima cosa lavate per bene lemelanzane e togliete il picciolo assieme alla punta dell'ortaggio.Fatela a cubetti corposi e friggeteli in olio caldo. Poi metteteli daparte a sgocciolare, magari su una carta assorbente.[Nota – personalmente ho provato ad evitare la frittura. Ho usato ilforno per cuocere le melanzane ed il risultato l'ho particolarmentegradito]Il prossimo step richiede di dedicarsi al sedano.Togliete tutte le foglie verdi e tagliatelo a pezzi. Poi sbollentatelo inacqua salata. In fine mettetelo da parte.Ora è il turno della cipolla che va soffritta fino ad imbionditura.Quando sarà imbiondita, tuffate il pesce spada (fatto a cubetti dimedia grandezza) nella stessa padella e fate rosolare per un paio diminuti. Poi aggiungete in ordine il sedano (che avevate messo daparte poco prima), le olive (snocciolate), i capperi (dissalati) e lamitica salsa di pomodoro.Con mano leggera pizzicate un pò di sale e di pepe e lasciate
cuocere. Solo a cottura quasi ultimata aggiungete le melanzane edate il tempo agli ingredienti di sposarsi.Non avete finito. Ora c'è un dettaglio che fa tutta la differenza delmondo. Sciogliete lo zucchero nell'aceto e versatelo in padellafacendo sfumare. Bene, non resta che far riposare e servirepreferibilmente fredda.
Viola Dante
ER EVENTI
CNINI BATTEII
ADDII AL CELIBAT
RICRRENE
CLEANNI E TANT
ALTR ANCRA ...
:
6
B. L
R
T
Guardate la foto di Pietro Bommarito. Ma non vi viene diesclamare “Mizzica”? Altroché. La mia boccacciadirebbe “pancia mia bella, fatti capanna”. Adoro icannoli siciliani. Credo che assieme alla cassata siano ildolce più rappresentativo della nostra Terra.
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Caro amico, dopo che mi hai letto, non mi buttare...
Dimostra il tuo alto senso di civismo... Regalami a qualche amico
o parente. Aiuterai così la mia diffusione. Grazie.
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edee ee a ce e dcae ea c O aea e edea
Morale.
Cambia la tua strategia quando le cose non vannomolto bene...andrà meglio!!! E aggiungo: scegli benele parole quando vuoi dire qualcosa di poco piacevolead un´altra persona; a volte cambiare una frase puóessere l’inizio di un cambiamento nell´altra persona enon l´inizio di una ferita interiore.
Palermo e la bambina Rosalia Lombardo che dormePalermo e la bambina Rosalia Lombardo che dormePalermo e la bambina Rosalia Lombardo che dormeda un secoloda un secoloda un secolo
a chiamano “la Bella Addormentata di Palermo” ed hanno proprioragione: quel tenero angelo che dal 1920 riposa all’interno di una
piccola bara, oggi restaurata, all’interno delle Catacombe di Palermo,sembra proprio una bambina pronta a svegliarsi da un momento
all’altro, ma è solo una illusione.
Oggi avrebbe più di novanta anniquesta piccola estremamentesfortunata, morta dopo la PrimaGuerra Mondiale che oggi è lamummia meglio conservata almondo e unico caso di essereumano assolutamente intatto.
In città tutti la amano anche se sitengono piuttosto lontani da un
luogo che richiama alla mente lamorte e non hanno reso quindivani i sacrifici dei suoi genitori chenel 1918 videro la sua nascitacome il più bello dei doni per poiconstatare che, due anni dopo,
probabilmente una polmonite, l’avrebbe portata via.
Il padre contattò dunque un noto imbalsamatore dell’epoca, Alfredo Salafia, cheutilizzava delle tecniche all’avanguardia talmente uniche che la sua formula èstata scoperta da poco.Si trattava di una miscela di formalina, glicerina, Sali dizinco, alcool e acido salicilico. Quel che è certo che recenti controlli hanno
dimostrato che Rosalia è intatta anche negli organi, come se non fosse maimorta e da tutto il mondo ogni giorno arrivano tantissimi turisti solo per questapiccola grande stella ormai in cielo. ( Ale Oglialoro )
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