34
NAZARENA MAJONE Card. Salvatore De Giorgi Card. Salvatore De Giorgi Nazarena Maione e Annibale Di Francia Nazarena Majone e Annibale Di Francia Figlie del Divino Zelo • Roma 1 Periodico trimestrale - Anno I - N. 1 - Sped. in abb. post. - Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Roma Autorizzazione Tribunale di Roma n. 177/2000 del 17.04.2000

a Nazarena Majone Maione · 2010. 1. 2. · rena Majone, che si è distinta per alcune specifi-cità all’esame della Chiesa mediante la Causa di Canonizzazione. Nazarena Majone,

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

  • NAZARENA MAJONE

    Card. Salvatore De GiorgiCard. Salvatore De Giorgi

    NazarenaMaione

    eAnnibale Di Francia

    NazarenaMajone

    eAnnibale Di Francia

    Figlie del Divino Zelo • Roma

    11

    Perio

    dico t

    rimest

    rale -

    Ann

    o I -

    N.1 -

    Sped

    . in ab

    b. po

    st. -

    Art.

    2 com

    ma 20

    /c leg

    ge 66

    2/96 -

    Filia

    le di

    Roma

    Autor

    izzaz

    ione T

    ribun

    ale di

    Rom

    a n.1

    77/20

    00 de

    l 17.0

    4.200

    0

  • Card. Salvatore De Giorgi

    NazarenaMajone

    eAnnibale Di Francia

    Figlie del Divino Zelo • Roma

  • SERVA DI DIO

    Madre Maria Nazarena Majone

    Confondatrice delle Figlie del Divino Zelo

  • Presentazione

    L’iniziativa di pubblicare periodicamente li-bretti monografici sulla Serva di Dio Madre Na-zarena Maria Majone è stata promossa in occa-sione del sessantesimo anniversario della suamorte. Prende avvio concreto nel Duemila, annodel Grande Giubileo.

    Si è pensato di aprire la collana con un in-tervento di S. E. il Card. Salvatore De Giorgi.Ciò per due motivi: a) come arcivescovo di Palermo e Presidente

    della Conferenza Episcopale Siciliana; b) come grande conoscitore dei due Istituti fon-

    dati dal Beato Annibale Maria Di Francia, leFiglie del Divino Zelo e i Rogazionisti, aven-do iniziato il ministero episcopale nella dioce-si di Oria, dove da Messina il fondatore tra-smigrò dopo il terremoto del 1908.

    Il Card. De Giorgi ha accettato di prepararei rapporti tra Annibale Di Francia e NazarenaMajone, e lo ringraziamo sinceramente per que-sto prezioso contributo.

    Nella storia della Chiesa non è raro incon-trare modelli di santità maschili e femminili chehanno condiviso in perfetto sincronismo deter-minati impegni carismatici e apostolici. Al ri-guardo è sufficiente riferire alcuni esempi, qualiFrancesco d’Assisi e S. Chiara; S. Teresa d’Avi-la e S. Giovanni della Croce; S. Francesco di Sa-les e Francesca di Chantal; S. Giovanni Bosco ela Mazzarello.

    A simili accostamenti può essere raffrontataanche la perfetta comunione realizzatasi tra il

    – 3 –

  • Beato Annibale Maria Di Francia e la Serva diDio Nazarena Majone. Diversi per caratteristi-che personali, per estrazione sociale, cultura,spiritualità, l’uno e l’altra hanno potuto concre-tizzare unitamente iniziative apostoliche e cari-tative alle quali Dio li ha chiamati. Questa sim-biosi originale e incisiva ha avuto esiti felici ed èresa più percepibile soprattutto nella fondazionedella Famiglia religiosa delle Figlie del DivinoZelo. È ciò che il presente volumetto si proponedi mettere in risalto.

    Data la limitata disponibilità di spazi del li-bretto, l’approccio storiografico all’argomentorisulterà necessariamente schematico, ma nonapprossimativo e superficiale. A questo studio, ilprimo della serie, ne seguiranno anche altri, conproprie caratteristiche, ma con uno stile voluta-mente agile ed essenziale, al fine di illustrare lafigura di una donna consacrata, la Madre Naza-rena Majone, che si è distinta per alcune specifi-cità all’esame della Chiesa mediante la Causa diCanonizzazione.

    Nazarena Majone, originaria di Graniti(Messina), è vissuta dal 1869 al 1939. Entrata a20 anni nel nascente Istituto religioso delle Fi-glie del Divino Zelo si è distinta per saggezza efedeltà alla sua vocazione di persona consacra-ta. È stata tale la fiducia e la stima del Fondato-re Annibale Maria Di Francia, da affidarle percirca trenta anni la guida e il governo della Fa-miglia Religiosa. Tale compiti, in stretta unionecon il Di Francia, le hanno meritato nella tradi-zione dell’Istituto il titolo di «Confondatrice»,come è risultato nel corso del Processo informa-tivo svoltosi presso il Vicariato di Roma.

    La fama di santità in vita, in morte e dopomorte, ha portato all’avvio della Causa di Cano-nizzazione. Nel mese di luglio 1998 è stata pre-

    – 4 –

  • sentata alla Congregazione delle Cause dei San-ti la Positio super virtutibus, elaborata con me-todo storico-critico e si resta in attesa dell’esa-me dei Consultori Teologi e de i Cardinali, mem-bri del Dicastero competente. Annibale MariaDi Francia (Messina 1851-1926) è stato giàBeatificato dal papa Giovanni Paolo II il 7 otto-bre 1990. Non c’è dubbio, secondo l’espressionedi Madre Cuoreina Raffa, una delle superioregenerali delle Figlie del Divino Zelo, che «il ri-conoscimento ufficiale della santità della nostraprima Madre conferma e avvalora la stessa san-tità del Padre, a cui essa fu sempre e dovunquefedelissima» (Positio, Informatio Relatoris,p.VIII).

    Nella storia della Serva di Dio entrano apieno titolo anche le due Famiglie religiose isti-tuite dal Di Francia: le Figlie del Divino Zelo e iRogazionisti del Cuore di Gesù. A entrambi ilFondatore ha trasmesso il carisma del «Rogate»che comprende la preghiera per le vocazioni, ladiffusione di essa in tutto il mondo e l’impegnocaritativo per gli orfani e i bisognosi. I due Isti-tuti oltre in Italia ed Europa, sono operanti neglialtri Continenti, particolarmente nei Paesi in viadi sviluppo.

    P . Ciro Quaranta RCJPOSTULATORE

    – 5 –

  • 1 Un incontro provvidenzialeEe

    Siamo nell’anno 1889. Da circa un decennioAnnibale Di Francia si è dedicato alla redenzionemateriale e spirituale di una zona malfamata del-la sua città. Il quartiere Avignone, tale era il nomedell’agglomerato alla periferia di Messina, puòessere paragonato a una di quelle favelas, bruli-canti di poveri, che è possibile vedere in numero-se grandi città, quali ad esempio quelle osservatea Rio de Janeiro e in altre simili metropoli.

    P. Annibale in quel quartiere aveva avviato unorfanotrofio per le bambine. Diversi Istituti di suo-re ai quali si era rivolto per curare l’educazione e laformazione delle assistite, gli avevano rispostopicche adducendo vari motivi. Decise allora di da-re inizio a un Istituto di religiose e il 18 marzo1887 consegnò alle prime quattro ragazze l’abitosacro con la scritta «Rogate Dominum messis».

    Date le ristrettezze e le difficoltà economichedella nuova istituzione, il Di Francia mandava al-la questua le sue suore, secondo gli usi del tempo.Due di loro si recarono per la raccolta delle olivee dell’olio anche a Graniti un piccolo centro dellaprovincia di Messina, poco più di dieci chilometrialle spalle di Taormina verso l’interno, adagiatosu una collina dalla quale lo sguardo spazia adoriente sul Mare Ionio, mentre ad occidente si faimmensa la mole dell’Etna.

    A Graniti le suore di Padre Annibale incon-trarono due ragazze, Carmela D’Amore e MariaMajone, la prima di 22 anni, l’altra ventenne. Es-se facevano parte della locale associazione delleFiglie di Maria, fondate da don Vincenzo Cala-brò. La formazione profondamente cristiana ave-va suscitato nel loro animo il desiderio di consa-

    – 6 –

  • crarsi al Signore in un monastero.L’incontro con le due suore di Padre Anniba-

    le, convinse Don Calabrò e le due ragazze a re-carsi a Messina per realizzare la loro aspirazione.Il Padre Serafino Santoro, uno dei primi sacerdo-ti rogazionisti, che raccolse molti ricordi degliinizi dell’Opera dalla viva voce del Fondatore,riporta la cronaca di quel primo incontro il 14 ot-tobre 1889.

    «Le giovani presentate dalle Suore furonoaccolte dal Padre, che mostrò loro la casa. Nonerano mai uscite dal paese e conoscevano di unmonastero solo quello che avevano udito dal lo-ro padre spirituale. Avevano immaginato ungrande edificio, tutto corridoi e file di camere, ecoro per l’ufficio, e grate al parlatorio. Giunte adAvignone rimasero stordite: e dov’è il monaste-ro? Casipole, minuscole cellette, terragne, atri dipochi metri quadrati, chiesuola poverissima, unmezzanino ridotto a coretto, e poi miscuglio dipoveri e povere. La maggiore, D’Amore, osser-vava e taceva; ma la piccola no. Il Padre ricorda-va che non faceva che ridere, ridere, ridere; l’al-tra si controllava. Però siccome vi si respiravaun’aria incantevole di devozione accanto a quelsacerdote meraviglioso, che s’era fatto povero emendicante, per i poveri, si lasciarono prendereanch’esse da quell’onda mistica del fervore dellaprima ora. E si fermarono contente. Sarebberostate proprio esse, che avrebbero condiviso colPadre povertà, disagi, sofferenze, difficoltà, lotteed ansie fino allo sviluppo dell’Opera! Sarebbe-ro divenute le due elette colonne dell’istituto na-scente»1.

    – 7 –

    1 SANTORO S., Inizio carismatico e laborioso dell’Istitutodelle Figlie del Divino Zelo, Trani 1974 (dattiloscritto),p. 19.

  • La storia dell’Istituto evidenzierà che laMajone, alla quale il Padre Di Francia diede ilnome di Nazarena, e la D’Amore saranno duevalide collaboratrici del fondatore Padre Anniba-le e due colonne solide della sua nascente con-gregazione delle Figlie del Divino Zelo, alla qua-le egli darà la missione di zelo per il Rogate diGesù e di carità per le orfane e per i poveri2.

    Per quanto riguarda l’amore per i poveri, unareligiosa ha testimoniato che un giorno manife-stò alla Madre Nazarena il motivo per cui si erafatta suora. Perché il mondo non le piaceva. LaMajone soggiunse: «Brava, io invece ho scelto lafamiglia religiosa del Padre Annibale, perché cisono i poveri e gli orfani. Per essi ci tengo tantoe con tanto amore li porto nel cuore»3. Effettiva-mente questo impegno per i poveri è stato unaspetto caratteristico di tutta la vita imitando ilsuo Padre Spirituale, il Fondatore.

    – 8 –

    2 Per tutti gli altri sviluppi concernenti la formazione ini-ziale, si veda: Positio, Biografia Documentata, pp. 178ss.

    3 Positio, Summarium, p. 137.

  • 2 Momenti critici dell’Istituto Ee e arrivo di Melania Calvat

    Il Di Francia, come è avvenuto a tutti i fon-datori, si trovò in situazioni critiche che coinvol-sero direttamente Sr.Majone. Accenniamo a dueavvenimenti che esposero a rischio l’avvenirestesso dell’Istituto.

    A causa di diversi contrasti, un gruppo diquattro suore pensò di operare una scissione eandare altrove. Venne rivolto l’invito anche a Sr.Nazarena a lasciare il Di Francia e a unirsi a loro.La sua risposta fu chiara e decisa: «Non sia maiche io faccia questo tradimento»4. In questa pre-sa di posizione c’è tutta la vita della Madre Ma-jone. L’insieme delle testimonianze al Processoinformativo sottolineano l’assoluta fedeltà alFondatore, che caratterizzò la sua esistenza.

    Un mesetto dopo quell’esperienza traumati-ca, Padre Annibale implorò a Dio un’anima elet-ta, da porre alla direzione della Comunità. NellaSupplica del 22 Aprile 1897 chiede una religiosa«santa, umile, colta, esperta, e quale più sia adat-ta per la riparazione e formazione di questa PiaOpera». Gli occhi di lui si posarono su MadreNazarena, che già da qualche tempo svolgevamansioni direttive nella sezione delle orfane.Egli le affida anche la Comunità religiosa. La sa-peva esente dalla superbia della mente, figlia dal-lo sguardo innocente e tuttavia dalla forte tem-pra, anche se troppo giovane5.

    L’altro avvenimento riguarda la fuga di una

    – 9 –

    4 Positio, Informatio Relatoris, p. XVIII.5 Ibid.

  • delle bambine dall’orfanotrofio dello SpiritoSanto. Intervenne prima la questura e poi anchela curia arcivescovile, che con un decreto sop-presse la nascente Congregazione, mentre il Fon-datore non si trovava a Messina. Al suo ritornotrovò Suor Majone in lacrime a motivo dell’ac-caduto.

    Il Di Francia ottenne dalla Curia di poter ri-mettere ordine nella comunità dello Spirito San-to almeno mediante una persona incaricata di di-rigere l’Istituto. Così invitò da Galatina (Lecce),dove si trovava in quel periodo, Melania Calvat,la veggente della Salette, con la quale era a con-tatto da tempo.. Questa accettò per un anno egiunse a Messina il 14 settembre del 1897. Il ca-rattere ruvido e austero di Melania, diede occa-sione a Sr Majone di maturare virtù come l’u-miltà, l’obbedienza, il senso di appartenenza.

    Partita Melania Calvat il 2 ottobre 1898, suorM. Nazarena Majone riprende l’ufficio di supe-riora della comunità dello Spirito Santo. Dal1902 fino al 1928 è anche Superiora Generale.La Positio nota che Madre Majone fece tesorodell’esperienza, che il governo di Melania le ave-va procurato. Si mise al lavoro con più impegnosia nel governo delle suore e delle probande, sianella direzione delle piccole orfanelle. La comu-nità riprese più slancio. La Majone, trentenne,godeva la piena fiducia delle consorelle, ma so-prattutto del Fondatore, che nella dura prova del-l’anno precedente, quello cioè di Melania, avevameglio sperimentato e compreso le virtù e la fe-deltà della Madre Nazarena. Di qui la volontà diPadre Annibale di non privarsi più di quella col-laboratrice 6.

    – 10 –

    6 Summarium, p. 271.

  • Trent’anni accanto al Fondatore, nel segnodella fedeltà e della docilità. Con lei non vi sa-ranno più scissioni e, d’altra parte, le Comunitàreligiose avranno in lei una geniale e pazientemediatrice, esperta di ammortizzamenti e in gra-do di assorbire i momenti più critici. Il PadreTeodoro Tusino, uno dei massimi storici dell’O-pera, fa lode aperta alla Serva di Dio per avermantenute fedeli al Fondatore intere generazionidi Suore; così anche, il Padre Santoro annota l’e-roismo di Madre Nazarena negli anni degli im-pianti, quando l’Opera gemeva sotto la tempe-sta7.

    – 11 –

    7 Positio, Informatio Relatoris, p. XIX. – Cf. TUSINO T.,Circolare, 11.10.1950.

  • 3 Fedelta’ creativa e dinamica Ee al Fondatore

    Il Relatore della Causa volendo definire il ti-po di fedeltà della Majone al Di Francia adoperadue termini: «creativa e dinamica».

    Conviene anzitutto citare il testo: «È ampia-mente provato che Madre Nazarena assorbì conintelligenza di fede e sapienza celeste il carismadel Fondatore, che salda preghiera e apostolato,Rogate e Carità, quali elementi di una stessarealtà. Intorno a questo nucleo si sviluppa la per-sonalità, la spiritualità, la multiforme irradiazio-ne delle opere, promosse dalla Serva di Dio, sot-to la guida del Padre Annibale, ma con una par-tecipazione sua creativa e dinamica»8.

    Le testimonianze processuali ed extraproces-suali sono al riguardo senza numero. Uno dei te-sti meglio documentati, nella sua deposizione alProcesso, ha presentato in sintesi un insieme dipareri riguardanti questo aspetto essenziale dellaMajone.

    «La S.D. fu del Padre Di Francia la compa-gna fedelissima» (Dio e il prossimo, n. 3, 1939),«seppe leggerne la mente e il cuore, ed emularelo spirito di carità e di sacrificio» (Felice da Por-retta, p. 50). Ella «seppe accettare ogni sacrifi-cio, fatica, speranza, come docile collaboratricedel Fondatore» (E. Campanale, in Scintilla, n.26, 1991). È vissuta accanto al Padre Di Franciae «possiamo dire alla sua ombra; seppe riunire latenerezza di Madre all’audacia dell’uomo di fe-de; e ne attuò con coraggio e fedeltà gli ideali»

    – 12 –

    8 Positio, Informatio Relatoris, p. V.

  • (R. Graziano, in Adif, n. 1, 1989) perché «ella,come diceva, capi di trovarsi assieme ad un san-to. Essa comprese quell’uomo nella pienezzadello spirito che possedeva, e il Padre compresela creatura che il Signore gli mandava per aiuto esostegno nell’opera femminile, e pensò di colti-varla spiritualmente e intellettualmente (...) Essa,seguendo diligentemente i passi del Fondatoreveniva da lui apprendendo). Non ci inganniamose assicuriamo che ella seppe imitare il Padre «sicapiva da tutti in Messina che essa era una verafiglia del Padre Di Francia (...). Con quanta ve-nerazione ed affetto profondo ella trattasse ilFondatore, come a Padre dell’anima sua, lo pos-sono dire i Religiosi e le Religiose che furono te-stimoni delle cure e delle fatiche che essa gli pro-digò negli ultimi tempi dell’infermità» (Lascintilla, 1/2/1939). «La sua parola d’ordine era:– Come vuole il Padre – e ricordava che dopo lasua morte Monsignor Paino esclamò: - Quellaera la vera donna forte che ci voleva accanto alPadre Fondatore « (Testimonianze, vol. 5).

    «Fu vera copia del padre Fondatore e forte,piena di santo entusiasmo, di energia magnanimacompagna fedele, integerrima in tutto fino all’o-locausto» (Lembo Giuseppina, Testimonianza,vol. 2, p. 7). «Fu fedele interprete della volontàdel nostro Padre Fondatore» (Suor Marina Sal-via, Testimonianze, vol. 3, p. 42) perché essa ve-deva in lui un santo «e perciò ne venerava tutte ledisposizioni, e i semplici desideri di lui erano perlei leggi inderogabili» (T. Tusino, Circolare,11/10/1950) infatti Suor Corradina Morana ri-corda le sue parole: «Al Padre bisogna sempreobbedire; io non posso cambiare le sue disposi-zioni (Testimonianze, vol. 1b, p. 240). «Il Padrepuò fare ciò che vuole ma io quello che vuole ilPadre» (Suor Beatrice Spalletta, Testimonianze,

    – 13 –

  • vol. 1b, p. 358).«Era obbedientissima al Padre e non lo face-

    va per amicizia umana, ma per deferenza alla suaautorità di Fondatore e di Sacerdote» (MadreFrancesca Anzollitto, Testimonianze, vol. 1a, p.9). «La nostra Madre Generale disponeva sem-pre di accordo con lui» (Suor Rosalia Caltagiro-ne, Positio, vol. II, p. 171).

    «Suor Nazarena fu il braccio destro; questaa sua volta illuminata e indirizzata saggiamenteda Suor Anna Maria Gonzaga, superiora delleFiglie di S. Anna in Messina» (Pasqua Tomma-so, Positio, vol. II, p. 394). Il Padre Di Francia ela S.D. «sono due figure che si stagliano all’o-rizzonte dell’istituzione, chiamate da Dio a rea-lizzare un progetto che, accolto dalla Chiesa, hadato inizio all’Opera...» (C. Raffa, Circolare, n.39, 2/10/1988).

    «Suor Nazarena, data da Dio al Padre, comeaiuto e cooperatrice nella fondazione delle OpereAntoniane, ebbe la stessa tempra, lo stesso corag-gio, la stessa potenza di amore che si ammirarononel Padre. Al pari di lui incrollabile nella fiducia inDio, umile e mite come lui, piena d’affetto per lebambine e per le Suore, pronta ognora ai sacrificipiù duri, né più né meno di quello che era il Padre;pareva modellata su di lui; tanto perfettamente neaveva saputo ricopiare con gli ideali, lo spirito e ilcuore. Umiltà e mitezza, pazienza, congiunte aduna carità senza limiti: ecco le caratteristiche chefacevano di Suor Nazarena una figura magnificadi donna, che sapeva, con forza davvero superiore,sopportare ogni sacrificio, e non si arrestava da-vanti a qualsiasi difficoltà. Nessuna meraviglia,che il Padre l’avesse voluta Superiora Generaledella Congregazione e le Suore l’amassero come

    – 14 –

    9 Positio, Summarium, pp. 171-173.

  • una mamma» (F. Porretta, p. 112)9.Ci siamo dilungati nel presentare questo co-

    ro di testimonianze, perché ci sembra il modo piùefficace per far comprendere il tipo di fedeltà alFondatore, che dopo il Concilio è diventato il leitmotif del magistero pontificio. Basti ricordarequalche intervento di Paolo VI10 e di GiovanniPaolo II. Questi parla esplicitamente di fedeltàcreativa e dinamica e afferma che «proprio in ta-le fedeltà all’ispirazione dei fondatori e dellefondatrici, dono dello Spirito Santo, si riscopro-no più Facilmente e si rivivono più fervidamentegli elementi essenziali della vita consacrata»11.

    Affermando in Madre Nazarena un fedeltàdinamica e creativa al Fondatore, si vuole evita-re di intendere tale atteggiamento in senso erro-neo e pappagallesco, come se fosse un pedestre«mimetismo», senza una propria personalità.

    Asserire che la Madre Majone è stata l’om-bra del Di Francia, come risulta da testimonianzeal Processo svolto presso il Vicariato di Roma12,può trarre in inganno. «La definizione è perfetta,tuttavia si è prestata anche come etichetta talvol-ta di comodo, che ha finito per nuocere alla realestatura della Serva di Dio, o meglio, al riconosci-mento integrale della sua figura»13.

    Può essere interpretata in senso giusto quan-do si applica all’umiltà e all’obbedienza, come faun testimone: «Era l’ombra del Fondatore pro-prio per la sua obbedienza fedele e cieca»14.

    A scanso di equivoci, il Relatore della Causa

    – 15 –

    10 Evangelica testificatio, 1971, n. 11.11 Vita consecrata, nn. 36-37.12 Positio, Summarium, p. 103, p. 171. Biografia Docume-

    nata, p. 351.13 Ibid. Biografia Documentata, p. 351.14 Ibid. Summarium, p.103.

  • sente il bisogno di precisare meglio: «Ho rileva-to abbastanza, ad apertura di questa Relazione,che la santità della Serva di Dio è una meravi-gliosa traduzione della spiritualità del Rogate alfemminile. Tale articolazione non è una sempli-ce sfumatura, ma una nota peculiare, che non sipuò evidentemente ritrovare allo stesso modo nelFondatore. Quando si afferma, dunque, che Ma-dre Nazarena fu l’ombra del Padre Annibale, nonsi intende minimamente inferire una diminutio acarico di lei, ma rilevare soltanto un aspetto del-la sua virtù eroica, quella che la pone dietro le or-me d’un santo per raggiungere ella stessa la san-tità. Per il resto, attesa l’interpretazione creativaal femminile, che ella fa del carisma rogazionistae del progetto del Fondatore, Madre Nazarena sipone come un segno specifico e singolare dellatenerezza di Dio in mezzo ai poveri e alle creatu-re sulle quali esercitò la sua azione pastorale»15.

    – 16 –

    15 Ibid., Informatio Relatoris, p. LXXXIII.

  • 4 Un voto singolareEe

    Prova tangibile della fedeltà al Fondatore, èun avvenimento che ha suscitato la grande am-mirazione dei Teologi Censori degli scritti dellaMadre Nazarena. Intendiamo riferirci al voto diperfetta obbedienza al Fondatore da lei sotto-scritto il 1° luglio 1904, praticamente agli inizidel suo compito di Superiora Generale. Vale lapena richiamare il testo del voto.

    «Io qui sottoscritta, volendo intieramentemorire a me stessa, per darmi tutta a Gesù Som-mo Bene, rinunzio alla mia volontà nelle manidella S. Ubbidienza, e quindi faccio voto di per-fetta Obbedienza al mio Padre e Direttore Spiri-tuale Can. A. Maria Di Francia, sottomettendo alsuo giudizio e alla sua volontà ogni mia azione,per sempre allo Sposo divino al quale mi sonotutta consacrata»16.

    Questo scritto – osserva Don Luigi Boglio-lo – rispecchia bene l’atteggiamento di totaleobbedienza al Padre Di Francia, Fondatore. Intutte le circolari della S.d.D. si sente la presen-za di colui che aveva dato inizio a tutta l’operarogazionista: il ramo maschile e quello femmi-nile. È certamente stata la piena fedeltà alle di-rettive spirituali e di azione apostolica che le haprocurato l’onore di confondatrice.

    Non poche lettere sono di ordinaria ammi-nistrazione e sembrano dettate dallo stesso Fon-datore o comunque ne trasmettono, con senso di

    – 17 –

    16 Scritti, p. 192.

  • viva venerazione, il pensiero17.Da questa prima parte si può arguire la nota

    fondamentale della sua spiritualità: l’abbandonoincondizionato alla volontà di Dio ch’essa vede-va nelle direttive del Venerabile Fondatore, ver-so il quale professa una grande venerazione, alui rifacendosi in tutte le disposizioni, pronta adare notizie sulla sua salute, invitando le Suore apregare per il ristabilimento nella salute. È evi-dente che lo considerava un santo se, nelle lette-re scritte dopo la sua morte, ha fiducia nella suaintercessione presso Dio (Cfr. pp. 131, 138,ecc.).

    Il voto di perfetta obbedienza al Fondatore aqualcuno potrà sembrare eccessivo ed esagera-to.I due Censori degli scritti danno una interpre-tazione appropriata, quando affermano che perla Madre Majone il voto è stato un modo con-creto di fare la volontà di Dio, punto qualifican-te della sua spiritualità.

    La Serva di Dio – rileva Mons.SalvatoreGarofalo egli pure incaricato di esaminare i testidella Madre – ci appare negli Scritti una religio-sa di virtù non comuni, che possono ben dirsieroiche. All’origine e alla base di questo eroi-smo è la seria e concreta volontà di santificarsi,espressa da impegni solenni come i voti di fedee di speranza in Dio e di perfetta obbedienza alFondatore della sua Congregazione, che la chie-sa ha proclamato «Beato».

    M. Nazarena è un’anima semplice, ma conprofonde vibrazioni spirituali e dotata di unafortezza cristiana a tutta prova.

    Ritengo che il totale e costante abbandonoalla volontà di Dio, presentissimo in vari modi e

    – 18 –

    17 Positio super scriptis, p. 241.

  • in varie forme negli Scritti, sia la caratteristicanon solo dominante, ma totalizzante della vitavirtuosa della Serva di Dio18.

    Gli Scritti di Madre Nazarena – annota ilRelatore della Causa – sono un costante richia-mo alla docilità verso il Padre, ed è significativoche con lei al governo, che fu trentennale, non siebbero mai più a verificare incidenti di percorsodell’Opera, come negli inizi.

    Ha pertanto uno specifico risalto il giudiziodi Padre Tusino: «Ci piace rendere omaggio allavirtù della Madre Nazarena, che fu figlia fede-lissima del Fondatore. Ci consta che i malintesifra un Fondatore e la Superiora Generale, hannoprovocato in un Istituto l’intervento dell’Auto-rità Ecclesiastica, col risultato che il Fondatorefu per sempre allontanato dalla sua Opera. Se alPadre fu risparmiata questa prova, lo si deveprincipalmente all’opera della Madre Nazare-na»19.

    L’abbandono alla volontà di Dio spiega lasua serenità nel non vedersi più rieletta qualeSuperiora Generale. Si affretta a scrivere alleSuore: «Ancora vi prego una volta, ciò che face-vate con me fatelo con codesta Madre Generale,acciò non possiate perdere il merito di tanti an-ni»20 (155). Scrivendo alla nuova Madre Gene-rale, così si esprime: «Rev.da M. mi protesto cheio non sono affatto intenzionata di fare il miovolere rimettendomi sempre anche se potessi in-tuire la sua volontà lo farò. Tanto perché V.M.possa sapere le mie disposizioni»21.

    – 19 –

    18 Ibid., p. 253.19 TUSINO T., I Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo,

    Circolare, Roma 1950, p. 23.20 Scritti, p. 155.21 Ibid., p. 158.

  • – 20 –

  • 5 Elogi e apprezzamenti Ee del Fondatore

    Finora abbiamo dato spazio più alle testimo-nianze di altri, ora possiamo chiederci cosa nepensasse espressamente il Fondatore. Non c’èdubbio che il fatto di avere tenuto la Madre Na-zarena come diretta collaboratrice e SuperioraGenerale dell’Istituto per circa tre decenni, è unchiaro segno della fiducia che egli ha avuto per laMadre. Tuttavia il Di Francia ha manifestato piùvolte per iscritto e oralmente la profonda convin-zione circa la fedeltà della Madre Majone. Nelle405 lettere del Fondatore alla Madre Majone, tra-spare con chiarezza l’attestato circa la stima ver-so di lei. Nessuno, più del Fondatore, che era adun tempo suo Padre Spirituale, gode di maggioreconoscenza della SD e può emettere giudizi al-trettanto veritieri su di lei. Li troviamo espressidirecte ed oblique, cioè quando egli parla o scri-ve a lei in prima persona, oppure quando di lei faparola con altri.

    Qui è sufficiente accennare come esempio aqualche testo significativo.

    Anzitutto la lettera scritta dal Fondatore il 17Agosto 1902 in occasione dell’onomastico dellaMadre Majone. Il testo viene pubblicato integral-mente al termine di questo saggio, perché il let-tore possa farsene un’idea personale al di là deicommenti riferiti. Ci limitiamo perciò a qualchesottolineatura.

    Il Fondatore si associa ai festeggiamenti chele Figlie del Divino Zelo e le Orfanelle fanno per

    – 21 –

    22 Informatio Relatoris p. XXIX.

  • l’onomastico di Madre Nazarena. Le ricorda ilgran dono della vocazione, di essere stata sceltadalla divina Bontà ad essere Sposa di Gesù Cri-sto mediante la consacrazione religiosa e di esse-re stata posta alla guida dell’Istituto come Supe-riora Generale. Le augura di progredire in tutte levirtù.

    Questa lettera è di grande importanza e vamolto al di là degli auguri occasionali per la cir-costanza. Il Fondatore impegna la sua parola au-torevole per delineare una breve storia d’anima,la vicenda spirituale e umana di una ragazza dipaese, eletta dal Signore a diventare «come unadelle pietre fondamentali della mistica fabbrica esollevata alla direzione di una comunità religiosadi Suore».

    Viene richiamata la missione alla quale è de-dicata con la sua consacrazione: il Rogate e la ca-rità.

    È fondamentale la lode che il Di Francia facirca la collaborazione, «come figlia docile e ob-bediente, quasi compagna fedele nelle vicissitu-dini tristi e liete dell’Istituto, nei tanti sacrificiper quel santo ideale che ci predomina».

    Egli si firma con la qualifica di suo «PadreSpirituale», a meglio suggellare l’importanza deicontenuti espressi nel saluto augurale.

    L’altro esempio che ci sembra opportuno ri-portare è una pagina di un testimone oculare. Sitratta del P. Carmelo Drago e si riferisce al giu-dizio del Fondatore sul letto di morte e che il Re-latore della Causa definisce come «l’ultimo sigil-lo del Maestro al profilo spirituale della Discepo-la»22.

    «Durante le settimane che assistetti il Padrenell’ultima malattia, a Messina, – scrive il P.Dra-go – fui testimone diretto di tante scene commo-venti, mai più dimenticate. La salute del Padre

    – 22 –

  • era una preoccupazione per tutti, ma diventavadolore lacerante addirittura per la Madre Genera-le delle Figlie del Divino Zelo, M. M. NazarenaMajone, discepola generosa del Fondatore ederoina autentica di carità fin dai tempi del Quar-tiere Avignone.

    Spesso si asciugava le lacrime e non potevavenire nella stanza dell’ammalato, perché scop-piava in pianto dirotto, e il Padre si dispiaceva.

    Si prodigava quanto più poteva, per provve-dere a quello che occorreva. Spesso mi doman-dava, con vero interesse, come aveva passata lanottata, se aveva preso qualche cosa da mangiaree da bere, se aveva espresso qualche desiderio.

    Un giorno essa mi domandò quanti eravamoquelli di Oria già in teologia, e quanti altri reli-giosi e aspiranti vi erano avviati allo studio persacerdoti. Appena senti il numero, esultò di gioiae disse: «Ora sì che muoio contenta, dopo avervisto che, grazie a Dio, la Congregazione comin-cia ad avere i suoi sacerdoti ed ha per il futuro ot-time speranze. Questo è stato sempre l’oggettodelle mie preoccupazioni, delle mie preghiere edei miei sacrifici. lo ho una stima per la Congre-gazione maschile non minore di quella femmini-le. Temo che il Padre non vedrà in terra i fruttidelle sue ferventi preghiere e dei suoi eroici sa-crifici».

    lo le risposi: «Il Padre, l’ultima volta chestette in Oria, mi domandò che classe stavamofrequentando noi della teologia».

    Avuta la risposta, disse: «Siano infinitamen-te benedetti i divini Superiori. Certamente io non

    – 23 –

    23 DRAGO C., Il Padre, frammenti di vita quotidiana, Ed.Rogate, Roma 1995, n. 211. La sottolineatura finale deltesto è nostra.

    24 Informatio super virtutibus, p. 6.

  • avrò la grazia di vedervi sacerdoti; ma non im-porta, vi vedrò dal Cielo. L’interessante è che va-da avanti la Congregazione. Vi raccomando di ri-cordarvi di me nella S. Messa e di suffragarminelle vostre preghiere».

    A questo punto, Madre Nazarena scoppiò apiangere e si allontanò. Accennai al Padre la con-tentezza della M. Majone alle buone notizie delprogresso delle vocazioni e degli studi di quellidella Casa di Oria. E il Padre mi disse:

    «M. Nazarena è veramente un’anima bella.Semplice come una colomba. Non conosce checosa sia finzione, doppiezza, politica. Il suo par-lare è evangelico: “Sì, sì; no, no. È fedelissima,attaccata al cento per cento alla Congregazione,osservante e formata secondo lo spirito dell’Isti-tuto maschile come di quello femminile”»23.

    P. Vincenzo Caudo, un altro teste oculare,afferma: «Il Can. Di Francia, col quale io avevocontinuo contatto mi disse un giorno: la vostrapaesana Suor Nazzarena (sic) Majone è stata peri] mio Istituto una vera provvidenza. E ne avevatanto buon concetto che mise nelle mani di Leil’amministrazione di tutto l’Istituto. Ricordo cheil Can. Di Francia tenne un’accademia in onoredi lei, in occasione del suo onomastico. L’acca-demia si chiuse con un discorso del Can. DiFrancia in cui egli fece i più alti elogi della fe-steggiata»24.

    Mi piace concludere queste note con unaprecisazione del Relatore della Causa. Egli scri-ve: «Spesso ricorre, nei documenti da me esami-nati, il rapporto tra questa degna figlia e il suoPadre, il Fondatore. Bisogna andar cauti siaquando si vuole assimilare troppo la Serva di Dio

    – 24 –

    25 Informatio Relatoris, pp. XLII-XLIII.

  • al Padre Annibale sia quando si cerca di coglierelo specifico delle virtù e del corredo spirituale dilei.

    Nella direzione assimilativa sono coloro cheparlano di «figlia fedelissima del Fondatore, direligiosa formata interamente allo spirito del Pa-dre», di «impareggiabile esecutrice della volontàe dei desideri del padre Fondatore», sicché, perconcludere, «quel che si dice del Padre lo si puòdire di lei» essendo di lui la copia perfetta.

    Queste virtù sono tutte da accreditare allaServa di Dio, e ridonano a suo merito, tuttaviaoccorre bilanciarle con un altro corredo di qua-lità espresse da lei. La grazia l’ha plasmata comeun originale, il suo calco spirituale non si calaperfettamente in quello del Fondatore, stante lapropria inconfondibile personalità e femminilità.Lo si nota, tra l’altro, nella sua maternità oblati-va, per la quale si pone dall’inizio alla fine dellavita vittima offerta in olocausto.

    E appunto da questa armonia, tra una MadreNazarena ombra d’un gran santo e però segnatadal tocco originale dello Spirito, che resto sor-preso, avvisando nella personalità di lei una«inaspettata manifestazione delle operazioni del-la Grazia di Dio»25.

    – 25 –

    26 TUSINO T., Lettere del Padre, I, pp. 236-238.

  • Documento

    Lettera autografa del beato Annibale Maria Di Francia alla Serva di Dio Nazarena Majone(Messina, 17 agosto 1902)26

    Figliuola in G. C. benedetta,Immezzo (sic) alle fatiche e alle afflizioni e

    sacrifici della vita, che si soffrono per amor diDio, il Signore misericordioso dispone qualchegiorno di santa letizia per conforto della debolenatura.

    Tale è per voi questo giorno in cui le Figliedel Divino Zelo, e le orfanelle festeggiano il vo-stro onomastico.

    Ed affinché la vostra gioia abbia accresci-mento, vi faccio anch’io le mie felicitazioni edauguri.

    Mi felicito con voi, perché tolta dalla DivinaBontà di mezzo al secolo, siete stata eletta ad es-sere Sposa del Dio Eterno e immortale, del Di-letto dei cuori Gesù Signor Nostro.

    Mi congratulo con Voi, perché sollevata dal-la onnipotente mano di Dio al di sopra della vo-stra umile condizione, siete stata posta ad esserecome una delle pietre fondamentali della misticafabbrica, e sollevata alla direzione di una Comu-nità Religiosa di Suore, che sono come generatedal (sic) Zelo ardentissimo del Divino Cuore diGesù: destinate a cooperare insieme al Ministrodi Dio per una Istituzione che, ancora bambina,raccoglie su di sé le benedizioni dei più eccelsiRappresentanti di Dio sulla Terra, per la santis-sima missione alla quale si è dedicata: la Pre-

    – 26 –

  • ghiera quotidiana per ottenere i buoni evangeli-ci Operai alla S. Chiesa, e la salvezza delle orfa-nelle abbandonate.

    E della vostra cooperazione io mi lodo nelSignore, essendo Voi stata figlia docile ed ubbi-diente, e direi quasi compagna fedele nelle vicis-situdini or tristi or liete, dì questo Istituto, e neitanti sacrifici a cui andiamo incontro, per quelsanto ideale che ci predomina, confortati dallagrande Speranza dell’adempimento dei buonidesiderii (sic).

    Ciò posto vi auguro in primo luogo l’aumen-to nel Divino Amore e nella santa umiltà, corag-gio, costanza, fortezza e fiducia, lumi, pazienza esapienza nell’ardua impresa di condurre la Na-vicella tra i marosi e le tempeste: ma levate sem-pre gli sguardi e invocate la Stella dei mari.

    Vi auguro un’altra cosa che vi tornerà assaigradita: cioè che, finché il Signore vi vuole aquesto posto, tutte le vostre dipendenti vi conso-lino con la prontezza nell’ubbidire, con la doci-lità in lasciarsi correggere, con l’esattezza nelladisciplina e negli ufficii (sic), e molto più conl’avanzamento in ogni virtù; e vi auguro chepossiate vedere accrescersi il numero delle vo-cazioni di anime umili e sante.

    Termino con implorarvi dal Cuore di Gesù edi Maria le più elette benedizioni, mentre da par-te mia non cessando di benedirvi, mi dico in Ge-sù Sommo Bene.Messina, li 17 Agosto 1902

    Vostro Padre SpiritualeCan. ANNIBALE M. di (sic) FRANCIA

    – 27 –

  • Note biografiche della Madre Nazarena Majone

    21 giugno 1869 • Nasce a Graniti (ME) Maria Ma-jone, ultima di sei figli, da Bruno eda Marta Falcone.

    22 giugno 1869 • Riceve il Battesimo nella Chiesaparrocchiale di Graniti.

    21 marzo 1880 • A 73 anni muore Bruno Majone.1880 • Entra a far parte dell’Associazio-

    ne Parrocchiale «Figlie di Maria».Ottobre 1889 • Suor Rosalia Arezzo e Suor Maria

    Giuffrida dell’Istituto del Can. An-nibale M. Di Francia giungono aGraniti per la questua. Provviden-ziale incontro con Maria Majone

    14 ottobre 1889 • Entra come aspirante nell’Istitutodel Di Francia nel quartiere Aví-gnone di Messina.

    18 marzo 1890 • Veste l’abito delle «Poverelle delCuore di Gesù», le future Figlie delDivino Zelo. Presiede il rito P. An-nibale M. Di Francia

    18 marzo 1891 • Le novizie del «Piccolo Ritiro di S.Giuseppe» fanno la rinnovazioneannuale delle promesse di castità,povertà, obbedienza e di zelare lapreghiera per le vocazioni. Tra le fir-matarie della formula, Maria Majo-ne.

    18 marzo 1892 • Professione religiosa: riceve il no-me di «Nazarena». Padre Annibalecomincia a dare il nome di religionealle sue suore.

    7 giugno 1895 • Si stabilisce con 12 orfanelle nel-l’ex monastero dello Spirito Santo(attuale Casa Madre delle Figlie del

    – 28 –

  • Divino Zelo).5 agosto 1896 • Viene eletta Direttrice dell’Orfa-

    notrofio.14 settembre 1897 • Va a Reggio Calabria con M. Car-

    mela D’Amore per prelevare Mela-nia Calvat, la veggente di La Salet-te, che assume la direzione dell’I-stituto.

    2 ottobre 1898 • Melania Calvat lascia l’Istituto.La Madre Nazarena rimane comeSuperiora e lo farà ininterrottamen-te fino al 18 marzo 1928.

    14 settembre 1901 • L’Arcivescovo di Messina, Mons.Letterio D’Arrigo, approvai nomidefinitivi delle due Congregazionireligiose: le Figlie del Divino Zelodel Cuore di Gesù e i Rogazionistidel Cuore di Gesù.

    12 gennaio 1902 • Apre la prima casa filiale: Taor-mina.

    13 dicembre 1905 • Va ad Altamura per parteciparealle celebrazioni per l’anniversariodella morte di Melania Calvat.

    19 marzo 1907 • Professione Perpetua di MadreNazarena.

    28 dicembre 1908 • Il terremoto di Messina miete 13vittime tra le Figlie del Divino Ze-lo.

    29 Gennaio 1909 • Partono le orfane e gli orfani perle Puglie.

    23 marzo 1909 • Viene ricevuta in udienza privatada Pio X insieme al Fondatore, a P. Palma e a Madre D’Amore.

    4 aprile 1909 • La comunità delle Suore e le Or-fane si trasferiscono dall’OspedaleMartino di Oria al Monastero S.Benedetto.

    10 febbraio 1917 • Circolare del P. Fondatore per lenozze d’Argento di M. Nazarena eM. D’Amore.

    19 marzo 1917 • 25° di Professione Religiosa di

    – 29 –

  • Madre Nazarena.1921 • Apre la residenza estiva di Fiuma-

    ra Guardia.25 febbraio 1921 • Invia una circolare alle comunità

    delle FDZ e le esorta a pregare perla guarigione del Padre Fondatore.

    4 maggio 1921 • Con P. Annibale e due Sacerdotiviene ricevuta in udienza dal PapaBenedetto XV.

    6 settembre 1924 • Congresso Eucaristico di Paler-mo. Vi partecipano il Padre Fonda-tore e la Madre Nazarena.

    12 novembre 1924 • Fondazione della casa di Roma. Èpresente Madre Nazarena, partitada Messina il 24-10-1924.

    6 agosto 1926 • Approvazione delle Costituzionida parte di Mons. Paino, dietro nul-la osta di Roma e in seguito alla vi-sita di Mons. Parrillo.

    9 maggio 1927 • La Madre va con il Padre Fonda-tore alla Guardia perché la salutecagionevole del P. Annibale richie-de cambiamento d’aria.

    1° giugno 1927 • Muore P. Annibale. M. Nazarenasente moltissimo il vuoto di questadipartita.

    6 marzo 1928 • Informa con lettera che il Capito-lo Generale è stato fissato per il18-19 marzo 1928.

    18 marzo 1928 • Celebrazione del Capitolo Gene-rale. Viene eletta Superiora Gene-rale Madre Cristina Figura. MadreNazarena non riceve nessun incari-co e viene trasferita a Taormina co-me Superiora. Vi si reca il 24 mar-zo 1928.

    21 marzo 1928 • M. Nazarena torna a Messina overimarrà fino all’8 aprile.

    11 aprile 1928 • Scrive alle Suore della comunitàdi Messina, spronandole ad averspirito di fede nella nuova Madre

    – 30 –

  • Generale.28 aprile 1928 • M. Cristina in una circolare tiene

    l’elogio di M. Nazarena, «nostraprima Madre e Confondatrice».

    7 ottobre 1932 • Nel nuovo Consiglio M. Nazarenaviene nominata «Vicaria Generale»e Superiora della Casa di Messina.

    24 gennaio 1934 • Parte per Roma definitivamente.13 giugno 1934 • Posa della prima pietra per la

    Nuova Chiesa e Orfanotrofio. Èpresente Mons. Pasetto.

    14 maggio 1938 • Inaugurazione della Chiesa e del-la Casa Generalizia.

    25 gennaio 1939 • Muore M. Nazarena dopo 4 mesidi atroci sofferenze.

    8 gennaio 1992 • Inizio del Processo di Canonizza-zione della M. Nazarena.

    4 maggio 1992 • Le spoglie mortali di M. Nazare-na lasciano la cappella delle FDZ alVerano.

    11 maggio 1992 • Traslazione delle sacre spoglie daRoma a Messina, ove vengono tu-mulate nella Chiesa S. Maria delloSpirito Santo.

    2 giugno 1993 • Si chiude il Processo informativopresso il Vicariato di Roma.

    1° ottobre 1998 • Viene consegnata alla Congrega-zione delle Cause dei Santi la Posi-tio super virtutibus.

    – 31 –

  • INDICE

    Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

    1. Un incontro provvidenziale . . . . . . . . . . . . . 6

    2. Momenti critici dell’Istituto e arrivo di Melania Calvat . . . . . . . . . . . . . . 9

    3. Fedeltà creativa e dinamica al Fondatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

    4. Un voto singolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

    5. Elogi e apprezzamenti del Fondatore . . . . . . 20

    Documento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

    Note biografiche della Madre Nazarena Majone . . . . . . . . . . . . . 27

  • NAZARENA MAJONE

    Responsabile: Sr. Rosa GrazianoRedazione e Direzione Amministrativa: Postulazione M. Nazarena MajoneCirconvallazione Appia, 146 - 00179 Roma - Tel.06.78.04.642Stampa: Litografia Cristo Re - Via Flaminia, 77 00067 Morlupo (Roma) - Tel. 06.90.71.440