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Periodico trimestrale - Anno 19 - n. 1 - gennaio-marzo 2011 Sped. in abb. post. Art. 2 - comma 20c - Legge 662/96 Filiale di Varese

Editoriale Con n.1 Anno 2011.pdf · vero che siamo in un contestosanitario,ma nonmisembrailcaso di usare questo titolo –Ri-Animazione –perlenostreinizia - tive»,cosìsaltòsuunodelgruppoal-lamiaproposta.«Direiinvececheci

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Periodicotrimestrale-Anno19

-n.1-gennaio-marzo2011

Sped.inabb.post.Art.2-comma20c-Legge662/96

FilialediVarese

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Hanno collaborato:Daniele Bertoldi, Giovanni Cazzaniga,Saverio Clementi, Leandro Lobato,Aurelio Mozzetta, Gioacchino Santoro,Franco Sartori, Sergio Slavazza

REDAZIONEVia Legnani, 421047 Saronno (VA)tel. 02 96708107fax 02 [email protected]

ABBONAMENTOLa rivista è come una lettera agli amici.Coloro che desiderano contribuire alcosto della stampa possono farlo trami-te c/c postale n° 15260003 intestato aVITA CON.

DIRETTORE RESPONSABILEGiannino Cazzaniga

La carta utilizzata per questo prodotto èstampata da Publistampa Arti Grafiche,azienda certificata FSC

CHI SIAMO“Vita con” è voce della comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi MariaMonti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano disequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza dei malati,l’educazione e la formazione dei ragazzi e dei giovani, soprattutto quelli piùbisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate(Figlie dell’Immacolata Concezione della carità), da operatori professionali checollaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipanoalla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo.

PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONEDEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONEAmministrazione: Via della Luce, 46 00153 ROMAL’orfanello dell’Immacolata 1902 - 1940Vita concezionista 1941 - 1992Vita con 2011 anno 19 n° 1

AUTORIZZAZIONE DELTRIBUNALE DI ROMAn. 214 del 26-5-1993Associato USPI

Editoriale3 La gratitudine genera futuroBrevi4 Notizie e altro

Sicilia, Italia, Saronno

Università6 Ri-animazione pastorale alla NSBC

Tirana

Solidarietà7 Mamme e bimbi in difficoltà

nella “Casa di Teresa”Cantù

Arte9 Una chiesa dove il bello è di casa

Milano

Dossier11 A novant’anni il coraggio di ripartire

America Latina13 Protagonista di una nuova primavera

Testimonianza

Memoria15 Fratel Stablum, un passo avanti verso gli altari

Beatificazione

Agenda17 Una settimana dalla parte degli ultimi

Sicilia

Esperienze19 Quando leggere fa rima con “Inchiostro”

Saronno

Società21 Giovani tra lavoro e fragilità

Trento

Integrazione22 Porte aperte ai fratelli filippini

Roma e MIlano

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9

Il dossier di questo numero è dedicato al recenteCapitolo ordinario della Provincia Latinoamerica-na che si è svolto in Argentina alla presenza delSuperiore generale fratel Ruggero Valentini. Pro-prio novant’anni fa, nel 1921, arrivarono nel Pae-se sudamericano i primi quattro religiosi Conce-zionisti a portare il “modello di vita” del Beato LuigiMaria Monti. Un anniversario caratterizzato dallaprima professione religiosa di due nuovi fratelli.

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1915

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l terzo millennio si è avviato dapoco, ma nella comune perce-zione sembra essere già abbon-dantemente inoltrato. Una sorta

di confusa e tremebonda attesa aleg-gia sulla testa di tutti; basti solo pen-sare al calendario maya che promet-te la fine del mondo nel 2012.Praticamente dopodomani. Chissàda dove viene fuori questa strabi-liante stupidaggine, ma soprattuttochissà chi ha avuto la genialità di in-ventarsela… Di solito, con cosettecosì, si fanno soldi a palate.Recentemente mi è stato chiesto sela vita consacrata abbia un futuro ese, in questo terzo millennio, ci siaancora spazio per i religiosi. Se dia-mo retta ai presunti Maya, la rispostaè ovvia: un no tondo tondo. Che, pe-raltro, detto fuori dai denti e facendole debite corna, dovrebbe valere pertutti, non solo per frati e suore. Un noall’umanità. Tutti morti, a breve. Nonè tanto, ma tanto triste?Che gusto ci troveranno mai a inven-tarsi panzane così grosse, mi restadifficile da capire. A meno che, ap-punto, non si pensi ai soldi a palate.Così, mi sono ricordato di una sto-riella letta su un testo del padre Ti-mothy Radcliffe che, guarda caso, siintitola: “Essere cristiani nel XXI se-colo”. Parla di un muratore che ognigiorno per il pranzo si porta in can-tiere due panini al formaggio. Mangiaun giorno, mangia l’altro, dopo un po’di tempo non ce la fa più e sbotta:«Basta, non ne posso più, non è pos-sibile, sempre panini al formaggio».Al che, un collega gli fa: «Beh, dì a tuamoglie di prepararti qualcosa di di-verso, no?». «E come posso? Io nonsono sposato. I panini li preparo io».A me sembra che, per una sorta di“effetto maya”, faccia tanto rumore laderiva di gruppuscoli religiosi che gio-cano e litigano con i panini al formag-gio preparati con le loro stesse mani.

Che guardano al giorno che viviamo esi lamentano, sempre e comunque,perché le cose non sono più “comeuna volta” e perché non rispondonoal loro vedere. Religiosi che non sirendono conto che sono state anchele loro mani a costruire le “cose di og-gi”; e che sta sempre e solo nelle lo-ro mani la possibilità di prepararsiqualcosa di meno monotono, di nuo-vo, di più gustoso, di più gioioso.Il futuro della vita consacrata è nellenostre mani. Sono tanti, infinitamen-te di più dei delusi lamentatori, i reli-

giosi che quel nuovo gusto gioioso lohanno già trovato o che, nel caso lostiano ancora cercando, sono certi ditrovarlo. La Vita Consacrata è un al-bero sano, che produce buoni frutti.E frutti numerosi, a dispetto di quel-lo che le crisi super-propagandate diun occidente stanco ed acquiescen-te vorrebbero farci credere.Il presente ed il futuro della vita con-sacrata non si leggono nella scarsitào abbondanza di vocazioni né nel-

I - 2011 3

EDITORIALE

LA GRATITUDINEGENERA FUTURO

I

[segue a pag. 4]

La recente stagione della Congregazione di Padre Montiha visto gli appuntamenti del Capitolo generale e deiCapitoli provinciali italiano, indiano e sudamericano,

e ha aperto modi nuovi di guardare e di pensareal domani della vita consacrata.

Un particolare della maestosa icona ideata dall’artista Olga Anastassopoulou inoccasione dell’ultimo Capitolo generale della CFIC

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4 I - 2011

BREVI

SICILIAGli ex alunni dell’Umberto Iinvitati a un grande raduno

La comunità montiana della Sicilia hain programma un grande raduno de-gli ex alunni dell’Istituto Umberto I diSiracusa (nella foto d’archivio, scat-tata prima del secondo conflittomondiale, un folto gruppo di alunnie religiosi), almeno di quelli che lohanno frequentato negli anni in cui èstato gestito dalla Congregazione deiFigli dell’Immacolata Concezione.L’evento è stato programmato per il 1°ottobre 2011, anche se la data po-trebbe subire delle variazioni. In vistadi questo appuntamento, il giornaleon-line “Albero di Luz”, periodico del-la Confederazione Padre Monti SudOnlus, ha inizio la pubblicazione di al-cune pagine del quindicinale “Noi ra-

gazzi” stampato negli anni Cinquanta e diffuso tra gli allievi di allora. La speranza è che qualcuno, ri-conoscendosi, si faccia avanti. Un tuffo nel passato nel segno dei ricordi, della nostalgia e dellagratitudine. Chi fosse interessato a partecipare o volesse contribuire con suggerimenti deve mettersiin contatto con fratel Gioacchino Santoro telefonando al numero 339.2830656. �

l’accettazione o rifiuto che essa rice-ve dalla società né tantomeno nelleformule magiche di presunte visioni,apparizioni, messaggi e sanguina-menti di madonne e santi plurideco-rati; non si costruisce né si distruggein base al progresso o regresso de-gli uomini né lo si può prevedere dasemplici proiezioni statistiche. An-che se, ovviamente, queste aiutano,non dimentichiamo mai che Dio fanascere figli di Abramo anche dallepietre… basta questa piccola affer-mazione di Gesù a mandare a gam-be all’aria ogni nostra previsione co-struttiva o distruttiva.Occorre, allora, guardare da altreparti, cercare in altre regioni dell’ani-ma, attivare interessi nuovi, proget-tare su base di calcoli diversi e nonsempre rispondenti a logiche mate-matiche. Nessuno è stato condanna-to da Gesù più degli esigenti fariseicastigatori di costumi altrui, né dalla

Chiesa più dei “profeti di sventura”(Giovanni XXIII, Messaggio di apertu-ra del Concilio Vaticano II), vecchicorvi sempre accigliati e incapaci digodere della bellezza di Dio.La recente stagione della Congrega-zione di Padre Monti ha visto gli ap-puntamenti del Capitolo generale edei Capitoli provinciali italiano, india-no e sudamericano, ed ha apertomodi nuovi di guardare e di pensareil futuro. Ha attivato un cammino disupernazionalità non riscontrabilenelle stagioni precedenti, più accen-tuato di quello che in tali stagioni sipercorreva. Ha caricato la storia co-mune di un cambio generazionale vi-sibilissimo, che potrà fare solo benealla Famiglia. Ha dato ai singoli Fra-telli, specie quelli lontani dal “centrostorico” della nostra civitas comune,uno sguardo più messo a fuoco sulmondo intero proprio perché più po-sizionato sul pezzo di mondo affida-to alle loro mani.I Capitoli, insomma, non hanno con-

tinuato a preparare i soliti due paninistantii, ma si sono espressi per il dipiù e per il diverso da gustare. LoSpirito è all’opera. È possibile preve-dere l’avvenire – diceva David MariaTuroldo – ma il futuro è nelle mani diDio. Tocca a noi, comunque la vo-gliamo mettere! E tocca a noi impa-rare a non lamentarci né a causa ditutti i possibili stravolti calendari ma-ya né per colpa di tutti i panini al for-maggio che dovessimo incaponirci apreparare. Tocca al nostro vedere eal nostro saper dire grazie, perché ilSignore ci apre sentieri davanti agliocchi (e non lo fa con tutti) e ci fa ve-dere più in là (e non a tutti dona oc-chi sufficienti)… e se per caso do-vessimo chiederci perché proprio anoi, sarà opportuno dirci chiaro chenon lo dobbiamo alla nostra bravura,ma alla volontà di Lui che guida co-me e dove vuole. È così che il futuroinizia ad aprirsi: se parte dalla graziae dal dire grazie. �

PAM

[segue da pag. 3]

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I - 2011 5

SARONNOEsperti da tutt’Italiaal convegnodi medicina sportivaSabato 5 marzo 2011, presso l’Istituto Padre Mon-ti di Saronno, si è svolta l’ottava edizione del Con-vegno nazionale di medicina e scienza dello sport.Questo il tema affrontato: “L’Ambulatorio di medi-cina dello sport. Oltre l’idoneità”. All’iniziativa han-no aderito medici, fisioterapisti, allenatori, prepa-ratori atletici, studenti in Scienze Motorie, atleti.L’incontro è ormai diventato un appuntamento as-sai gradito da tutti coloro che operano nel settoreper la presenza di relatori qualificati. Il tema al cen-tro del confronto di questa edizione ha permessodi analizzare temi collegati alla prevenzione degliinfortuni tra coloro che praticano il calcio. L’Ambu-latorio di medicina dello sport di Saronno ha comeDirettore Sanitario il dottor Frédéric Peroni Ran-chet. Al termine del convegno si è svolta la pre-miazione dei vincitori della terza edizione del Me-morial Piero Mognoni. Il convegno ha avuto ilpatrocinio, oltre che della Provincia Italiana dellaCFIC, dell’ASL e della Provincia di Varese, dellaCittà di Saronno e dell’Azienda ospedaliera locale.

Nelle foto, due momenti del convegno �

ITALIANuove nomineper comunitàe settoriL’inizio del 2011 è stato caratterizzato dauna serie di nuove nomine all’interno dellaProvincia italiana della CFIC come superioridelle comunità e responsabili di settore.Nel primo caso il Consiglio provinciale (nel-la foto) ha provveduto a scegliere i se-guenti religiosi: Mario di Leginio (Casa pro-vinciale), Daniele Bertoldi (IDI-San Carlo),Aurelio Mozzetta (Saronno), Terenzio D’Or-tenzio (Montefiascone), Aldo Genova (Can-tù-Erba), Stefano Caria (Polistena), Antonio Angioni (Siracusa), Mario Pesenti (Milano), Matteo Kalliyadiyil(Arco), Aldo Valentini (Maestro dei novizi della Provincia Italiana). Responsabili di settore sono stati invecenominati Gioacchino Santoro (Padre Monti Sud e coordinatore dell’animazione e formazione vocazionale),Natalino Poggi (Economo e responsabile del CED), Franco Decaminada (Complesso integrato IDI Sanità),Aldo Genova (Area educativa Nord Italia), Aurelio Mozzetta (Centro studi montiano di Saronno), MarianoPasserini (Progetto in Crozia con sede a Kutina). �

BREVI

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vero che siamo in uncontesto sanitario, manon mi sembra il casodi usare questo titolo

– Ri-Animazione – per le nostre inizia-tive», così saltò su uno del gruppo al-la mia proposta. «Direi invece che civuole proprio, per svegliarsi dallo sta-to semi-comatoso in cui viviamo... ec’è di più di una semplice condizionefisica: abbiamo un cuore, un’anima,un fuoco dentro che deve essere... ri-animato! Siamo a Pasqua sì o no?!Non sentite il bisogno di una scossa,di un po’ di calore, di un forte vento diprimavera, di una vita nuova? Tutto sirianima, tutto sboccia, tutto rifiori-sce... e noi ce ne stiamo rattrappiticome in pieno inverno. Buttiamo viale maglie di lana, ci mettiamo in ma-glietta, ma dentro viaggiamo ancoracon la giacca a vento».Non dico che scoppiò un applausoalle mie parole, ma ci mancò poco.Siamo partiti così, alcuni mesi fa,per riavviare il discorso di costituireun Consiglio Pastorale Universita-rio. Detto… fatto! L’ok del Rettore,alcuni contatti personali, un giro dimail e ci si ritrova non solo per guar-darsi negli occhi, ma convinti e de-cisi a mettere nero su bianco peruna ripartenza spirituale nell’ambitodell’Università “Nostra Signora delBuon Consiglio” di Tirana.Brevi le formalità: confermata la pre-

6 IV - 2011

senza di alcuni docenti, delle suore,di un prete, di un rappresentante delpersonale; ma c’è una novità: la pro-posta – subito condivisa – di allarga-re i paletti della tenda per inserire nelConsiglio almeno un rappresentanteper ogni corso di laurea. «E adesso –dice qualcuno – la Pasqua bussa alleporte, che facciamo?» La proposta diuna Via Crucis preparata e gestita da-gli studenti trova subito il consenso.Un testo “graffiante”, corredato daimmagini significative e da un sotto-fondo musicale appropriato e la spe-ranza che altri, molti ci auguriamo,partecipino e vivano questo “mo-mento dello spirito” nell’imminenzadella Pasqua. Silenzio! Tutto qui?«A me sembra che non sia sufficien-te pregare – interviene una studen-tessa – accanto alla preghiera ci vuo-le la carità, cioè dovremmo pensarea qualche gesto significativo, con-creto. So di tre case-famiglia a Du-razzo che ospitano dei bimbi, perchénon pensiamo anche a loro? Racco-gliamo qualcosa, andiamo a trovarli,facciamo festa con loro. Anche que-sti bambini e bambine hanno dirittodi essere felici!»

La proposta piace, trova adesione, èalla portata di tutti. E un primo fattopositivo è questo, che i pochi “ad-detti ai lavori” passano parola, ag-gregano altri e l’indomani ci si trovain tanti attorno al tavolo di lavorocon foto, pennarelli e tanto cuore: trecartelloni che illustrano l’iniziativa,da collocare nell’atrio dei due poliuniversitari e in biblioteca, un cestoper la raccolta dei doni e una cas-settina per qualche offerta. Tuttoconcorre a dare corpo alle buoneidee.In realtà, se Pasqua è “fare il pas-saggio”, agendo così, “passiamo”anche noi: dal pensare solo a noistessi per farci carico dell’altro, nelnostro caso dei piccoli. E sono arri-vati fin dal primo mattino, con sor-presa di tutti, alcuni doni: un bellis-simo peluche e tre vestitini coloratiper bambini. Con la Via Crucis diGesù che è stata vissuta con spiritorinnovato, ci si è messi in sintoniacon un cammino che si chiama ac-coglienza, prossimità, prendersi acuore le persone e gioire insieme. �

Franco Sartori

Costituito un ConsiglioPastorale Universitarioin rappresentanza di tuttele componenti dell’ateneo.Una Pasqua vissuta nelsegno della solidarietà.

TIRANA

RI-ANIMAZIONEPASTORALEALLA NSBC

Anche l’ingresso dell’Università diventa luogo di incontro e di confronto

Padre Franco, suor Natalina e alcunestudentesse del Consiglio pastorale

UNIVERSITÀ

«È

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SOLIDARIETÀ

va in grado di accogliere mamme ebambini in difficoltà. Si trova al primopiano dell’Istituto “ImmacolataConcezione” di Cantù, in provinciadi Como. La “Casa di Teresa” è sta-ta pensata e realizzata per chi sta at-traversando un periodo di grande dif-ficoltà e necessita di un forte so-stegno umano ed educativo: gestan-ti; madri che necessitano di un per-corso di supporto e accompagna-mento per la cura dei propri figli;ragazze giovani (anche minorenni,sole, in gravidanza o neo-mamme)che si trovano in condizioni di ab-bandono da parte dei nuclei familia-ri di origine; donne alla ricerca di unluogo che possa offrire sostegno nel-

la cura dei figli e allo stesso tempo ri-paro e protezione in caso di maltrat-tamento; madri con problemi econo-mici e abitativi a causa di separazioniconflittuali; madri straniere in difficol-tà in quanto sole e non integrate conil contesto sociale.«Questa struttura – spiega fratel Al-do Genova, responsabile dell’areaeducativa Nord Italia della CFIC – sipropone di favorire nelle mamme laconsapevolezza di una maternità re-sponsabile, e allo stesso tempo ga-rantire ai bambini tutto il necessarioper soddisfare le loro esigenze pri-marie, oltre che l’indispensabile ap-porto educativo che la loro partico-lare condizione richiede».

La comunità, dedicata alla mamma del Beato Monti, è stata pensata e realizzata per chista attraversando un periodo di grande difficoltà e necessita di un forte sostegnoumano ed educativo.

l 10 febbraio 1811, giusto due-cento anni fa, Angelo Monti eMaria Teresa Monti (avevanoproprio lo stesso cognome) si

sposarono nella chiesa di San Pan-crazio a Bovisio Masciago. Erano igenitori del Beato Luigi Monti. Mi-sero al mondo ben undici figli, anchese quattro morirono in tenera età. In-sieme accompagnarono gli altri settesui sentieri che Dio aveva preparatoper loro. Angelo morì nel 1837, MariaTeresa nel 1845. Il Beato, rimasto or-fano ancora giovane, crebbe se-guendo gli insegnamenti dei genitori,persone buone e di grande fede.È nel ricordo di mamma Teresa che èstata fondata una comunità educati-

CANTÙ

MAMME E BIMBIIN DIFFICOLTÀNELLA “CASA DI TERESA”

Fratel Aldo Genova è il superiore della comunità di Cantù-Erba e responsabile dell’area educativa Nord Italia della CFIC.A destra, l’Istituto Immacolata Concezione di Cantù dove ha sede la “Casa di Teresa”

I

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8 I - 2011

SOLIDARIETÀ

La scheda

UN CONCERTO A ROMA PER RACCOGLIERE FONDIUn concerto di beneficenza per sostenere il progetto “La Casa di Teresa” si è svolto il 26 marzo presso l’au-

ditorium Michelangelo di Roma, in memoria del Maestro Roberto Pregadio. La manifestazione, promossa dal-l’Associazione Amici di Nostra Signora del Buon Consiglio Onlus, è stata presentata dalla conduttrice Anto-nella Clerici. Lo spettacolo ha visto l’esibizione dell’orchestra “Big Bomb Band”, diretta dal maestro GiordanoLai. Sul palcoscenico si sono alternarsi numerosi artisti. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Can-tù, a conferma dello stretto legame esistente tra la “città del mobile” e i Concezionisti.

«La loro storia – sottolinea il sindaco Tiziana Sala – è strettamente intrecciata a quella di Cantù. Oggi la Con-gregazione è una presenza straordinaria, soprattutto nell’ambito del sociale, che è vissuto e affrontato con unaconcezione moderna e attiva. È anche grazie alla loro presenza se la mia amministrazione ha potuto avviare pro-getti e programmi d’interventi, senza delegarne la gestione a realtà esterne alla città. Programmi e progetti chesono informati al principio della sussidiarietà, e che mette dunque al centro dell’azione la persona e le sue ne-cessità. La “Casa di Teresa” è realizzata proprio in quest’ottica e con le motivazioni ricordate». �

Alcune immagini del video-cliprealizzato per far conoscere le finalità

della “Casa di Teresa”

La comunità si caratterizza per igrandi spazi di cui dispone: tre ca-mere con bagno destinato ad acco-gliere nuclei familiari, un miniappar-tamento a disposizione di un nucleoin fase di uscita, spazi comuni (salagiochi per i bimbi, cucina-sala dapranzo, un bagno, lavanderia-guar-daroba), una camera destinata alpersonale educativo. La “Casa di Te-resa” è inoltre inserita all’interno del-la grande struttura polivalente del-l’Istituto “Immacolata Concezione”che comprende anche aree attrezza-te in un grande parco verde con mo-derni campi da calcio, basket e pal-lavolo. Può ospitare non più diquattro madri con figli, fino a un mas-simo di dieci persone. È possibile ac-cogliere in modo rapido (entro 24 ore)soggetti che si trovano a vivere situa-zioni di particolare urgenza.«La comunità – aggiunge fratel Aldo –rappresenta, in ordine di tempo, lapiù recente realtà di accoglienza di ti-

po residenziale realizzata dalla Pro-vincia Italiana della CFIC. Essa si col-loca all’interno del più ampio pro-getto denominato “Si tratterannocome Figli”, che costituisce una retedi servizi educativi, di accoglienzaformativi e clinici nella RegioneLombardia». L’iniziativa è sostenutadalla Fondazione Cariplo e daaziende del territorio, con il concorsodel Comune di Cantù.Gli ospiti sono seguiti da un’équipeche lavora secondo un’ottica multi-disciplinare integrata. Si compone diuna coordinatrice e di due educatoriche si alternano in turni, orario not-turno compreso. Una psicologa, ol-tre a monitorare periodicamente lostato psicologico dei minori e dellemadri in comunità, guida gli inter-venti degli operatori e supervisionale dinamiche relazionali all’internodell’équipe stessa. Mantiene inoltrecontatti con le strutture specialistichee, se necessario, partecipa agli in-

contri con i servizi socio-assistenzia-li del territorio. Un video-clip di pre-sentazione della “Casa di Teresa” èstato realizzato da un ragazzo dellacomunità proveniente da una situa-zione familiare particolarmente diffi-cile. Le voci di una ragazza in attesadi un figlio e di un bambino rendonoin modo assai efficace le finalità del-l’iniziativa. �

Saverio Clementi

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I - 2011 9

ARTE

ilano, piazza Frattini. Quisi trova l’unica parrocchiaitaliana gestita dalla Con-gregazione dei Figli del-

l’Immacolata Concezione. La pre-senza della CFIC in questa zona dellametropoli lombarda risale a più di unsecolo fa. Nel corso del tempo il ca-risma montiano si è qui concretiz-zato in alcune opere tipiche dell’at-tenzione ai minori: un orfanotrofio,avviamento lavorativo con annessauna tipografia, una scuola media.Oggi, quello che allora era un quar-tiere periferico, è diventata una zonadella prima periferia milanese, a po-chi chilometri di distanza dal centrostorico. È cambiata anche la pre-senza dei Concezionisti, essendosiadeguata alle mutate condizioni edesigenze del tempo e della società.La chiesa dedicata all’ImmacolataConcezione è stata costruita nel1963, su progetto dell’architettoMario Baciocchi, ed è diventataparrocchia nel 1986 aderendo a unaprecisa richiesta dell’allora Arcive-scovo di Milano, il cardinale CarloMaria Martini. È affidata alle curepastorali di una comunità guidatada padre Mario Pesenti. Con luioperano padre Gaetano Graziani(che è il parroco), padre RodolfoMaramba e padre Shajan PaulThachiathu: due italiani, un filippi-no e un indiano. Una presenza mul-tietnica e multiculturale che bene siadatta ad una grande città semprepiù caratterizzata dalla presenza distranieri provenienti da ogni partedel mondo. In passato, in questasede hanno operato alcuni religiosiConcezionisti che hanno lasciato unsegno profondo nella storia dellaCongregazione.

MILANO

UNA CHIESADOVE IL BELLOÈ DI CASA

Ultimati i lavori di ristrutturazione del presbiterio nellachiesa dell’Immacolata Concezione. Costruita nel 1963,è da 25 anni l’unica parrocchia italiana gestita dalla CFIC.M

Ecco come si presentava l’interno della chiesa prima dei lavori di ristrutturazionedel presbiterio. In alto, una veduta attuale

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10 I - 2011

ARTE

Attualmente la chiesa è una delletante parrocchie milanesi, con l’unicadifferenza di essere affidata a unacongregazione religiosa. È proprio apartire dalle nuove indicazioni incampo liturgico che pochi mesi fa èstato ultimato un importante inter-vento di ristrutturazione dell’edificio,in particolare del presbiterio. I lavorisono stati eseguiti sotto la direzionedell’architetto trentino Andrea Bo-nazza, nome noto all’interno dellaCFIC per avere eseguito altre impor-tanti opere in varie sedi targate Pa-dre Monti.«Era da molto tempo che si dovevaprovvedere a mettere ordine nellospazio del presbiterio per adeguarloalle nuove norme liturgiche – spiegapadre Mario –. I lavori sono stati per-ciò eseguiti in stretto contatto con laCuria diocesana che ha visionato eapprovato il progetto. Abbiamo an-che approfittato per sostituire la pa-vimentazione costruendo un vespaiodove collocare un nuovo impianto diriscaldamento. È stata inoltre creataun’area dove collocare i confessiona-li, per rendere così più accogliente lospazio riservato al sacramento dellaRiconciliazione. I lavori sono stati re-si possibili grazie a un finanziamentocomunale e ai risparmi accantonatidalla parrocchia nel corso degli anni».Il colpo d’occhio sul presbiterio ren-de giustizia allo sforzo sostenuto. Ilbattistero si trova ora collocato allasinistra al posto di una precedentecappella laterale. Ma è soprattuttol’altare ad aver risentito maggior-mente dell’intervento. Si trattava diarmonizzare il nuovo con il vecchio,

anche perché quest’ultimo era usci-to tanti anni fa dalla Scuola BeatoAngelico, una dei più rinomati istitu-ti d’arte d’Italia. La soluzione è statatrovata costruendo una cappella fe-riale alle spalle del presbiterio, doveè stato collocato il vecchio taberna-colo opportunamente riportato al-l’antico splendore. Soltanto un cro-cifisso è rimasto al suo posto. Lamensa è stata invece sostituita per-ché era in legno e pensata comeprovvisoria. È stata costruita in mar-mo a due colori, così come l’ambo-ne, il battistero e la sede del cele-brante. Sarà ora possibile procederealla consacrazione della chiesa chefino ad oggi non è avvenuta proprioper la mancanza di una mensa sta-bile e definitiva.La chiesa è nell’insieme molto lumi-nosa grazie alle belle vetrate colora-tissime, anch’esse della ScuolaBea-to Angelico, che riproducono 26santi. Sopra la porta centrale si trovainvece un grande rosone con al cen-tro la colomba dello Spirito Santo.

La parrocchia ha una popolazione dicirca novemila persone e appartieneal Decanato Giambellino. È una zo-na caratterizzata da una significativapresenza di stranieri e da un costan-te turn over dei residenti. «L’alta per-centuale di case in affitto – spiegapadre Mario – fa sì che molte giova-ni coppie tendano a trasferirsi appe-na sono in grado di acquistare unacasa. Restano le persone anziane.La frequenza alla messa domenicaleè di circa 1500 persone, una mediatra le più alte della zona».L’attività pastorale che fa capo allaparrocchia è vivace e ben inseritanel contesto diocesano. Esiste unoratorio frequentato dai ragazzi alcui interno si fa catechismo e si pra-ticano attività sportive. Operano poila Caritas, un Centro d’ascolto e unGruppo Terza Età. Insomma, unapresenza attiva e attenta ai segni deitempi. �

Saverio Clementi

Padre Mario Pesenti

La cappella feriale è stata ricavata nella parte posteriore del presbiterio e arredatautilizzando il vecchio tabernacolo

La chiesa milanese dedicata all’Immacolata Concezione è stata costruita nel 1963ed è parrocchia dal 1986

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a fianco delle famiglie per l’educazio-ne dei figli. Sono nate anche nuoverealtà: una casa per anziani, una cap-pellania ospedaliera, centri diurni perminori, due parrocchie.Si coglie nei religiosi uno spiccatodesiderio di evangelizzazione, attra-verso forme di aggregazione giova-nile spesso ispirate al “primo” LuigiMonti, quello che nel paese natale diBovisio Masciago animava la suaCompagnia di coetanei.Le sfide che si presentano per il futu-ro sono soprattutto rivolte alla forma-zione, che è il vero banco di prova diun sano cammino vocazionale e uma-no. Ma non solo, perché i religiosi sen-tono di non poter più fare da soli, madevono circondarsi di cristiani laici im-pegnati e collaborativi. Un processoche non sarà breve, questo, ma cheapre a una nuova ecclesialità, più par-tecipata e corresponsabile nell’an-nuncio del messaggio evangelico. �

R.V.

spiritualità, di essenzialità di vita e dicoraggio pastorale.In Argentina si respira uno stile mon-tiano originario che in Italia si è modi-ficato nel corso del tempo, per effet-to dei cambiamenti culturali degliultimi decenni. Laggiù si riscontra an-cora un forte e diffuso sentimento dipartecipazione al carisma, sia nellaspiritualità mariana che nel riferimen-to al Beato Fondatore.Nel frattempo si assiste anche auna progressiva secolarizzazione,che scompagina le forme comunita-rie e un senso globale della vita, so-prattutto nelle grandi aree urbane.Essere cristiani diviene così un’av-ventura sempre più impegnativa peri consacrati e per i cristiani laici.

Un vasto lavoro educativoL’ambito della scuola è quello che si èmaggiormente sviluppato. In Argenti-na vi sono sette colegios con circasettemila studenti, un notevole lavoro

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DOSSIER

i fa presto a dire “AmericaLatina”. In realtà è un vastomondo di differenze, quelleche si riferiscono ai popoli

nativi e quelle introdotte da un’inten-sa immigrazione da altri continenti. Inquesto caleidoscopio di popoli la pre-senza montiana compie novant’annie dalla “casa madre” dell’Argentinasi è ramificata in Bolivia e Perù. Sen-za dimenticare il Brasile, con la co-munità di Foz do Iguaçu.Nel mese di gennaio si è tenuto nellacasa di Cabana (Cordoba) il Capito-lo della Provincia Latinoamericana,appuntamento triennale che vede idelegati riunirsi per effettuare un bi-lancio e una programmazione. Anchei religiosi devono confrontarsi sui pas-si compiuti e sul senso della propriaazione nel mondo e nella Chiesa.

Passaggio generazionaleAttualmente sono circa quaranta i re-ligiosi della Provincia, alcuni dei qualioperativi in altri continenti. Una realtànumerica contenuta, che vive una fa-se cruciale della propria storia: crescela componente dei giovani, portatoridi novità e di slancio, e diminuisce –come è ovvio – la componente dei re-ligiosi anziani. Questi, d’altra parte,rappresentano un elemento di con-giunzione con i primi pionieri, giuntidall’Italia nel 1921 e negli anni suc-cessivi, dai quali sono stati accolti eformati.In questo contesto è crescente il bi-sogno di memoria storica, in partico-lare nei confronti di alcuni religiosi chehanno lasciato un’autentica testimo-nianza di santità. Merita una segnala-zione particolare, sebbene la suascomparsa sia ancora recente, padreLucas Gialileola, uomo di profonda

AMERICA LATINA

A NOVANT’ANNIIL CORAGGIODI RIPARTIRE

Era il 1921 quando quattro Fratelli lombardi arrivarono inArgentina: portavano il “modello di vita” di Luigi Monti,profondamente ispirato al messaggio di Cristo. Cronaca

da un Capitolo della Provincia Latinoamericana.S

Il nuovo Consiglio della Provincia Latinoamericana eletto dal Capitoloche si è riunito a Cabana, in Argentina

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DOSSIER

La scheda

TUTTI I NUMERIDI UNA PRESENZA

Tre sono i Paesi che compongono la Provincia Latinoamericana: Argentina, Bolivia e Perù.

Totale dei religiosi: 32

Religiosi di voti perpetui: 28

Religiosi di voti temporanei: 4

Religiosi sacerdoti e diaconi: 11

Comunità: 9

Sede della Provincia: Córdoba (Argentina)

Centri scolastici e di formazione professionale: 8

Parrocchie e cappelle pubbliche: 9

Centri diurni per bambini: 1

Mense per bambini e ragazzi in difficoltà: 4

Cappellania ospedaliera: 1

Casa di riposo per anziani: 1

Opere formative: 3 �

DUE GERMOGLIDI “NUOVA VITA”...

Il 19 marzo scorso, solennità di SanGiuseppe, nella cripta della chiesa de-dicata a Nostra Signora di Lourdes del-la città di Córdoba, in Argentina, hannofatto la loro prima professione duenuovi Figli di Padre Monti. Un eventoche ha riempito di gioia l’intera comu-nità montiana dell’America Latina.

Il primo è fratel Davidson Fleuri-lus, di 32 anni. D’origine haitiana, haconosciuto la Congregazione dei Figlidell’Immacolata Concezione tramiteinternet nel suo paese natio e si è lan-ciato nell’avventura di lasciare la sua famiglia e la sua terra, di imparare una nuova lingua, il tutto per segui-re la volontà di Dio. È un amante dello sport e gli piace essere sempre informato sulla realtà. Nel suo cuorecoltiva il sogno di portare il carisma montiano nella sua terra d’origine.

L’altro è fratel José Alberto Román Cuéllar, di 23 anni. Nato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Ha co-nosciuto la Congregazione di Padre Monti nella sua città attraverso l’esperienza apostolica del Centro diur-no “San José”. Dopo aver a lungo riflettuto ha deciso di farne parte. Ama lavorare tra i bambini e i giovani esi prepara attualmente per diventare insegnante di Scienze Sacre. Ha sviluppato, lungo il cammino di forma-zione, una particolare sensibilità per l’arte e il lavoro manuale.

Entrambi sono una conferma della vivacità della Famiglia Montiana in America Latina.Nella foto, i due nuovi fratelli della Provincia latinoamericana: Davidson Fleurilus (a sinistra)

e Josè Alberto Roman Cuéllar �

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DOSSIER

er noi Concezionisti, è nor-ma che ogni tre anni si cele-bri un Capitolo dedicato al-la vita di una Provincia: è

una scadenza utile per analizzare ilpercorso compiuto nell’arco di untriennio, per progettare e porsi nuo-ve sfide, per scegliere – soprattuttoper scegliere – un nuovo Superioreprovinciale.Questo è quanto in linea di massimaci si può aspettare da una riunionecome questa, ma per noi Figli di Pa-dre Monti latinoamericani questavolta, pur nell’ordinarietà, la cosa èstata diversa.Nello scorso gennaio, abbiamo ce-lebrato il nostro XV° Capitolo provin-ciale ordinario, ma non l’abbiamocelebrato solo perché era arrivata lascadenza naturale per celebrarlo: intutti noi c’era un desiderio, unanime-mente condiviso, di vivere questomomento. E questo, mi azzardo a di-re, non è cosa di poco conto. Abbia-mo scelto, questo sì, un nostro fra-tello come nuovo Provinciale, masoprattutto abbiamo condiviso. Checosa? Sogni? Che altro? Insiemeabbiamo analizzato la nostra realtà,abbiamo progettato un presentepossibile come base di un futuro al-trettanto possibile; abbiamo prega-to, celebrato e atteso. Sì, abbiamoatteso e creduto, rinnovando la no-stra fiducia nella Divina Provvidenza,che non viene mai a meno, e – con-temporanemente – la nostra fiducia(cosa non sempre facile) nella nostraumanità, che pur fragile e limitata, semessa nelle mani di Dio, può signifi-care veramente tanto.Dopo 90 anni di presenza in terra su-damericana, sarebbe logico pensareche la fantasia si sia in parte esaurita

TESTIMONIANZA

PROTAGONISTADI UNA NUOVAPRIMAVERA

Le impressioni di un giovane Fratello che ha partecipato perla prima volta al Capitolo provinciale. Una scadenza attesa

e vissuta con particolare intensità.Pe che la fiamma di vita che i primiquattro frati concettini portarono tradi noi sarebbe oggi abbastanza in-vecchiata. Invece, ancora una volta,insieme, abbiamo scoperto – anzi,abbiamo ancora riscoperto – checontinuiamo a essere chiamati e in-viati ad esprimere novità e vita, e nonsolo all’interno della nostra giurisdi-zione, bensì siamo oggi chiamati acondividere le nostre richezze conl’intera Congregazione. Il XV° Capi-tolo ordinario, infatti, ci ha aiutati adiscernere un po’ di più sulla nostraidentità, sulla nostra vocazione emissione all’interno della CFIC.Allora... soltanto belle idee? Certa-mente no. Abbiamo celebrato unCapitolo “operativo”, un Capitolo di“scelte”, di coraggiose scelte chesenz’altro andavano fatte.Per me, religioso perpetuo da solodue anni, è stata la mia prima espe-

rienza di partecipazione come Capi-tolare: in precedenza ne sono statocoinvolto, ma solo in qualità di aiutoall’interno della segreteria. In questaoccasione, però, toccava anche ame discernere, parlare, decidere,scegliere. In sintesi: essere un po’protagonista di questa nuova stagio-ne primaverile che, chi più chi meno,tutti quanti abbiamo respirato.Finite le sedute, ho lasciato la saladelle riunioni con una grande sereni-tà, frutto della profonda convinzioneche quanto in questo Capitolo si po-teva fare si è fatto. Non nego che nelcuore di tanti (io incluso) ci si aspet-tava forse di poter andare ancora ol-tre, ma padrone del nostro tempo èsolo Dio, e il Signore sa che ciò cheora ci aspetta per il futuro è vera-mente tanto. �

Leandro Lobato

Nella foto, i religiosi che hanno partecipato al XV° Capitolo provinciale ordinariolatinoamericano

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DOSSIER

La partecipazione a un Capitolo vedel’alternarsi di momenti di preghiera, di

dialogo e di confronto sui principaliproblemi della Congregazione.

Il XV° Capitolo Latinoamericano si èsvolto in Argentina, nella Casa de retiros

“Padre Luis Maria Monti” di Cabana,località vicina a Córdoba

Fratel Gustavo Edgardo Ferreyra (sopra)è il nuovo Superiore della ProvinciaLatinoamericana. Prende il posto di

fratel Esteban Duarte che l’anno scorsoè stato eletto nel Consiglio generale

della CFIC. A sinistra, il nuovo Consiglioprovinciale con il Superiore generale.

Da sinistra, fratel Carlos Abraham,padre Hector Varela, fratel RuggeroValentini, fratel Gustavo Edgardo

Ferreyra, fratel Raul Sena Venez, padreHector Mastrocola

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MEM

ORIABEATIFICAZIONE

on la consegna del Somma-rio della Positio al relatorepadre Daniel Ols (op), si ècompiuto un piccolo passo

avanti nel progressivo cammino dellaCausa di Beatificazione di EmanueleStablum. Il Sommario è un volume dicirca quattrocento pagine che racco-glie nella prima parte la sintesi delletestimonianze rese da quarantanovetestimoni: otto sacerdoti non dellaCongregazione Figli dell’ImmacolataConcezione, sei religiosi e sacerdotidella CFIC e 35 laici.In questa sintesi si è riportato dalletestimonianze quanto è stato espres-so dai testi in merito alle virtù teolo-gali e cardinali eminentemente vis-sute dal Servo di Dio. È questa laparte più importante. Da queste te-stimonianze verranno estratte le pro-ve per affermare l’eroicità delle virtùdel Servo di Dio.Nella seconda parte del Sommariosono stati raccolti tutti i documenti ri-

FRATEL STABLUM,UN PASSO AVANTIVERSO GLI ALTARI

Cguardanti la vita, la vita consacrata, ilcurriculum studiorum, l’attività profes-sionale e scientifica del Servo di Dio.Nella terza parte viene riportata unaselezione dei suoi scritti inediti. So-prattutto nei diari della sua gioventùsi trovano molte spontanee invoca-zioni come questa:«Tuus sum ego salvum me fac» (si ri-scontri il Totus tuus di Giovanni Pao-lo II di monfortana memoria). «Tu no-stro, Maria succurre labori». «Matermea Fiducia mea» (2 dicembre 1917).«Che io trovi te solo, Gesù, che ioapra a te tutto il mio cuore, che iogoda di te, come desidera l’animamia, e nessuna creatura mi muova emi riguardi, ma tu solo parli con me e

io con te, come suole parlare l’amicoall’amico. Questo io cerco questo iodesidero: che il mio cuore tutto sia ate unito e mediante la santa Comu-nione impari ad amare le cose cele-sti ed eterne. Ah, mio Gesù, quandosarà che io arriverò ad essere tuttounito e assorto in te e dimentico to-talmente di me stesso? Che tu vivain me e io in te e facciamo così unasola cosa» (21 dicembre 1925).Tra gli scritti ai religiosi vi sono lette-re che hanno come destinatario ilSuperiore generale Stanislao Pasto-ri. Egli ha governato la Congregazio-ne dei Figli dell’Immacolata Conce-zione per trentatré anni, dal 1920 al1953. Il Servo di Dio ebbe un feeling

Prosegue il lungo e delicato cammino della Causadi Beatificazione del Servo di Dio. Consegnato un volumedi quattrocento pagine che raccoglietestimonianze, documenti e scritti.

Fratel Emanuele Stablum con sorella Pia, morta novantenne pochi anni fa. A destra, al centro della foto, con alcuni confratelli

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MEM

ORIA

straordinario con padre Pastori. Vissenella stessa comunità per dieci annidal 1915 al 1925 e ancora dal 1927al 1931. Fratel Emanuele, ritornatolaureato da Napoli a Roma, curò co-me primo paziente proprio il Superio-re generale, malato di polmonitedoppia con complicazioni cardiache.A lui scrisse con ardore diverse let-tere incoraggiandolo a presentare aiconfratelli lo spirito del fondatore:«... Badi, Padre, diletto figlio del P.Fondatore, che la Congregazione at-tende da lei il soffio vitale, vivificatri-ce dello spirito che ha ereditato dalPadre Luigi!... La mia anima ardentee calda che sente queste cose e ledice piangendo qui davanti al ritrat-to di P. Luigi e le dice per amore econ la più grande convinzione…»(22 gennaio 1925).Le lettere più significative sono quel-le scritte alla mamma e alla sorellapiù piccola Pia. Nel cuore della not-te apriva il suo cuore e la sua menteai suoi cari; per alcuni minuti viveva aTerzolas nella sua casa natale con lo-ro per comunicare ad essi i suoi pro-blemi, i suoi progetti, le sue pene.Apriva loro il suo spirito.Il Servo di Dio alle prime avvisagliedel morbo che lo avrebbe portato al-la morte, così scriveva alla mamma:«Carissima mamma, mi ha fattomolto piacere la vostra lettera cheho letto con vero godimento. Ho ri-

preso il lavoro, ma con orario un po’ridotto e la sera soprattutto non stopiù fin tardi nello studio perché... mimandano a letto presto, sempre pri-ma delle 11. Stasera mi hanno giàcacciato via e questa lettera ve lascrivo in camera, quasi di nascosto,come i bambini, perché dicono imiei medici che mi sono strapazza-to troppo e adesso basta. Veramen-te della salute io non ho mai fattonessun conto e adesso che diventovecchio (aveva 53 anni, ndr) forseè bene tenerla un po’ dacconto»(14 dicembre 1948).Il Servo di Dio fu per la sorella, cheaveva solo due anni quando partì perseguire la sua vocazione, il suo pe-dagogo, il suo direttore spirituale, ilsuo medico. La sorella Pia ancoranovantenne rileggeva le sue lettereper sentire la sua voce di padre piùche di fratello.Il Servo di Dio aveva più facile lapenna che la parola. Nel Sommariosono raccolte le pagine più significa-tive dei suoi scritti inediti. In essi ri-marcava la sua fondamentale con-vinzione che si deve curare tuttol’uomo nel malato. Sono questi i pas-si che lo consacrano araldo dell’al-leanza terapeutica.Sono molte nel mondo le universitàche hanno posto l’attenzione sulle re-lazioni tra lo spirito e il corpo nellamalattia. Queste sono arrivate alla

conclusione che la cura dello spirito èessenziale alla guarigione del corpo.Nel suo epistolario ai familiari, tuttiamanti della natura, fa capolino loscambio di fiori, sementi, bulbi, unmercatino tra Roma e Terzolas. Nel-le numerose lettere emergono le at-tenzioni del Servo di Dio per i fami-liari giovani e anziani malati, per ivecchi zii isolati in san Biagio.Il Servo di Dio invia consigli, ricette ecampioni di medicine. Terzolas, pic-colo paese frazione di Malé che nonaveva il medico condotto. Anche pergli amici della famiglia funzionava daRoma il sostituto.Il volume del Sommario raccoglie an-che l’esaustiva relazione di padreGiuseppe Cagni, presidente dellaCommissione storica della Causa.Il postulatore rimane ora in attesa diavere di rimando il volume del Som-mario con le osservazioni del Relato-re della Causa.Il postulatore, oltre a informare i fe-deli sulle tappe della Causa, sente didover suscitare in essi l’impegno diritenere il Servo di Dio Emanuele Sta-blum come intercessore presso Dionella preghiera che elevano per i ma-lati anche terminali, per ottenere laloro guarigione, e perché no, anchemiracolosa. �

Giovanni CazzanigaPostulatore generale della CFIC

Emanuele Stablum con il camice da medico e con alcuni colleghi (seduto a sinistra) nel corso di un confronto su problemi scientifici

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AGENDA

ontinuano gli incontri e le“settimane” della FamigliaMontiana in Sicilia. DopoNoto, Priolo Gargallo e

Ispica, dal 21 al 26 marzo l’iniziativaha coivolto Palazzolo Acreide. Que-sti appuntamenti itineranti si colloca-no all’interno delle celebrazioni per il75° di presenza dei religiosi Figli del-l’Immacolata Concezione in Sicilia ecoinvolgono tutte le realtà attual-mente attive sull’isola: Casa LuigiMonti e Cortile di Padre Monti a Pa-lazzolo Acreide, Comunità Padre Lui-gi Monti a Siracusa, Casa Isola Feli-

ce a Floridia, Casa Famiglia Rosa diLuigi Monti a Ispica.«In questo modo – spiega fratelGioacchino Santoro, coordinatoredell’iniziativa – abbiamo voluto ten-tare di stimolare le realtà locali, glioperatori delle comunità e i giovanidel territorio a prendere coscienzadelle enormi potenzialità offerte dal-la presenza di una Comunità Allog-gio o di una Casa Famiglia per ilrecupero sociale dei minorenni arischio di devianza o già coinvoltiin attività criminose o, comunque,svantaggiati sociali».

SICILIA

UNA SETTIMANADALLA PARTEDEGLI ULTIMIContinuano gli appuntamenti per celebrare i 75 anni di

presenza dei Concezionisti nell’isola.Le tematiche educative al centro del recente incontro

a Palazzolo Acreide.

C

Calabria e Sicilia

IL SUPERIORE GENERALENEL PROFONDO SUD

Il Superiore generale della CFIC, fratel Rugge-ro Valentini, si è recato in Calabria e in Sicilia perincontrare il ricco e variegato mondo che si rifàall’esperienza Padre Monti Sud Onlus. Dal 5 al 7marzo ha potuto incontrare, presso la Casa LuigiMonti di Palazzolo Acreide, tutti i collaboratori, gli amici e i legali rappresentanti degli enti federati. «La visitadi fratel Ruggero – commenta fratel Gioacchino Santoro – ha contribuito a consolidare il lavoro svolto al no-stro interno e ha incoraggiato i vari responsabili a insistere nell’impegno e nell’amore con cui vengono porta-te avanti le varie iniziative».

L’arrivo del Superiore generale è coinciso con il passaggio di consegne tra i responsabili delle comunità ca-labrese e siciliana della CFIC. Fratel Antonio Angioni è infatti diventato Superiore a Siracusa al posto di fratelGioacchino Santoro, nominato Vicario della Provincia Italiana e responsabile dell’intera area Padre Monti Sud,oltre che coordinatore dell’animazione e della formazione vocazionale. Fratel Stefano Caria è stato invece no-minato superiore della comunità di Polistena, in Calabria, in sostituzione di Angioni.

Nella foto, il Superiore generale con una folta rappresentanza di educatori e animatori delle comunità siciliane.�

Il saluto del sindaco diPalazzolo Acreide Carlo Scibetta

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AGENDA

Nel corso della settimana sono statitrattati temi molto interessanti pertutti gli operatori di comunità, deiservizi sociali, per i giovani dellescuole superiori, i docenti di ogni or-dine e grado e per i semplici cittadi-ni. In orario scolastico, tra l’altro, so-no stati predisposti dei laboratorididattici che hanno coinvolto soprat-tutto le varie classi delle scuole ele-mentari del territorio. Molto inte-ressante e utile a tutti coloro cheoperano nel segmento dell’educa-zione è stato il seminario sulla cosid-detta Play Therapy, condotto daldottor Claudio Mochi: due giornatededicate agli educatori con incontrispecifici sulle odierne tecniche pe-dagogiche indispensabili per costrui-re un progetto formativo che metta alprimo posto il minore.«Confidiamo – commenta fratelGioacchino - di aver realizzato unpercorso formativo interessantesulla linea che da sempre caratte-rizza la presenza e l’operato dellaFamiglia Montiana in Sicilia e nel re-sto del mondo».Nel contesto della settimana non èstata dimenticata, ma sempre bendiscretamente inserita e condivisa, lariflessione sull’importanza della vitae dell’opera del Fondatore dei Con-

cezionisti, il cui carisma è stato datutti i relatori sottolineato per l’attua-lità degli ideali e per la santità dellesue proposte.La settimana di Palazzolo Acreide siè aperta con la firma di una conven-zione ventennale – sottoscritta dalsindaco Carlo Scibetta e da fratelSantoro – grazie alla quale l’ammini-strazione civica si impegna a cederein comodato d’uso un immobile diproprietà comunale al fine esclusivodi essere destinato a centro diurno e

comunità alloggio per i minori, oltreche ad appartamenti da mettere a di-sposizione di nuclei familiari disagia-ti della città.Archiviato con successo l’appunta-mento di Palazzolo Acreide, la Fami-glia Montiana siciliana si ritroveràprossimamente a Floridia (9-14maggio) e a Siracusa (6-11 giugno)per continuare con lo stesso entu-siasmo la riflessione su una missioniniziata nel lontano 1936 e da alloramai interrotta. �

Progetto

RAGAZZI NELL’ISOLA DI APPRENDI... MONTIIl “Cortile di Padre Monti” è uno dei progetti in cui si traduce la presenza dei Concezionisti in Sicilia, per la

precisione a Palazzolo Acreide. Si tratta di un intervento di sostegno alle famiglie e di aggregazione giovanile.Si vuole in questo modo rispondere alle richieste d’aiuto che arrivano dai genitori e ai bisogni di socialità deiragazzi, attuando così un’opera di prevenzione primaria e di supporto agli adulti.

Nel corso del 2011, il progetto si articoleràin due segmenti: “Spazio io e gli altri” e “L’isoladi apprendi... Monti”. Il primo vuole essere unluogo di socializzazione per bambini e ragazzi,dove il gioco diventa occasione di curiosità, co-noscenza di sé e della realtà, divertimento e au-todisciplina. Il secondo segmento offre inveceuno spazio fisico giornaliero ai ragazzi comeaiuto nello svolgimento dei compiti in una logi-ca di accompagnamento e con l’obiettivo di for-nire un metodo di studio adeguato. Il servizio diassistenza scolastica si traduce nel far trascor-rere il tempo libero in una struttura idonea a farvivere un’esperienza di socializzazione in una di-mensione educativa, mediante attività di studio,didattico-formative, espressive, ricreative e ludico-motorie. Gli operatori si fanno pure carico di curare i rap-porti con le scuole. �

Nel corso della Settimana Montiana i bambini delle scuole elementari del territoriosono stati coinvolti in laboratori didattici

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I - 2011 19

ESPERIENZE

na web-tv di Saronno(www.pierodasaronno.eu)ha promosso recentementeun’indagine sulle librerie

della zona. L’obiettivo era di stilareuna graduatoria basata su compe-tenza, disponibilità e gentilezza. Eb-bene, il risultato ha premiato – con il55% delle preferenze – la libreria chesi trova all’interno della casa madredella Congregazione dei Figli dell’Im-macolata Concezione.Il suo nome è “Inchiostro” ed haaperto i battenti nel 1993. Una pre-senza fortemente voluta e avviata dafratel Ruggero Valentini, l’attuale Su-periore generale della CFIC. Punto diforza della libreria è il settore religio-so avendo in esclusiva le più signifi-cative case editrici di area cattolicae di conseguenza è in grado di offri-re ai clienti tutte le novità ancora fre-sche di stampa. Un posto di riguardoè riservato alle pubblicazioni dellaEditrice Monti e i libri in catalogosono sempre a disposizione.Stefano Maggioni da quasi setteanni è il principale punto di riferi-mento del negozio. «Lavoro nel set-tore libri da 25 anni – racconta –,prima in una casa editrice e succes-sivamente in grossi magazzini di di-stribuzione. Qui sono arrivato nel

2004 e dopo quattro anni come di-pendente mi è stata offerta l’oppor-tunità di gestire la libreria con la miafamiglia, mia moglie Sonia e le no-stre due figlie Martina e Federica.Dal novembre 2008, praticamente,questa è diventata la nostra casa. È

La casa madre della CFICospita dal 1993 una libreriaspecializzata nell’editoria

cattolica e nell’oggettisticareligiosa. Un punto diriferimento culturaleper la Congregazione,per la Chiesa localee per l’intera città.

SARONNO

QUANDO LEGGEREFA RIMACON “INCHIOSTRO”

Uqui che trascorriamo le nostre gior-nate, soprattutto quando si avvicinail Natale che per una libreria è il pe-riodo più favorevole».Un negozio, quindi, a gestione fami-liare. Per la città di Saronno e per ilsuo hinterland, “Inchiostro” è ormai

Stefano e Sonia Maggioni davanti alla libreria “Inchiostro”che gestiscono con grande passione

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20 I - 2011

ESPERIENZE

Sugli scaffali della libreria è possibile trovare libri di ogni genere, con un’attenzioneparticolare all’editoria cattolica

un fondamentale punto di riferimen-to per chi è alla ricerca di pubblica-zioni e oggettistica religiosa. «Abbia-mo un settore aggiornato con tutte lenovità sul catechismo: guide, ag-giornamenti, sussidi per le parroc-chie... I rapporti con il clero, i religio-si e le religiose del decanato sonoottimi e costanti».Il negozio è punto di riferimento an-che per chi è alla ricerca di buoneletture, non necessariamente religio-se. Sugli scaffali è possibile trovarevolumi di varia natura, soprattutto disaggistica. I rapporti con la clientelasono particolarmente curati riuscen-do a fornire un puntuale e veloce ser-vizio di prenotazione che all’inizio diogni anno scolastico coinvolge nu-merosi studenti, e tra costoro quelliche frequentano i corsi gestiti dal-l’Istituto Monti.Il lavoro di Stefano e Sonia deve tut-tavia fare i conti con il particolaremomento di crisi che l’editoria sta vi-vendo. «I problemi non mancano –dicono – la cronica scarsa propen-sione alla lettura degli italiani unita aiproblemi economici di molte fami-glie, si traducono in un calo dellevendite. Come se non bastasse c’èla concorrenza che, in una città co-me Saronno, vede una discreta pre-senza di librerie. Da pochi mesi haaperto i battenti un nuovo negozio asoli cento metri dalla nostra sede».Questo vuol dire fare i conti con ilmercato e con i gusti dei lettori. È an-che una questione di sopravvivenza!L’evento legato alla beatificazione diGiovanni Paolo II ha fatto lievitarenon poco la richiesta di libri e ogget-tistica che si rifanno alla figura delgrande pontefice. Costante è inoltrela preoccupazione di offrire alla clien-tela i titoli degli autori cattolici piùgettonati. La lista degli ever greenvede in cima all’elenco nomi del ca-libro di Enzo Bianchi e dei cardinaliCarlo Maria Martini e GianfrancoRavasi. Per non parlare poi dei re-centi libri scritti da Benedetto XVI.La libreria fornisce inoltre un servizioaggiornato di notizie sulla classificadei libri più venduti in Italia.Il futuro di “Inchiostro” si gioca in unrapporto sempre più sinergico con laCongregazione e con l’Editrice Mon-ti. Con quest’ultima è avviata da tem-po una collaborazione che si traducenell’organizzare la presentazione di

nuovi volumi ed altri eventi culturali,come le serate con gli autori. Nonmanca la partecipazione ai mercatinidel libro che si tengono in zona.La libreria è diventata punto di riferi-mento anche per i religiosi dellaCFIC, che quando passano per Sa-ronno non perdono l’occasione diuna visita alla ricerca delle ultime no-vità editoriali. «Oggi – conclude Ste-

fano Maggioni – mi sento parte inte-grante del mondo che gravita attornoa Padre Monti. Conservo molti beiricordi delle persone che ho avutomodo di incontrare nel corso deglianni. Uno dei più belli riguarda fratelPolimeno, che scendeva spesso in li-breria e gli piaceva scherzare conmia figlia Federica». �

Saverio Clementi

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I - 2011 21

SOCIETÀ

ento anni fa, nel 1912,la nostra comunitàera venuta in Trentino,chiamata dalla Dieta

di Innsbruck, a gestire l’Istituto edu-cativo Sant’Ilario di Rovereto: per 65anni era stato un punto di riferimentoper i servizi sociali della Provincia.Subito i religiosi di Padre Monti alle-stirono laboratori per la formazioneprofessionale dei giovani assistiti.A un secolo di distanza siamo anco-ra qui, oggi anche con Elea, una so-cietà che opera in tutto il Paese nel-l’ambito della formazione continua.Una realtà che trae la sua origine dal-la lungimirante azione sociale di unimprenditore come Adriano Olivetti,testimone di autentica passione civi-le». Il passato e il presente di un im-pegno in ambito educativo sonostati richiamati da fratel RuggeroValentini, Superiore generale dellaCFIC, nel corso di un importanteconvegno svoltosi a Trento il 25 mar-zo per la presentazione del progetto“Utenze fragili”.L’obiettivo della ricerca era la defini-zione di un modello efficace di inse-rimento socio-lavorativo di giovanitrentini “fragili”, ossia di persone dietà compresa tra il 16 e i 29 anni conparticolari difficoltà ad entrare nelmercato del lavoro. All’incontro han-no partecipato, tra gli altri, il vescovodi Trento mons. Luigi Bressan, Do-menico Temperelli, amministratoredelegato di Elea, l’assessore provin-ciale Ugo Rossi, Cesare Damiano,della Commissione lavoro della Ca-mera dei deputati.«La fragilità non è una malattia – hasottolineato il Superiore generale – èuna condizione esistenziale che permolte persone diviene motivo di

emarginazione. La fragilità non sicombatte, si educa. Essa è dentro lanostra condizione di creature. La fra-gilità dell’altro ci turba, perché mettein luce la nostra. Per questo la fragi-lità genera solidarietà, che è un frut-to dell’amore. Per questo è necessa-rio attingere a un mondo di valori chescaldino il cuore e diano la forza ne-cessaria a credere e a sperare».Per i “fondatori” della formazioneprofessionale, questo settore erastato concepito come un fattorefondamentale di sviluppo della per-sona e della sua dignità. Da questopunto di vista – che sfiora il sensospirituale della formazione – nullaoggi è cambiato rispetto all’approc-cio che poteva avere un fondatorenel tardo Ottocento. Scriveva a que-sto proposito Padre Luigi Monti:

«L’educatore si studierà di formaregli orfani di un carattere sincero eaperto, nemici della bugia e di ogniraggiro». E ancora: «Procurerà direnderli amici del lavoro e li costu-merà ad operare più per amore cheper timore». E infine: «Studierà at-tentamente il carattere e le forze de-gli allievi per condurli per il loro ver-so; non tutti vogliono essere guidatiallo stesso modo. Non si pretende-rà da tutti ugualmente, ma secondole loro capacità e i doni che hannoricevuto da Dio». Siamo di fronte auna chiara definizione di educazio-ne personalizzata, capace di partireanche da condizioni di fragilità.«Il lavoro che tutti noi abbiamo da-vanti – ha concluso fratel RuggeroValentini – esige visione, competen-ze e motivazioni. La parabola del“Buon Samaritano” delinea questaattitudine alla prossimità, perchéegli – incrociando sulla strada unuomo mezzo morto e per ciò stessofragile – “gli si fece accanto, lo vi-de, ne ebbe compassione”. Ovve-ro: la condizione di fragilità ci do-manda di scegliere la vita agendopersonalmente per essa, di guarda-re alla realtà con capacità critica espirito di iniziativa, di mettersi ingioco fino in fondo, non da soli, mainsieme». �

«C Processi di formazione,educazione e orientamentosono stati al centro di unimportante convegno,promosso da Elea,sull’inclusione socio-lavorativa dei giovani“fragili” in Trentino.

TRENTO

GIOVANITRA LAVOROE FRAGILITÀ

Numeroso e attento il pubblico in sala

Il tavolo del relatori al convegno su “Utenze fragili”

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22 I - 2011

elle grandi città italiane lapresenza di folte comunitàstraniere è ormai una realtàconsolidata. Alcune di esse

provengono da Paesi cattolici e so-no caratterizzate da una fortissimareligiosità che rischierebbe di per-dersi se non adeguatamente prati-cata. A Roma e a Milano due chiesegestite dalla Congregazione dei Fi-gli dell’Immacolata Concezione so-no diventate punto di riferimento pernumerosi immigrati di origine filippi-na che vi risiedono.Nei quartieri Aurelio e Boccea dellacapitale si trovano condomini dovevivono moltissimi immigrati dalleFilippine, che hanno trovato lavoropresso le famiglie del posto, soprat-tutto come badanti e domestici. Al-cuni sacerdoti della stessa naziona-lità hanno pensato di riunirli percelebrare insieme il giorno del Signo-re e nella comunione di spirito trova-re sostegno e serenità di vita. È dacinque anni che si ritrovano ogni do-menica pomeriggio nella Rettoria diSan Leone Magno, in via Boccea60. L’anniversario è stato ricordatocon una festa che ha avuto il culmine

con una solenne celebrazione ecuca-ristica presieduta da padre NormaPeña, l’animatore della comunità, econ la partecipazione di altri cinquesacerdoti filippini. Tra questi il Retto-re del Collegio dei seminaristi di teo-logia provenienti dal Paese del-l’estremo oriente che studiano aRoma. Particolarmente gradita è sta-ta la presenza dell’ambasciatricepresso la Santa Sede, Mercedes Ar-rastia-Tuason.Il Rettore della chiesa di San LeoneMagno, padre Giovanni Cazzani-ga, dopo aver ricevuto il ringrazia-mento di tutti i presenti, ha ringra-ziato a sua volta i filippini perchétestimoniano nel quartiere una fedevivace e perché realizzano nelle fa-miglie ove lavorano una collabora-zione di solidarietà, particolarmenteverso le persone anziane.A Milano, dove vivono circa 24 milafilippini, un folto gruppo fa riferimen-to alla parrocchia dell’ImmacolataConcezione gestita da religiosi dellaCFIC. Si tratta di fedeli che conserva-no e promuovono la tradizione reli-giosa del loro Paese d’origine, senzadimenticare la cultura e i valori legati

a una liturgia ricca e intensa. «La co-munità – dice padre Rodolfo Ma-ramba, il viceparroco – è attiva daquasi otto anni. Celebriamo la nostramessa ogni domenica alle 16.30.Grazie alla capacità dei miei conna-zionali di integrarsi senza difficoltànella cultura italiana, la loro presenzanon è particolarmente evidente a pri-ma vista, tuttavia i filippini sono unodei gruppi etnici più numerosi a Mila-no. Sono cattolici molto devoti. Il Ro-sario è parte di ciò che noi siamo co-me popolo. La nostra cultura è ingran parte definita dalla nostra fede edovunque ci troviamo la portiamocon noi».Le Filippine sono una nazione che èstata profondamente influenzata dal-la spiritualità cattolica della Spagna,Paese che ha dominato l’arcipelagoper quasi quattro secoli. Maria e ilBambino Gesù sono figure chiave diquesta religiosità. Oltre alla messa do-menicale e alle feste di precetto, esi-ste un gran numero di festività nel cor-so dell’anno che vengono celebratecon le stesse usanze proprie del Pae-se d’origine. In dicembre, per esem-pio, cade la ricorrenza del SimbangGabi che viene vissuta con nove gior-ni di preghiera. La comunità è apertaalle attività della parrocchia e alcunisuoi rappresentanti fanno parte delConsiglio pastorale e partecipano at-tivamente a tutte le iniziative. �

Due chiese italiane gestitedalla CFIC sono da annidiventate punto diriferimento di foltecomunità di immigrati chepossono così vivere la loroprofonda religiosità.

ROMA E MILANO

PORTE APERTEAI FRATELLIFILIPPINI

INTEGRAZIONE

N

Una folta rappresentanza della comunità filippina che frequenta San Leone Magno

Padre Rodolfo Maramba,viceparroco a Milano

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Carlo PenatiDAVANTI ALLA TERRAPROMESSAUn ricordo didon Primo Mazzolari€ 5,00 pp. 64

illustrato da Vittorio Sedini

«Ecco un nuovo testo su don Pri-mo Mazzolari o, meglio, ispiratoda don Primo Mazzolari. È il se-gno di una fortuna che non ac-

cenna a diminuire e che costituisce una sorta di ricom-pensa postuma alle tante difficoltà e alle tante misuredisciplinari che il sacerdote cremonese dovette subire du-rante la sua vita. Ma, si sa, è quel che succede spesso –nella storia della Chiesa e non solo – a quanti vogliono ri-manere coerenti con i propri ideali […]. Don Primo fu uo-mo di fede e uomo del Vangelo, convinto profondamentedel senso profondo della sua scelta cristiana e del suoessere prete. Su questo punto non fece sconti a nessunoe tanto meno a se stesso. Tanti brani riportati in questo li-bro e, a maggior ragione, presenti nelle migliori delle sueopere, lo confermano. Le pagine che Carlo Penati ha pre-parato con passione possono darci un’idea di quella po-tenza espressiva, presente anche in quelle sue celebriomelie che richiamavano a Bozzolo fedeli e, perché no?,curiosi, da ogni parte» dalla prefazione del professorGiorgio Vecchio.

Per informazioni e acquisti:Editrice MontiVia Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. [email protected] • www.editricemonti.it

Walter CazzanigaPAROLA AMICAIl Vangelo dellaDomenica per i ragazzi€ 10,00 pp. 152Rito Romano – Anno A –Nuova edizione

«Carissimo don Walter Cazzaniga,desidero esprimerti vivo compiaci-mento per l’iniziativa di pubblicare itre volumi dal titolo Parola Amica.

Un’iniziativa suggerita certamente al tuo cuore dalla lungaesperienza di pastorale giovanile e di conoscenza deiragazzi, e che si inserisce bene nel contesto di altri sussiditesi ad avvicinare anche i più giovani alla Parola di Dio. Lalettura orante delle pagine evangeliche, resa facile come tuhai saputo fare attraverso le scansioni della lectio divina,potrà aiutarli a scoprire la figura di Gesù, ad approfondire ilsuo mistero, a pregare meglio e a gustare la celebrazionedella Messa. Inoltre la fedeltà di Cristo al mandato del Padreli educherà all’apertura vocazionale per capire il disegnod’amore che Dio ha su ciascuno. Mi auguro che la tua faticasia ricompensata da copiosi frutti e ti benedico con affettonel Signore» dalla prefazione del cardinale Carlo MariaMartini. Don Walter è attualmente parroco a Milano. Perl’Editrice Monti ha già pubblicato la prima edizione del ciclocompleto di Parola Amica e i libri: Saranno Testimoni, Piccoliconsigli per l’animatore, La passione di Gesù e In camminocon Gesù.

Alex ZanotelliI POVERINON CI LASCERANNODORMIREDa Korogocho al RioneSanità€ 9,50 pp. 112

Alex Zanotelli nasce a Livo, in Valdi Non, nel 1938. Nel 1964 vieneordinato sacerdote nell’istituto dei

Missionari Comboniani. Dal 1965 è missionario nel Sudanmartoriato dalla guerra civile, fino al 1973, anno in cui ilgoverno sudanese gli nega il visto a causa delle sue de-nunce contro la corruzione dilagante. Nel 1978 assume ladirezione del mensile Nigrizia da dove pubblica critiche do-cumentate ai modelli occidentali di collaborazione allo svi-luppo. Nel 1985, assieme a don Albino Bizzotto, fonda ilmovimento Beati i Costruttori di Pace. Nel 1987, su pres-sione di esponenti politici ed ecclesiastici, è costretto a la-sciare la direzione di Nigrizia. Nel gennaio del 1990 va inmissione in Kenya in una delle baraccopoli di Nairobi. Nel-lo stesso anno diventa direttore responsabile della rivistaMosaico di Pace. A cavallo del 1995/96 torna in Italia e lan-cia l’idea di fondare la Rete Lilliput. Nel 2002 torna in Ita-lia. Oggi vive nel Rione Sanità di Napoli. Marco Paolini,famoso attore, autore e regista, assieme alla compagna divita e di lavoroMichela Signori, firma la prefazione a que-sta terza edizione aggiornata del libro.

Saverio ClementiDONMAURO BONZIUn pretenell’inferno di Dachau€ 10,00 pp. 160

«Mentre il nostro Paese celebraquest’anno il 150° anniversario del-l’Unità Nazionale, è commoventerileggere il racconto di quando,durante il trasferimento a Dachau, ideportati, arrivati al Brennero,

salutarono l’Italia intonando tra le lacrime “O mia patria sìbella e perduta”. È grazie anche a questi “martiri dellacarità” se l’Italia ha saputo risollevarsi dalla disfatta dellaSeconda guerra mondiale e rinascere su nuove basi morali.Don Bonzi era uno di loro. Grazie alle pagine di questo libroegli può diventare uno di noi, per aiutarci, con la forza cheviene dalla testimonianza della vita, a rendere la nostraPatria veramente bella. Di quella bellezza che, il più dellevolte e nelle sue manifestazioni molteplici (che rendonol’Italia un unicum nel mondo), è splendore del cristia-nesimo, diffusosi sul suolo e tra le genti d’Italia fin dallaprima ora e trasmesso di generazione in generazione. Finoa quella di don Mauro Bonzi, fino alla nostra» (dallaprefazione del cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovodi Milano). Saverio Clementi, legnanese, laureato in ScienzePolitiche, è giornalista professionista. Ha lavorato inquotidiani locali e nazionali. È stato direttore responsabiledel settimanale cattolico Luce della Diocesi di Milano.

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attestazioni:ISO 9001:2008

BS OHSAS 18001:2007

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tel. 0461.960950 - fax [email protected]

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