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“Col naso all’insù… A rimirare l’eclissi di sole” Anno II, numero 2, febbraio-giugno 2015 Nuova serie LEGGERE PER CRESCERE! Ormai è ben diffusa l’importanza che l’approccio alla lettura avvenga in clima familiare il più presto possibile; quello che non tutti i genitori conoscono è il modo corretto di leggere ai bambini e soprattutto è sottovalutata la necessità di scegliere buone letture. Rispetto al modo di leggere è importante che i tempi della lettura adulta rientrino in un ritua- le affettivo ben costruito: è bello leggere la storia della nanna o quella del pisolino in un am- biente silenzioso o leggere sotto l’ombrellone; sono da evitare situazioni di lettura frettolosa e soggette ad interruzioni o a rumorosi disturbi. Inoltre è importante leggere e non raccontare storie, e assecondare il piacere di risentire, risentire e risentire la stessa storia. Spesso il geni- tore che legge al figlio è un buon lettore e come tale gusta il piacere della lettura in sé, infatti la tendenza è quella di proporre sempre storie nuove al bambino. La funzione della lettura genitoriale nell’infanzia, invece, deve intenzionalmente tendere a favorire il piacere dell’ascolto e la ridondanza della lettura per il bambino è fattore tranquillizzante e piacevole. Occorre tener presente che di fronte ad una storia nuova, il bambino si pone in forma attenta e guardinga poiché le storie contengono elementi che rappresentano le ansie e le paure infan- tili e l’elaborazione delle stesse, che ne determina la naturale catarsi, può essere lenta e gra- duale. Inoltre, nel rituale affettivo della lettura, deve essere stabilito anche un tempo che non coincida necessariamente con l’addormentamento del bimbo (l’ascolto non è un biberon di camomilla…); è utile lasciare il bimbo -gratificato dalla coccola della lettura- al tempo dell’addormentamento in solitudine per attivare, dolcemente, la capacità riflessiva e meditati- va. Ciò permetterà di sviluppare gradualmente l’intelligenza intrapersonale, cioè la funzione introspettiva che tanta parte gioca nella costruzione corretta della condotta del bambino e dell’adulto. Rispetto a cosa leggere ai bambini: è importante scegliere libri d’autore e soprat- tutto attingere alla vasta letteratura per l’infanzia con attenzione all’età del bambino. Non tutte le letture vanno bene per tutti, anzi! Una volta un genitore orgogliosamente mi disse che alla sua bambina di 7 anni leggeva Tolstoj; credo che la gradualità alla complessità della scrittura sia molto importante. Ornella CASTELLANO

La casa sul gelso 2

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Anno II, numero 2, febbraio-giugno 2015

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“Col naso all’insù…

A rimirare

l’eclissi di sole”

Anno II, numero 2, febbraio-giugno 2015

Nuova serie

LEGGERE PER CRESCERE!

Ormai è ben diffusa l’importanza che l’approccio alla lettura

avvenga in clima familiare il più presto possibile; quello che

non tutti i genitori conoscono è il modo corretto di leggere ai

bambini e soprattutto è sottovalutata la necessità di scegliere

buone letture.

Rispetto al modo di leggere è importante che i tempi della lettura adulta rientrino in un ritua-

le affettivo ben costruito: è bello leggere la storia della nanna o quella del pisolino in un am-

biente silenzioso o leggere sotto l’ombrellone; sono da evitare situazioni di lettura frettolosa e

soggette ad interruzioni o a rumorosi disturbi. Inoltre è importanteleggere e non raccontare

storie, e assecondare il piacere di risentire, risentire e risentire la stessa storia. Spesso il geni-

tore che legge al figlio è un buon lettore e come tale gusta il piacere della lettura in sé, infatti

la tendenza è quella di proporre sempre storie nuove al bambino. La funzione della lettura

genitoriale nell’infanzia, invece, deve intenzionalmente tendere a favorire il piacere

dell’ascolto e la ridondanza della lettura per il bambino è fattore tranquillizzante e piacevole.

Occorre tener presente che di fronte ad una storia nuova, il bambino si pone in forma attenta

e guardinga poiché le storie contengono elementi che rappresentano le ansie e le paure infan-

tili e l’elaborazione delle stesse, che ne determina la naturale catarsi, può essere lenta e gra-

duale. Inoltre, nel rituale affettivo della lettura, deve essere stabilito anche un tempo che non

coincida necessariamente con l’addormentamento del bimbo (l’ascolto non è un biberon di

camomilla…); è utile lasciare il bimbo -gratificato dalla coccola della lettura- al tempo

dell’addormentamento in solitudine per attivare, dolcemente, la capacità riflessiva e meditati-

va. Ciò permetterà di sviluppare gradualmente l’intelligenza intrapersonale, cioè la funzione

introspettiva che tanta parte gioca nella costruzione corretta della condotta del bambino e

dell’adulto. Rispetto a cosa leggere ai bambini: è importante scegliere libri d’autore e soprat-

tutto attingere alla vasta letteratura per l’infanzia con attenzione all’età del bambino. Non tutte

le letture vanno bene per tutti, anzi! Una volta un genitore orgogliosamente mi disse che alla

sua bambina di 7 anni leggeva Tolstoj; credo che la gradualità alla complessità della scrittura

sia molto importante. Ornella CASTELLANO

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La Casa sul Gelso

Uno spettacolo stellare

Gli studenti del nostro Istituto Com-

prensivo il 20 marzo scorso hanno

assistito ad uno spettacolo stellare:

un’eclissi solare parziale. Ciò è avve-

nuto alle ore 9,30 per la durata di cir-

ca un’ora, con l’ausilio di alcuni stru-

menti, come filtri, camere oscure e

una maschera da salda-

tore. Guardare il sole

senza di essi avrebbe

potuto provocare dei

danni permanenti alla

retina.

Protagonisti di questa

esaltante esperienza so-

no stati gli alunni della

2°A della Scuola Secon-

daria, accompagnati dal-

la loro insegnante di Scienze, Prof.

ssa Silvia Scandura.

La docente aveva adeguatamente pre-

parato i suoi studenti all’evento, rea-

lizzando insieme a loro una camera

oscura, capace di proiettare i raggi so-

lari su carta lucida, facendoli passare

per un piccolo foro.

La raccomandazione principale è sta-

ta quella di non guardare direttamente

il sole.

Tutta la classe ha aiutato gli altri a-

lunni dell’istituto a vedere con sicu-

rezza l’eclissi parziale di sole, che

non si verificava da vent’anni. Per il

verificarsi di tale fenomeno occorre,

infatti, l’allineamento tra il Sole, la

Terra e la Luna, precisamente deve

accadere che la Luna sia in congiun-

zione e contemporaneamente in uno

dei due nodi durante il novilunio.

Le eclissi parziali pos-

sono essere viste da tut-

ti i luoghi della terra in-

vestiti dal cono

d’ombra.

Coinvolta

dall’entusiasmo genera-

le, anche la dirigente

dell’istituto ha goduto

del raro spettacolo in-

sieme ai ragazzi ed ai docenti presen-

ti .

Al termine di questa indimenticabile

esperienza la professoressa si è con-

gratulata con i suoi alunni per aver

preso con il dovuto impegno il loro

compito di provetti esploratori del

cielo.

DANIEL BISCOZZI

MARTINA CALCAGNILE

GIACOMO MUCI II A

Page 3: La casa sul gelso 2

Dopo aver studiato la Seconda

Guerra Mondiale, abbiamo appro-

fondito lo studio sulla Resistenza, in

particolare su quella del Meridione

che poco o per nulla compare nella

storiografia.

Di quello che avvenne nel

1943 sotto la linea di Montecassino,

si ricordano soltanto alcuni episodi,

eppure, nel periodo

dell’occupazione tedesca, in Campa-

nia, in Puglia, in Lucania e in A-

bruzzo, si verificarono numerosi e-

pisodi di resistenza militare e civile

ai tedeschi, anche se spontanei e non

organizzati. Solo di recente, alcuni

studiosi come Gloria Chianese e Al-

do De Jaco, stanno restituendo il

giusto merito e valore ad un Sud,

considerato per anni “immobile” ri-

spetto all’impegno per la Liberazio-

ne.

Già nel 1942 si registrarono i

primi episodi di Resistenza nel Me-

ridione. Si trattava più che altro di

movimenti di lotta sociale, condotti

dai contadini che necessitavano di

una riforma agraria, ma furono an-

che la dimostrazione della crisi del

regime fascista e del latifondismo

imperante fino ad allora nel Sud.

Nei giorni successivi all’8 set-

tembre del 1943, dopo l’armistizio

con gli Alleati, in numerose città del

Meridione, si registrarono atti di re-

sistenza ai tedeschi che, in ritirata

data la nuova situazione, agirono

con brutalità, compiendo stupri, sac-

cheggi di viveri, razzie di bestiame e

massacrando decine e decine di vite

umane. La stessa Chianese ha scrit-

to: « …l’opposizione al nemico da

parte dei meridionali, nacque in pri-

mo luogo come reazione al terrore

tedesco e all’atteggiamento traco-

tante dell’esercito occupante…». A

tal proposito si ricordano le quattro

giornate di Napoli che ebbero inizio

proprio come reazione ai rastrella-

menti operati dalle SS, seguite da al-

tri momenti insurrezionali.

Molti di questi episodi, dopo

anni di oblio, si ritrovano nel libro di

De Jaco, il quale sottolinea che

l’elemento che lega tutti questi mo-

menti di lotta è la partecipazione di

gruppi di combattenti molto eteroge-

nea: uomini, donne, giovani, conta-

dini, borghesi, addirittura in alcuni

casi anche vescovi, frati ed ex pote-

stà, senza tralasciare anche molti re-

parti, singoli ufficiali e soldati sem-

plici. Tutto questo ha caratterizzato

la Resistenza meridionale come

“guerra di popolo”. Il giornalista-

scrittore Giorgio Bocca ha scritto

che «…nel Sud, la volontà di resiste-

re è stata come un’energia sismica

Il Sud e la Resistenza

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Numero 2, nuova serie

(Continua nella pagina successiva)

Page 4: La casa sul gelso 2

che non si poteva prevedere…» ed aggiunge che si trattava di una volontà di tipo

“anarchico”, non nell’accezione dispregiativa del termine, ma sottolineando la

sua mancanza di organizzazione o gerarchia e di predilezione, invece, per

l’azione spontanea e improvvisa di tutta la popolazione.

In ogni caso il contributo del Mezzogiorno alla guerra di Liberazione non

fu limitato alle rivolte popolari. Migliaia furono i meridionali che militarono

nelle formazioni partigiane sulle Alpi e gli Appennini, come afferma lo storico

piemontese Augusto Monti che aggiunge che esse furono costituite almeno per

un quaranta per cento di uomini del Mezzogiorno.

Tra i militari salentini, degno di ricordo, in quanto insignito della Medaglia

d’argento alla memoria è Lodovico Patrizi, di Cursi, il quale durante un servizio

di vigilanza ad una importante linea ferroviaria ligure, accortosi che alcuni sol-

dati fascisti avevano aggredito ed ucciso un soldato italiano, aprì il fuoco contro

di essi ed eroicamente continuò a sparare finché non fu colpito mortalmente da

una scheggia di bomba a mano nazista.

Ancora da menzionare è il leccese Aldo Piccinno che si distinse in Tosca-

na, per aver partecipato a vari attacchi contro i fascisti e per aver scortato alcune

truppe americane perché liberassero la città di Livorno.

Un’altra figura degna di ricordo è quella di Maria Teresa Scarascio di Tri-

case. Sposò un appuntato dei carabinieri con il quale andò a vivere nel parmen-

se. Dopo l’8 settembre il marito decise di militare nelle fila della Resistenza ar-

mata ai nazifascisti e la donna assunse il ruolo di staffetta partigiana, cioè di col-

legamento tra i vari gruppi di partigiani che non potevano muoversi con facilità

per avere notizie, viveri, armi e munizioni. Secondo le testimonianze della sorel-

la e della figlia, mentre Maria Teresa era in casa, intenta a sistemare alcuni docu-

menti che il marito le aveva affidato, fu raggiunta da un proiettile sparato da un

milite tedesco, che le perforò il polmone sinistro. A nulla servirono i soccorsi in

ospedale, la donna morì, dando così il suo contributo alla Liberazione.

A sessant’anni dalla sua morte, il sindaco di Tricase, come riconoscenza

per il suo sacrificio, le ha intitolato una strada, nei pressi dell’abitazione dove

era nata.

Come si può osservare molti furono gli eroi salentini che morirono per la

libertà e la democrazia che oggi sono il fondamento della nostra Italia e della

nostra Costituzione. Ancora oggi è necessario ricordarli con il festeggiamento

del 25 aprile, perché il loro contributo di sangue non cada nel dimenticatoio.

A cura della classe III B Pagina 4

La Casa sul Gelso

(Segue dalla pagina precedente)

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Numero 2, nuova serie

LA MIA SCUOLA MEDIA

Ormai il primo quadrimestre è terminato e siamo nel vivo di

questo anno scolastico per me particolarmente emozionante. Da

settembre , infatti, frequento “ la scuola dei grandi”: la scuola

media o secondaria di primo grado. Devo dire che per me questo

fatto rappresenta una cosa speciale, un passo importante della

mia vita. Per la prima volta mi sono sentita felice di andare a

scuola e imparare nuove cose.

La scuola media mi fa sentire più adulta e responsabile in tutto

ciò che faccio. Posso pensare, ad esempio, al mio futuro già da

ora; tutto dipende da me, da come studio e dal mio impegno. So

bene che dare il massimo nello studio già da ora potrà aiutarmi

a realizzare il mio sogno…

Qui gli insegnanti sono speciali e unici: spiegano bene e com-

prendono i problemi di ogni alunno. Mi sento sicura, perché

vengo aiutata da loro non solo nel mio percorso di studi, ma in

tutto ciò che mi fa crescere come persona.

Per quanto riguarda i miei compagni di classe devo dire che ho

trovato tra loro delle vere amiche: Cristina, la mia “sister”, che

è per me una vera sorella; Alessia, la mia migliore amica, che

non mi abbandona mai.

A scuola, poi, ci sono molte attività extrascolastiche: io faccio

parte del coro e seguo il Pon d’Italiano, grazie aI qualI spero di

imparare tante cose.

Che cosa posso desiderare di più?

La MIA scuola media mi piace molto e spero di passare con sere-

nità il resto del triennio.

ALISON PINTO IC

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La Casa sul Gelso

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Numero 2, nuova serie

… Una bambina si soli 7 anni

Maribella ha solo 7 anni, non sa nulla della vita,eppure é abbastanza sve-

glia per la sua tenera età. Lei é davvero brava a scuola e il suo caratte-

re é abbastanza taciturno,i maestri la definiscono la più brava di tutta

la classe e le dicono che quando crescerà non troverà difficoltà nel campo

culturale. E poi pensò: -Ma com'é crescere? È davvero così complicato pen-

sare ai doveri che verranno col tempo?E crescere dà dei frutti?Si cambia

in peggio o in meglio? -era rimasta davvero sorpresa da quella strana pa-

rola, probabilmente nemmeno ne conosceva il significato.

Un giorno,era tornata da scuola,a casa vide la mamma piangere. Maribella

era intenerita dal pianto della madre,si avvicinò e la vide con un album

in mano e sfogliava le foto da quando era nata,fino alla sua età attuale.

-Mamma perché piangi? Dovresti essere felice di essere cresciuta,di aver

portato a termine diversi traguardi. Il matrimonio con papà, il mio parto,

il parto del piccolo Emanuele, mamma perché piangi? -chiese la piccola con

t o n o p r e o c c u p a t o .

-Niente, é solo che ricordo le mie conquiste, le mie sconfitte. Quando ho

pianto, quando ho riso fino a finire il fiato, quando avevo i nervi a fior

di pelle e quand'ero serena.

Ripenso a quanto é bello, quanto é bello crescere! E credimi succederà an-

che a te e poi ci sarà qualcuno che te le asciugherà quelle lacrime e ri-

corderai tutto questo e lo racconterai ai tuoi figli. -rispose la mamma.

-Mamma,ma dimmi com'é crescere? Vorrei solo una descrizione dettagliata.

-disse Maribella un po' confusa.

-Be’, piccola mia,non é facile spiegare. Tu crescerai, ora hai solo 7 an-

ni,ed evidentemente non capisci,ma provo a spiegarti: quando hai compiuto

il tuo primo anno é stata una gioia all'interno,della tua famiglia. E

quando si verrà agli anni che susseguono si imparerà a leggere,a scrive-

re,a contare, a camminare con la bici e i problemi che ci saranno,saranno

man mano sempre più grandi.E poi arriveranno i giorni più importanti della

tua vita, quando diventerai moglie e mamma dove la gioia sarà il tuo unico

vizio e ne scoprirai il sapore.

Hai capito? -rispose la mamma asciugando le guance umide di lacrime.

-Sì, mamma, ho capito.Allora é davvero bello crescere?

-Sì, ma credimi che ci sono momenti in cui ti sentirai sola e dovrai rial-

zarti da sola dalle tue cadute. Maribella, era sempre più cresciuta e ini-

ziava a subirne i primi problemi, era già maggiorenne,sposata e aspettava

un bambino e ricordó ciò che le aveva spiegato la sua mamma,e pianse,

pianse e pianse dalla gioia era proprio lì che scoprì quanto era bello

c r e s c e r e . E q u a n t o s a r e b b e c r e s c i u t a a n c o r a .

Asia Carusi 5a C.

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La Casa sul Gelso

Buondì, faccio i complimenti ai redattori ed agli alunni che hanno curato questa bellis-sima versione del nuovo giornalino della nostra scuola! È divertente e al contempo istruttivo e permette di conoscere tante attività che si fanno a scuola e che purtroppo molte volte non hanno la giusta visibi-lità.

Continuate così!! con affetto, maestra Laura

A proposito di “corrispondenza”…

riceviamo e pubblichiamo

Il gruppo degli alunni

“Apprendisti Ciceroni” 2014/2015

illustrano al prof. Antonio Brusa,

dell’Università degli Studi “Aldo Moro”

di Bari il parco “Little Copertino” della

nostra istituzione scolastica

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Numero 2, nuova serie

TREPUZZI: una gara piena di

emozione

Sabato 21 marzo alcuni studenti

del nostro Istituto sono andati a

Trepuzzi per partecipare alle gare

di pesistica. Sono partiti alle ore

7:45 da scuola con i pullman , ac-

compagnati dalla prof.ssa di

Scienze Motorie, Carla Montefu-

sco, e dal sig. Franco Alemanno .

Una volta giunti alla palestra di

Trepuzzi i ragazzi si sono diretti

verso gli spogliatoi e poi a riscal-

darsi. C’erano atleti provenienti

dalle scuole dei vari Paesi limitrofi.

Sono stati divisi tra maschi e fem-

mine e hanno formato tre squa-

dre per ognuno. La gara è stata

suddivisa in tre fasi.

La prima è stata il salto triplo: gli

atleti dovevano saltare per tre vol-

te quanto più lontano possibile e

la distanza veniva misurata con un

metro.

La seconda fase ha riguardato il

lancio della palla medica, che

consiste nel girarsi di schiena e

lanciare la palla quanto più lonta-

no possibile.

La terza prova è stata svolta con

l’uso del bilanciere: gli atleti do-

vevano sollevare il bilanciere in

aria con una tecnica appresa du-

rante gli allenamenti, fatti con i

professori.

Dopo la gara ci sono state le

premiazioni: gli atleti maschi dell’

Istituto Comprensivo “Giovanni

Falcone” sono arrivati primi ed u-

na delle tre squadre femminili si

è qualificata al secondo posto,

dopo la scuola di Trepuzzi. Mi-

riam Marra, una studentessa del-

la I C si è classificata prima nello

slancio. I vincitori del primo pre-

mio dovranno continuare ad alle-

narsi per la prossima gara che si

terrà a maggio.

CLEMENTINA TULIPANO II A

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La Casa sul Gelso

Lia Levi, Una bambina e basta, Edizioni e/o, Roma, 201216.

Il libro di Lia Levi racconta in modo semplice ed appassionan-

te cosa è accaduto nel passato; racconta facilmente ciò che po-

trebbe accadere nuovamente per colpa della pazzia della mente

umana. Il romanzo è autobiografico.

È molto strano immedesimarsi nella protagonista; è

difficile vivere la sua vita ogni qual volta si posano gli

occhi sulle parole che adornano le pagine bianche del

libro, ma in tutta la semplicità delle frasi così dolci,

nel loro esprimersi, è qualcosa di inevitabile.

La scrittrice riporta alla memoria i brutti giorni di

continuo buio, di guerra, di caos, di pianti, dei giorni

difficili da superare, dei giorni monotoni, dei giorni

dove la paura di morire prevaleva su tutto e superava

qualsiasi confine.

È una storia molto emotiva, particolare e significativa.

È bello poter leggere la vita di una sopravvissuta alle

atrocità della guerra e della persecuzione che per

causa di Hitler sono scoppiate. È brutto dover leggere

tra le righe quelle lacrime che senza cessare avanza-

vano sui fogli, nel ricordo degli orribili tempi passati.

Nonostante la sua drammaticità che spesso riemerge

nel racconto, questo è un libro stupendo adatto a chi-

unque lo voglia leggere con attenzione; è un libro “creato” da

una persona semplice, per persone semplici e racconta le av-

venture di una bambina, “una bambina e basta”.

(Sara Castelluzzo II B)

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Numero 2, nuova serie

Antonio Ferrara, La corsa giusta, Coccole Books, Castrovillari (CS),

2014.

“La corsa giusta” è il meraviglioso libro di Antonio Ferrara, il

quale racconta la vita, piena di ostacoli, di un campione dello

sport. Un eroe che ha rischiato la vita per salvare chi era ingiusta-

mente perseguitato durante la seconda guerra mondiale. Il prota-

gostina è il grande Gino Bartali. Il suo ultimo anno della

scuola dell’obbligo si teneva a Firenze ed essendo abba-

stanza distante da dove risiedeva, i suoi parenti e genitori

fecero una colletta per comprargli una bici usata. Una bi-

ci per “Ginetto”. Da quel giorno nacque la sua passione

per il ciclismo. Essendo un amante di questo sport andò a

lavorare dal sig. Casamonti, un meccanico di bici, anche

perché poteva guadagnare qualcosa per la sua famiglia

povera. Fu proprio Casamonti a notare il talento di Gino.

Così iniziò a correre in una squadra giovanile. Acquistò

ben presto fama ed arrivò ad essere il capitano della Le-

gnano, una squadra di professionisti. Vincendo le gare in-

ternazionali divenne famoso in tutto il mondo. La sua vita

andava bene, era conosciuto da tutti e tutti lo amavano,

ma accaddero uno dietro l’altro degli avvenimenti stra-

zianti per il cuore di Bartali: la morte di suo fratello Giu-

lio, del suo secondo figlio Giorgio, lo scoppio della se-

conda guerra mondiale, la broncopolmonite, l’incidente

in auto; ma anche la morte di Fausto Coppi, suo grande

rivale nel ciclismo. Fedele amico nella vita. “Ginetto” non si ar-

rendeva mai, era un uomo che ha mostrato come in alcuni momenti

della vita non si può restare indifferenti; bisogna mettersi in gioco,

bisogna scegliere, bisogna fare la cosa giusta e Gino sapeva quale

fosse realmente la cosa migliore da fare… correre “la corsa giu-

sta”! (Lorenzo De Pascalis II B)

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La Casa sul Gelso

INTERVISTA ALLA CAMPIONESSA, MIRIAM MARRA

(a cura della I C)

Nel corso delle gare di pesistica tenutesi alla fine di marzo, si è distinta u-

na nostra compagna di classe, che è riuscita ad ottenere il primo posto. Ab-

biamo, pertanto, pensato di intervistarla per conoscerla meglio.

Quali emozioni hai provato prima della gara?

Bhè, le solite che provo prima di una prova, cioè PAURA, GIOIA, ANSIA e

FELICITA’.

Come ti sei sentita quando hai saputo di aver vinto?

All’inizio ero incredula, poi l’emozione si stava per trasformare in lacrime,

ma ho desistito per non fare brutta figura. Sicuramente ero molto fiera di

me.

Te lo aspettavi di arrivare prima?

No, ho sempre pensato di perdere. Questo sport mi sta aiutando a migliorare

la mia autostima.

Quando sarà la tua prossima gara? E dove si svolgerà?

La mia prossima gara dovrebbe avvenire il 9 maggio a Lignano Sabbiadoro, in

provincia di Udine, che si trova in Friuli Venezia Giulia. Lì dovrò sollevare

ben Kg 50 a slancio!

Cosa pensano i tuoi genitori della tua vittoria?

Sono super mega felici e fieri di me. Addirittura mio padre mi chiama “La

mia Champion ”.

Cosa ne pensano i tuoi coetanei della pesistica?

I ragazzi della mia età non hanno una buona opinione di questo sport, perché

ritengono sia troppo faticoso e poco elegante. Posso dire con certezza che è

uno sport duro, infatti ogni giorno mi alleno per molte ore in palestra e se-

guo una dieta alimentare molto rigorosa. Ma è la mia passione ed io ci metto

tutta me stessa: corpo, cuore e testa.

Come mai questa passione per la pesistica?

Non avrei mai pensato di praticare questo tipo di sport. Ho iniziato per per-

dere peso, circa 5 mesi fa e poi è successo che mi ha presa completamente.

Quando sollevo i pesi mi sento forte, grande, importante e queste sensazioni

mi caricano e mi spronano a superare di volta in volta me stessa. E’ una vera

e propria passione!

A chi vorresti dedicare il tuo eccellente risultato?

Lo dedico al mio nipotino, al mio allenatore, Franco Alemanno, e a tutti co-

loro che hanno creduto e credono in me.

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Numero 2, nuova serie

QUAL ERA IL SUO NOME PRIMA DI DIVENTARE PAPA? Mi chiamavo Ildebrando Aldobrandeschi di Sovana CHI È STATO IL SUO PREDECESSORE? PapaAlessandro II ED IL SUO SUCCESSORE? In realtà mi sarebbe piaciuto molto conoscerlo, ma non ho potuto a causa della mia dipartita, avvenuta il 25 maggio 1085. CI PARLI DEL SUO PONTIFICATO Ebbene, venni alla luce nel’anno del Signore 1025 a Sovana e fui eletto Pontefice all’età di 48 anni. Ricordo che il mio insediamento avvenne il 30 giugno 1073. La mia intenzione era riformare la Chiesa, combattendo tutte le forme di corruzione al suo interno; capite bene quello che intendo… A tal proposito feci pubblicare il Dic-tatus Papae. In codesto documento spiegavo e affermavo che il pontefice fosse su-periore a qualsiasi altra autorità politica, compreso l’imperatore. E COME REAGI’ L’IMPERATORE ENRICO IV ? Posso dire che montò su tutte le furie e reagì scatenando col Papato una vera e pro-pria lotta, passata alla Storia come Lotta per le investiture, Oibò. NOTO CHE QUESTO ARGOMENTO LA IRRITA PARTICOLARMENTE… SO-SPENDIAMO PER UN ISTANTE E RITORNIAMO A LEI, ALLA SUA VITA. CO-SA CI PUO’ DIRE? Sono stato il 157simo Papa della Chiesa Cattolica.

(continua nella pagina successiva)

Di recente, ci è capitato di conoscere un personaggio storico, Papa Gregorio VII, che ci ha incuriosito in modo particolare, così abbiamo immaginato di trovarci faccia a faccia con Lui e di intervistarlo ... Che emozione!

INTERVISTA

A SUA SANTITA’

GREGORIO VII

(a cura della I C)

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Pagina 14

La Casa sul Gelso

(segue dalla pagina precedente)

Sono nato da una famiglia di modesta estrazione. In giovane eta' venni mandato a studiare a Roma, dove un mio zio era abate del monastero di Santa Maria sull'Aventino. A Cluny continuai gli studi e lì conobbi Brunone di Toul, che divenne papa Leone IX. Alla sua morte , nel 1054, fui mandato dalla Curia Romana come inviato alla corte imperiale tedesca per condurre i negoziati per la successione. Ci furono Papa Vittore II (1054-1057 ) che mi confermò legato in Francia; poi nel 1057 fu la volta di Papa Stefano IX e dopo di lui Nicolò II. Duran-te il suo pontificato (1059), entrò in vigore la legge che trasferiva l'elezio-ne del papa al Collegio dei Cardinali. Fu in quel periodo che fui nomi-nato abate di San Paolo Fuori le Mura e volli mantenere il titolo anche dopo l'elezione al pontificato. Nell'arco della mia vita da pontefice ho avuto parecchi dispiaceri da parte dell’imperatore Enrico IV. Fu lui a sostenere che le “mie elezioni” non si erano svolte in modo leale e io risposi con la scomunica. Per me fu un’onta indimenticabile e dolorosa, Oibò. Per lenire le mie pene, la cara amica , Contessa Matilde, mi invitò a sog-giornare per qualche tempo nel suo palazzo a Canossa. Enrico venne da me per farsi perdonare e quindi farsi togliere la scomunica. Aspettai tre giorni,lasciandolo al freddo, scalzo e vestito da penitente. Alla fine, da buon pastore qual ero, lo ricevetti e lo perdonai. Quanto fu scorretto nei miei confronti! Mi mandò in esilio dove poi sono morto. Nel 2015 non avete tutti questi grattacapi, voglio sperare. DI QUESTA NOSTRA EPOCA CONTEMPORANEA PREFERIAMO NON PARLARLE, SUA SANTITA’, PERCHE’ HA GIA’ SOFFERTO TROPPO NELLA SUA. LA RINGRAZIAMO DI AVERCI AIUTATO A CONOSCERE MEGLIO LA SUA VITA. LE AUGURIAMO DI STARE BENE PER L’ETERNITA’, SPERANDO DI RIVEDERCI IN PARADISO.

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Numero 2, nuova serie

Prodotto

degli

alunni

della

classe

I A

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Pagina 16

Titolo notiziario

LA SHOAH

Il 27 gennaio è da tutti noi ricordato come

“il giorno della memoria” e quest’anno è sta-

to il settantesimo anniversario da quel 1945,

in cui militari russi entrarono nel campo di

concentramento di Auschwitz e liberarono

gli ebrei che erano costretti ai lavori forzati a

causa della pazzia di Adolf Hitler, un dittato-

re tedesco che durante la seconda guerra

mondiale emanò le leggi razziali, iniziando la persecuzione degli

ebrei, ritenuti diversi, anzi inferiori alla razza ariana. Nei campi di

sterminio ne morirono quasi sei milioni.

La giornata della memoria è stata istituita per ricordare questo or-

rore. La Shoah è stata un episodio assurdo perché i nazisti senza

pietà hanno tolto a degli innocenti la libertà, li hanno rinchiusi e

costretti a subire sofferenza e dolore. Essi sono stati maltrattati e

sfruttati fino allo sfinimento e poi uccisi nelle camere a gas senza

ragione.

Molti sono coloro che hanno lasciato delle testimonianze di ciò

che hanno vissuto questi uomini, ricordiamo fra tutti Primo Levi

che a causa delle leggi razziali fu espulso dalla scuola; riuscì tutta-

via a laurearsi a pieni voti e quando fu deportato scrisse una poe-

sia in cui ci dice che non dobbiamo dimenticare quello che è suc-

cesso e raccontarlo invece ai nostri figli e alle nuove generazioni

perché non accada mai più.

Giulia Tondo I D

Page 17: La casa sul gelso 2

Pagina 17

Volume 1, Numero 1

Giohi… grammaticali

a cura degli alunni del PON “Chirone” Esperto: Francesco Spada

Tutor: Vanessa Annoscia, Pietro Manca

centimetro centouno chilo cinque dodici etto

febbraio giugno grammo litro maggio

mattino metro mezzogiorno millilitro millimetro

notte novembre pomeriggio quintale sera settembre

tonnellata trenta ventinove

I NUMERI

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LE MISURE

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QUANTITÀ

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IL GIORNO

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Metti le parole della scatola nella categoria giusta

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La Casa sul Gelso

La versione sfogliabile del nostro giornalino

è disponibile sul sito:

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Vignetta rivisitata e realizzata da Giorgio Migliaccio

II B Sc. Sec. di I gr.

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II D

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