2008 Fonte: database del FMI previsioni del FMI

Preview:

Citation preview

ECONOMIA: Le grandi aree

Conferenza : L’ Unione Europea Sergio Zangirolami Montebelluna marzo-aprile 2010

L’Unione Europea ha percorso un lungo cammino da quando i 6 Stati membri fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi) unirono le loro forze per creare il 18 aprile 1951, con il Trattato di Parigi, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ed in seguito con i Trattati di Roma del 25 marzo 1957 la Comunità Europea per l’Energia Atomica e la Comunità Economica Europea. Nel 1973 gli Stati sono passati da 6 a 9 (Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna),

nel 1981 è stata ammessa la Grecia (10), nel 1986 la Spagna ed il Portogallo (12), nel 1995 sono entrate Austria, Svezia e Finlandia, portando l’UE a 15 stati membri nel 2004 sono entrate Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca, portando l’UE a 25 stati membri Nel 2007 entrano Bulgaria e Romania, portando a 27 gli stati membri.

Organi dell’UE:

il Consiglio Europeo, riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri; fissa le linee guida per la politica dell'unione.

il Consiglio dell'Unione Europea,

consiglio dei ministri dei paesi d'Europa, la cui composizione varia a seconda dell'argomento da affrontare; agisce entro i limiti stabiliti dal Consiglio Europeo.

la Commissione Europea, 25 membri dal 2004 (poi meno di 27 a rotazione)

è il vero e proprio governo dell'Europa; la sua azione è limitata dalle scelte del Consiglio e dalle clausole dei trattati.

il Parlamento Europeo, eletto a suffragio universale 1979; con limitata capacità legislativa; ha principalmente funzioni di controllo.

Istituto Monetario Europeo (poi Banca Centrale Europea),

con giurisdizione sulle questioni monetarie e fiscali; una nuova Banca Centrale.

la Corte di giustizia delle Comunità europee la Corte dei conti europea il Comitato economico e sociale il Comitato delle regioni la Banca Europea degli Investimenti (BEI)

Secondo molti critici, le strutture dell'Unione Europea non

garantiscono adeguata rappresentanza democratica ai suoi cittadini;

le principali funzioni sono infatti attribuite al consiglio dei ministri

piuttosto che al Parlamento Europeo, che è caratterizzato da poteri

relativamente limitati.

I lavori dell'Europarlamento sono peraltro scarsamente coperti dai

mezzi di comunicazione della maggior parte degli stati membri, e di

conseguenza l'opinione pubblica non è generalmente a conoscenza

del funzionamento dell'istituzione.

Atti normativi della UE Regolamenti,

che si applicano direttamente a stati, istituzioni e cittadini di tutti i membri dell'Unione;

Decisioni,

che hanno la stessa validità del regolamento, ma si applicano solo a singoli stati;

Direttive,

obbligano al raggiungimento di un determinato obiettivo, ma lasciano agli stati la discrezionalità sui modi per raggiungerli;

Pareri,

che sono indicazioni senza caratteri vincolanti.

Se considerata nel suo insieme, l'Unione Europea possiede una

delle economie più grandi del mondo, con un prodotto interno

lordo complessivo stimato (nel 2009) circa 16.191 miliardi di

dollari, quando il PIL degli Stati Uniti era stimato in 14.441

miliardi.

Nazione PIL (PPA) Nazione PIL (PPA)(milioni di $) % (milioni di $) %

Germania 2.925.220 18,52  Danimarca 201.249 1,27 Regno Unito 2.500.446 15,83  Irlanda 197.111 1,25 Francia 2.312.426 14,64 Ungheria 194.023 1,23 Italia 1.840.902 11,65 Finlandia 188.219 1,19 Spagna 1.456.103 9,22  Slovacchia 119.369 0,76 Polonia 671.927 4,25  Bulgaria 94.476 0,60Paesi Bassi 671.693 4,25 Lituania 63.217 0,40Belgio 369.213 2,34  Slovenia 56.297 0,36 Svezia 344.712 2,18  Lettonia 38.750 0,25 Grecia 329.963 2,09 Lussemburgo 38.337 0,24 Austria 318.350 2,02  Estonia 27.701 0,18 Romania 302.566 1,92  Cipro 21.186 0,13Repubbl. Ceca 257.696 1,63 Malta 9.444 0,06 Portogallo 245.150 1,55 totale 15.795.746 100,00

2008

Fonte: database del FMI previsioni del FMI

La classifica FMI dei paesi europei per rfeddito procapite reale (in & PPP) 2010 2014 Lussemburgo 79.682 1 Lussemburgo 88.779 1 Paesi Bassi 39.960 2 Paesi Bassi 45.774 2 Austria 39.546 3 Austria 45.696 3 Irlanda 38.926 4 Irlanda 44.246 4 Danimarca 37.529 5 Danimarca 43.538 5 Belgio 36.118 6 Regno Unito 42.402 6 Regno Unito 35.901 7 Belgio 41.543 7 Finlandia 35.235 8 Finlandia 41.263 8 Germania 34.901 9 Germania 40.312 9 Francia 34.392 10 Francia 39.312 10 Grecia °° 31.238 11 Slovenia 35.761 11 Cipro 30.325 12 Cipro 35.529 12 Italia 29.597 13 Grecia °° 35.186 13 Spagna 29.545 14 Spagna 32.921 14 Slovenia 29.084 15 Italia 32.729 15 Malta 23.894 16 Slovacchia 28.678 16 Slovacchia 22480 17 Malta 27.670 17 Portogallo 22.223 18 Portogallo 24.860 18 Fonte: stime e previsioni Fmi in La Repubblica 19/3/2010 °° previsti aggiornamenti in negativo

Paesi media 1991-00

2005 2008 2009 2010

USA 3.4 2.9 0.4 -2,7 1,5Giappone 1.2 1.9 -0.7 -5,4 1,7

Un. Europea 2.2 2.2 1.0 -4,2 0,5

Area Euro .. 1.6 0.7 -4,2 0,3

Russia .. 6.4 5,6 -7,5 1,5Cina 10.4 10.4 9,0 8,5 9,0India 5.6 7.1 7,3 5,4 6,4

Fonte: IMF ott. 2009previsioni

Andamento del PIL reale (var. % annuali)

Paesi media 1991-00

2005 2008 2009 2010

USA 3.4 2.9 0.4 -2,7 1,5Giappone 1.2 1.9 -0.7 -5,4 1,7

Un. Europea 2.2 2.2 1.0 -4,2 0,5

Area Euro .. 1.6 0.7 -4,2 0,3

Russia .. 6.4 5,6 -7,5 1,5Cina 10.4 10.4 9,0 8,5 9,0India 5.6 7.1 7,3 5,4 6,4

Fonte: IMF ott. 2009previsioni

Andamento del PIL reale (var. % annuali)

Saldo degli scambi di beni e servizi (in mdi di $)

Paesi 1999 2005 2008 2010 USA -300 -729 -706 -325 Giappone 114 166 157 105,6 Unione Europea -15.8 -11 -196,7 -87 Aera Euro 28 47 -93 -36 Russia 25 84 102 62 Cina 16 161 426 451 India -3 -10 -27 -34 Fonte: database del FMI previsioni del FMI

Disoccupazione (in %)

Paesi media 1988-97

media 1998-2007

2008 2009 2010

USA 6.0 4.9 5.8 9.3 10.1

Giappone 2.6 4.6 4.0 5.4 6.1

Area Euro

.. 8.57.6 9.9 11.7

Azzurro: previsionifonte: http://www.imf.org

Pil Esp popol. Pil Esp popol.

USA 21,3 9,6 4.7 20,6 9,3 4,6Un. Eur. (27) 7.6

Area euro 16.1 29.4 4.9 15,7 28,6 4,9

- Germania 4.3 9.2 1.3 4,2 8,7 1,2

- Francia 3.2 4.0 1.0 3,1 3,9 0,9

- Italia 2.8 3.6 0.9 2.6 3,4 0,9Giappone 6.6 4.7 2.0 6,3 4,5 1,9

Russia 3.2 2.3 2.2 3,3 2,7 2,1

Cina 10.8 7.8 20.4 11,4 8,0 19,9India 4.6 1.4 18.0 4,8 1,4 17,8

% sul totale mondiale 2007 2008

Fonte: IMF ott 2008 pag.253 // IMF ott 2009 pag.162

variazioni % annuali dei prezzi al consumo

Paesi media 1990-99 2005 2008 2009 2010 USA 3.0 3.4 3.8 –0.4 1.7 Giappone 1.2 -0.3 1.4 –1.1 –0.8 Unione Europea 10.0 2.3 3.7 0,6 1.1 Area Euro .. 2.2 3.3 0.3 0.8 Russia … 12.7 14.1 12.3 9.9 Cina 9.4 1.8 5.9 –0.1 0.6 India 9.7 4.2 8.3 8.7 8.4 fonte: http://www.imf.org previsioni

Un fattore negativo è rappresentato dal ritardo con cui l’Europa si

sta dotando delle strutture istituzionali necessarie per cercare di

governare, o di partecipare al governo della globalizzazione

La cosa appare evidente anche in seguito alla crisi finanziaria che,

partita dagli Stati Uniti, ha rapidamente contagiato l’Europa,

costringendo i governi a una serie di salvataggi bancari, presi paese

per paese senza un coordinamento istituzionale.

Come, invece, auspica José Manuel BARROSO, Presidente della

Commissione, quando in occasione del Consiglio europeo

dell’ottobre 2008, ha sostenuto che “l'Europa possiede la normativa

necessaria per affrontare la crisi dei mercati finanziari, anche se sarà

un test difficile per la sua capacità di coordinarsi efficacemente e

rapidamente.

Gli interventi pubblici vengono effettuati principalmente a livello

nazionale, dove si trovano denaro e competenze.

Tuttavia, ha proseguito, gli Stati membri devono agire in base a

principi comuni, tenendo in considerazione gli effetti transfrontalieri

delle operazioni di salvataggio, in quanto «due terzi degli assetti

bancari europei comprendono aspetti transfrontalieri”.

Sistema monetario europeo - SME (1979) ECU (European Currency Unit) = moneta di conto, non circolante Trattato di Maastricht (1993) Euro moneta di conto (1999 - 2002) Euro moneta circolante dal gennaio 2002, UEM: dal 1999 aderiscono 11 paesi (Grecia non risponde ai parametri di Maastricht; Svezia, Regno Unito e Danimarca hanno deciso di non entrare subito); nel 2001 rientra la Grecia e i paesi dell’UEM diventano 12; tra il 2007 e il 2009 aderiscono la Slovenia, Cipro, Malta, e la Slovacchia, portando l’UEM a 16 stati.

Stati Adottato il:

Austria Belgio Finlandia Francia Germania Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Spagna

1 gennaio 1999

Grecia 1 gennaio 2001

Slovenia 1 gennaio 2007

Cipro

Malta 1° gennaio 2008

Slovacchia 1° gennaio 2009

valore dell’Euro nelle varie monete: 1 EURO = 1.936,27 lire italiane 1,95583 marchi tedeschi 6,55957 franchi francesi 40,3399 franchi belgi * 40,3399 franchi lussemburghesi * 5,94573 marchi finlandesi 2,20371 fiorini olandesi 166,386 peseta spagnole 200,482 escudi portoghesi 0,78756 lire irlandesi 13,7603 scellini austriaci 340,75 dracme greche 239,64 talleri sloveni (Tolar)

0,585274 sterlina cipriota

0,4293 lira maltese

30,1260 corona slovacca

* Il franco belga e il franco lussemburghese hanno lo stesso valore.

Euro/lira = 1936,27 Euro/marco = 1,95583 Euro/franco francese = 6,55957 Lira/marco = 990 Lira/franco francese = 295 Che corrispondono ai cambi medi del 1998

La sostituzione di una moneta unica alle monete nazionali comporta

molte importanti conseguenze:

i cittadini degli undici paesi potranno pagare in un’unica moneta,

senza effettuare alcun cambio,

- con risparmio delle spese connesse e

- con possibilità immediata di confrontare i prezzi delle merci

(un televisore potrebbe costare 500 euro in Italia e 450 in Germania

o viceversa e non c’è bisogno di nessun calcolo per decidere dove

costa meno).

Ciò porterà ad una maggiore concorrenza fra le imprese dei paesi

dell’UEM;

inoltre, le imprese non dovranno più tener conto del rischio-

cambio (dovendo pagare o riscuotere una somma in valuta dopo

alcuni mesi dal contratto, c’era sempre il rischio che la moneta

straniera si rivalutasse -se si doveva pagare- o si svalutasse -se si

doveva riscuotere);

non sarà più possibile usare la politica di svalutazione della

moneta per favorire le proprie esportazioni (che costerebbero di

meno) e sfavorire le importazioni (che costerebbero di più).

Con l’euro è venuto meno uno strumento potente, anche se distorsivo

del mercato, come la svalutazione competitiva della moneta, e le

imprese dovranno puntare su altri fattori (come il miglioramento

tecnologico) per mantenersi concorrenziali.

Aggiornare DK/NA ???

Public attitudes and perceptions in the euro area Analytical report Fieldwork: September 2008 Conducted by The Gallup Organization, Hungary upon the request of Directorate-General forEconomy and Finance (R-4, External Communication)

██ Zona euro (16)██ Paesi membri dell'UE che, in virtù del Trattato di Maastricht, sono destinati a confluire nella zona euro (9)██ Paese membro dell'UE che, in deroga al Trattato di Maastricht, si riserva di stabilire un'eventuale ingresso nella zona euro (1 - Regno Unito)██ Paese membro dell'UE che, in deroga al Trattato di Maastricht, si riserva di stabilire un'eventuale ingresso nella zona euro tramite un prossimo referendum (1 - Danimarca)██ Paesi extra-UE che adottano l'euro in virtù di accordi bilaterali con la Banca centrale europea (5)██ Paesi e territori extra-UE che adottano unilateralmente l'euro (4)

Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano utilizzano l'euro come moneta ufficiale, nonostante non siano ufficialmente membri dell'UE e non abbiano rapporti formali con la Banca Centrale Europea (BCE), poiché impiegavano in precedenza le valute locali che sono state sostituite dalla moneta unica.

Montenegro e il territorio indipendentista serbo del Kosovo, che utilizzavano il marco tedesco come loro valuta, hanno adottato unilateralmente l'euro, anche se, contrariamente agli stati citati in precedenza, non hanno nessun accordo legale con l'UE.

L'euro è utilizzato anche nei territori extraeuropei dipendenti da stati che lo hanno adottato.

Le nazioni dotate di una divisa nazionale agganciata a una valuta confluita nell'euro si sono di conseguenza agganciate all'euro; è il caso del marco convertibile della Bosnia. Per decisione del Consiglio, su richiesta di Francia e Portogallo, l'euro ha sostituito sia il franco, nelle parità centrali con le due unioni africane che utilizzano il franco CFA e con l'unione monetaria del franco CFP, sia l'escudo portoghese nella convertibilità fissa con l'escudo capoverdiano.

Bollettino BCE 3/2010

L'Unione consiste attualmente di una zona di libero mercato.

Essa garantisce ai suoi cittadini libertà di movimento, lavoro ed

investimento all'interno degli stati membri (accordi di Schengen).

L'Unione presenta inoltre una politica agricola comune, una politica

commerciale comune e una politica comune della pesca.

Paesi membri del trattato di Schengen: Islanda, Finlandia,

Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Lussemburgo,

Austria, Germania, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia.

Alla fine del 2007 entrano anche otto paesi dell’Europa centro-

orientale e Malta, portando il totale a 24 membri.

Stati Membro da: In vigore da: Stati Membro da: In vigore da:

Belgio Francia Germania Lussemburgo Paesi Bassi 4 giugno 1985

Portogallo Spagna 25 giugno

1992

26 marzo 1995

Italia 27 nov. 1990 26 ott. 1997

Austria 28 aprile1995 1º aprile 1998

Grecia 6 nov. 1992 26 marz 2000

Slovenia Estonia Lettonia Lituania Polonia Repubblica

Ceca Slovacchia Ungheria Malta

1º maggio 2004

21 dicembre 2007[1] (confini terrestri e marittimi) 30 marzo 2008 (aeroporti)

Danimarca Finlandia Svezia Islanda Norvegia

19 dic. 1996 25 marz 2001

Svizzera

16 ottobre 2004

12 dicembre 2008 (confini terrestri) 29 marzo 2009 (aeroporti)]

Per dare forza alla UE, si è posto il problema di una Costituzione

europea e si è arrivati, nel 2004, ad un Trattato per la sua

istituzione. Per entrare in vigore il Trattato deve essere ratificato

da tutti i membri. Ma nel 2005, Francia e Paesi Bassi hanno detto

no.

Si scontrano, infatti, diverse posizioni:

alcuni, come ad esempio i partiti micronazionalisti, rifiutano a

priori qualunque testo che comporti una maggiore integrazione

degli stati a livello sovranazionale.

Per motivi opposti, c'è chi invece, come ad esempio i movimenti

federalisti, critica il testo proposto perché si limiterebbe a descrivere

l'esistente senza spingersi nella definizione di un nuovo

ordinamento politico.

L’Europa sta attraversando la sua crisi più grave dall’istituzione

dell’euro in poi.

Lo stato dei conti pubblici della Grecia, ma anche quello di altri

paesi come la Spagna, il Portogallo e (anche se non si dovrebbe dire)

l’Italia hanno creato un grande allarme nelle istituzioni europee e le

tensioni politiche si sono già trasformate in conflitti sociali, come è

stato per esempio il caso dello sciopero dei dipendenti pubblici greci.

La miccia non è spenta, nonostante le tante dichiarazioni

diplomatiche degli esponenti politici europei di primo piano.

2007 2008 2009 2010 Francia -2.7

54.1 -3.4 57.8

-7.0 67,0

-7.1 72.9

a b

Germania -0.5 56.9

-0.1 60.5

-4.2 70.3

-4.6 76.2

a b

Italia -1.5 101.3

-2.7 103.6

-5.6 112.8

-5.6 117.0

a b

Spagna 2.2 -3.8 -12.3 -12.5 a b

Grecia -3.6 5.0 -6.4 -7.1 a b

Portogallo -2.6 -2.6 -6.9 -7.3 a b

Irlanda 0.1 -7.3 -12.1 -13.3 a b

a = % def./pil b = % deb/pil

L’ultima riunione a Bruxelles in ordine di tempo (quella del 15

febbraio) è stata la prova delle difficoltà dell’Europa nell’affrontare e

superare una crisi, che forse non era stata prevista in tutta la sua

portata. La Ue cerca di imporre così al governo greco di George Papandreou un rientro veloce dal deficit che dovrà essere abbassato almeno di

quattro punti. I tempi sono strettissimi, un mese, visto che la scadenza dell’operazione “rientro” è stata fissata per marzo

.“Dobbiamo assicurarci che la Grecia quest’anno tagli il deficit del

4% - dice Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo – e

verificare il 15 marzo se è possibile o no.

Se non lo fosse, il governo greco si è impegnato a prendere misure

aggiuntive da concordare con la Commissione Ue”.

Ma per Krugman la colpa della situazione non è tanto dei deficit

statali, quanto dell’euro.

“La non flessibilità dell'euro è alla base della crisi”, scrive il premio

Nobel nella sua rubrica sul NYT. “Alla base dei problemi europei

non ci sono gli sprechi dei politici ma l'arroganza delle elites (...) che

hanno spinto l'Europa ad adottare la moneta unica prima che il

continente fosse pronto a tale esperimento”.

Krugman torna sull’esempio della Spagna.

Secondo il premio Nobel “la Spagna era la Florida dell'Europa, e

come la Florida stava sperimentando un boom immobiliare.

Il risultato è stato una rapida crescita con una significativa inflazione.

Poi la bolla è scoppiata e la disoccupazione è aumentata e il budget è

entrato in crisi”.

“Se la Spagna avesse avuto la sua vecchia moneta – spiega

l’economista -, il rimedio sarebbe stata una rapida svalutazione.

Ma la Spagna non ha più una sua valuta, il che significa che può

riguadagnare competitività solo attraverso un lento processo di

deflazione”.

“Se la Spagna fosse stata una stato americano la situazione non

sarebbe così terribile”, aggiunge Krugman, perché Madrid avrebbe

ricevuto “un automatico sostegno alla crisi.

Ma la Spagna non è uno stato americano e il risultato è che si trova

in una crisi profonda”.

Anche il pessimismo di Krugman però ha un limite, e l’economista

ammette che una divisione di Eurolandia è “impensabile”:

“la sola via di uscita è legata al fatto che l’Europa si muova verso

un’unione politica, così che le nazioni europee inizino a funzionare

come stati americani”.

Ma questo per Krugman non accadrà in tempi brevi: “Quello che

probabilmente vedremo nei prossimi anni sarà un doloroso processo

in cui ciascuno cercherà di tirarsi fuori dai pasticci tra salvataggi e

richieste di austerità selvaggia, il tutto sullo sfondo di una

disoccupazione molto alta”.

Secondo Die Zeit, invece, decidendo di sostenere la Grecia la Ue-27

ha “rivoluzionato” il quadro del Vecchio Continente. e ha cambiato i

principi di funzionamento dell'Unione monetaria europea.

“Da oggi – scrive Mark Schieritz sul settimanale tedesco - l'euro è

un'altra moneta. (...) L'Unione non abbandona i suoi membri più

indebitati”.

Secondo la Zeit, nel vertice della settimana scorsa a Bruxelles “è stato

cancellato uno dei fondamenti dell'Unione monetaria: il principio in

base al quale gli stati membri non dovrebbero aiutarsi fra di loro.

Questo passaggio era stato inserito nei trattati europei su richiesta

della Germania, per costringere i governi all'autodisciplina.

Ma oggi non ha più valore, perché ogni stato membro sa che quando

si troverà in difficoltà potrà contare sugli altri”.

Anche Wolfgang Münchau, sulle pagine del Financial Times (ripreso

in Italia dal Sole 24 Ore), scorge “un evento di rilievo storico” e

spiega:

“Per la prima volta la Ue ha riconosciuto la dimensione politica di

Eurolandia e si è mostrata fermamente decisa a difendersi da attacchi

speculativi.

Al tempo stesso, Bruxelles è decisa a subordinare qualsiasi aiuto a

una serie di condizioni, compresa una maggiore chiarezza - chiesta

con forza ieri - sul fronte derivati.

La reazione stizzita del primo ministro greco è la prova migliore

del fatto che non dobbiamo preoccuparci troppo dell'azzardo

morale.

Se gli stati membri di Eurolandia compreranno i titoli di stato greci

o si limiteranno semplicemente a garantirli è un dettaglio tecnico,

ma con l'accordo politico raggiunto la settimana scorsa l'ostacolo

più difficile è stato superato”.

TAGS crisi unione europea crisi economica

16/02/2010 18:40

http://www.rassegna.it/articoli/2010/02/16/58459/il-futuro-delleuropa

In questo conteso “L’idea, avanzata in un paper da due economisti

molto ascoltati come Thomas Mayer, della Deutsche Bank, e Daniel

Gros, del Center of European policy studies di Bruxelles.

I due economisti ammettono che la Grecia è il problema di oggi e

che potrebbe essere troppo tardi per creare una nuova istituzione

(debito fuori controllo e ipotesi di default; timore che Atene ricorra

al FMI) per affrontarlo.

Ma ritengono che, dato il peggioramento generalizzato dei conti

pubblici nell’unione europea, sorgeranno altri casi.

E anche se i fallimenti non sono inevitabili, come invece un lungo

periodo di incertezza dimostrano i severi piani di aggiustamento

dell’Irlanda e della Lettonia, sarà inevitabile che il FME aiuterebbe

ad affrontare.

Secondo la proposta di Gros e Mayer il FME si finanzierebbe con le

risorse versate dai paesi che sforano i parametri di Maastricht su

deficit (> 3%) e debito (> 60%): maggiore lo sforamento, maggiore

la quota da versare al Fondo. Nessun contributo invece dagli Stati

virtuosi.

Da quando è esplosa la crisi greca nel 2008, i governi europei si sono

opposti all’intervento del FMI, che ai loro occhi sarebbe un segnale

di debolezza dell’Eurozona (16 paesi). Inoltre, i trattati UE vietano il

salvataggio di uno stato membro, dunque occorre pensare a nuovi

strumenti.

E’ escluso che il FME nasca in tempo (decisione della Commissione

non prima di giugno) per offrire eventuali puntelli a Atene.”

Il Sole 24 ore 9/3/2010

Molte opposizioni:

“già lunedì 8 marzo Jürgen Stark, membro tedesco del board

esecutivo della Bce si è detto contrario all’idea di un Fondo che

andrebbe a coprire con dei prestiti l’irresponsabilità dei Governi che

finiscono in bancarotta.

Secondo il presidente della Bundesbank tedesca l’attenzione

dovrebbe invece rimanere focalizzata sulla ristrutturazione dei

dissestati conti pubblici di Atene.

Il Presidente della Commissione Barroso ha definito l’ipotesi un

contributo interessante al dibattito, ma da considerare sul lungo

termine, visto che potrebbe richiedere una modifica dei trattati.”

L’Unità 10/3/2010

Fonti:

Montani G.-Velo D. (a cura di) “Il governo dell'economia in Europa e in Italia”, Giuffrè 2000 AA. VV. “Riscrivere i diritti in Europa”, il Mulino 2001 Padoa-Schioppa Tommaso “Europa, forza gentile”, il Mulino 2001

http://www.rassegna.it/articoli/2010/02/16/58459/il-futuro-delleuropa

http://www.imf.org

Castronovo Valerio “Un passato che ritorna. L’Europa e la sfida dell’Asia”, Laterza 2006

http://www.bce.org

http://www.un.org

http://www.wikipedia.org

Caretti Paolo - Bin Roberto “Profili costituzionali dell'Unione Europea. Cinquant'anni di processo costituente”, Il Mulino 2005

http://www.carta.org/campagne/dal+mondo/15175 http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/004-38887-282-10-41-901-20081007IPR38886-08-10-2008-2008-true/default_it.htm

I testi delle conferenze sono riportati nel sito:

http://xoomer.alice.it/setedaza