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FDS · 2019. 2. 14. · presente prova d’ascolto, le Elac 243.3, pur appartenendo a una classe eco - nomica più elevata (costano più del tri - plo delle Debut B5) e a un progetto

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Esattamente il primo settembre del 2016 Elac ha festeggiato il suo 90° anniversario conl’introduzione di ben quattro classi di prodotti Hi-Fi, tra cui la serie di diffusori Uni-Fi di-segnata, come la serie Debut, da Andrew Jones, già progettista di spicco di TAD e KEF. Natanel 1926 come azienda di prodotti principalmente ad uso militare, come quasi tutti i mar-chi Hi-Fi storici, Elac si è riconvertita subito dopo la fine della seconda guerra mondiale,specializzandosi in giradischi e fonorivelatori. Dagli anni ottanta la produzione si è con-centrata sui diffusori, mentre l’interesse per le elettroniche è del tutto recente.I mini diffusori di pregio oggetto del presente ascolto fanno parte di un progetto paral-lelo alle serie Debut e Uni-Fi e presentano delle soluzioni e una componentistica di inte-resse e qualità molto elevati.

32 FDS 257▼ Il Regno degli Ascolti

di Paolo Lippe

DuE granDI mInI DIffusorIasColtatI assIEmE a ungranDE pIanIsta

DIFFUSORI BOOKSHELFElaC BS 243.3

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Sono stato molto contento di rice-vere in prova, al mio esordiocome collaboratore di Fedeltà del

Suono, questa coppia di mini diffuso-ri Elac perché ho utilizzato per alcunimesi le straordinarie Elac Debut B-5come monitor per i mixaggi dei primidemo del futuro sesto album dei Twen-ty Four Hours. Successivamente,per comodità e soprattutto per se-parare l’ambiente dell’ascoltoHi-Fi “puro” da quello dellacomposizione-produzione mu-sicale e, di conseguenza, evitarel’incontrollata “proliferazione”di cavi che inevitabilmente an-davano ad intrecciarsi con quel-li dell’impianto d’ascolto, ho de-ciso di passare a monitor ampli-ficati, eliminando così un ampli-ficatore e tutti i cavi annessi e dispostare tutta la strumentazioneper gli ascolti delle pre-produzioni inun altro ambiente.Adesso il mio impianto è “più pulito”e minimale, anche se rimangono da eli-minare ulteriori apparecchi che non uti-lizzo praticamente mai.Nel periodo in cui ho ascoltato le De-but B5, tuttavia, non sono state rare lesituazioni in cui, invece di utilizzarleper “lavorare”, mi sono perso in ore eore di ascolti (nonché di confronti con

le mie attuali casse) che mi hannosempre lasciato stupefatto per la qua-lità globale della prestazione, la classedella sonorità, l’equilibrio tonale e so-prattutto l’inattesa potenza del basso. Un’altra caratteristica delle Elac B5 erala relativa indipendenza dal posizio-namento: sul tavolo del mixer, sopra le

Kef 104/2 oppure in libreria addossa-te alla parete posteriore, queste Elacsuonavano un po’ peggio che se posi-zionate su classici stand alti circa 60 cme lontane 120 cm dalla parete poste-riore, ma la differenza non è mai sta-ta “abissale” e la qualità del risultatoè sempre stata piuttosto elevata. Vi anticipo subito che l’oggetto dellapresente prova d’ascolto, le Elac 243.3,pur appartenendo a una classe eco-

nomica più elevata (costano più del tri-plo delle Debut B5) e a un progetto diricerca di Elac differente da quello diAndrew Jones, con soluzioni sofisticatesoprattutto nei driver, non sono così“facili” e malleabili in termini di posi-zionamento. Tuttavia, quando corret-tamente posizionate, sono capaci di re-

stituire sonorità di una raffina-tezza ed estensione assoluta-mente non comuni per diffuso-ri di queste dimensioni e anchein questo caso la cosa che più sor-prende, per ovvi motivi, è lapotenza, la profondità e il con-trollo della gamma bassa, per al-cuni aspetti paragonabile a quel-la di diffusori da pavimento.Questa caratteristica, unita aduna riproduzione pregevole del-la gamma medio-alta, fa sì che

queste “grandi piccole casse” suo-nino in realtà molto simili a un paio didiffusori da pavimento di dimensionipari a otto volte tanto.

PROGETTO, COSTRUZIONE E FINITURAEsternamente le BS 243.3 appaionocome dei mini diffusori molto elegan-ti, laccati, disponibili nei colori nero ebianco pianoforte. Il mobile è costrui-to in MDF estremamente spesso, rin-

ElaC BS 243.3▼ FDS 257 33

Il più bel complimento che sipossa fare a questo diffusore èche non suona come un mini, masembra un diffusore “grande”,non necessariamente da pavi-mento, ma decisamente molto,molto più grande.

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forzato internamente da plurimi listelliverticali e orizzontali che ottimizzanola sordità del cabinet, riducendone lepossibili risonanze spurie. Il condottodell’accordo reflex che sbocca poste-riormente, situato subito dietro altweeter, si presenta allargato dolce-mente da entrambe le estremità, internaed esterna, nell’intenzione di ridurre alminimo le eventuali riflessioni anomaledel basso, mentre il crossover è allog-giato su due basette perpendicolari aipannelli anteriore e posteriore, fissatesullo spesso guscio plastico che sostienei robusti ed efficacissimi morset-ti posteriori per il collegamentodei cavi di potenza. I driver sono un altro punto di for-za di questi “gioiellini”. L’ormaifamoso tweeter J.E.T., il cui pro-getto è stato acquisito da Elac findal lontano 1993, è un’evoluzio-ne del tweeter AMT a nastro diHeil ed è capace di efficienza e di-namica fuori della norma, essen-do molto verosimilmente respon-sabile della fulminea risposta ai tran-sienti, della grande capacità di analisidei particolari e della velocità globale,tutte qualità evidentissime già dal pri-mo ascolto. Ma il componente piùsorprendente ed esteticamente attra-ente è il mid-woofer di 12 cm dotato ditecnologia proprietaria AS-XR, cioèdi una curiosa membrana in compostodi alluminio che, per le sue moltepli-ci sfaccettature, ricorda un cristallo edè fissata esternamente alla membranain carta del cono al fine di ottenere con-temporaneamente la migliore rigiditàe leggerezza, ridurre il break-up e mi-gliorare la dispersione (ELAC’s Alu-minium-Sandwich: AS Technology).Elac ci tiene a precisare che tale scelta,sicuramente molto bella esteticamen-te, ha una sua precisa funzione fina-lizzata a ridurre le risonanze, mini-mizzare le colorazioni e migliorare lavelocità e la dinamica.Entrambi gli altoparlanti sono fissati sudue robuste mascherine di plasticadura a loro volta avvitate nel cabinetcon viti a brugola. La griglia anterio-re è in tela, molto trasparente al suonoe fissata magneticamente.

IMPRESSIONI D’ASCOLTOPremetto subito che questo report,come già accaduto in passato, è il ri-sultato di un ascolto “collegiale, mul-tidisciplinare”, che dovrebbe ridurre unpo’ i possibili bias legati al gusto per-sonale e soprattutto all’abitudine. Per-tanto, il giudizio che leggerete è se-condario, non solo alle mie impressioni

di ascolto (che comunque rimangonoprevalenti), ma anche al giudizio diamici audiofili e musicisti. In partico-lare tengo a segnalare la disponibilitàe cortesia dell’amico Maestro pianistadi fama internazionale Lorenzo Bavaj(si tratta del pianista accompagnatore,dal 1991, del grande tenore spagnoloJosé Carreras) che mi ha affiancato pertutti gli ascolti relativi al pianoforte(vedi foto in questa pagina). Da qui ilmotivo del titolo che ho voluto dare al-l’articolo.Mi è sempre piaciuto creare suspense,

ma da qualche anno a questa partespesso cerco consapevolmente di evi-tarlo, sia perché l’atteggiamento sereiterato potrebbe annoiare, sia perchéprobabilmente con il passare deglianni anche un “audiofilo” può nondico maturare, ma almeno rendersiconto che in alcune situazioni è benedare freno a peraltro amabili e auspi-cabili atteggiamenti infantili. Pertantoparto da quella che dovrebbe essereuna conclusione: l’ascolto di questimini diffusori è stato, sotto molti aspet-

ti, ancora più sorprendente (e continuaa esserlo proprio mentre scrivo) diquello delle già incredibili Debut B5.Come ho già accennato, però, i BS 243.3debbono assolutamente essere posi-zionati in pesanti stand di circa 60 cmdi altezza e a circa 120 cm o più dallepareti posteriori. Ho utilizzato duestand Linn (che potete vedere nella ri-spettiva fotografia) che si sono dimo-strati perfettamente adeguati. Succes-sivamente, non essendo più disponibili,ho utilizzato due pesantissimi stand dipari altezza, autocostruiti in ghisa e

marmo nero e il risultato è statopressoché il medesimo. Le ho di-rezionate verso il punto di ascol-to con i lati perfettamente pa-ralleli alla linea immaginariacostituita dai lati del classicotriangolo il cui vertice è l’ascol-tatore.Una volta posizionati corretta-mente, i BS 243.3 regalano ascol-ti “infiniti”, nel senso che NONSTANCANO MAI!

Il più bel complimento che si possa farea questo diffusore è che non suonacome un mini, ma sembra un diffuso-re “grande”, non necessariamente dapavimento, ma decisamente molto,molto più grande.Un ultimo dettaglio relativo all’ante-fatto sul posizionamento, giusto perspiegare i motivi della mia raccoman-dazione: appena arrivato il corriere edisimballati i diffusori, assieme al-l’amplificatore integrato McIntosh MA5200, presto anch’esso oggetto di un re-

34 FDS 257 ▼ ElaC BS 243.3

Il Maestro Lorenzo Bavaj, che ha partecipato all’ascolto dei diffusori, qui immor-talato con José Carreras.

L’impressione è che il limitefra l’ascolto dello strumento dalvivo e l’ascolto dello strumentoattraverso questi diffusori si siamolto assottigliato.

Lorenzo Bavaj

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port esaustivo, ho subito collegato i duenuovi arrivati al mio giradischi Garrard401 e al lettore CDP CEC 3800 che houtilizzato anche come DAC. Non es-sendomi ancora procurato gli stand perl’ascolto, ho posizionato le Elac sulleKef 104/2 con del blue-tac come già fat-to con le Debut B5 e ho iniziato gliascolti. Ebbene il confronto con le Kef,ma anche con l’ottimo ricordo frescofresco che avevo delle Debut è stato im-pietoso, quasi drammatico. Il suono erasparato sui medi, inscatolato, privo dibassi e piatto come raramente avevoascoltato. Allora le ho spostate su unalibreria e poi su degli scaffali a muro;la situazione è migliorata di pochissi-mo con un aumento della corposità, macon un basso ingombrante e assoluta-mente incontrollato. La cosa mi ha an-cor più stupito in quanto avevo vivi-do il ricordo delle Debut che invece era-no influenzate pochissimo dal posi-

zionamento, suonando bene in tutte lesedi descritte e soprattutto fin da su-bito. Mi sono immediatamente confrontatocon il “capo” Andrea Bassanelli e conLuca Parlato di LP Audio (il distribu-tore di Elac, N.d.R.). Entrambi mi hanno riferito che, es-sendo le casse nuove, avrebbero avu-to bisogno di un lungo rodaggio, al-meno 200 ore per dare il loro massimo.Ho quindi chiuso gli ascolti e ho la-sciato suonare le casse tutta la notte unain controfase rispetto all’altra con gli al-toparlanti quasi attaccati e speculari inmodo da non svegliare “troppo” il vi-cinato (tengo a precisare che la mia salad’ascolto è una taverna fortementeisolata con doppi strati di materiale ter-moacustico tra i mattoni forati). La mat-tina seguente sono andato in Ospeda-le a lavorare e le ho lasciate ancora suo-nare, alzando un po’ il volume e in-vertendo le rispettive fasi. Dopo circa16 ore di attività continua, la situazio-ne non era migliorata di una virgola.Nel tardo pomeriggio tuttavia sono ar-rivati gli stand della Linn, cortese pre-stito di un amico audiofilo che abita difronte a me.Posizionate le casse sui suddetti, sem-pre tramite l’interposizione di 3-4 pal-line di blue-tac e/o patafix, ho riacce-so l’impianto e fatto partire la mede-sima musica che andava ormai dalgiorno prima in loop e...

M-I-R-A-C-O-L-O!!!

Le Elac BS 243.3 hanno improvvisa-mente acquistato corpo, potenza, det-

La Elac 243.3 sullo stand Linn accanto alla Kef 104/2.

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taglio, estrema ariosità in alto e so-prattutto tridimensionalità, regalandouna performance di una piacevolezzastrepitosa. Al posizionamento eranopresenti ben tre amici audiofili di an-tica conoscenza che sono soliti fre-quentare i miei ascolti (come il sot-toscritto frequenta i loro) e, come me,sono rimasti stupiti dal repentinoed insospettabile cambio di registro.Man mano che queste piccole grandicasse continuavano a suonare prati-camente senza sosta nel mio am-biente, il suono è migliorato di gior-no in giorno acquistando finezza,garbo, ulteriore velocità e una dina-mica ragguardevole, considerando leesigue dimensioni. E possono vantareanche un’ottima tenuta in potenza,senza eccessivi indurimenti anchead alto volume, almeno limitata-mente ai tre amplificatori utilizzatiper gli ascolti che sono descritti sot-to, assieme al resto dell’impianto.Durante i 50 giorni circa che le BS243.3 hanno suonato a casa mia, hopotuto ascoltare, da solo e con i col-laboratori citati, molti dei miei LP eCD preferiti (vedi foto), nonché mol-ta musica liquida. Il primo disco ascoltato in assoluto èstato il vinile di Abbey Road che ha re-stituito una performance deliziosadell’ultimo capolavoro beatlesiano,esaltando le capacità a riprodurre cor-rettamente il basso, specie nell’attaccodi batteria e basso di Here Comes TheSun. Gli ascolti si sono poi sussegui-ti con grande piacere e nessuna fati-ca d’ascolto. Gli unici casi in cui l’ascolto non è sta-to soddisfacente, il motivo è statosempre legato alla scarsa qualità del-la registrazione o comunque dell’in-cisione. Questo è avvenuto con “ca-polavori” non registrati bene o com-pressi come Never Mind The Bollocksdei Sex Pistols, oppure Cosmo’s Fac-tory dei CCR, Vs. dei Pearl Jam o an-cora peggio Joshua Tree degli U2 e Ma-ster of Puppets dei Metallica (que-st’ultimo in vinile). Tutto ciò a ri-marcare che le Elac sono anche cassepiuttosto rivelatrici. Sorprendente-mente, invece, mi sono ascoltato bendue volte di fila Sailing The Seas ofCheese dei grandi Primus e anchequalche brano di Pork Soda, oltre al-l’ottimamente registrato Metallica,del 1991, in particolare il brano EnterSandman, testimonianze di come an-che il rock d’impatto possa essere, conun po’ di buona volontà e “filosofiacorretta”, registrato magistralmente.Naturalmente, rimanendo nel rock, le

migliori rese sonore si sono avute coni dischi incisi meglio e qui parliamodi “perle soniche” come Spiritchaserdei Dead Can Dance (il basso “sub-sonico” iniziale di Song of The Starsviene riprodotto dalle Elac!), Nonsuch,Skylarking e Oranges & Lemons degliXTC (remaster di Steven Wilson!),Modern Life is Rubbish dei Blur, Gen-tlemen Take Polaroids dei Japan e l’in-tramontabile Wish You Were Here.Con Foobar 2000, mi sono limitato alloop pre-ascolto di rodaggio e a treascolti molto “Hi-End”: Heart of TheMatter di Wolfgang Haffner, Bill Fri-sell with Elvin Jones and Dave Hollande la medesima selezione di brani HDutilizzata proprio da Andrew Jonesqualche anno fa per la presentazionedelle TAD R1 e da egli stesso gentil-mente donatami. Inutile dire chequesta è musica che farebbe fare bel-la figura a quasi tutti gli impianti, equindi non fa testo.Emozionante e devastante al puntogiusto (anche a volumi sostenuti)l’ascolto del vinile di Never Mind deiNirvana con la WOS e il pre fono in-tegrato sia del Mac, sia del Pioneer,entrambi ottimi, anche se comples-sivamente meno precisi e dettagliatidel Perreaux Audiant 3. Con questamagistrale incisione le Elac rendonobene perché c’è equilibrio condiviso.Ovvero nessuna frequenza prevale,né nell’incisione né nell’impostazio-ne timbrica dei diffusori, cosa che nonaccadeva con i sopracitati dischi rockcolpevoli di un’enfasi fastidiosa sul-le medie frequenze, specie Pearl Jame Sex Pistols.Era prevedibile che nei piccoli grup-pi strumentali, sia jazz sia cameristi-ci, questi diffusori si sarebbero trovatimolto a loro agio e lo stesso con levoci. Dopo molteplici ascolti possonon solo confermare la previsione, dipiù!Non solo i riferimenti jazz e di clas-sica come il primo disco degli EST,Neighborhood di Manu Katche, But Be-autiful di Boz Scaggs, il CD test di JVCBest Audiophile Voices 2, Watercolors diPat Metheny, così come le Suites Or-chestrali e i Concerti di Bach (CofanettoARCHIV) e la solita Trota di Schuberte la Sonata Kreutzer di Beethoven(entrambi vinili DG) vengono inter-pretate in maniera corretta ed emo-zionante, ma lo stesso accade ina-spettatamente anche con le grandimasse orchestrali, senza evidenti li-mitazioni dinamiche e/o in basso,correlate (come spesso accade con imini diffusori) al ridotto litraggio. Ed

è davvero incredibile ascoltare l’ini-zio della 5a sinfonia di Shostako-vich (LP Mercury) o l’attacco dellaQuinta di Beethoven (LP DG Kara-jan); ma la performance più convin-cente si è concretizzata con la provapiù difficile che è riuscita a mettere incrisi, in passato, casse ben più gran-di e costose, comprese le ottime ThielCS 1.6, le Harbeth Monitor 30, le Ro-gers LS 3/5A e le ProAc Monitor 140tra quelle che mi ricordo: il primo attodella Seconda di Mahler diretta daKaplan (SACD DG). Al passaggio fra2,06 e 2,07 minuti c’è un esplosionedinamica spaventosa che spesso è sta-ta determinante nel mio giudizio fi-nale di molti impianti. Ricordo amemoria quali hanno passato il dif-ficile test e quali no. Queste Elac, con tutti e tre gli am-plificatori in mio possesso, hanno re-stituito la dinamica di quel tratto inmaniera semplicemente straordinaria,avvicinandosi moltissimo alle pre-stazioni di diffusori lontani anni luceper dimensioni, classe di apparte-nenza e prezzo. Se già le Debut B5 mi avevano sor-preso molto positivamente con que-sto brano, le BS 243.3 si candidanocome mini di riferimento, per lomeno in questo difficilissimo test, manon solo.

ASCOLTO DEL PIANOFORTE ECONCLUSIONIChiudo la descrizione dell’ascoltocon uno strumento imprescindibile:il pianoforte. I dischi che utilizzosempre sono i Preludi di Debussy(Michelangeli DG), le Ballate di Cho-pin (Zimerman DG) e Mors & Vita(Chiara Bertoglio Velut Luna). A que-sti tre “MUST” è stato affiancato unCD che il Maestro Bavaj ha inciso perl’etichetta bolognese Bongiovannicon il chitarrista Piero Bonaguri, le So-natine e altre composizioni per chi-tarra e piano di Anton Diabelli. Il Maestro ha voluto ascoltare un’in-cisione che ovviamente conosce per-fettamente per poter essere il piùpossibile obiettivo nelle sue impres-sioni e nel giudizio di questi diffusori. Il piano di queste superbe ed im-mortali incisioni viene esaltato intutti i suoi pregi (dimensione, dol-cezza, correttezza nei transienti eimpatto realistico) e non concede al-cun dubbio all’ascoltatore. Il livello della performance è moltoelevato. Ma vi riporto le parole di Bavaj chemeglio delle mie possono esprimere

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PRO- Costruzione ineccepibile- Timbrica, analisi dei particolari, traspa-renza e basso paragonabili a diffusori di di-mensioni e prezzo molto maggiori- Fatica d’ascolto inesistente- Dinamica e tenuta in potenza elevate inrapporto alle dimensioni e alla classe di ap-partenenza

CONTRO- Posizionamento praticamente obbligatosu stand e lontano dalle pareti posteriori

L’IMPIANTO D’ASCOLTO UTILIZZATO

Sorgenti digitali/DAC: CEC CDP 3800con DAC integrato, Sony CDP XE 700,iMac 27” con WIN 7 e Foobar 2000, DACinterni degli amplificatori Pioneer e McIn-tosh (vedi oltre); Lettori analogici: Garrard401 + bracci Rega RB 250 e Acos Lustre RB200, fonorivelatori Stanton WOS CS 100 eSupex SD900 Super Vital, Supex SD901.Thorens TD 145 MK2 + Shure V15IV. Au-dio-Technica AT-LP1240USB + DenonDL103; Pre fono: Perreaux Audiant 3 edintegrati MM del McIntosh MA 5200 eMM/MC del Pioneer A-70DA; Amplifica-tori: Jungson AT 200, McIntosh MA 5200,Pioneer A-70DA; Diffusori: Kef 104/2,Linn Akurate 212; Cavi di segnale: Van DenHul e G&BL; Cavi di potenza: TNT Triple-T e Ortofon SPK300

CARATTERISTICHE TECNICHE

Tipo di diffusore: bass reflex, 2 vieTweeter: AMT a nastro di Heil, evoluto (JET5)Woofer: AS-XR da 150 mmFrequenza di taglio: 2.500 HzRisposta in frequenza: 41-50.000 HzSensibilità: 87,5 dB a 2,83 V/1mPotenza raccomandata: da 30 a 150wpcPotenza di picco: 60/80 wpcImpedenza nominale: 4 ohm, minimo 3,6ohm a 240 HzMagneti schermati: NoFinitura del cabinet: laccato nero o bian-coAccessori: griglia in tela con attacco ma-gnetico, piedini di gommaDimensioni: 285 x 170 x 232 mm (AxLxP)Peso: 5,2 Kg

Prezzo: € 1.275,00

Distributore:LP AUDIOwww.lpaudio.it

Sopra rendering dell’interno del cabinet con i particolari dei rinforzi, dell’accordoreflex e delle basette del crossover fissate sul guscio dei morsetti e sotto la realtà.

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la correttezza e il garbo con cui le Elac243.3 hanno riprodotto questo diffi-cile strumento: “L’impressione è che il limite fra l’ascol-to dello strumento dal vivo e l’ascolto del-lo strumento attraverso questi diffusorisi sia molto assottigliato. La presenza delsuono, la qualità e la trasparenza del pia-noforte vengono fuori in un modo stra-ordinario e anchela dimensione del-lo strumento, cheè forse la cosa piùsorprendente. . .perché da una cas-sa così piccola nonti aspetti una resacosì completa el’ho anche apprez-zata molto nel-l’unico pezzo sin-fonico che abbiamoascoltato (la 2aSinfonia di Ma-hler-Kaplan-DG,N.d.R.); sentire una grande orchestra,che viene fuori in questo modo da due af-farini così piccoli è, ripeto, abbastanza sor-prendente”.

Dopo le semplici ed esaustive paro-le del Maestro Bavaj, mi sembra cheogni ulteriore precisazione sia su-perflua. Posso solo ribadire che que-ste Elac 243.3 che, lo avrete ormai ca-pito, mi sono molto piaciute, po-trebbero costituire davvero il punto

di partenza per una nuova conce-zione del mini diffusore: non più uncomponente limitato e specializzatonella riproduzione delle voci e dellefrequenze medie in generale (che co-munque le Elac riproducono corret-tamente e con estrema precisionedei particolari) ma un vero e proprio“sistema di diffusori” che può tran-

quillamente com-petere con cassepiù grandi di 8-10 volte. Resta la limita-zione del posi-zionamento supesanti stand di60 cm circa e lalontananza di120 cm o piùdalle pareti po-steriori, che èp r a t i c a m e n t ed’obbligo, quale

unico piccolo (erelativo) inconveniente, ma che po-trebbe alla fine, visto l’ingombro e ilcosto di stand dedicati, fare preferi-re al pubblico una scelta differente.Ma non è detto che il modello da pa-vimento più economico della serie240 (la torre FS 247.3) conservi ilmedesimo equilibrio di queste piccoleBS 243.3. Se avrò l’occasione, comespero caldamente, di poterle prestoascoltare, vi aggiornerò. Per il momento, l’invito a dedicare un

pomeriggio all’ascolto di questi pic-coli gioiellini è, a mio modesto mododi vedere, una priorità.

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI:

CDBill Frisell with Dave Holland and Elvin Jo-nes - CDDebussy Preludi Primo Libro - Miche-langeli - DG CD EST - When Everyone Has Gone - DRA-GON CDPink Floyd Wish You Were Here - EMI CDXTC - Nonsuch - Steven Wilson Remixed- APESP110 CD

LP Beatles - Abbey Road - Apple LPChopin Ballate - Zimerman - DG LPDead Can Dance - Spiritchaser - 4AD/Mo-bile Fidelity Sound Lab LPSchubert - La Trota - DG LPShostakovich - Sinfonia N° 5 - Mercury LP

Se già le Debut B5 miavevano sorpreso moltopositivamente con questobrano, le BS 243.3 si can-didano come mini di riferi-mento, per lo meno inquesto difficilissimo test,ma non solo.

Il J.E.T. 5, ovvero l’evoluzione secondo Elac, del tweeter AMT di Heil.