171
COMUNE DI FORLÌ 2007 QUADRO CONOSCITIVO (Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale) adeguamento ai sensi dell’articolo 43 comma 5 e successive modifiche L.R. 20/2000 del PRG/2003 redatto da OIKOS Ricerche S.r.l.

QUADRO CONOSCITIVO - ::: Rete civica del Comune di Forlì · 1.3 Le fasi del processo valutativo 19 1.3.1 La valutazione ex ante 20 1.3.2 La valutazione in itinere 21 1.3.3 La valutazione

  • Upload
    lamhanh

  • View
    218

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

COMUNE DI FORLÌ

2007

QUADRO CONOSCITIVO

(Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale)

adeguamento ai sensi dell’articolo 43 comma 5 e successive modifiche L.R. 20/2000 del PRG/2003 redatto da OIKOS Ricerche S.r.l.

COMUNE DI FORLÌ

ADOZIONE CONTRODEDUZIONE-APPROVAZIONEDELIBERA DI C.C. DELIBERA DI C.C.

n° del n° del

SINDACO SEGRETARIO GENERALE ASSESSORE Nadia Masini Antonio Ventrella Gabriele Zelli

AREA PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO

DIRETTORE AREA Massimo Valdinoci (Responsabile del Progetto)

SERVIZIO PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEL TERRITORIO

DIRIGENTE Ercole Canestrini

UNITA’ PIANIFICAZIONE URBANISTICA

RESPONSABILE COORDINAMENTO GRUPPO DI LAVORO STAFF OPERATIVO Ermes Calisi Manuela Barducci

CONSULENTI E COLLABORATORI

Ermete Dal Prato Tecla Mambelli

Jacqueline Fabbri

Coordinatore Consulente

Collaboratore

Roberto Cavallucci Mirco Milandri

Lorella Minoccheri Antonella Simoncelli

Valerio Zoli

VALSAT

INDICE Introduzione PARTE PRIMA Il processo di valutazione del Piano 1.1 I riferimenti normativi e da pianificazione sovraordinata 5

1.1.1 La legge urbanistica regionale, la direttiva europea e il recente testo unico sull’ambiente 5

1.1.2 La ValSAT proposta dal PTCP di Forlì-Cesena 11 1.2 La metodologia di valutazione 12

1.2.1 Gli obiettivi di sostenibilità 14 1.2.2 Il sistema degli indicatori 17

1.3 Le fasi del processo valutativo 19 1.3.1 La valutazione ex ante 20 1.3.2 La valutazione in itinere 21 1.3.3 La valutazione ex post 22

PARTE SECONDA Le valutazioni ex ante per il Piano Regolatore Generale e le ricadute sulle scelte di pianificazione 2.1 Le indagini conoscitive come prima fase del processo valutativo 23 2.2 Le pre-valutazioni sul sistema ambientale e paesistico 24 2.3 Le valutazioni sul sistema socio-economico e infrastrutturale

e gli obiettivi di sviluppo del sistema insediativo 26 2.4 Le valutazioni sul sistema naturale e rurale e il progetto

di valorizzazione dei corridoi ecologici 29 PARTE TERZA La matrice e gli indicatori per la valutazione in itinere degli impatti generati dalle componenti del piano

3.1 La costruzione della matrice di valutazione 31

3.2 Le principali componenti del piano generatrici di impatto 35 3.2.1 La popolazione e le espansioni residenziali 35 3.2.2. I poli funzionali e gli ambiti produttivi 37 3.2.4 Il sistema infrastrutturale e logistico 39 3.2.5 Le aree di valorizzazione ecologica e naturale 42

2

VALSAT

3.3 La valutazione degli impatti sul sistema territoriale 45 3.3.1 Gli impatti generati sul sistema socio-economico 45 - Offerta di abitazioni 45 - Dotazione di attrezzature collettive 49 - Creazione di occupazione durevole 53 3.3.2 Gli impatti generati sul sistema ambientale 54 - Inquinamento idrico 54

- Subsidenza e inquinamento dei suoli 60 - Inquinamento atmosferico 64 - Inquinamento acustico 68 - Inquinamento elettromagnetico 72

3.3.3 Gli impatti generati sul sistema naturale 77 - Connettività della rete ecologica di pianura 77 - Le aree naturali protette e il sistema del verde 80

3.3.4 Gli impatti generati sul sistema insediativo 82 - Poli ad elevata specializzazione e attività produttive 82 - Infrastrutture tecnologiche 83

3.3.5 Gli impatti generati sul sistema della mobilità 84 - Traffico e congestione del sistema viario 84 - Incidentalità stradale 87 - Il sistema della mobilità alternativa:

trasporto pubblico e ciclopedonale 88 3.4 Le valutazioni di sostenibilità sulle aree ad elevato impatto 90

3.4.1 Lo Screening ambientale del Polo produttivo di Villa Selva 90 3.4.2 Lo Studio Ambientale e territoriale

dell’area industriale urbana “Coriano” 98

3.5.1 Gli esiti del processo valutativo: criticità e mitigazione degli impatti 100 PARTE QUARTA La valutazione ex post dell’attuazione del Piano 4.1 Le fasi di monitoraggio e la verifica dei target da raggiungere 103 4.2 Gli indicatori di monitoraggio 103 Bibliografia 105 APPENDICE A – La matrice di valutazione degli indicatori di sostenibilità APPENDICE B – Il sistema degli indicatori per il monitoraggio

3

VALSAT

INTRODUZIONE Il documento è strutturato in quattro parti. Nella prima si descrive la metodologia di Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (denominata più sinteticamente ValSAT) utilizzata per l’adeguamento della Variante 2001 al PRG di Forlì ai contenuti della Legge regionale n.20/2000, inquadrandola nella accezione più ampia di Valutazione ambientale strategica come definita da Direttive e Leggi comunitarie, nazionali e regionali. Il riferimento principale per la predisposizione della valutazione del Piano è costituito dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Forlì-Cesena adottato il 14 luglio 2005, di cui si propone il sistema degli indicatori di base riportato nell’allegato A dell’elaborato di ValSAT del PTCP, integrato con specifiche analisi e valutazioni condotte nell’ambito della formazione della Variante al PRG o da studi successivamente effettuati. Dal momento che la Variante al PRG è stata predisposta antecedemente alla Legge regionale 20/2000, ma assumendo comunque i principali contenuti del dibattito allora in corso sulla riforma urbanistica, nella seconda parte si cerca di dare atto del percorso di pre-valutazione che ha accompagnato il processo di formazione del PRG. In sintesi vengono riportate quelle analisi e quegli studi predisposti sui diversi sistemi ambientali, socio-economici e territoriali, al fine di delineare le strategie del Piano e mitigarne gli impatti, con ciò anticipando in parte i contenuti della nuova legge urbanistica regionale. Nella terza parte viene applicata la metodologia di ValSAT che il PTCP propone per i Piani strutturali comunali in attuazione dell’art.5 della Legge regionale e dell’Atto di indirizzo e coordinamento DGR 173/2001. La Valutazione delle scelte ed azioni proposte nel progetto è articolata in matrici di impatto costruite per ciascun sistema su definiti set di indicatori e apposite cartografie che permettono il raffronto, per ogni sistema e settore sensibile su cui impattano le scelte di progetto, tra la valutazione allo stato attuale e quella stimata ad esaurimento del Piano, cioè dopo dieci anni. Infine nell'ultima parte si definisce il ruolo del monitoraggio e l’elenco degli indicatori da

4

VALSAT

utilizzare periodicamente per ricercare una maggiore efficacia della pianificazione attraverso un sistema di conoscenza da implementare e aggiornare nel tempo.

5

VALSAT

PARTE PRIMA Il processo di valutazione del Piano

1.1 I riferimenti normativi e da pianificazione sovraordinata 1.1.1 LA LEGGE URBANISTICA REGIONALE, LA DIRETTIVA EUROPEA E IL RECENTE TESTO

UNICO SULL’AMBIENTE La Legge Regionale Emilia-Romagna n.20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” chiede l'esplicitazione delle motivazioni poste a fondamento delle scelte strategiche operate in fase di predisposizione dei Piani urbanistici e territoriali e prevede a tal fine di effettuare la Valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale degli effetti derivanti dall'attuazione dei piani (ValSAT) e il monitoraggio delle azioni di pianificazione. In altri termini viene richiesta, nella costruzione dei Piani territoriali ed urbanistici, una valutazione che, a partire da uno stato di criticità presente nel territorio e nell'ambiente, permetta la formulazione di un progetto migliorativo, anche attraverso l'evidenziazione dei "potenziali impatti negativi" delle scelte operate e l'individuazione delle misure idonee a impedirli, ridurli o compensarli. La legge prevede all’art. 5 che Regione, Province e Comuni provvedano nell’ambito del procedimento di elaborazione ed approvazione dei propri piani, alla “valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale” degli effetti derivanti dalla loro attuazione, anche con riguardo alla normativa nazionale e comunitaria (comma 1). A tal fine, nel documento preliminare sono evidenziati i potenziali impatti negativi delle scelte operate e le misure idonee per impedirli, ridurli o compensarli (comma 2). In coerenza con tale valutazione la pianificazione territoriale e urbanistica persegue l’obiettivo della contestuale realizzazione delle previsioni in essa contenute e degli interventi necessari ad assicurarne la sostenibilità ambientale e territoriale (comma 3). Regione, Province e Comuni provvedono inoltre al monitoraggio dell’attuazione dei propri piani e degli effetti sui sistemi ambientali e territoriali, anche al fine della revisione o aggiornamento degli stessi (comma 4).

6

VALSAT

Con l’Atto di indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e sulla conferenza di pianificazione approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 173/2001, si specificano le fasi fondamentali a cui le diverse sperimentazioni di ValSAT devono essere ricondotte: 1. analisi dello stato di fatto, 2. definizione degli obiettivi; 3. individuazione degli effetti del Piano; 4. localizzazioni alternative e mitigazioni; 5. valutazione di sostenibilità; 6. monitoraggio degli effetti. L'analisi dello stato di fatto deve derivare dall'acquisizione, attraverso il Quadro Conoscitivo, dello stato e delle tendenze evolutive e delle reciproche interazioni dei sistemi naturali e antropici. In fase di definizione degli obiettivi, vanno assunti gli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale, di salubrità e sicurezza, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata, nonché gli obiettivi e le scelte strategiche fondamentali che l'Amministrazione procedente intende perseguire con il Piano. Gli effetti delle azioni previste dal Piano (intese sia come politiche di salvaguardia, sia come interventi significativi di trasformazione del territorio) dovranno essere valutati, anche attraverso modelli di simulazione, tenendo conto delle possibili alternative. La proposta di localizzazioni alternative e interventi di mitigazione e/o compensazione ambientale scaturisce in seguito ad una prima valutazione dei costi e dei benefici. In questa fase vengono individuate le misure atte ad impedire gli eventuali effetti negativi ovvero le misure idonee a mitigare, ridurre o compensare gli impatti delle scelte di Piano ritenute comunque preferibili. La valutazione di sostenibilità viene illustrata in un rapporto di sintesi in cui si riportano le valutazioni in ordine alla sostenibilità ambientale e territoriale dei contenuti dello strumento di pianificazione. Nel rapporto finale possono essere inserite le condizioni, anche di inserimento paesaggistico, cui è subordinata l'attuazione delle singole previsioni, le misure e le azioni funzionali al raggiungimento delle condizioni di sostenibilità indicate, tra cui la contestuale realizzazione di interventi di mitigazione e compensazione. La ValSAT comprende anche il monitoraggio degli effetti del Piano, per cui è necessario definire gli indicatori di misurazione, in riferimento agli obiettivi del Piano e ai risultati prestazionali attesi Con l’Atto di indirizzo emerge coma la Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale si configuri come una Valutazione ambientale strategica (VAS), cioè un procedimento per la valutazione degli effetti conseguenti all’attuazione di politiche, piani e programmi nelle fasi iniziali del processo di decisione.

7

VALSAT

Secondo questa accezione, la valutazione è in grado di dotarsi di una maggiore capacità di giudizio, che viene supportata sia dalla definizione preliminare dei criteri di valore che informano il giudizio, sia dalla messa in atto di tecniche di ricerca in grado di ampliare la conoscenza del fenomeno da giudicare. La Valutazione ambientale strategica viene definita in letteratura come il “formalizzato, sistematico e comprensivo processo per valutare gli effetti ambientali di una politica, piano o programma e le sue alternative, includendo la predisposizione di un rapporto scritto sui risultati di questa valutazione, e utilizzando tali esiti in un processo decisionale che tenga conto della partecipazione pubblica” (Therivel et al., 1992). Secondo il recente Dlgs 152/2006 Testo Unico Ambientale all’art.4, c.2 “la valutazione ambientale strategica o semplicemente valutazione ambientale, riguarda i piani e programmi di intervento sul territorio ed è preordinata a garantire che gli effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazion ee prima della loro approvazione”. Caratteristiche della VAS sono la processualità che accompagna le fasi di ideazione e formazione del Piano/programma e la capacità di incidere sul meccanismo decisionale di definizione delle scelte strategiche, dal momento che le ricadute delle azioni di progetto sull’ambiente vengono valutate in fase iniziale del Piano. In questo modo è possibile orientare le scelte strategiche nella direzione della sostenibilità ambientale. L’idea di effettuare la valutazione ambientale di politiche, piani e programmi nasce dalla seconda metà degli anni ’70 quando alcuni studi della Commissione europea misero in evidenza la necessità di un sistema di valutazione comprensivo, che venisse effettuato nelle prime fasi del processo decisionale (Pinfield 1992). Negli anni ’90 iniziano a diffondersi diverse metodologie e alcune anticipazioni normative: nel 1993 viene emesso il Regolamento CEE n. 2081/931 del Consiglio, che prevede che i Piani regionali di conversione economica e sociale presentati dagli Stati membri includano una valutazione di impatto ambientale e nel 1998 viene predisposto dalla Commissione europea "Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile" il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell'Unione europea. Tuttavia solo nel 27 giugno 2001 l'Unione europea approva la Direttiva n. 42 concernente la Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente. La connotazione “strategica” della Valutazione ambientale di piani e programmi introduce una dimensione temporale di medio-lungo periodo, una pluralità di attori coinvolti nell’arena decisionale e una maggiore complessità degli scenari progettuali, costituiti sia da interventi che da politiche. Questo implica una maggiore integrazione tra dati qualitativi e quantitativi, una valutazione integrata sugli effetti delle azioni

1 Già nel 1992 la Direttiva 92/43/CE relativa a “la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica” richiedeva una valutazione ambientale dei piani e dei progetti la cui attuazione comportasse impatti significativi sugli habitat naturali.

8

VALSAT

sull’ambiente rispetto a un territorio vasto e soprattutto una forte concertazione in fase di formazione del piano/programma. Fig. 1.1 - Fasi della VAS nei piani/programmi regionali di sviluppo Fase della VAS Descrizione 1 Valutazione della situazione

ambientale – elaborazione di dati di riferimento

Individuare e presentare informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali di una regione, e sulle interazioni positive e negative tra tali contesti

2 Obiettivi, finalità e priorità Individuare obiettivi, finalità e priorità in materia di ambiente e sviluppo sostenibile

3 Bozza di proposta di piano/programma e individuazione delle alternative

Garantire che gli obiettivi e le priorità ambientali siano integrati a pieno titolo nel progetto di Piano o programma che definisce obiettivi e le priorità di sviluppo per le regioni assistite, i tipi di iniziative (…) le principali alternative ai fini di conseguire gli obiettivi di sviluppo della regione

4 Valutazione ambientale della bozza di proposta

Valutare le implicazioni, dal punto di vista ambientale, delle priorità di sviluppo stabilite da piani o programmi e il grado di integrazione delle problematiche ambientali nei rispettivi obiettivi, priorità finalità e indicatori. Analizzare in quale misura la strategia definita nel documento agevoli od ostacoli lo sviluppo sostenibile della regione in questione. Esaminare la bozza di documento nei termini della sua conformità alle politiche e alla legislazione regionale, nazionale e comunitaria in campo ambientale

5 Indicatori in campo ambientale Individuare indicatori ambientali e di sviluppo sostenibile intesi a quantificare e semplificare le informazioni in modo da agevolare, sia da parte dei responsabili delle decisioni che da pare del pubblico, la comprensione delle interazioni tra l’ambiente e i problemi chiave del settore. Tali indicatori dovranno essere quantificati per contribuire ad individuare e a spiegare i mutamenti nel tempo

6 Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione definitiva in merito ai piani e ai programmi

Contribuire allo sviluppo della versione definitiva del piano o programma, tenendo conto dei risultati della valutazione

Fonte: Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea, 1998 La Direttiva specifica concernente “la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” n. 2001/42/CE identifica tra gli ambiti di applicazione della legge la pianificazione territoriale2. La Valutazione ambientale deve essere effettuata durante la fase preparatoria del Piano e consiste nella stesura di “un rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del Piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma”. Dato il livello generale dei piani/programmi da valutare, nella Direttiva viene specificata la natura delle informazioni da elaborare nel rapporto. I dati da

2 Ambito di applicazione della Direttiva sono i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli.

9

VALSAT

utilizzare sono circoscritti a quelli che possono essere “ragionevolmente richiesti, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali”, demandando il livello di approfondimento delle informazioni alla fase più appropriata dell’iter decisionale di formazione del piano/programma. Nell’allegato I si precisano le fasi della valutazione che devono essere riportate nel Rapporto: 1. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del

rapporto con altri pertinenti piani o programmi; 2. aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza

l’attuazione del piano o del programma; 3. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente

interessate; 4. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinenti al piano o programma, ivi

compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

5. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

6. possibili effetti significativi3 sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori;

7. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;

8. sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know how) nella raccolta delle informazioni richieste;

9. descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; 10. sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Con l’introduzione della VAS nei processi di Piano, gli effetti ambientali dell’attuazione di piani e programmi vengono infatti presi in considerazione durante l’elaborazione dei piani e prima della loro adozione, evidenziando quindi la valenza strategica di questo tipo di valutazioni. Tuttavia la Direttiva 2001/42/CE non evidenzia a sufficienza la ciclicità della valutazione nel processo di pianificazione, enfatizzando la valutazione come preliminare alla formazione/adozione del Piano, ma senza prevedere momenti

3 Detti effetti devono comprendere quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi.

10

VALSAT

valutativi successivi, in itinere o ex post per permettere aggiustamenti/riformulazioni del Piano. All’art.10 viene introdotto brevemente il monitoraggio unicamente come controllo, da parte degli Stati membri, degli “effetti ambientali significativi dell’attuazione dei piani e dei programmi al fine, tra l’altro, di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure correttive che ritengono opportune”. A livello nazionale, nel 2002, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio ha emanato la Deliberazione CIPE n. 57 relativa alla “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”, in cui si sostiene la piena introduzione della Valutazione ambientale strategica in fase di predisposizione di politiche, piani e programmi settoriali. Per garantire la sostenibilità dello sviluppo, come affermato nell’art. 6 del Trattato di Amsterdam, “occorre sviluppare le nuove metodologie di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dei Piani e dei Programmi ampliando e sistematizzando le iniziative già in atto in materia di elaborazione di Linee guida, liste di indicatori e basi di dati informatizzate per andare oltre la stretta difesa dell’ambiente ed indirizzare le trasformazioni progettate verso lo sviluppo sostenibile”. Nonostante la scadenza del 21 luglio 2004 per adeguare le proprie disposizioni legislative, regolamentari e amministrative alla Direttiva 2001/42/CE, solamente il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il Decreto Legislativo del 3/4/06 n. 152 di attuazione della Delega conferita al Governo per il "riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale" con L.308/04. Obiettivo del provvedimento è semplificare, razionalizzare, coordinare e rendere più chiara la legislazione ambientale nei seguenti settori: procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC); difesa del suolo, lotta alla desertificazione, tutela e gestione delle acque; gestione dei rifiuti e bonifiche; tutela dell'aria e riduzione dell'inquinamento; danno ambientale. Nella Parte seconda del Decreto vengono definite le procedure per la Valutazione ambientale strategica, che costituisce parte integrante del procedimento ordinario di adozione e di approvazione per piani e programmi (tra cui quelli della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli) che contengano la definizione del quadro di riferimento per la localizzazione di opere ed interventi i cui progetti siano sottoposti a Valutazione d’impatto ambientale in base alla normativa vigente ovvero che possano avere effetti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale a giudizio della sottocommissione competente per la VAS. Gli allegati I e II contengono rispettivamente le informazioni da inserire nel rapporto ambientale e i criteri per verificare se lo specifico piano o programma oggetto di approvazione possa avere effetti significativi sull’ambiente, fermo restando che nel rispetto degli articoli del Decreto, sono le Regioni

11

VALSAT

a disciplinare le procedure di VAS dei piani e programmi in sede regionale o provinciale. 1.1.2 LA VALSAT PROPOSTA DAL PTCP DI FORLÌ-CESENA Il modello di ValSAT che il PTCP propone per i Piani strutturali comunali è articolato in tre fasi: 1. sintesi valutativa del Quadro Conoscitivo e individuazione del grado di

idoneità (o suscettività) alla trasformazione residenziale, insediativa e rurale/naturale del territorio comunale;

2. costruzione delle matrici di impatto delle azioni di Piano sui sistemi e settori sensibili, possibilmente accompagnati da una adeguata rappresentazione cartografica;

3. definizione degli indicatori da utilizzare per il monitoraggio del Piano. Per quanto riguarda la prima fase, i Comuni sono tenuti ad effettuare una prima valutazione di sintesi dei sistemi analizzati nel Quadro Conoscitivo disponendo degli indicatori elencati a questo scopo nell’Allegato A alla relazione di ValSAT “Il sistema degli indicatori per i Piani strutturali comunali”. Rispetto a questa fase, nel capitolo che segue viene riportata la rappresentazione dei vincoli ambientali, paesaggistici ed infrastrutturali come derivanti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata, quali vincoli assoluti o condizionati alla localizzazione di nuovi ambiti insediativi, attraverso la sovrapposizione del perimetro delle proposte di progetto alle cartografie che costituiscono la carta unica del territorio, definita ai sensi dell’’art.19 della LR 20/2000, cosi come richiesto dal PTCP. Inoltre a seguire vengono riportate le sintesi degli studi e delle analisi che costituiscono il fondamento delle principali scelte strategiche e localizzative delle previsioni di Piano. In riferimento alla seconda fase, sono state prese a riferimento le matrici di impatto utilizzate riportate nell’allegato A alla relazione di ValSAT “Il sistema degli indicatori per i Piani strutturali comunali”, in cui gli indicatori da misurare sono suddivisi per sistemi e settori sensibili, utilizzando per il calcolo la definizione operativa riportata nelle stesse matrici e i coefficienti/parametri forniti. La matrice viene integrata da ulteriori indicatori, integrativi e non sostitutivi di quelli sopra indicati. Alcune elaborazioni cartografiche di valutazione degli impatti si rendono necessarie al fine di quantificare e spazializzare gli indicatori richiesti e pertanto si allegano alla presente relazione di ValSAT.

12

VALSAT

In Fig.1.2 si riporta uno schema che illustra la declinazione delle fasi di Valsat ai sensi dell'Atto di indirizzi 173/2001 nella procedura di Valsat dei PSC. Fig. 1.2 - Le fasi di Valsat del Piano a confronto con l'Atto di indirizzo 173/2001

Le fasi di

Valsat

Contenuti Valsat ai sensi

Del. G.R. 173/2001

Contenuti Valsat nel PSC

fase 1 Analisi dello stato di fatto Valsat del Quadro Conoscitivo per individuare le parti fragili del

territorio e le aree potenziali per la localizzazione di ambiti comunali

e sovracomunali (valutazione cartografica e sistema di indicatori

quantitativi e qualitativi)

fase 2 Definizione degli obiettivi Definizione obiettivi a scala comunale a cascata dal livello

comunitario, nazionale, regionale e provinciale e individuazione

delle scelte strategiche derivanti dalle criticità del territorio

fase 3 Individuazione degli effetti

del Piano

Valsat a scala comunale con matrice di valutazione componenti

territoriali/opzioni di progetto

fase 4 Localizzazioni alternative e

mitigazioni

Individuazione delle forme di mitigazione/compensazione degli

interventi e delle politiche proposte

fase 5 Rapporto di Valsat Rapporto di Valsat coerente con gli. “Indirizzi metodologici per la

predisposizione della Valsat nei Piani strutturali comunali” del PTCP

fase 6 Monitoraggio degli effetti Sistema degli indicatori per effettuare il monitoraggio degli effetti

delle azioni di Piano e la loro efficacia

Fonte: Elaborazione Servizio di Pianificazione Territoriale Provincia di Forlì-Cesena 1.2 La metodologia di valutazione Seguendo le indicazioni dell’Atto di indirizzo DGR 173/2001, rispetto alle azioni e agli interventi contenuti nel Piano, sulla base degli obiettivi di sostenibilità individuati, la valutazione è volta ad enucleare “preventivamente gli effetti che deriveranno dall'attuazione delle singole scelte di Piano e consente, di conseguenza, di selezionare tra le possibili soluzioni alternative quelle maggiormente rispondenti ai predetti obiettivi generali di Piano". Tuttavia, la ValSAT in oggetto si caratterizza per essere applicata a posteriori a scelte di un PRG già approvato, al fine di verificare anche da un punto di vista quantitativo la compatibilità ambientale delle scelte del Piano ed evidenziare eventuali criticità da tenere sottocontrollo con il monitoraggio e quale indirizzo-guida per future varianti al Piano. Gli obiettivi di governo dell’Amministrazione comunale, anziché essere declinati come punto di partenza per definire le scelte del piano, nella procedura di valutazione vengono assunti implicitamente tra gli obiettivi di sostenibilità a fondamento del PRG, quale specificazione a scala locale degli obiettivi di sviluppo sostenibile derivanti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata.

13

VALSAT

Allo stesso modo anche le opzioni alternative valutate in forma più o meno esplicita nel processo di formazione del PRG non possono essere più prese in considerazione; piuttosto viene valutato lo stato dell’ambiente e del territorio all’anno di adozione del Piano 1999/2000 rispetto all’anno di applicazione della ValSAT (2004/2005) e in proiezione le loro ipotizzate modifiche in seguito all’attuazione delle scelte di Piano al 1014/2015. La valutazione assume quindi una natura sincronica e la verifica di sostenibilità viene effettuata attraverso il confronto dei dati nelle tre diverse fasi, per poter evincere le criticità, cioè gli impatti negativi sul territorio, la società e l'ambiente che dovranno essere compensati o mitigati con opportuni interventi. Tale valutazione viene effettuata impiegando matrici di impatto di uso consolidato nella pratica della Valutazione di impatto ambientale, che riporta gli impatti sui sistemi territoriale ed ambientale (articolati nelle rispettive componenti) derivanti dagli interventi di progetto. I valori quantitativi degli impatti (che possono essere standardizzati e ponderati qualora si voglia procedere ad una valutazione di sintesi) vengono ricavati da specifici indicatori o da elaborazioni ottenute tramite modelli di simulazione. Nella fase conclusiva della Valutazione multicriteriale i giudizi di preferenza per le alternative in esame vengono espressi comparando i valori ottenuti con valori soglia di riferimento, quali il non peggioramento rispetto allo stato iniziale (anno 1999 o 2004), valori limite di legge, ovvero valori medi provinciali. Qualora vengano evidenziate delle criticità, che non possono in questa fase del processo di pianificazione portare a modifiche del Piano, essendo il PRG già approvato ed escludendo il procedimento di adeguamento alla Lr20/2000 modifiche sostanziali, la proposta di interventi di mitigazione/compensazione vengono ricercati nelle prescrizioni per la pianificazione attuativa e nella normativa urbanistica-edilizia, ove esistano specifiche limitazioni e condizioni agli interventi, oppure rimangono indicazioni e segnalazioni da assumere in una successiva fase di pianificazione. La terza fase della valutazione consiste nel monitoraggio. In questa fase è fondamentale mettere a punto un sistema di indicatori leggermente diversificato rispetto al set di indicatori utilizzato per la costruzione del Quadro Conoscitivo e per la valutazione degli effetti delle azioni di Piano. Infatti agli indicatori di stato e pressione (utilizzati per analizzare lo stato del territorio e delle risorse ambientali e le criticità provocate dall’attività antropica) e agli indicatori di impatto (utilizzati per valutare le scelte di progetto), si aggiungono specifici indicatori di efficacia (o risposta) del Piano, necessari a valutare se le azioni di piano hanno raggiunto l'obiettivo prestabilito e indicatori di efficienza, anche sullo stato di attuazione degli interventi. In caso di scostamento rispetto all'obiettivo, come spesso capita nella pratica della pianificazione per cause dovute all'interazione di agenti e fattori non previsti, non prevedibili o non controllabili dal Piano, diviene fondamentale nel monitoraggio capire il motivo del discostamento tra risultati previsti ed esiti ottenuti. Questa riflessione va condotta sia per capire in quali parti di progetto è possibile intervenire per avvicinarsi

14

VALSAT

all'obiettivo iniziale, sia per migliorare il sistema di valutazione utilizzato (ad esempio utilizzando un set di indicatori, diverso da quello iniziale, più efficace a misurare l'incidenza della politica/azione di piano su un determinato fenomeno). Per questo viene proposto un sistema di indicatori per il monitoraggio iniziale, che però sarà esso stesso oggetto di revisione periodica ed aggiornamento. 1.2.1 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ Gli obiettivi di sostenibilità del PRG si sono delineati dall'incontro di due approcci: top-down (deduttivo, cioè derivante da principi generali via via specificati ai livelli inferiori) e bottom-up (induttivo, cioè generato da un'analisi dei bisogni e delle criticità locali e successivamente sintetizzato in obiettivi più generali). Questa modalità ritrova il suo fondamento nell'Atto di indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani n. 173/2001, in cui si specifica che nella fase di definizione degli obiettivi vengano assunti “gli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale, di salubrità e sicurezza, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata, nonché gli obiettivi e le scelte strategiche fondamentali che l’Amministrazione procedente intende perseguire con il piano”. L'approccio deduttivo deriva dalla ricognizione dei principi di sostenibilità concordati istituzionalmente a livello internazionale, europeo, nazionale e regionale. Anche se non si configura come un’analisi gerarchica, di tipo tassonomico esplicitamente dichiarata, nella Relazione di Piano vengono riportati i principi di sostenibilità a cui il progetto di Piano si richiama, riconducibili alle Conferenze internazionali e ai Piani di sviluppo territoriale sovraordinati, quali il Piano territoriale regionale PTR e il PTCP di Forlì-Cesena – Componente ambientale adottato nel 1999. L'approccio bottom-up (induttivo) nasce dall'analisi delle situazioni di criticità delle componenti ambientali a livello locale derivante da uno stato qualitativo delle risorse non sufficientemente buono, da un'elevata pressione di determinati fattori antropici o dalla compresenza di entrambi gli aspetti. Da questa lettura sono scaturite le azioni e/o politiche di piano finalizzate a portare ad un miglioramento (o ad un non peggioramento) dello stato qualitativo dell'ambiente e, ad un livello più generale, ad obiettivi specifici di sostenibilità per il Piano. A partire dalla definizione condivisa di Sviluppo sostenibile e dalle due Conferenze di Rio de Janeiro (1992) e di Kyoto (1997) sono stati dettagliati ed articolati gli obiettivi definiti dalla legislazione nazionale e regionale in materia ambientale, di pianificazione territoriale e tutela e salvaguardia del patrimonio paesaggistico e storico-artistico. Da questi obiettivi di valenza generale sono poi stati individuati gli obiettivi specifici del PRG, che hanno permesso di traguardare un orizzonte temporale ampio con precise scelte strategiche volte al perseguimento degli obiettivi.

15

VALSAT

Nel 1987 la Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo definisce nel Rapporto Brundtland il concetto di sviluppo sostenibile inteso come “lo sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni; il processo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico ed il cambiamento istituzionale sono tutti in armonia, ed accrescono le potenzialità presenti e future per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani". La definizione del Rapporto Brundtland coniuga il concetto di sostenibilità (come precondizione per la conservazione di uno sviluppo duraturo, ricostituendo e sostituendo le risorse delle attuali e future generazioni), con quello di sviluppo, inteso come gestione delle risorse per affermare, contemporaneamente, equità sociale (all'interno delle singole comunità e nel rapporto tra esse e gli individui), equità interlocale e/o interregionale (tra le varie comunità territoriali), equità intergenerazionale (tra le presenti e le future comunità). La completa legittimazione del concetto di sviluppo sostenibile avviene durante la Conferenza delle Nazioni Unite su “Ambiente e Sviluppo” di Rio de Janeiro nel giugno del 1992 (UNCED) che, nella sua Dichiarazione supportata da convenzioni e protocolli, afferma tra i suoi principi, oltre al principio precauzionale ed al principio del chi inquina paga, l’obbligo di informazione e partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’obbligo della preventiva valutazione di impatto ambientale delle principali attività nazionali aventi effetti sull’ambiente. Nella più recente Conferenza di Kyoto del 1997 fu stilato un Protocollo internazionale finalizzato a contenere le emissioni di anidride carbonica al livello più basso possibile, almeno fino a quando i combustibili fossili rimarranno componenti importanti della produzione mondiale di energia4. A livello europeo le decisioni in campo ambientale vengono assunte attraverso i Programmi d’azione ambientale. Questi prevedono che la componente ambientale venga assunta nelle politiche e nei piani di sviluppo del territorio che devono perseguire scelte sostenibili, come esplicitato nel Quinto Programma d’Azione 1993-1995 (successivamente ripresi ed approfonditi nel Sesto Programma Quadro, emanato nel 2001, nonché nell’art. 6 del Trattato di Amsterdam). Nel primo progetto ufficiale di Prospettiva europea di sviluppo territoriale (PEST), elaborato a giugno 1997 nei Paesi Bassi, sono stati enucleati tre principali obiettivi politici che si ispirano al concetto di sviluppo sostenibile:

4 Il Protocollo di Kyoto prevede una riduzione totale del 5,2% delle emissioni di gas ad effetto serra (rispetto al 1990 e nel periodo dal 2008 al 2012), solo per i paesi maggiormente sviluppati, che comprendono USA, Unione europea, Giappone, Europa dell'Est, Russia, Australia, Canada, Norvegia, Nuova Zelanda e Svizzera. Gli impegni di Kyoto, che prevedono per l'Italia una riduzione del 6,5%, avranno un costo per l'Italia più alto rispetto agli altri paesi dell'Unione europea, in quanto all'Italia sono stati attribuiti valori di riduzione delle emissioni più elevati e per ciò stesso più onerosi da conseguire, avendo l’Italia raggiunto già livelli di emissione molto bassi.

16

VALSAT

- un sistema di città più equilibrato e policentrico, e una nuova relazione urbano-rurale; - parità di accesso alle infrastrutture e alle conoscenze; - gestione prudente e sviluppo del patrimonio naturale e culturale. Nei principali atti legislativi comunitari in materia ambientale si trovano i dieci criteri chiave per la sostenibilità che devono essere rispettati da Piani e programmi di sviluppo nazionali e territoriali: 1 ridurre al minimo l'impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; 2 impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; 3 uso e gestione corretta dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti

pericolosi/inquinanti; 4 conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei

paesaggi; 5 conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche; 6 conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali; 7 conservare e migliorare la qualità dell'ambiente locale; 8 protezione dell'atmosfera (riscaldamento del globo); 9 sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l'istruzione e

la formazione in campo ambientale; 10 promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno

sviluppo sostenibile. A livello regionale il riferimento è costituito dal documento “La regione globale” del 1997, in cui si definiscono le principali strategie di aggiornamento del P.T.R. L’obiettivo generale della proposta di P.T.R. coincide con la sostenibilità, che viene ricercata nel miglioramento della qualità territoriale (qualità delle condizioni di vita e di lavoro; omogeneità relativa degli standard di vita sul territorio), nell’efficienza territoriale di lungo periodo connessa all’uso delle risorse (per quanto concerne energia, suolo e risorse naturali, ma anche competitività e attrattività), infine nell’identità territoriale, come salvaguardia delle specificità locali e rafforzamento delle vocazioni produttive e dei vantaggi competitivi. Gli obiettivi e le azioni dell’Amministrazione comunale sono stati desunti dalla Relazione di Piano Regolatore Generale che riassume gli obiettivi di sostenibilità legati al territorio e all’ambiente dell’Amministrazione insediata nel periodo di predisposizione e approvazione del PRG (tali obiettivi sono stati integrati ad aggiornati successivamente dal Piano Generale di Sviluppo del Comune di Forlì per il periodo 2005 – 2009).

17

VALSAT

Fig. 1.3 - Obiettivi e strategie del Piano regolatore generale GLI OBIETTIVI GENERALI: IL RAFFORZAMENTO DELLE IDENTITÀ LOCALI E DI SISTEMA • l’inserimento di Forlì in un sistema a rete di città, attraverso una serie di interventi infrastrutturali e di

politiche coordinate (potenziamento dell’aeroporto, nuova via Emilia, integrazione nel “corridoio adriatico”, scelte sull’intermodalità, crescita di poli integrati di sviluppo di funzioni di ricerca e alta tecnologia, ecc.).

• la costituzione di un Polo Tecnologico Aeronautico forlivese, attraverso l’aggregazione di funzioni, anche universitarie, attorno al tema aeronautico (peculiarità storica di Forlì), che vanno dalla formazione avanzata alla ricerca e sperimentazione tecnologica, a settori di produzione innovativi;

• la realizzazione del nuovo scalo merci ferroviario di Forlì-Forlimpopoli (che sostituirà quelli di Rimini, Cesena e Forlì), direttamente connesso alla zona industriale di Villa Selva, da completare e qualificare (accessibilità, infrastrutture, servizi) come polo produttivo di livello provinciale.

• il progetto di città universitaria; • la riqualificazione delle “aree complesse” : i grandi progetti sulla cultura, i servizi urbani di rilievo

regionale (polo museale nel complesso del San Domenico, riqualificazione urbana nell’area ex Mangelli, recupero dell’ex zuccherificio Eridania, nuovo campus universitario urbano nell’area dell’Ospedale Morgagni, nuovo teatro);

• L’ulteriore sviluppo o la nascita di filiere produttive legate al settore agroalimentare, che può consolidare e accrescere la leadership del sistema economico forlivese in alcuni comparti di tale settore.

LE POLITICHE AMBIENTALI • migliorare le condizioni di sicurezza (riduzione dei rischi) per la conservazione delle risorse ambientali • migliorare l’efficacia degli equilibri presenti, ridurre l’entità degli antagonismi tra attività umane e

ambiente, agendo sull’organizzazione delle attività, sulla loro distribuzione nello spazio, sulle difese attive e passive, sulle misure di compensazione

• incrementare la qualità ambientale del contesto delle attività umane sul territorio (effettuare azioni di bonifica, riqualificazione, promozione della qualità alle diverse scale di intervento)

• svolgere funzioni permanenti di valutazione, attraverso indicatori e parametri di qualità ambientale, e loro monitoraggio.

IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ: L’ACCESSIBILITÀ TERRITORIALE E URBANA COME REQUISITO-

BASE PER LA QUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO integrare le modalità di trasporto (auto private/autotrasporto pubblico delle persone; ferrovia e

autotrasporti su gomma per le merci; aerei per le persone e le merci): la creazione di un sistema di infrastrutture nella fascia est del territorio (connessione del polo industriale di Villa Selva a nord al nuovo casello autostradale e alla Cervese in direzione Ravenna, e a sud allo scalo di Forlimpopoli e alle attrezzature logistiche relative); collegamento ferrovia-aeroporto in sede propria, nuova sede dell’autotrasporto in prossimità del casello autostradale;

migliorare i collegamenti esterni al centro urbano e delle relazioni interne all’area urbana centrale, attraverso l’attuazione del disegno dell’anello tangenziale.

Fonte: Relazione alla Variante al Piano Regolatore Generale, 2001

1.2.2 IL SISTEMA DEGLI INDICATORI UTILIZZATI La costruzione di indicatori e indici di sostenibilità, su cui si basano le valutazioni di impatto, è di fondamentale importanza per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. L’indicatore può essere definito come uno strumento che serve a misurare la diffusione e l’entità di un fenomeno. Esso permette di comparare situazioni che mutano nel tempo e nello spazio e di segnalare le variazioni anomale che si determinano. L’indice permette la misurazione sintetica (o la definizione di un concetto) attraverso la combinazione delle informazioni fornite da più indicatori.

18

VALSAT

Nello specifico gli indici ecologici hanno l’obiettivo di misurare gli effetti delle attività umane sulla capacità di carico del territorio. L’OCSE ha stabilito tre principali requisiti5 per la ricerca degli indicatori – rilevanza, consistenza analitica e misurabilità – che sono stati recepiti e condivisi a livello internazionale. Fig. 1.4 - Requisiti di performance per indicatori ambientali stabiliti dall'OCSE 1. Rilevanza. Un indicatore ambientale deve: a) fornire un’immagine rappresentativa delle condizioni ambientali, della pressione sull’ambiente o della

risposta sociale; b) essere semplice, facile da interpretare e capaci di evidenziare le tendenze nel corso del tempo; c) essere sensibile alle modifiche dell’ambiente e delle attività umane interrelate; d) fornire una base per comparazioni a livello internazionale; e) essere utilizzabile sia a livello nazionale sia nelle issues ambientali regionali di significato nazionale; f) essere associato ad una soglia o ad un valore di riferimento per consentire all’utente una rapida

valutazione del livello individuato. 2. Consistenza analitica. Un indicatore deve: a) essere ben definito da un punto di vista teorico in termini tecnici e scientifici; b) essere basato su standard internazionali e godere di consenso e validazione in ambito internazionale; c) essere predisposto ad essere interfacciato con modelli economici e previsionali, e con sistemi

informativi geografici. 3. Misurabilità. I dati necessari alla costruzione dell’indicatore devono essere: a) già disponibili, ovvero reperibili in presenza di un ragionevole rapporto costi/benefici; b) adeguatamente documentati e di qualità verificabile; c) aggiornati ad intervalli regolari in accordo con le procedure di validazione. Fonte: Rielaborazione da OCSE, 1993 La classificazione OCSE degli indicatori è nota come approccio PSR (Pressione – Stato - Risposta). Gli indicatori di stato (o di base) definiscono lo stato qualitativo delle componenti ambientali e del territorio e vengono impiegati per descrivere e controllare le tendenze evolutive delle risorse ambientali. Gli indicatori di pressione misurano il consumo di risorse, le emissioni e i rilasci inquinanti sull’ambiente dovuti ad attività umane. Gli indicatori di risposta misurano l’efficacia delle azioni e delle politiche pubbliche e private tese a ridurre i fattori di pressione antropica e a conservare o ripristinare un buono stato dell’ambiente. Vengono anche chiamati indicatori di prestazione (o di efficacia) quando contribuiscono a misurare i progressi verso il conseguimento di un obiettivo del Piano. L’Agenzia europea per l’ambiente ha ripreso ed ampliato il modello OCSE introducendo due ulteriori categorie concettuali: le Driving forces, o Determinanti, che

5 Nell’ambito della valutazione strategica di piani e programmi, qualora gli indicatori utilizzino dati quantificabili per descrivere i fenomeni e spiegarne le dinamiche evolutive, il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea indica ulteriori criteri chiave per la scelta degli indicatori. Gli indicatori devono essere rappresentativi; essere validi dal punto di vista scientifico; essere semplici e di agevole interpretazione; indicare le tendenze nel tempo; ove possibile, fornire un’indicazione precoce sulle tendenze irreversibili; essere sensibili ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente o nell’economia che devono contribuire ad indicare; essere basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli; essere basati su dati adeguatamente documentati e di qualità certa.

19

VALSAT

riguardano le attività umane che producono pressione sull’ambiente (Energia, trasporti, industria, etc.) e gli indicatori di impatto, intesi come la risultante dell’interazione tra fattori di pressione e stato delle risorse. In questo modo viene introdotta una più articolata rappresentazione del sistema di relazioni che intercorrono tra attività umane e stato dell’ambiente: le determinanti originano i fattori di pressione, i quali, interagendo con le risorse naturali ed ambientali determinano l’insorgenza degli impatti. Le azioni di progetto (di risposta), che hanno come obiettivo il miglioramento dello stato qualitativo delle risorse, sono volte a guidare nel tempo l’andamento dei fattori di pressione e ridurre gli impatti negativi. Nella costruzione degli indicatori per valutare le ricadute delle azioni di Piano, sono stati scelti, sulla base delle indicazioni del PTCP, indicatori direttamente pertinenti alle azioni e politiche in grado di incidere sulla destinazione d’uso dei suoli e localizzazione di infrastrutture lineari o puntuali, perché sono i soli che possono consentire misurazioni effettive di quanto è possibile incidere sull’ambiente con gli strumenti urbanistici. Per valutare lo stato dell’ambiente, in coerenza con il Bilancio Ambientale Comunale 2005, sono stati utilizzati prevalentemente indicatori di stato e indicatori di pressione. I primi permettono la descrizione dello stato delle componenti ambientali attraverso la raccolta ed elaborazione di dati sullo stato dell’ambiente e delle principali risorse naturali. Gli indicatori di stato devono essere basati su insiemi di dati che vengono periodicamente aggiornati con il monitoraggio. Per valutare le scelte insediative, è stato introdotto un terzo set di indicatori, gli indicatori di impatto, che devono essere in grado di stimare (in via ipotetica, e non misurare) le ricadute (positive o negative) delle azioni di Piano sull’ambiente, la società, il territorio. Questi indicatori valutano gli impatti derivanti dall’attuazione di un determinato piano o programma. Gli indicatori di risposta (di prestazione o di efficacia) sono necessari per misurare i risultati che verranno conseguiti con le azioni di piano nel raggiungimento di un determinato obiettivo (di miglioramento dello stato dell’ambiente o di riduzione dei fattori di pressione), nei casi in cui lo scostamento degli indicatori di stato rispetto al valore soglia definito ai sensi di legge sia troppo elevato. Nel monitoraggio vengono utilizzati in aggiunta indicatori di efficienza del Piano. In questo caso si vuole misurare lo stato di attuazione del Piano rispetto ai tempi e alle priorità stabilite nella Relazione, anche in funzione del livello di realizzabilità degli interventi e dei singoli progetti (in termini di finanziamenti pubblici o privati ottenibili, di soggetti coinvolti, del procedimento autorizzativo necessario per avviare i lavori, etc.). 1.3 Le fasi del processo di valutazione: ex-ante, in itinere, ex-post La Legge Regionale 20/2000 attribuisce alle valutazioni da predisporre durante il processo di pianificazione una precisa posizione temporale, distinguendo tra

20

VALSAT

valutazione preventiva degli effetti (ex-ante) e monitoraggio degli effetti del Piano in fase di attuazione (ex post). Data la specificità del processo di pianificazione, di adeguamento dei contenuti del PRG redatto ai sensi della LR 47/78 agli elaborati ai sensi della LR 20/2000, la ValSAT è stata pensata come uno strumento che già in questa fase incorporasse diversi mementi valutativi: ex-ante rispetto all’attuazione delle azioni del Piano previste per il 2014, in itinere rispetto ad un processo valutativo non esplicitato ma per alcune parti utilizzato in fase di predisposizione del PRG che tiene conto dell’intervallo (1999 – 2004) intercorso tra la ricognizione dei dati e la predisposizione delle analisi e l’adeguamento alla legge 20/2000, ex post come sistema di monitoraggio. Pertanto la matrice di valutazione riportata in appendice al presente documento è strutturata secondo tre precisi momenti temporali: 1999 (data di adozione del PRG); 2004 (data di adeguamento alla LR 20/2000 e anno “zero” di predisposizione della ValSAT) 2014 anno in cui si valutano le ricadute delle azioni di piano. Dal momento che i riferimenti per la ValSAT sono costituiti dal PTCP di Forlì –Cesena e da altri documenti settoriali di analisi e pianificazione (Bilancio Sociale del Comune 2004; Bilancio Ambientale del Comune 2005; Piano Energetico Ambientale; ecc.), per alcune elaborazioni sono stati utilizzati dati e simulazioni agli anni 2000 (e non 1999), 2005 (e non 2004), 2015 (e non 2014). Di seguito vengono per esteso riportate le accezioni che vigono in letteratura sui tre momenti valutativi, allo scopo di chiarire l’utilizzo che ne è stato fatto nel processo di valutazione. 1.3.1. LA VALUTAZIONE EX-ANTE In letteratura, le valutazioni ex-ante svolgono la loro funzione in ambito preliminare alla formazione del Piano delimitando il campo delle soluzioni ammissibili e simulandone gli effetti ai fini di una loro, seppur approssimativa, previsione. I principali campi di utilizzo delle tecniche di valutazione ex-ante possono essere ricondotti a due. Il primo consiste nella previsione6, nel senso di designazione dei possibili scenari legati alla decisione ipotizzata, assegnando ad essi una probabilità attesa di realizzazione. Il secondo campo di applicazione della valutazione ex-ante è quello della valutazione dei possibili impatti di una decisione. Ci si riferisce in questo caso a scelte già effettuate, per cui il ruolo della valutazione in questo caso è di evidenziare i possibili effetti di tali scelte e di valutare l’opportunità dell’implementazione del progetto specifico. Il contesto di applicazione delle tecniche di valutazione ex-ante nei processi decisionali rientra in un approccio valutativo del tipo a razionalità limitata7, in quanto il decisore, 6 Bertin, 1995. 7 Nell'ambito della Teoria delle decisioni, il modello a razionalità limitata (o satisfacing) proposto da Simon (1973), in alternativa al modello ottimizzante o razional-sinottico, presuppone un decisore individuale, volto

21

VALSAT

nel momento in cui deve esercitare le sue capacità di previsione, sa di muoversi in un contesto incerto, caratterizzato da una pluralità di attori che agiscono con obiettivi e scelte in continuo divenire, dove la valutazione ex-ante può aiutarlo a ridurre l’incertezza, ma in ogni caso non a ridurre completamente il rischio decisionale. 1.3.2. LA VALUTAZIONE IN ITINERE Le valutazioni intermedie o in itinere, tipiche del controllo di gestione nell'economia aziendale, vengono svolte durante l'iter di formazione del Piano fino alla sua attuazione interagendo con il sistema decisionale. Le valutazioni in itinere trovano il principale ambito di applicazione nelle situazioni caratterizzate da un ambiente esterno dinamico e mutevole e da un sistema decisionale pluriattoriale con elevati gradi di incertezza nella formulazione degli obiettivi. I decisori devono muoversi attraverso una verifica progressiva degli obiettivi posti alla base delle scelte di Piano, nella consapevolezza di poterli modificare al variare della situazione al contesto. Le cause dello scostamento fra obiettivi e risultati di una politica/azione di Piano sono da ricercarsi sia nella fase decisionale di formulazione del Piano, che nella fase di implementazione delle sue politiche ed azioni, perché dipendono dalla interazione con altri attori che possono avere interessi ed obiettivi anche confliggenti. Riguardo al processo di attuazione delle politiche, è lo stesso ambiente di implementazione a farsi arena in cui si manifestano scontri e negoziati tra diversi attori e diversi livelli istituzionali, con i rispettivi bagagli di interessi e strategie. Tuttavia, dal momento che una politica non potrà mai contenere tutte le proprie conseguenze, il processo di implementazione può servire allo stesso tempo ad attuarla e a riformularla. Da queste considerazioni consegue che il monitoraggio del Piano dovrebbe essere inteso non solo come una valutazione ex-post, ma anche come valutazione in itinere, poiché raccoglie anche una dimensione processuale. Una valutazione di questo tipo non è attualmente in uso nella pratica della pianificazione, ma può costituire un campo di sperimentazione "di frontiera" rispetto alle valutazioni più consolidate in altri settori disciplinari.

a raggiungere obiettivi e valori che è in grado di ordinare secondo una scala di preferenze, ma che non è dotato di una razionalità assoluta e non può acquisire un’informazione completa sul problema da risolvere. Egli può solo trovare soluzioni “soddisfacenti”, tramite informazioni ottenute da tracce e segnali contenuti nell’ambiente. La procedura non è più un algoritmo di calcolo ma diventa un processo di adattamento ed apprendimento realizzato per approssimazioni successive tramite sequenze di prove ed errori. Il decisore, anche se non conosce in partenza tutti i dati del problema, è tuttavia dotato di un’attrezzatura cognitiva che gli permette di esplorarlo e di costruirlo passo passo, svolgendo una ricerca sequenziale delle diverse alternative, che si fermerà quando avrà trovato una soluzione soddisfacente (cioè capace di soddisfare i suoi criteri di base).

22

VALSAT

1.3.2. LA VALUTAZIONE EX POST Le valutazioni ex-post sono volte a ricercare l'efficacia del Piano, a scoprire cioè quali risultati, tra quelli prefissati con il Piano, sono stati effettivamente raggiunti con l’introduzione di determinate politiche8. Le valutazioni ex-post possono servire ad aumentare le conoscenze sulle componenti territoriali e operare confronti tra il traguardo ipotizzato in fase di predisposizione del Piano e quello che avviene nel corso dell’implementazione9 del Piano. In questo modo si fanno strumento per promuovere politiche e azioni più realizzabili sia sulla base dell’analisi degli scostamenti tra risultati attesi e azioni conseguite, sia favorendo maggiormente lo sviluppo di capacità di apprendimento degli attori da cui dipende la formulazione e l'attuazione delle politiche di Piano. La metodologia, che subirà sicuramente delle modifiche nel momento in cui verrà applicata al Piano e portata alla condivisione di altri soggetti, può essere ulteriormente sviluppata e migliorata soprattutto in riferimento al monitoraggio, inteso nell'accezione di valutazione di efficacia, e alla dimensionale ciclica della valutazione nel processo di Piano che non viene adeguatamente tenuta in considerazione nella LR 20/2000. Rispetto alle indicazioni della LR 20/2000 non è infatti prevista nella pianificazione territoriale ed urbanistica alcuna attività di valutazione "in itinere", né l'efficacia è un requisito esplicito se non in riferimento all'attuazione dei Piani.

8 Crosta, 1983. 9 Il termine implementation può essere tradotto anche come “messa in opera” o attuazione, per rendere l’idea processuale implicita nel termine di matrice anglosassone (Dente, 1989).

23

VALSAT

PARTE SECONDA La valutazione ex ante del Prg vigente e le ricadute sulle scelte progettuali del Piano

2.1 Le indagini conoscitive come prima fase del processo valutativo

Un capitolo a parte merita la definizione dei contenuti del programma di indagini e studi finalizzato alla redazione del progetto di Variante al PRG. Tale programma, avviato e concluso nel periodo 1998-1999, ha compreso i seguenti studi su specifiche tematiche, i cui contenuti, in fase di adeguamento della Variante Generale alla Lr 20/00, sono state sintetizzati e riorganizzati seguendo le indicazioni dell’atto di indirizzo 173/2001 in un unico documento che si configura come Quadro conoscitivo del Piano: • Vulnerabilità e rischio idrogeologico (P.Calò, G.Frassineti, G.Viel) • Lettura e tutela del sistema del paesaggio (P.Gueltrini, P.Milani, A.Stignani) • Piano-programma di riqualificazione ambientale dell’area di Carpena-Magliano

(V.Ingegnoli, P.Rigoni, L.Venturini) • Sistema del Verde (L.Baroni, P.Rigoni - Studio Silva) • Attività agricola e sistema agroalimentare (Agri2000, C.Gardini; R.Gasperoni;

G.L.Bagnara, P.Fiumana, A.Gentili, M.T.Mengarelli) • Sistema delle relazioni economico-territoriali nell’area forlivese (Centro

coordinamento della sede forlivese dell’Università degli Studi di Bologna: G.Gambetta, C.Cipolla, D.Padovani, L.Poma)

• Sistema della mobilità: analisi dell’efficacia di interventi infrastrutturali (P.Gelmini, C.S.T.)

• Mappatura del “potenziale archeologico” del territorio forlivese (Coordinamento Istituto Beni Culturali e Naturali Regione Emilia-Romagna: N.Pisauri, M.P.Guermandi - Soprintendenza per i Beni Archeologici Regione Emilia-Romagna: M.Marini Calvani, C.Guarnieri - Gruppo di Lavoro: Società La Fenice Archeologia e Restauro, A.Antoniazzi, G.Brusi)

• Indagini e studi sul sistema insediativo storico (impostazione e coordinamento scientifico: OIKOS Ricerche; R.Angelini; M.Betti, M.Camprini, F.Perini, V.Musumeci).

24

VALSAT

L’impegno assunto fin dalle fasi preliminari di formazione della Variante Generale al PRG di definire scelte di tutela, risanamento e qualificazione ambientale entro un quadro di sostenibilità accertato, grazie a questi studi è stato condotto fino alla definizione delle scelte di dettaglio di carattere insediativo e normativo. Nel paragrafo 2.2 viene effettuata la valutazione dei limiti alla trasformazione insediativa attraverso rielaborazione cartografica derivante dalle tavole delle tutele (TA in scala 1:10.000 - la tutela fluviale; la tutela idrogeologica; la tutela paesaggistica; la tutela delle potenzialità archeologiche), in cui sono confluiti gli studi sulla vulnerabilità e il rischio idrogeologico e la lettura e tutela del sistema del paesaggio. Nel paragrafo 2.3 si sintetizzano gli studi sul sistema delle relazioni economico-territoriali nell’area forlivese e sulle trasformazioni urbane connesse alla riqualificazione del sistema delle aree complesse (compreso l’analisi appositamente condotta per questo studio sul sistema della mobilità) che costituiscono il riferimento per la definizione progettuale delle principali polarità territoriali, degli ambiti specializzati per attività produttive e delle grandi aree di riqualificazione urbana. Nel paragrafo 2.4 vengono riportati le indagini sul sistema del verde e sull’attività agricola che costituiscono il riferimento per la progettazione dei corridoi ecologici e per la classificazione del territorio rurale rispetto ad obiettivi prestazionali ben definiti. 2.2 Le pre-valutazioni sul sistema ambientale e paesistico In fase di predisposizione della Variante Generale sono stati effettuati studi specifici sia sul sistema fisico ambientale "Studio di settore riguardante la componente geologica ed idrogeologica nella pianificazione comunale con particolare riferimento alla vulnerabilità ed al rischio idraulico", sia alla "Lettura e tutela del sistema del paesaggio" ai fini della definizione a scala comunale delle Unità di paesaggio. Questi studi sono confluiti, in fase di adeguamento alla Lr 20/2000 e relativa conversione del PRG in PSC, POC e RUE, nella cartografia che costituisce la Carta unica del territorio ai sensi dell’art. 19 della Lr20/2000 (Sistema naturale ambientale e paesaggistico che comprende la tutela fluviale, la tutela idrogeologica e la tutela paesaggistica; Sistema dei vincoli infrastrutturali che comprende i vincoli antropici; Sistema della pianificazione che comprende i vincoli derivanti da Dlgs 490/99, da PTCP, Piano Stralcio di Bacino, ecc.). In sede di ValSAT si è pertanto ritenuto opportuno verificare a posteriori le scelte localizzative dei nuovi ambiti di trasformazione sovrapponendoli alle carte dei vincoli, che pure ne hanno costituito i presupposti iniziali. In questo senso sono stati valutati i limiti alla trasformazione insediativa derivanti dalla pianificazione sovraordinata o da normativa di settore. Nelle tavole che seguono sono stati riportati sulla sintesi valutativa della componente paesistico-ambientale, su quella

25

VALSAT

della vulnerabilità e su quella della potenzialità archeologica del territorio le perimetrazioni degli ambiti per nuovi insediamenti residenziali (che nell’adeguamento del PRG in Piano strutturale comunale sono stati riclassificati A12) e degli ambiti per nuovi insediamenti produttivi e terziari (riclassificati A13), per verificare la presenza di limiti assoluti o parziali alla trasformazione degli ambiti. Rispetto alle Tutele paesistiche ed ambientali, la cartografia di valutazione predisposta “Limiti alle trasformazioni urbanistiche per tutele paesistiche ed ambientali” riclassifica le tutele ambientali, naturali e paesistiche della cartografia di PSC a seconda delle prescrizioni che tali vincoli comportano rispetto alla localizzazione di nuovi insediamenti. Il “vincolo assoluto alla previsione di nuovi insediamenti” è costituito dalle zone caratterizzate da instabilità (art.27 PTCP)), dagli alvei fluviali e dalle zone esondabili (artt.17a e 18 PTCP), aree ad elevata probabilità di esondazione (art.3 Piano Stralcio di Bacino per il Rischio idrogeologico); dai calanchi (art. 20A PTCP), dalle aree di tutela naturalistica (art. 25 PTCP); nessun ambito di nuova previsione ricade entro vincoli di natura assoluta. Gli elementi rispetto a cui prestare attenzione sono costituiti dalla Tutela della struttura centuriata e Tutela degli elementi della centuriazione (art. 21B PTCP) che sono stati riclassificati come “vincolo all’insediamento condizionato al rispetto della struttura centuriata” e in cui ricadono gran parte degli ambiti produttivi a carattere artigianale e terziario e degli ambiti per nuovi insediamenti residenziali. Tra i “vincoli ai nuovi insediamenti condizionati a verifiche idrogeologiche” rientrano il limite fluviale morfologico (art. 17b PTCP) e le aree a moderata probabilità di esondazione (art. 4 Piano stralcio di Bacino), mentre il “vincolo all’insediamento condizionato alla tipologia urbanistico-edilizia” coincide con le zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 19 PTCP). Nella tavola dei “Limiti alle trasformazioni urbanistiche per vulnerabilità e dissesto”, la valutazione ha distinto 4 zone caratterizzate da vulnerabilità e dissesto (elevata, medio-alta, bassa, nulla) e ha individuato in aggiunta il perimetro delle zone con limitazioni per gli insediamenti produttivi coincidente con le aree di ricarica degli acquiferi sotterranei. Da segnalare la presenza di alcuni nuovi ambiti anche nelle zone ad elevata vulnerabilità e la localizzazione di insediamenti di tipo produttivo nelle zone di ricarica degli acquiferi. La tavola “Limiti alle trasformazioni urbanistiche per tutele archeologiche” suddivide il territorio comunale in aree di accertata e rilevante consistenza archeologica, in aree di concentrazione di materiali archeologici o di segnalazione di rinvenimenti, in vincoli all’insediamento condizionato alla potenzialità archeologica del territorio e in zone caratterizzate da assenza di vincoli. Da questa valutazione non emergono particolari criticità ma solamente livelli di attenzione da verificare nella successiva fase di attuazione.

26

VALSAT

2.3 Le valutazioni sul sistema socio-economico e infrastrutturale e gli obiettivi di

sviluppo del sistema insediativo La definizione delle principali polarità territoriali di Forlì è stata portata avanti attraverso uno specifico studio sulle componenti socio-economiche del territorio "Il sistema delle relazioni economico-territoriali nell'area forlivese". A partire da un'analisi dei punti di forza e di debolezza della realtà socio-economica di Forlì è stata delineata un'ipotesi di sviluppo futuro, poi assunta e ulteriormente articolata dal Piano Regolatore Generale. L'ipotesi è di dividere la città per poli di attrazione, ognuno caratterizzato da una particolare vocazione. I quattro poli sono:

1) II polo logistico e produttivo; 2) II polo dell' innovazione tecnologica; 3) II polo di interfaccia territoriale; 4) II polo delle relazioni: la polis.

“La piattaforma logistica è ipotizzata nella attuale zona industriale di Villa Selva. La sua posizione geografica è particolarmente felice soprattutto in virtù delle potenzialità di crescita. A ciò si deve aggiungere le sua vicinanza all'aeroporto, anche se occorre migliorare gli attuali collegamenti, e l'ipotesi di costruzione del nuovo scalo ferroviario. Per di più, un'eventualità non remota è riferita alla possibile apertura di un ulteriore casello autostradale che convoglierebbe il traffico su gomma direttamente dentro la piattaforma. Inoltre, attraverso un'analisi sui flussi di traffico, uno stretto collegamento con il porto di Ravenna appare possibile e funzionale. La piattaforma logistica o "distretto logistico" (…) deve creare dinamica industriale, movimento delle merci, contatti, possibilità logistiche sia di spedizione delle merci che di arrivo di materie da trasformare nel processo lavorativo. La parte della produzione e della logistica necessitano uno stretto contatto e un coordinamento reciproco. Pertanto questa polarizzazione dovrà possedere, oltre agli sportelli bancari, dei locali di ristorazione (bar, mense) un ufficio preposto unicamente all'interfaccia tra la pubblica amministrazione e l'impresa, studi di commercialisti, uffici di consulenza, ed un punto operativo ed informativo per gestire la comunicazione informatica a rete delle imprese. Sarebbe anche utile informarsi in merito a "chi produce cosa" nel tentativo di realizzare delle collaborazioni produttive o piccoli "cluster" all'interno della piattaforma. In questo senso la piattaforma non dovrebbe essere intesa dall'imprenditore soltanto come un luogo fisico dove, per motivi meramente infrastrutturali, localizzare la propria impresa. È necessario ricreare, seppur in senso più moderno, una atmosfera industriale, una percezione della dinamica, che spinga l'imprenditore a discutere, ricercare nuove strade e possibilità, insomma la piattaforma dovrebbe stimolare anche l'innovazione. La funzione manifesta di questo dinamismo è affidata alla parte logistica. Essa deve sostituire una visione "efficientistica" unicamente basata sulla riduzione dei costi con una visione strategica della logistica. Una logistica articolata e moderna non è

27

VALSAT

solo tesa a ricercare "economie di scala" nella gestione dei trasporti. Essa articola trasporti su gomma, rotaia ed aria combinandoli secondo le esigenze e le convenienze che possono mutare caso per caso. La piattaforma logistica ha la necessità di stabilire una serie di relazioni e di accordi che le permettano di possedere un'articolazione a livello europeo fino a giungere allo standard desiderato della consegna di qualsiasi mercé in 72 ore in tutto il mondo. Le nuove modalità di produzione, quali il just in time, rendono sempre più necessaria una rapidità ed un rispetto dei tempi di consegna eccellenti. II polo della tecnologia e dell'innovazione è situato in prossimità della zona aeroportuale. L'aeroporto, così come la scuola sulla sicurezza del volo ad esso collegata è foriero di attività innovative. All'interno della zona aeroportuale si trovano due realtà per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico quali ISAerS e BIC. Inoltre, praticamente in continuità con l'aeroporto, sono collegate le nuove sedi dei diplomi universitari di ingegneria meccanica ed ingegneria aerospaziale. Futuri centri di ricerca sulla tecnologia e l'innovazione, nati dalla costola di ingegneria, devono trovare la loro collocazione in questo spazio. (…) Il nostro territorio è caratterizzato da piccole imprese, pertanto una priorità fondamentale del polo tecnologico dovrà essere quella di "integratore" tra la ricerca scientifica e la sua applicazione anche nella piccola e media impresa. II polo di interfaccia territoriale è situato nella zona che gravita intorno al complesso fieristico. (…) La fiera non deve soltanto svolgere la funzione di "fare conoscere" ciò che il nostro territorio produce, ma anche la funzione inversa, ovvero portare a conoscenza delle vocazioni territoriali ciò che avviene all'esterno e che, qualora fosse assimilato nel nostro tessuto produttivo, potrebbe essere foriero di vantaggi competitivi. Infine, il quarto polo è quello delle relazioni. Esso è situato in prossimità del centro della città. Il polo delle relazioni rappresenta la "polis" della città. Gli attori territoriali che partecipano al processo di sviluppo territoriale devono essere concentrati all'interno del polo delle relazioni. Naturalmente laddove esistono delle vocazioni specifiche che possono essere attratte all'interno degli altri tre poli l'attività deve seguire la vocazione specifica."

Nel corso della prima fase di definizione delle linee-guida della Variante al PRG si è deciso di anticipare rispetto alle scelte del PRG un’analisi su “Le trasformazioni urbane connesse alla riqualificazione del sistema delle aree complesse”, che fornisse un inquadramento del problema della riqualificazione/trasformazione urbana all’interno di tessuti consolidati nel contesto della pianificazione urbanistica forlivese e valutasse attraverso opportuni strumenti di previsione le principali conseguenze indotte dalle trasformazioni urbanistiche ipotizzate. Obiettivo del lavoro è stato di delineare in termini di “scenari di intervento” ipotetici e di larga massima un quadro di risposte coerenti al tema del riuso di alcune principali “aree complesse”, e valutarne gli esiti da alcuni punti di vista fondamentali:

28

VALSAT

- la tipologia delle funzioni presenti, - le scelte infrastrutturali e di disegno urbano, - la quantificazione di massima degli effetti sul traffico.

Lo studio formula un’ipotesi urbanistica di riorganizzazione del sistema urbano nella zona centrale attraverso l’inserimento di funzioni ad elevato rango e forte attrattività nella fascia di maggiore accessibilità interurbana a cavallo della ferrovia, costruendo uno scenario ipotetico di intervento rispetto a cui vengono calcolati i carichi urbanistici parziali e complessivi indotti (abitanti, utenti), e successivamente viene calcolato - come indicatore dell’intensità d’uso del territorio - il numero di spostamenti su auto privata generati nel giorno medio e nelle ore di punta. A tale scenario ipotetico se ne aggiunge un secondo costituito dai due interventi (Aree ex Mangelli e Bartoletti) sui quali era già stato elaborato e presentato un progetto di intervento. Vengono infine valutate le conseguenze degli scenari: in termini di quote di fabbisogni assorbibili rispetto al dimensionamento del futuro PRG e, più in specifico, sul sistema della mobilità urbana. Lo studio fornisce una valutazione previsionale degli incrementi di traffico sulla rete stradale conseguenti ai due scenari di intervento, da rapportare agli intensi flussi rilevati nelle ore di punta nella situazione attuale; viene inoltre valutata l’entità dei benefici - in termini di riduzione dei flussi di traffico - conseguenti alla realizzazione dei principali interventi infrastrutturali (asse di arroccamento - tangenziale est - tangenziale ovest). Il carico urbanistico, che permette di valutare l’entità anche di altri effetti ambientali quali l’inquinamento acustico ed atmosferico e gli impatti sulle altre urbanizzazioni, ritenuti ad esso direttamente proporzionali, è stato calcolato sulla base di una serie di parametri insediativi ricavati da dati Istat e studi specializzati sulla realtà locale, riferiti a ciascuna delle attività che verranno insediate nei tre ambiti di trasformazione. Per quanto riguarda le variabili riferite alla situazione forlivese sono stati assunti i seguenti parametri: - residenza: 2,5 componenti per famiglia (valore medio al 1996), composta

ipoteticamente al 50% da occupati, al 40% da non occupati e al 10% da studenti; - attività direzionali e terziario specializzato e diffuso: 1 addetto per 50 mq di Sul, 1

utente per 50 mq di Sul per giorno medio; - attività commerciali (negozi e centri commerciali): 1 addetto per 40 mq di Sul, 1

utente per 2 mq di Sul per giorno medio; - attività ricreative: 1 addetto per 100 mq di Sul, 1 utente per 10 mq di Sul; - attività di tipo sanitario: 1 addetto per posto letto, 1 utente per posto letto; - attività varie di servizio pubblico: 1 addetto per 100 mq di Sul, 1 utente per 10 mq di

Sul. I dati sul traffico presunto sono stati dedotti dallo studio “Analisi sull’accessibilità e sugli effetti indotti da nuovi poli insediativi nell’area ex Mangelli ed exBartoletti in un quadro

29

VALSAT

prospettico di sviluppo della città e del suo sistema infrastrutturale” redatto dalla società incaricata della predisposizione del nuovo Piano Urbano del Traffico (Put) di Forlì10. La coincidenza tra la redazione del Piano Urbano del Traffico e la redazione del nuovo Piano regolatore e successivamente del Programma per la riqualificazione urbana e lo sviluppo sostenibile del territorio, ha permesso di ottenere con precisione i dati sul traffico per gli scenari insediativi ipotizzati. Nello studio la domanda di mobilità è stata quantificata sulla base dei traffici generati dalle previsioni urbanistiche per un giorno feriale medio, ulteriormente elaborata attraverso l’applicazione di opportuni parametri, per definire con precisione l’entità dei traffici per mezzo di trasporto, per le ora di punta tipo (ore 7.30 – 8.30 per il mattino e 17.30-18.30 per la sera). La scelta modale del mezzo di trasporto da parte degli utenti è stata ricavata dai dati del Censimento Istat 1991, ricalibrato per tenere conto dell’andamento della motorizzazione e delle variazioni dell’utenza del trasporto pubblico dal 1991 al 1996. Gli esiti di tali simulazioni e valutazioni previsionali hanno fortemente interagito con le scelte di PRG contribuendo sia alla ridefinizione delle proposte iniziali dei Piani urbanistici attuativi di iniziativa privata delle aree in oggetto per calibrarli e contestualizzarli meglio nel contesto socio-economico e territoriale forlivese, sia alla definizione delle scelte insediative ed infrastrutturali strategiche del Piano. 2.4 Le valutazioni sul sistema naturale e rurale e il progetto di valorizzazione dei corridoi ecologici

In un territorio ristretto come quello comunale sono presenti suoli con caratteristiche differenti, che ne condizionano la vocazionalità in termini di ordinamenti colturali. la suddivisione in ambiti del territorio rurale ai sensi degli artt. A17, A18, A19, A20 effettuata nella tavola 1 del PSC “Sistema territoriale” ai sensi della nuova legge urbanistica regionale è stata possibile grazie ad una impostazione del PRG che già assumeva per il territorio agricolo politiche differenziate in ragione delle vocazioni dei suoli. Nello specifico "Studio di settore riguardante l'attività agricola e il sistema agroalimentare", viene precisato che "tali caratteristiche sono fortemente influenzate dalle attuali e passate utilizzazioni, con i relativi investimenti di lavoro e capitale. Illuminante, a questo riguardo, è l’effetto degli interventi di bonifica e delle sistemazioni idrauliche sulle dinamiche evolutive del suolo nel territorio comunale”. I suoli sono descritti a partire dalla impostazione della scienza pedologica, come corpi naturali che interagiscono con gli interventi umani e con altri fattori ambientali come la conformazione del rilievo, la dinamica geomorfologica e idrologica, il substrato litologico, il clima, la vegetazione.

10 Centro Studi Traffico (1997), Forlì.

30

VALSAT

Si ottiene una carta delle aree rurali, individuata su base pedologica, che vuole essere il supporto per la pianificazione del territorio rurale, a partire dalla collaborazione tra gli specialisti di discipline diverse (quali pedologi, idrogeologi agronomi, economisti, urbanisti, paesaggisti), in modo da valutare gli usi competitivi e sostenibili dei suoli. La base informativa è costituita dalla carta dei suoli, disponibile in scala 1:50.000 per il territorio di pianura e in scala 1:250.000 per il territorio collinare, prodotta dalla Regione Emilia-Romagna. I diversi tipi di suolo sono descritti, per l'area di pianura, nel "Catalogo regionale dei tipi di suolo - Pianura Emiliano-Romagnola"; per i suoli di collina il riferimento è il “Catalogo regionale dei principali tipi di suolo agricoli di collina e montagna". Nello "Studio di settore sul sistema del verde" viene anticipata la problematica delle reti ecologiche, analizzando il grado di connettività e di circuitazione delle aree verdi e dei biotopi presenti al 1999 nel territorio comunale e proponendo soluzioni progettuali in grado di contrastare la frammentazione esistente. Tale studio viene più dettagliatamente descritto nella terza parte del testo, poiché ne vengono assunti i principali indicatori nelle matrici di impatto e riportate le conseguenti valutazioni. Infine, il “Piano-programma di riqualificazione ambientale dell’area di Carpena-Magliano” analizza nel dettaglio la situazione naturalistica (classificazione dell’area, flora, fauna, con approfondimenti sull’avifauna) della zona di Magliano, che si presenta come un vasto comparto di oltre 100 ha che richiede un intervento di ricomposizione ambientale e paesaggistico unitario. Tale area caratterizzata da numerose zone di attività estrattiva, con scavi caotici ed accumuli di materiale attualmente appare più ordinata, a parte alcune aree della zona SA.PI.FO. e S.G.S. La presenza inoltre di attività non compatibili con la destinazione di uso dell'area, come l'impianto di sabbiatura industriale, richiede una sua delocalizzazione con recupero ed eventuale bonifica ambientale. A fronte di una tale situazione riscontrata, e alla luce delle caratteristiche vegetazionali e naturalistiche presenti, gli obiettivi del Piano-programma possono essere così sintetizzati: • Conservazione degli ambiti di maggiore naturalità (zone umide, boschi igrofili ecc.). • Recupero ambientale e restauro paesaggistico delle aree interessate da attività estrattiva. • Collegamento a rete dei biotopi e realizzazione di connessioni vegetate verso gli elementi di rilievo del verde territoriale (bosco di Farrazzano, Riserva Naturale di Scardavilla). • Valorizzazione e fruizione secondo criteri di sostenibilità.

31

VALSAT

PARTE TERZA La matrice e gli indicatori per la valutazione in itinere degli impatti generati dalle componenti del piano 3.1 La costruzione della matrice di valutazione Le analisi multicriteriali (o multiattributo) 11 permettono di effettuare una scelta tra I alternative finite i1, i2, .., in, che vengono valutate rispetto ad un numero finito di criteri (o attributi) j1, j2, …jn, per i quali ciascuna alternativa presenta un certo valore eij denominato punteggio. La matrice di valutazione E, di ordine I x J, contiene tutti i punteggi attribuibili alle alternative. Questi possono essere di tipo quantitativo (cardinale), qualitativo (ordinale) o misto, a seconda della natura dei criteri considerati e della scala di misura utilizzata per la loro valutazione. La struttura metodologica di questo tipo di valutazioni è riconducibile ad un triplice livello: - descrizione; - analisi; - valutazione. La fase descrittiva è articolata in sotto fasi che vanno dalla descrizione del progetto (finalità che si vogliono conseguire, tipo di attività da insediare, etc.), alla descrizione del sistema urbano o territoriale in cui si vuole intervenire prima e dopo la realizzazione del progetto, alla descrizione delle opzioni o alternative di progetto. La fase analitica prevede la costruzione di una matrice degli effetti ed una matrice degli impatti. Per l’analisi degli effetti, intesi come i cambiamenti fisici e naturali direttamente o indirettamente conseguenti dall’intervento di trasformazione, è importante definire l’unità di misura e la dimensione. Le scale di misura possono essere ricondotte a quella cardinale, a quella ordinale e a quella ad intervalli. La scala cardinale ha essenzialmente due requisiti: l’esistenza di un’unità di misura e la presenza di un punto zero corrispondente all’assenza della proprietà studiata.

11 La letteratura sui metodi e le tecniche di Analisi multicriteriale è vasta. Tra gli altri si citano, come riferimenti rispetto alla metodologia seguita nella sperimentazione, Saaty (1980), Voogdt (1983), Roy (1985), Zeppetella et al. (1992), Fusco Girard e Nijkamp (1997).

32

VALSAT

Con questo metodo di misurazione l’ammontare della proprietà x posseduta da un oggetto è confrontato con l’unità di misura della stessa proprietà e l’esito del confronto è un numero reale. Quando invece una caratteristica varia non per singole unità, ma all’interno di un continuum, è opportuno utilizzare una scala ad intervalli, che divide quel continuum in un certo numero di parti uguali (intervalli). Si ha invece un livello ordinale quando, in assenza di unità di misura, l’ammontare della proprietà x posseduta dal bene A è confrontato con l’ammontare della stessa proprietà posseduta dal bene B e l’esito del confronto è un giudizio di maggiore/uguale/minore12. Il percorso metodologico Il processo di valutazione, piuttosto che ad indicare quale alternativa di progetto sia preferibile dandosi il caso di una valutazione a posteriori su un PRG già approvato, è finalizzato a misurare gli impatti del sistema insediativo esistente e di progetto sul sistema naturale ed ambientale - cioè il carico urbanistico, sociale ed ambientale derivante dalla realizzazione della proposta di progetto - e ad esplicitare in termini numerici, e quindi facilmente comunicabili, tali differenze. Il sistema di valutazione è articolato nei seguenti passaggi: a) la descrizione delle componenti di progetto; b) la scelta dei criteri di valutazione degli impatti; c) la costruzione degli indicatori per la misurazione degli impatti; d) il calcolo dei valori per ogni criterio e componente di progetto; e) la definizione delle soglie per valutare lo scostamento in negativo o in positivo

rispetto a tela valore di riferimento; f) la indicazione delle misure di mitigazione proposte per minimizzare gli impatti. La prima fase della procedura consiste nella descrizione delle componenti di progetto, per la quale si rimanda nel dettaglio al paragrafo successivo. La seconda fase consiste nella definizione dei criteri di valutazione. Nella pianificazione urbana e territoriale i criteri da perseguire derivano dalla gerarchizzazione degli obiettivi, che evidenzia che gli interventi previsti nel Piano agiscono direttamente su tre sistemi: il sistema socio-economico, il sistema ambientale e naturale, il sistema territoriale (articolato nei sottosistemi insediativo e della mobilità)13. Questi criteri vengono articolati in sottocriteri più specifici, da cui discendono gli indicatori per la stima degli impatti generati dagli interventi di progetto, riportati nell’Appendice A. Gli impatti generati dalle componenti di progetto si valutano al tempo T1 (2014) in cui in cui si ipotizza che gli interventi previsti dal Piano trovino quasi compiuta attuazione e,

12 Marradi A. 1987, Concetti e metodi per la ricerca sociale, La Giuntina, Firenze. 13 In questa fase della sperimentazione vengono analizzati solo gli effetti diretti per ridurre la complessità della valutazione e permetterne la condivisione da parte degli enti e dei soggetti coinvolti nel processo decisionale rispetto ad un numero di ridotto di indicatori. La valutazione anche degli effetti indiretti generati dalle azioni di piano è prevista durante l'implementazione del piano con il monitoraggio.

33

VALSAT

per ogni criterio proposto, si confronta la variazione introdotta dal progetto di Piano rispetto allo stato di fatto al 1999 data di predisposizione del Piano (ovvero in assenza di dati al 2004 anno di predisposizione della ValSAT), come deriva dalle analisi di Quadro conoscitivo. La componente demografica e quella produttiva vengono valutate in termini abitanti e addetti insediabili generati dagli ambiti di trasformazione/riqualificazione, confrontandole con le soglie massime stabilite dal PTCP adottato a luglio 2005. Per le funzioni residenziali gli abitanti insediabili sono stimati ipotizzando: - un coefficiente pari a 2,19 componenti il nucleo familiare (stimato al 2014) per 120 mq di Superficie utile complessiva (Sc); - un coefficiente di attuazione del Piano pari all’85% della capacità insediativa proposta; - un coefficiente di occupazione pari al 92%. Per le attività economiche gli addetti insediabili sono stimati moltiplicando le superfici utili totali (St) previste distinte per funzione, per opportuni coefficienti parametrici ottenuti dalla stima dell’ISTAT della superficie per addetto e per tipologia di attività, per opportuni coefficienti di occupazione e di attuazione desunti dall’analisi sullo stato di attuazione del precedente PRG come riportato negli Allegati “Dimensionamento del Piano” e “Un quadro delle conoscenze”. In assenza di appositi modelli di simulazione in grado di stimare gli impatti derivanti dall'attività antropica sul traffico veicolare e sulla congestione da traffico, sono state aggiornate le simulazioni effettuate dal Centro Studi sul Traffico con opportuni coefficienti di aumento del traffico desunti dal PTCP 2005 (su base PTR) per i periodi 2005 – 2010 e 2011 – 2014. Il dimensionamento residenziale è alla base delle simulazioni di ValSAT come base rispetto a cui valutare l’incidenza degli impatti generati sui settori sensibili, in particolare il settore ambientale, naturale e infrastrutturale. Per valutare le situazioni di criticità sono state costruite funzioni obiettivo, espresse come massimizzare, minimizzare oppure, ove possibile, tendere al raggiungimento (o non superamento) di un determinato valore definito "target". Questi, cioè le soglie limite da non superare o da raggiungere, vengono definiti in parte sulla scorta dell’assetto normativo vigente (leggi e regolamenti comunitari, nazionali e regionali), in parte assumendo quelli proposti nell’Allegato A del PTCP. Nell’ Appendice A è riportata la descrizione e la definizione operativa di ogni indicatore utilizzato nella matrice di ValSAT, mentre gli ulteriori indicatori da utilizzare per il monitoraggio sono elencati nel nell’Appendice B. Nella matrice di valutazione sono riportati i valori per gli impatti generati dalle azioni di Piano. Questi valori, disomogenei perché espressi in unità di misura differenti (addetti, superfici, percentuali, etc.), non necessitano di essere standardizzati, cioè trasformati in numeri adimensionali compresi tra 0 e 1 in quanto non devono essere confrontati tra loro in modo sincronico, ma devono essere valutati ad uno ad uno rispetto al loro

34

VALSAT

andamento temporale ovvero come scostamento dal target. Le cartografie di ValSAT (scenari allo stato di fatto e di progetto) integrano gli esiti delle simulazioni effettuate. Di seguito si riportano, per ogni sistema considerato, i sistemi e i settori sensibili su cui incidono le componenti di progetto del Piano. Gli indicatori riportati per misurare i rispettivi impatti sono definiti operativamente nei paragrafi che seguono, assieme ai conteggi dei valori per la costruzione delle matrici di impatto.

35

VALSAT

3.2 LE PRINCIPALI COMPONENTI DEL PIANO GENERATRICI DI IMPATTO 3.2.1 LA POPOLAZIONE E LE ESPANSIONI RESIDENZIALI Il dimensionamento della domanda abitativa è uno dei temi che sta alla base delle scelte della Variante generale al PRG di Forlì. Per arrivare ad un dimensionamento della domanda abitativa primaria il più possibile solido e attendibile è stata analizzata nel dettaglio la situazione demografica del territorio forlivese ed è stato predisposto un modello di proiezione demografica basato su coorti quinquennali. Nella “Variante di anticipazione e progetto di PRG del 1999” lo sviluppo del modello di proiezione demografica, avente come base i dati comunali al giugno 1998 (con flussi migratori aggiornati a fine 1997), forniva i seguenti risultati:

Residenti Resid. in fam.

Famiglie Dimens. fam.

Differ. famiglie

1998 107.314 106.520 42.844 2,486 -2003 106.088 105.294 44.725 2,354 1.8812008 104.429 103.635 45.941 2,256 3.0972013 101.910 101.116 46.780 2,162 3.936

Nell’orizzonte temporale dei quindici anni le famiglie aggiuntive attese erano quindi stimate in 3.936 unità. A più di un anno di distanza dalla prima previsione, nella “Variante Generale adottata nel 2000”, si è ritenuto opportuno aggiornare la proiezione precedentemente svolta. Si è quindi operato una verifica sulla dinamica del numero delle famiglie aggiuntive. Tale ricomputazione si rendeva necessaria soprattutto in considerazione del fatto che la dinamica attesa di discesa della dimensione media famigliare era molto più accentuata nel quinquennio iniziale 1998-2003 (da 2,486 a 2,354, pari a -0,132) che nei quinquenni successivi (nell’ordine -0,098 e -0,094)14. Al 2002 il dimensionamento abitativo della Variante generale è stato aggiornato a complessive 5.814 abitazioni. Nel 2004, in seguito a successivi aggiustamenti ed integrazioni del Piano, è stata aggiunta una ulteriore quota di abitazioni per complessivi 5.968 alloggi, con un incremento pari all’1% tale da non inficiare il dimensionamento previsto.

14 La continua diminuzione del numero di componenti famigliari è un fenomeno diffuso in tutta Italia. La curva che rappresenta tale fenomeno descrive una discesa accentuata nel breve periodo per progressivamente diminuire di inclinazione nel lungo periodo.

36

VALSAT

SUP.TERR S.F. TOTALE S.c. RESID. S.t. SERV.[F] - [G] ALLOGGI CONV.

A.D.F. - AMBITI DI RICOMPOSIZIONE E RIDISEGNO NELLE FRAZIONI 368.992 172.818 50.349 6.303 420

CARPENA 46.766 22.214 5.662 - 47 CARPINELLO 47.899 11.609 1.970 6.303 16 RONCADELLO 34.734 18.225 4.820 - 40 SAN LORENZO 52.467 26.341 6.315 - 53 VILLAFRANCA 49.334 22.875 7.192 - 60 VILLAGRAPPA 65.536 30.290 9.623 - 80 VILLANOVA 72.256 41.324 14.767 - 123 A.D.U. - AMBITI DI RICOMPOSIZIONE E RIDISEGNO URBANO 842.322 266.256 84.678 3.970 706

P.I. - PROGETTI INTEGRATI DI RIQUALIFICAZIONE DEI "VUOTI URBANI" 545.283 134.464 13.012 6.136 108

A.C. - AREE COMPLESSE - RIQUALIFICAZIONE URBANA (*) 738.991 112.869 114.238 17.538 977

P.A. - POLO DI PIEVEACQUEDOTTO 473.016 201.302 - 31.698 -

P.T. - POLO TECNOLOGICO AERONAUTICO 334.569 135.536 - 6.300 -

H - POLO OSPEDALIERO 155.699 58.057 - 6.641 -

Z.N.I. - ZONE DI NUOVO INSEDIAMENTO 1.515.646 487.512 191.154 15.149 1.670

AREA CENTRALE 913.011 290.213 112.577 15.149 1.015

CARPENA 62.390 20.617 7.711 - 64

CARPINELLO 242.787 84.035 30.417 - 253 RONCADELLO 131.547 30.527 13.737 - 114 SAN LORENZO 17.064 4.697 2.004 - 17 VILLAFRANCA 47.362 15.709 7.070 - 59 VILLAGRAPPA 91.954 37.003 15.633 - 130 VILLANOVA 9.531 4.711 2.005 - 17 TOTALE AMBITI DI TRASFORMAZIONE 4.974.518 1.568.814 453.431 93.735 3.885 Zone confermate da PRG 1988 1.048 Attività residenziale da recupero edilizio 1.035TOTALE 4.974.518 1.568.814 453.431 93.735 5.968Fonte: rielaborazione da: Variante Generale al Piano Regolatore Generale - Dimensionamento del Piano – Sintesi dei dati urbanistici

37

VALSAT

3.2.2. GLI AMBITI PRODUTTIVI E I POLI FUNZIONALI Nella Variante generale al PRG di Forlì sono previste nuove potenzialità di insediamento per attività produttive pari a 1.377.878 mq di SUL (per le zone confermate dal PRG 1998) o di Superficie totale (per le altre previsioni), come articolato in tab.3.2.2.a. Tab. 3.2.2.a – Le previsioni per gli insediamenti produttivi

Sup. terr Ut Sup. totale (o S.U.L)

Zone confermate da Prg 1988 1.426.032 0,443 631.732

Zone produttive di nuovo insediamento 1.368.827 0,40 547.531

Attività produttive del ciclo agroalimentare

472.709 0,30 181.381

Ambiti di trasformazione 43.085 17.234

TOTALE 1.377.878

Fonte: Variante Generale al Piano Regolatore Generale – Dimensionamento del Piano (luglio 2002)

La capacità insediativa è fornita per il 43% delle previsioni confermate del PRG 1988. Nel Piano sono previste nuove potenzialità di insediamento per attività terziarie pari a 786.529 mq di Superficie totale. La capacità insediativa è fornita per il 67,5% dalle nuove previsioni della Variante, mentre le previsioni del PRG 1988, pur essendo in gran parte non attuate, sono confermate per una quota che rappresenta il 32,5% dell’offerta insediativa globale. Tab. 3.2.2.b – Le previsioni per le attività terziarie e miste

Sup. terr Ut Sup. totale (o S.U.L)

Zone confermate da Prg 1988 639.933 0,40 255.973

Zone terziarie di espansione 331.059 0,40 132.423

Zone di nuovo insediamento 42.095 16.838

Ambiti di trasformazione 953.237 381.295

TOTALE 786.529

Fonte: Variante Generale al Piano Regolatore Generale – Dimensionamento del Piano (luglio 2002)

“Al di là del dato quantitativo sulle aree produttive, le scelte più rilevanti del PRG riguardano le zone speciali di riorganizzazione delle polarità territoriali del sistema economico, vale a dire il sistema insediativo di Pieve Acquedotto, il Polo Tecnologico Aeronautico, il Polo Ospedaliero.

38

VALSAT

La scelta del Piano è in questo campo chiara, e opposta rispetto a quella degli anni dello “sviluppo” disordinato: mentre in ambito urbanizzato si privilegia la riqualificazione, il riordino, e l’eventuale riconversione di attività non compatibili, si punta sulla formazione di un’armatura insediativa e infrastrutturale capace di costituire occasione di rafforzamento di alcune identità socioeconomiche del territorio, senza disperdere queste previsioni in teoriche opportunità insediative distribuite in modo equipotenziale sul territorio. Negli “ambiti di riorganizzazione dei poli insediativi” il PRG prevede, oltre alle specifiche azioni di completamento ed integrazione di sedi di attività economiche, l’attuazione attraverso azioni di coordinamento procedurale e operativo che l’Amministrazione dovrà promuovere e condurre d’intesa con i soggetti pubblici e privati coinvolti. Tali ambiti sono:

- il polo produttivo di Villa Selva - l’ambito di sviluppo delle funzioni produttive e di servizio nel settore agroalimentare - la zona integrata commerciale e artigianale da riqualificare (attuale insediamento

per commercio all’ingrosso e artigianato a nord dell’autostrada) - il Centro di Servizi alla produzione a Coriano - l’ambito di potenziamento di funzioni di servizio all’impresa a Coriano.

In tutti questi casi il Piano incentiva forme di riorganizzazione e qualificazione delle funzioni attraverso norme che rendono più agevoli le ristrutturazioni e i cambi d’uso, richiedendo tuttavia forme di coordinamento tra operatori e convenzionamento con l’Amministrazione, al fine di massimizzare gli esiti positivi di tali azioni”15. Il ruolo giocato dai poli funzionali nei settori socio-economici trainanti la società e l’economia locale che ne permettono la collocazione in un più ampio reticolo regionale richiede la definizione di precise politiche territoriali, anche in riferimento agli impatti sui sistemi della mobilità e ambientale generati dalla capacità attrattiva dei poli stessi. Le politiche vengono articolate sia in funzione della valenza strategica dei poli integrati o integrabili nel sistema economico territoriale regionale (quali l’università e la ricerca legata alla produzione, il sistema della logistica integrata gomma-ferro-aria, la vocazione termale e nautica), sia in funzione dell’ampio bacino di utenza e dei conseguenti impatti dei poli legati alla salute e alla fruizione delle strutture per il commercio e il tempo libero, spesso localizzati in contesti urbani già saturi, che richiedono miglioramento delle connessioni viarie, migliore compatibilità tra le funzioni insediate o insediabili e forme di mitigazione degli impatti. A partire dalle polarità individuate nello studio di settore "Il sistema delle relazioni economico-territoriali nell'area forlivese", in coerenza con la legge regionale art. A15 e con il PTCP, in fase di adeguamento vengono individuati i seguenti poli funzionali: - Campus Universitario; - Villa Selva quale Polarità Territoriale del Sistema Economico;

15 Relazione illustrativa della Variante Generale al PRG, 2000

39

VALSAT

- Polo tecnologico aeronautico; - Ospedale Pierantoni; - Aree di riqualificazione attorno alla Stazione Ferroviaria; - Piattaforma Logistica. A questi nel PSC si aggiungono il Parco Territoriale del Bidente (sulla base di uno specifico studio di settore sull'aree progetto di Carpena - Magliano) e il Parco Urbano e territoriale del Montone. 3.2.3 IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE E LOGISTICO La struttura viaria del comune di Forlì si è sviluppata su due direttrici ortogonali che si intersecano esternamente al centro storico, riconducibili la prima all’asse storico della via Emilia che ha costituito l’asse portante dello sviluppo della città fino ai viali di chiusura del centro storico; la seconda ad un asse nord sud posizionato in posizione decentrata rispetto al centro storico con caratteristiche disomogenee. Tale asse non si configura come un tracciato storico, ma si è generato dallo sviluppo della città lungo tale direttrice. La presenza di due barriere naturali (fiume Montone16 e fiume Ronco17) e due artificiali quali l’aeroporto a sud e la linea ferroviaria a nord hanno condizionato lo sviluppo urbano e costituiscono i principali ostacoli ai collegamenti fra le varie zone della città. La linea ferroviaria risulta attualmente sovra/sottopassata solo in cinque punti:

• Il sistema Ravegnana-Vespucci • Via Gramsci • Via Zangheri • Circonvallazione nord est • nuovo sottopasso in via Monte San Michele.

L’aeroporto, oltre ad aver costituito una barriera fisica allo sviluppo in direzione est della città, costituisce anche un taglio evidente della viabilità nord sud che è costretta a raccordarsi e lambirla ad est, tramite la via Bidentina, ed ad ovest, tramite l’asse Campo di Marte –Campo degli Svizzeri. La rete viaria principale è costituita inoltre dal sistema dei viali di circonvallazione del centro storico e della nuova circonvallazione est ovest assimilabile ad un IV CNR e protetta dalle immissioni con la viabilità minore da svincoli a livelli differenziati e dalla assenza dei passi carrai. La restante viabilità è caratterizzata da modeste caratteristiche funzionali dovute dalla presenza di una forte urbanizzazione sia

16 All’interno del centro abitato ci sono solo due ponti per l’attraversamento del fiume Montone, sulla via Bologna e sulla circonvallazione nord est; un ulteriore attraversamento è posto più a sud, al limite dell’urbanizzato in corrispondenza della via del Partigiano. 17 Il fiume Ronco, che segna comunque il limite est dell’urbanizzato del comune di Forlì , presenta anch’esso solo due attraversamenti in corrispondenza della Via Emilia e a nord della via Mattei; un ulteriore attraversamento, fuori dall’urbanizzato, lo ritroviamo a nord sulla via Cervese.

40

VALSAT

residenziale che commerciale e alle numerose immissioni di viabilità secondaria che rendono praticamente uniforme ed indifferenziata l’offerta viaria. “La Variante Generale al PRG di Forlì pone al centro delle proprie scelte l’obiettivo della creazione delle condizioni per una scelta di qualità nell’accessibilità territoriale, puntando su due scelte-base: • l’integrazione delle modalità di trasporto (auto private/autotrasporto pubblico delle

persone; ferrovia e autotrasporti su gomma per le merci; aerei per le persone e le merci): la creazione di un sistema di infrastrutture nella fascia est del territorio (connessione del polo industriale di Villa Selva a nord al nuovo casello autostradale e alla Cervese in direzione Ravenna, e a sud allo scalo di Forlimpopoli e alle attrezzature logistiche relative); collegamento ferrovia-aeroporto in sede propria, nuova sede dell’autotrasporto in prossimità del casello autostradale;

• il miglioramento dei collegamenti esterni al centro urbano e delle relazioni interne all’area urbana centrale: il disegno dell’anello tangenziale, con diverse caratteristiche tecniche nei vari tratti, che è diventata nella Variante Generale al PRG una infrastruttura al servizio dell’accessibilità urbana, assolvendo alla funzione di miglioramento delle relazioni interne all’area urbana.

I dati dei rilievi di traffico e le simulazioni degli effetti delle scelte infrastrutturali (studio condotto dal Centro studi Traffico) hanno concorso all’identificazione delle soluzioni e alla valutazione di efficacia delle scelte: gli obiettivi della qualificazione ambientale, della sicurezza, dell’eliminazione del traffico pesante dell’area urbana, della riduzione degli impatti paesaggistici e ambientali, sono stati il nucleo guida per il lavoro di pianificazione. Le principali infrastrutture di nuova previsione sono:

• Tangenziale est (classe III CNR) • Tangenziale nord (asse di arroccamento). adeguamento e nuova costruzione

(classe IV CNR); • Tangenziale sud (classe IV CNR); • Adeguamento Cervese (classe VI CNR). Ai lati della strada il PRG prevede due

fasce di m.10,00 da destinare a strade di servizio, piste ciclabili, sistemazioni a verde con alberature.

• Bidentina: adeguamento in sede alla classe VI CNR; varianti: classe IV CNR: • Strada da Villa Selva alla tangenziale est (classe V CNR).

Sono molto significative le innovazioni introdotte dalla Variante Generale al PRG sul versante della qualità, attraverso la sistematica previsione di spazi per piste ciclabili, percorsi pedonali, fasce verdi di protezione e mitigazione; la previsione di svincoli a rotatoria e di fasce di distacco dei fabbricati dal bordo della strada, che nel tempo concorreranno al miglioramento della sicurezza e della qualità ambientale in ambito urbano”18.

18 Relazione illustrativa della Variante Generale al PRG, 2000

41

VALSAT

Per quanto riguarda il sistema delle tangenziali la fase di attuazione è già ad un elevato livello di definizione con l’approvazione del progetto definitivo di molti lotti, la cantierizzazione dei primi lotti della tangenziale EST, e con l’avvio della procedura di appalto dell’asse di arroccamento. I primi due lotti della tangenziale Est si riferiscono al tratto di collegamento tra la via Decio Raggio e la via Golfarelli che permetterà di risolvere definitivamente la problematiche riscontrate lungo l’asse Campo degli Svizzeri – Campo di Marte- Gramsci – Bertini. La realizzazione della tangenziale ha l’obiettivo di limitare la congestione oltre all’incidentalità attualmente presente sulla viabilità ordinaria. Tale opera costituisce sicuramente un superamento delle criticità attualmente riscontrate nel PGTU.

Il sistema tangenziale di Forli (da Relazione generale del PGTU, marzo 2004)

La rete ciclabile attuale, pur essendo in più punti incompleta è realizzata prevalentemente sulle principali radiali di accesso al centro, in alcuni tratti dei viali e su alcuni asse della viabilità minore. Il potenziamento della rete ciclabile nel PRG e nel PGTU avviene attraverso il completamento delle piste ciclabili esistenti, la realizzazione di nuove piste tramite attuazione dei comparti edilizi previsti in PRG, la realizzazione di percorsi ciclabili.

42

VALSAT

Il completamento delle piste ciclabili esistenti mira a chiudere i percorsi attualmente incompleti lungo le principali radiali di ingresso al centro storico o dirette verso i principali poli attrattori quali ospedale, piscina e stazione. La realizzazione di nuovi itinerari ciclabili nasce dal raccordo delle piste previste nei PUA e nelle schede di assetto urbanistico degli ambiti di trasformazione. La realizzazione di percorsi ciclabili, caratterizzati da decisamente minori importi economici rispetto alla realizzazione di piste ciclabili, permetterà di concentrare gli sforzi soprattutto nei nodi critici dove si concentrano la maggior parte degli incidenti. In questa ottica vengono previsti complessivamente dal PGTU 20 nuovi attraversamenti pedonali protetti. 3.2.5 LE AREE DI VALORIZZAZIONE ECOLOGICA E NATURALE Le scelte del Piano per la creazione e la qualificazione delle aree verdi sono: • il completamento e potenziamento del parco urbano, con estensione per un tratto di

circa 2 km. lungo il fiume Rabbi; • la realizzazione del Parco territoriale del fiume Bidente, concepito come sistema di

aree protette e di aree attrezzate per attività compatibili con la tutela e riqualificazione ambientale, che si sviluppa per circa 6 km. a sud della frazione di Ronco, in coerenza con le indicazioni dello studio di settore per la riqualificazione ambientale dell’area;

• la qualificazione e il potenziamento dell’offerta di verde attrezzato all’interno delle aree urbanizzate del capoluogo e delle frazioni, attraverso una previsione articolata di parchi di quartiere (131,2 ha), giardini di quartiere e spazi attrezzati per il gioco e lo sport (115,7 ha), per una dotazione complessiva di oltre 50 mq. per abitante (oltre il doppio di quella attuale);

• la differenziazione del territorio rurale in ambiti che, sulla base di un diverso regime normativo, svolgono ruoli di protezione ambientale articolati in base alle caratteristiche ed alle relazioni con la città.

Più in dettaglio, si possono citare alcune scelte specifiche che qualificano il Piano in modo sostanziale per il rilievo strategico che attribuisce alle questioni ambientali, facendone un esempio di strumento in cui le logiche della pianificazione ambientale pervadono ogni livello delle scelte di assetto e di governo del territorio: • la serie di tavole delle Tutele e compatibilità ambientali che con una propria serie di

perimetrazioni e prescrizioni si sovrappongono alla zonizzazione classica, costituendo un secondo livello di lettura del territorio, contestuale a quello delle destinazioni d’uso e degli indici. I contenuti principali sono: la tutela fluviale; la tutela idrogeologica; la tutela paesaggistica; la tutela delle potenzialità archeologiche;

• il complesso di temi legati all’equilibrio idraulico e idrogeologico del territorio: il tema delle compensazioni idrauliche (vale a dire l’obbligo per gli interventi edilizi di

43

VALSAT

compensare il mancato apporto idraulico alla falda per effetto della impermeabilizzazione dei suoli); le prescrizioni relative alla valutazione delle condizioni idrogeologiche necessarie per le trasformazioni territoriali nelle situazioni classificate ad elevata vulnerabilità idrogeologica (a tutela del rischio di inquinamento per sversamento accidentale di sostanze inquinanti o perdita da reti fognarie); le prescrizioni per la tutela delle acque superficiali e sotterranee, in base alle diverse funzioni (residenziale sparsa, residenziale urbana, attività produttive);

• la promozione della qualità ecologica degli interventi edilizi; • le prescrizioni relative alla tutela degli elementi vegetazionali del paesaggio; i criteri

di progettazione del verde negli ambiti di trasformazione e nelle zone di nuovo insediamento; la previsione di piste ciclabili, percorsi e aree pedonali organicamente inseriti nel disegno delle schede di assetto urbanistico.

44

VALSAT

3.3 La valutazione degli impatti 3.3.1 GLI IMPATTI GENERATI SUL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO 3.3.1.1. Le previsioni di crescita demografica e l’offerta di alloggi per la popolazione Indicatori scelti e fonte dei dati La struttura e la distribuzione della popolazione viene analizzata attraverso i seguenti indicatori, di cui i primi due desunti dall’allegato A della ValSAT del PTCP e l’ultimo dal Bilancio ambientale 2005 del comune di Forlì:

- numero residenti complessivi e suddivisi per classi di età; - numero stranieri residenti complessivi e per suddivisi per classi di età (e

incidenza sul totale dei residenti); - numero famiglie residenti e componenti il nucleo familiare. - numero residenti in territorio extraurbano (e incidenza sul totale dei residenti);

La creazione di offerta insediativa alla popolazione viene indagata attraverso i seguenti indicatori:

- numero abitazioni esistenti/previste (totali e suddivise in occupate e non occupate);

- n. abitazioni occupate (e incidenza sul totale delle abitazioni); - n. abitazioni in territorio extraurbano (e incidenza sul totale delle abitazioni).

I dati sulla popolazione residente, sugli stranieri e sulle famiglie sono tratti al 2005 dai dati anagrafici agganciati alla toponomastica comunale e alla numerazione civica resi disponibili dal SITL di Forlì con espunzione dei dati sensibili (dati nominativi dei residenti, delle aziende, ecc.). Tale elaborazione permette la valutazione della popolazione suddivisa per classi di età e per localizzazione spaziale. La valutazione al 2014 dei dati demografici viene effettuata calcolando gli abitanti in forma parametrica attraverso gli alloggi previsti dal Piano, sulla base delle previsioni insediative per la residenza e per le altre maggiori polarità funzionali contenute nel Dimensionamento del Piano aggiornato a luglio 200219. Le componenti di progetto del PSC che incidono sul sistema sociale rispetto al criterio dell’offerta di abitazioni sono gli Ambiti per nuovi insediamenti residenziali A12 e gli Ambiti da riqualificare A11, in cui sono confluiti gli ambiti di trasformazione previsti dalla Variante Generale al Piano Regolatore Generale, quali gli Ambiti di ricomposizione e ridisegno urbano A.D.U., i Progetti integrati di riqualificazione dei “vuoti urbani” P.I., gli Ambiti di ricomposizione e ridisegno delle frazioni A.D.F., le Aree complesse di riqualificazione urbana A.C., le

19 Nella matrice di valutazione riportata in Appendice al presente documento vengono riportate sia la quantità di abitazioni previste nel Piano adottato nel 2000 che le lievi modifiche in incremento subite successivamente a seguito del mutato andamento demografico della popolazione a partire dal 1999, motivate nel Dimensionamento sopra menzionato.

45

VALSAT

Zone di nuovo insediamento Z.N.I. che ricadono sia nella città compatta che nelle frazioni. Per il comune di Forlì il dimensionamento residenziale complessivo in termini di abitanti insediabili viene stimato nei 10 anni pari a complessivi 117.700 residenti, con un incremento del 5,5% rispetto alla popolazione residente al 31/12/2004 (111.450). Il numero degli abitanti insediabili è stato stimato con la seguente formula:

Ab.ins (2015) = Ab.ins (1999) + alloggi previsti x k1 x k2 x k3; dove: k1 = coefficiente di attuazione del Piano, pari a 0,85, nell’ipotesi che la capacità teorica massima venga utilizzata fino all’85% del totale, in coerenza con quanto ipotizzato per il precedente Piano Regolatore nel Dimensionamento del Piano (maggio 2000); k2 = coefficiente di occupazione delle abitazioni, tenuto costante rispetto al XIV Censimento della Popolazione del 2001 e pari al 92,3%; k3 = composizione media del nucleo familiare, stimata al 2014 pari a 2,19, come da modello di regressione e in linea con l’andamento dell’ultimo decennio e quinquennio. Al 2014 la suddivisione in classi di età è stata effettuata riportando la stessa incidenza sul totale delle varie fasce d’età del 2005. I dati relativi alle abitazioni esistenti, occupate e non occupate derivano dal Censimento della popolazione e delle abitazioni ISTAT 2001. Tale dato è riferito al 2001 e storicamente è confrontabile con quello del precedente Censimento del 1991. Non è possibile stimare tale dato in proiezione futura. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto L’inversione di tendenza degli andamenti demografici avvenuta in provincia e nel comune di Forlì alla fine degli anni ’90 -che hanno continuato a registrare un forte aumento della popolazione e un arresto della diminuzione della dimensione del nucleo medio familiare in seguito alla ricongiunzione familiare della popolazione immigrata- comporta una revisione nella stima della popolazione residente entro il 2015 come riportata nel Dimensionamento del Piano. L’analisi del trend demografico negli ultimi 5 anni (periodo 1999 – 2004) e negli ultimi 10 anni (1994 – 2004) mostra un incremento rispettivamente di 4.000 e 3.000 abitanti, la cui media proiettata al 2014 porta ad un incremento di oltre 5.500 nuovi abitanti. Tale proiezione è coerente con la metodologia di stima degli abitanti insediabili descritta al punto precedente ed è in linea anche con le indicazioni del PTCP Nel Piano provinciale infatti si ritiene ammissibile, in un arco temporale di 20 anni, una crescita insediativa pari al 10% per i comuni di pianura. Per il comune di Forlì tale soglia del 10% come riportata nella ValSAT del PTCP è pari a 122.525 abitanti al 2025 (e verosimilmente pari a 117.023 abitanti al 2015, cioè con un incremento del 5% nei primi dieci anni rispetto ai 111.450 residenti al 31.12.2004).

46

VALSAT

Tab. 3.3.1.1.a – Trend demografico 1994 - 2004

1994 1999 2004 var 94-04 var 99-04 2014

Residenti 108488 107475 111495 3007 4020 117019

Schede di famiglia 42221 43159 46891 4670 3732 52958

Composizione nucleo familiare 2,57 2,49 2,37 -0,20 -0,12 2,15

Fonte: Elaborazione su dati Camera di Commercio di Forlì-Cesena

Rispetto al Dimensionamento della Variante Generale al PRG, la ValSAT conferma il trend previsto relativo alla composizione del nucleo medio familiare, stimato al 2014 pari a 2,19 in linea con l’andamento storico. Tab. 3.3.1.1.b – Residenti, alloggi e famiglie esistenti e di nuova previsione

Residenti al 1999

Residenti al 2005

Nuovi alloggi al2014

Nuove famiglie

1999 - 2014

Famiglie al

2014

Nuovi residenti insediabili

1999 - 2014 Residenti al

2014

AREA CENTRALE 88.075 91.852 4.607 3.603 39.945 7.890 95.965 CARPENA 1.748 1.823 141 110 702 242 1.990 CARPINELLO 5.103 5.322 342 267 2.115 585 5.689 RONCADELLO 3.025 3155 196 153 1.202 335 3.361 SAN LORENZO 1.688 1760 88 69 671 150 1.838 VILLAFRANCA 2.867 2990 151 118 1.092 258 3.125 VILLAGRAPPA 3.127 3261 267 208 1.296 456 3.583 VILLANOVA 1.842 1921 177 138 810 303 2.145 TOTALE 107.475 112.084 5.968 5.067 48.232 10.220 117.695 Fonte: Elaborazione su dati Anagrafe comunale e PRG 2001

Sulla base dei dati anagrafici agganciati alla numerazione civica informatizzata su base cartografica è stato possibile suddividere la popolazione residente nelle principali frazioni del comune. La previsione del 2014 è stata effettuata tramite sovrapposizione del perimetro delle principali frazioni (come aggregazione di quartieri) con le nuove previsioni insediative disposte dal Piano. La valutazione al 2005 e al 2015 è stata rappresentata cartograficamente nelle tavole Valsat – Distribuzione della popolazione nelle frazioni, stato di fatto al 2005 e stato di progetto al 2015. L’area centrale raccoglie quasi l’82% del totale della popolazione residente al 2005 (81,5% al 2015). Non sono stimabili al 2015 i residenti in territorio extraurbano (in case sparse fuori dal territorio urbanizzato: il valore di tale indicatore nel tempo sarà desumibile dal monitoraggio del Piano. Come riportato nell’Allegato A, dai dati censuari del 1991 al 2005 si è passati dal 9,4% all’11,2% della popolazione in territorio rurale, mentre i residenti nei centri frazionali sono scesi dall’8,7% nel 1991 al 7,7% nel 2005. La popolazione straniera è aumentata dal 1999 al 2004 da 1.534 unità a 6.423 (+4,3%), mentre la composizione del nucleo familiare è scesa da 2,49 a 2,37 ed è stimata in ulteriore riduzione al 2014 fino a 2,19 componenti.

47

VALSAT

I dati demografici non presentano in sé particolari criticità. In fase di monitoraggio sarà utile e necessario verificare l’andamento della popolazione residente in territorio extraurbano e l’incidenza sul totale delle classi di popolazione, soprattutto in età giovane ed anziana. Tali indicatori infatti possono rappresentare un elevato costo insediativo nel primo caso, qualora permanga o si aggravi la presenza di popolazione in case sparse nel territorio rurale (in contrasto con le indicazioni e gli indirizzi del Piano Territoriale Regionale e del PTCP), mentre nel secondo caso sono da mettere in relazione all’offerta di attrezzature e servizi sociali, differenziati per tipologia di utente. Per limitare la crescita insediativa nel territorio rurale il Piano diversifica le modalità di intervento. Se gli interventi esistenti sono costituiti da tessuti edilizi diffusi a sviluppo lineare, compatti o isolati in ambiti rurali (sottozona B4 art.84 delle NTA) valgono le seguenti prescrizioni: “Pressoché totalmente residenziale, questo tipo di tessuto urbanizzato entro il territorio rurale - che generalmente è stato edificato negli ultimi due decenni - non presenta particolari qualità, né architettoniche, né urbanistiche; in particolare dal punto di vista del rapporto con il territorio, rappresenta un momento estraneo al contesto, e comporta problemi funzionali di varia natura (reti tecnologiche, servizi, ecc.), pur fornendo tuttavia un buono standard qualitativo per la residenza privata, a bassa densità. Per tali zone il Piano definisce modalità di intervento tese ad arrestare il processo di crescita, consolidando il carattere residenziale, favorendo l'adeguamento delle strutture esistenti, secondo modalità congruenti con il contesto ambientale.” Diversamente in territorio rurale sono ammesse solamente nuove costruzioni residenziali funzionali alla produzione agricola, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze del coltivatore diretto ed, eventualmente, per le esigenze abitative dei familiari ad integrazione dell’edificio esistente o del nuovo intervento.

48

VALSAT

3.3.1.2. L'offerta di attrezzature pubbliche comunali e sovracomunali Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori proposti sono quelli di legge (mq per abitante teorico) e quelli indicati dal PTCP suddivisi a seconda della gerarchia territoriale. Per analizzare l’offerta quali-quantitativa di attrezzature pubbliche sovracomunali e comunali sono stati utilizzati i seguenti indicatori per tipologia di servizio:

- attrezzature pubbliche differenziate ai sensi previgente LR 47/48 (mq di superficie territoriale e mq/abitante teorico);

- popolazione servita da asili nido e scuole dell’obbligo; - numero posti letto in strutture ospedaliere (valore assoluto e incidenza della

popolazione servita da strutture ospedaliere su popolazione potenzialmente servibile);

- numero servizi sanitari di prevenzione e territoriali (valore assoluto e relativo per abitante residente);

- offerta di attrezzature culturali, sportive e ricreative (valore assoluto e relativo per abitante residente sulla base di opportuni parametri).

La valutazione dell’offerta di attrezzature pubbliche, sia comunali, afferenti al paniere degli standard urbanistici come definiti all’art. A-24 della Lr 20/00, sia sovracomunali, con un bacino di utenza costituito dalla popolazione residente nei comuni appartenenti all’Associazione della pianura forlivese (Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole), è stata desunta sia dalla verifica degli standard contenuta nell’elaborato “Dimensionamento del Piano (luglio 2002)” della Variante Generale del PRG sia dalle elaborazioni di ValSAT contenute nel PTCP relative alla dotazione qualitativa delle attrezzature sovracomunali ad abitante, verificandone la correttezza a livello locale. I dati sulle scuole e gli asili nido (iscritti, classi, alunni) sono tratti dal Bilancio Sociale 2004 del Comune di Forlì. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Il bilancio a livello comunale della dotazione di servizi e attrezzature nel Piano è stato articolato secondo le categorie previste dall’art. 3 del DM. 1444/1968 riferendosi agli abitanti teorici nei vani esistenti che a Forlì sono pari a 169.750. A fronte di una richiesta minima di 30 mq di aree per attrezzature e spazi collettivi (art. A24 LR. 20/2000), per un totale di 509,250 ha complessivi per il comune di Forlì, la disponibilità massima del Piano è pari a circa 766,573 ha, con un’eccedenza di circa 257 ha. In tab. 3.3.1.2.a sono messe a confronto le quantità per attrezzature pubbliche minime ai sensi della Legge urbanistica regionale e le dotazioni presenti e previste nel Piano.

49

VALSAT

Tab. 3.3.1.2 a– Verifica della dotazione comunale di attrezzature pubbliche ai sensi LR 47/78 Standard minimi di legge Dotazioni previste nel Piano

Superficie totale Mq/ab teorico Superficie totale Mq/ab teorico

Istruzione 1.018.500 6,0 529.440 3,12

Attrezzature di interesse comune 679.000 4,0 1250.028 7,36

Di cui per servizi religiosi 203.700 1,2 482.869 2,84

Spazi attrezzati a parco, per il gioco e lo sport

2.716.000 16,0 4.515.490 26,60

Parcheggi 679.000 4,0 1.365.115 8,04

Fonte: Elaborazione su dati PRG 2001

Rispetto alle attrezzature di interesse sovracomunale, la valutazione è stata effettuata utilizzando parametri che mettessero in evidenza la natura qualitativa dell’offerta. Così, ad esempio, per gli ospedali sono stati analizzati il numero di posti letto ad abitante; per i musei e gli spazi espositivi i mq di superficie espositiva ad abitante insediato o insediabile o per i teatri il numero di posti a sedere sulla popolazione residente. Le soglie utilizzate per valutare la positività o meno del dato rilevato o stimato sono quelle indicate nelle norme di attuazione del Piano per le attrezzature comunali e, tendenzialmente, il valore medio provinciale per quelle sovracomunali. Il dato al 2014 è tratto dalla ValSAT del PTCP e sconta l’approssimazione dovuta alla scala territoriale delle elaborazioni e alla previsione della popolazione insediabile (pari alla soglia massima consentita di crescita insediativa). Nelle attrezzature di tipo sanitario l’associazione della Pianura forlivese registra un valore superiore alla media provinciale nella popolazione servita da ospedale, ma inferiore se calcolata rispetto al numero di strutture sanitarie di prevenzione e territoriali. L’indicatore tuttavia non tiene in considerazione il numero di prestazioni effettuate e non è significativo della qualità dell’offerta se rapportato alla sola presenza della struttura. La valutazione dell’offerta culturale e ricreativa mostra sia a livello comunale che a livello dell’associazione valori spesso in linea con quelli provinciali. La valutazione qualitativa riportata nell’allegato A al 2014 relativa alla popolazione servita da asili nido e scuole dell’obbligo non è stata effettuata per carenza di dati. La lettura pertanto è limitata al trend storico dell’ultimo triennio 2002 – 2004. Negli ultimi tre anni sono diminuiti i posti disponibili nei nidi rispetto ai residenti in età 0-2 anni anche se ha subito un trend contrario l’incidenza delle domande accolte rispetto a quelle presentate (dal 74 % al 71%). Costante il numero di alunni per classe nelle scuole primarie e secondarie.

50

VALSAT

Tab. 3.3.1.2 b– Dotazione comunale e sovracomunale di attrezzature pubbliche sanitarie

OFFERTA DI ATTREZZATURE SANITARIE AL 2000

Provincia Forlimpopoli Bertinoro Forli Castrocaro Associazione della Pianura

forlivese

Abitanti residenti al 2000 356.659 11.394 9.283 107.827 6.002 134.506 Ospedali: n. posti al 2000 1.750 34 0 703 0 737

Ospedali: n. posti per abitante residente al 2000 x1000 0,49 0,30 0,00 0,65 0,00 0,55

Servizi sanitari di prevenzione: n. strutture al 2000

58 2 1 5 2 10

Servizi sanitari di prevenzione: n. strutture al 2000 ad abitante residente x 1000

0,02 0,02 0,01 0,00 0,03 0,01

Servizi sanitari territoriali: n. strutture al 2000 136 7 3 16 6 32

Servizi sanitari territoriali: n. strutture per abitante residente x 1000 al 2000

0,38 0,61 0,32 0,15 1,00 0,24

OFFERTA DI ATTREZZATURE SANITARIE AL 2015

PROVINCIA Forlimpopoli Bertinoro Forli Castrocaro Associazione della Pianura

forlivese

Abitanti insediabili al 2015 418.302 13.458 11.153 118.667 7.529 150.807

Ospedali: n. posti al 2000 1.750 34 0 703 0 737

Ospedali: n. posti per abitante insediabile al 2015x1000 4,18 2,53 0,00 5,92 0,00 4,89

Servizi sanitari di prevenzione: n. strutture al 2000

58 2 1 5 2 10

Servizi sanitari di prevenzione: n. strutture ad abitante insediabile al 2015 x 1000

0,14 0,15 0,09 0,04 0,27 0,07

Servizi sanitari territoriali: n. strutture al 2000 136 7 3 16 6 32

Servizi sanitari territoriali: n. strutture per abitante insediabile x 1000 al 2015

0,33 0,52 0,27 0,13 0,80 0,21

(1) Con la stessa incidenza sulla popolazione residente del 2000 Fonte: elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena e Bilancio Sociale del Comune di Forlì 2004

51

VALSAT

Tab. 3.3.1.2 c– Dotazione comunale e sovracomunale di attrezzature pubbliche culturali e ricreative OFFERTA DI ATTREZZATURE CULTURALI, SPORTIVE E RICREATIVE AL 2000

PROVINCIA Forlimpopoli Bertinoro Forli Castrocaro Associazione della Pianura

forlivese

Abitanti residenti al 2000 356.659 11.394 9.283 107.827 6.002 119.910

Cinema, teatri e arene: n. posti al 2000 20.754 550 86 6.156 0 6.792

Teatri e arene: n.posti ad abitante residente al 2000 x 1000)

58,2 48,3 9,3 57,1 0,0 56,6

Sale da ballo e discoteche: n. posti 33.556 0 4.230 9.666 3.200 17.096

Sale da ballo e discoteche: n.posti ad abitante residente al 2000 x 1000

94,1 0,0 455,7 89,6 533,2 142,6

Sale polivalenti: n. posti 1641 100 100 dnd 400 dnd

Sale polivalenti: n.posti ad abitante residente al 2000 x 1000

4,6 8,8 10,8 dnd 66,6 dnd

Biblioteche: n. volumi 1.108.819 29.500 16.000 546.000 5.000 596.500

Biblioteche: n.volumi ad abitante residente al 2000 3,11 2,59 1,72 5,06 0,83 4,97

Spazi espositivi e gallerie d'arte: superficie espositiva (mq)

2570 120 80 300 0 500

Spazi espositivi e gallerie d'arte: mq di superficie espositiva ad abitante residente x 1000

7,21 10,53 8,62 2,78 0,00 4,17

Strutture museali e pinacoteche: superficie espositiva (mq)

12.130 150 150 3.148 300 3.748

Strutture museali e pinacoteche: mq di superficie espositiva ad abitante residente al 2000 x 1000

34,0 13,2 16,2 29,2 50,0 31,3

Impianti sportivi: n.strutture 913 17 20 259 18 314

Impianti sportivi: n.strutture ad abitante residente al 2000x1000

2,56 1,49 2,15 2,40 3,00 2,62

Fonte: elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena e Bilancio Sociale del Comune di Forlì 2004

52

VALSAT

Tab. 3.3.1.2 d– Dotazione comunale e sovracomunale di attrezzature pubbliche culturali e ricreative OFFERTA DI ATTREZZATURE CULTURALI, SPORTIVE E RICREATIVE AL 2015

PROVINCIA Forlimpopoli Bertinoro Forli Castrocaro Associazione della Pianura

forlivese

Abitanti residenti al 2015 418.302 13.458 11.153 118.667 7.529 150.807

Cinema, teatri e arene: n. posti al 2000 20.754 550 86 6.156 0 6.792

Teatri e arene: n.posti ad abitante residente al 2015 x 1000)

49,6 40,9 7,7 51,9 0,0 45,0

Sale da ballo e discoteche: n. posti 33.556 0 4.230 9.666 3.200 17.096

Sale da ballo e discoteche: n.posti ad abitante residente al 2015 x 1000

80,2 0,0 379,3 81,5 425,0 113,4

Sale polivalenti: n. posti 1641 100 100 dnd 400 dnd

Sale polivalenti: n.posti ad abitante residente al 2015 x 1000

3,9 7,4 9,0 dnd 53,1 dnd

Biblioteche: n. volumi 1.108.819 29.500 16.000 546.000 5.000 596.500

Biblioteche: n.volumi ad abitante residente al 2015 2,65 2,19 1,43 4,60 0,66 3,96

Spazi espositivi e gallerie d'arte: superficie espositiva (mq)

2570 120 80 300 0 500

Spazi espositivi e gallerie d'arte: mq di superficie espositiva ad abitante residente al 2015 x 1000

6,14 8,92 7,17 2,53 0,00 3,32

Strutture museali e pinacoteche: superficie espositiva (mq)

12.130 150 150 3.148 300 3.748

Strutture museali e pinacoteche: mq di superficie espositiva ad abitante residente al 2015 x 1000

29,0 11,1 13,4 26,5 39,8 24,9

Impianti sportivi: n.strutture 913 17 20 259 18 314

Impianti sportivi: n.strutture ad abitante residente al 2015x1000

2,18 1,26 1,79 2,18 2,39 2,08

Fonte: elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena e Bilancio Sociale del Comune di Forlì 2004

53

VALSAT

3.3.1.3. Occupazione Indicatori scelti e fonte dei dati L’occupazione durevole viene analizzata attraverso i seguenti indicatori, desunti dall’allegato A della ValSAT del PTCP:

- numero addetti complessivi; - numero addetti in attività produttive; - numero addetti nel settore terziario.

L’incidenza del Piano sulla componente occupazionale è valutata rispetto agli ambiti produttivi di nuova previsione A13, e alle destinazioni a terziario previste negli ambiti di trasformazione e riqualificazione e in alcuni poli funzionali presenti nel territorio comunale. Gli addetti al 1999 e al 2004 sono desunti dai Quaderni di statistica della Camera di Commercio di Forlì-Cesena come riportati in Appendice A. Per stimare gli addetti al 2014 è stata utilizzata la seguente formula: Addetti insediabili (2014) = S.t [D o Terz] x k1 x k2 x k3, dove S.t = superficie utile totale; k1 = coefficiente di attuazione, che per le attività produttive è stimato pari allo 0,6 e alle attività terziarie pari allo 0,4 (ricavati per approssimazione dallo stato di attuazione del PRG 1988); k2 = coefficiente di occupazione, stimato pari allo 0,90 per le attività produttive e allo 0,75 per le attività terziarie; k3 = mq di superficie utile per addetto, stimato nella ValSAT del PTCP di Forlì-Cesena pari a 168 per le attività produttive e 80 per le attività terziarie. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto A fronte di una crescita modesta nel quinquennio 1999 – 2004, con un incremento di meno di mille addetti complessivi (nel terziario), le previsioni del Piano mettono in gioco ulteriori 7.188 addetti di cui 4.429 nel settore produttivo (manifatturiero ed edilizio) e 2.799 nel terziario. Tale incremento è stimato quale indotto dell’attuazione degli ambiti di nuova previsione ed è costituito dalla somma di addetti che entrano ex novo nel mercato del lavoro forlivese e da altri addetti che “migrano” da altre attività all’interno dello stesso territorio, stimate pari al 15% del totale. Tuttavia ai fini della ValSAT e degli impatti che la componente occupazionale generata dalle azioni di pianificazione genera sugli altri sistemi territoriale, ambientale e naturale, in via cautelativa viene assunto per intero il carico in termini di nuovi addetti, che complessivamente si stima all’anno 2014 possa essere pari a 38.324.

54

VALSAT

3.3.2 GLI IMPATTI GENERATI SUL SISTEMA AMBIENTALE 3.3.2.1. Inquinamento e consumo delle acque superficiali e sotterranee Indicatori scelti e fonte dei dati Tra gli indicatori utilizzati per valutare l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee figurano indicatori di stato, di pressione e di risposta, indicati dal PTCP e presenti in parte nel Bilancio ambientale 2005 del comune di Forlì:

- qualità delle acque dolci superficiali (stato ecologico dei corsi d’acqua SECA); - qualità delle acque sotterranee (stato ambientale dei corpi idrici sotterranei); - ettari di spandimento in aree prossime ai ricettori naturali (corsi d’acqua e aree

di ricarica degli acquiferi); - superfici di attività produttive (e nello specifico aziende a rischio di incidente

rilevante) insediate in zone di ricarica degli acquiferi; - abitanti equivalenti serviti o da servire da parte del sistema fognario-

depurativo; - capacità residua degli impianti di depurazione espressa in abitanti equivalenti; - percentuale di rete fognaria sdoppiata; - prelievi da acque superficiali.

Gli indicatori di qualità delle acque sono tratti dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna, adottato con Delibera del Consiglio Regionale del 22 dicembre 2004 n. 633, che costituisce lo strumento regionale di pianificazione che stabilisce le condizioni per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle risorse idriche fissati dalle Direttive Europee e recepite nella normativa italiana. Incrociando i dati dei macrodescrittori LIM (Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori) con i dati biologici, IBE (Indice Biotico Esteso) si ottiene, considerando il punteggio peggiore tra i due, lo Stato Ecologico dei corsi d’acqua, SECA, espresso in Classi da 1 a 5 alle quali è possibile far corrispondere un giudizio di qualità ed un relativo colore (Tabelle 1 e 2).

Tabella 1 – Stato ecologico dei corsi d’acqua – SECA

55

VALSAT

Tabella 2 – Giudizio di qualità in relazione alle Classi del SECA

Lo stato ambientale delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo ed allo stato chimico. La sovrapposizione delle classi quantitative (A-D) e chimiche (0-4) definisce lo stato ambientale del corpo idrico sotterraneo come indicato nella Tabella 22 dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99 e successive modifiche. Lo stato quantitativo è definito da quattro classi: A: impatto nullo o trascurabile con estrazioni di acqua sostenibili sul lungo periodo; B: impatto antropico ridotto con disequilibri del bilancio idrico che comunque consente l’utilizzo della risorsa; C: impatto antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità; D: impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. Lo stato chimico è definito da cinque classi: 1: impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche; 2: impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo con buone caratteristiche idrochimiche; 3: impatto antropico significativo con caratteristiche idrochimiche buone, ma con segnali di compromissione; 4: impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti; 0: impatto antropico nullo o trascurabile, ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra della classe 3. Definizioni dello stato ambientale delle acque sotterranee Stato Ambientale Condizioni

ELEVATO 1-A Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa idrica con l’eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare

BUONO 1-B; 2-A; 2-B

Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa

SUFFICIENTE 3-A; 3-B Impatto antropico ridotto sulla quantità con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitare il peggioramento

SCADENTE 1-C; 2-C; 3-C; 4-C; 4-A; 4-B

Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento.

NATURALE PARTICOLARE 0-A; 0-B;0-C; 0-D; 1-D; 2-D; 3-D; 4-D

Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d’uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo.

56

VALSAT

Rispetto alle sorgenti inquinanti umane viene valutata la capacità residua degli impianti di depurazione verificati rispetto all’incremento di attività e residenti conseguenti all’attuazione delle scelte di piano. Alcuni indicatori sono stati calcolati attraverso elaborazione cartografica dall’intersezione delle aree fragili (quali gli ambiti fluviali esondabili individuati ai sensi del PTCP vigente e le aree di ricarica degli acquiferi profondi) con le sorgenti di impatto, come riportato nella tavola ValSAT – “Principali sorgenti di inquinamento idrico al 2000 e al 2015”, quali le aree autorizzate agli

57

VALSAT

spandimenti da deieizioni animali, gli insediamenti produttivi e gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in zone fragili. Gli abitanti equivalenti serviti dal sistema fognario-depurativo al 2015 sono stimati sommando i nuovi abitanti ed addetti insediabili negli ambiti di trasformazione agli abitanti equivalenti allo stato attuale riportati nel Quadro conoscitivo del PTCP Allegato C.2.1.a, trasformati in Abitanti equivalenti (AE) sulla base del Regolamento di fognatura predisposto da Hera spa per i comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme/Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Predappio, Premilcuore e Rocca S.Casciano, che prevede che 1 abitante insediabile= 1AE; 2 addetti nel produttivo = 1AE; 3 addetti nel terziario= 1AE; nell’alberghiero 1 posto letto = 1AE. Allo stesso modo per approssimazione 1AE stimato per il sistema fognario corrisponde a 1,15 AE stimato per il sistema acquedottistico, nell’ipotesi di una dispersione tra il prelievo e lo scarico in fognatura oscillante tra il 10% e il 20%. Questo dato risente della semplificazione conseguente alla mancanza di informazioni circa la natura idroesigente delle attività ed industrie che si verranno ad insediare negli ambiti produttivi previsti. Il prelievo da acque superficiali viene misurato dal volume di acque superficiali annualmente prelevate per tipologia di utilizzo richiesto (domestico, agricolo, industriale, irriguo per le aree verdi, autolavaggio e lavaggio strade, servizi igienici ed antincendio) e per corpo idrico superficiale. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Per i due indicatori di stato di qualità delle acque superficiali e sotterranee viene riportato il trend storico non essendo possibile una previsione al 2014. Si riportano le valutazioni contenute nel Bilancio ambientale 2005 del Comune di Forlì. “Il SECA nel Bacino dei fiumi Uniti, relativamente al tratto che comprende il territorio comunale, mostra un trend costante e in alcuni casi migliorativo, con valori al 2004 che comprendono le classi 2 e 3 ad eccezione della stazione di Ponte Coccolia, sita sul fiume Ronco a valle dell’agglomerato urbano forlivese, che ricade costantemente in classe 4. Le vallate del Montone e del Rabbi sono prive, soprattutto nella parte montana, di significative pressioni antropiche. A valle la presenza di scarichi fognari non completamente depurati, di scarichi industriali depurati e di attingimenti idrici distribuiti lungo tutte le aste fluviali, fanno sentire i loro effetti giustificandola classe 3 della stazione ponte Vico situata sul fiume Montone dopo l’immissione del torrente Rabbi. La vallata del Bidente-Ronco è sicuramente più antropizzata e da monte a valle insistono diversi fattori di pressione antropica che causano criticità soprattutto a valle dove la stazione di Ponte Coccolia, in classe 4, risente degli apporti inquinanti di fognature miste, del settore agrozootecnico, dello scolmatore di piena all’intercettazione dello scolo Cerchia, della presenza di industrie agroalimentari rilevanti, dello scarico del depuratore di Forlì (250.000 AE) e dei numerosi attingimenti

58

VALSAT

che riducono significativamente la portata (Report “Qualità dei fiumi”, Provincia di Forlì-Cesena)”. Tab. 3.3.2.1.a – Trend dell’indice SECA anni 1999 - 2004

CORPO IDRICO STAZIONE TIPO 1999 2000 2001 2002 2003 2004 F. MONTONE Tangenziale Castrocaro B Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 4 Classe 3

F. MONTONE Ponte del Braldo C Classe 3 Classe 4 Classe 3 Classe 3 Classe 3

T. RABBI P.te Strada San Zeno B Classe 2 Classe 2 Classe 2

T. RABBI Vecchiazzano AI Classe 3 Classe 4 Classe 4 Classe 3 Classe 3 Classe 3

F. MONTONE Ponte Vico AS Classe 3 Classe 3 Classe 4 Classe 3 Classe 3 Classe 3

F. BIDENTE Ponte del Gualdo B Classe 3 Classe 2 Classe 3 Classe 3 Classe 2

F. RONCO Ponte Coccolia AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4

Fonte: Bilancio Ambientale del Comune di Forlì (dicembre 2005)

“L’elaborazione dei dati mostra come le condizioni qualitative delle acque sotterranee del territorio provinciale ricadano prevalentemente nella classe naturale particolare (classe 0) per la presenza di elevati quantitativi naturali, superiori alla classe 3, dei parametri ferro e manganese dovuta al richiamo di acque antiche. Si rileva una situazione nella conoide Ronco-Montone, con dati che ricadono in classe 4 e 3 per la presenza significativa di nitrati.

Tab. 3.3.2.1.B – Trend dell’indice di qualità delle acque sotterranee anni 2002-2003

POZZI QUALITÀ 2002 QUALITÀ 2003

FC0100 0 0 FC0200 4 4 FC0302 4 3 FC1402 0 0 FC1901 0 0 FC2001 0 0 FC5002 0 0 FC5101 0 0 FC5102 0 0 FC5200 0 0 FC8300 3 4 FC8600 4 0 FC8900 4 4

Fonte: Bilancio Ambientale del Comune di Forlì (dicembre 2005)

La classificazione quantitativa che sta alla base della definizione dello stato ambientale mostra valori quasi per la totalità ricompresi in classe A, evidenziando una situazione positiva che però è il risultato di elaborazioni e valutazioni d dati raccolti a partire dal

59

VALSAT

1976. è pertanto necessario sottolineare che questo dato, pur rilevando un miglioramento legato alla realizzazione dell’invaso di Ridracoli e del Canale Emiliano Romagnolo, non esime da studi più approfonditi sullo sfruttamento della risorsa idrica sotterranea (Report “Qualità dei fiumi”, Provincia di Forlì-Cesena)”. Nelle tavole Valsat – Principali sorgenti di inquinamento idrico al 2000 e al 2015 vengono evidenziate le principali componenti di progetto che incidono sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee, riconducibili agli ambiti produttivi come generatori di addetti, alle aziende a rischio di incidente rilevante e agli allevamenti che spandono direttamente sul suolo. A queste, nelle matrici di impatto riportate nell’Appendice A viene aggiunta la popolazione residente insediata e insediabile, tradotta in abitanti equivalenti che recapitano in fognatura. Rispetto alle sorgenti inquinanti umane viene valutata la capacità residua degli impianti di depurazione verificati rispetto all’incremento di attività e residenti conseguenti all’attuazione delle scelte di piano. Per il solo comune di Forlì, non avendo disponibili i dati di previsione delle future espansione dei comuni serviti dal depuratore di Forlì, la capacità residua del depuratore al 2004 è pari a 80.000 AE (250.000 AE potenziali servibili e 170.000 AE serviti), al 2014 è pari a 70.782 (l’incremento residenziale, produttivo e terziario previsto dal Piano corrisponde infatti a 9.218 AE aggiuntivi rispetto al 2004). Per le sorgenti animali viene valutata la superficie di spandimento in zone fragili, quali gli ambiti fluviali esondabili e le zone di ricarica degli acquiferi profondi individuati ai sensi del PTCP vigente (artt. 17 e 28), pari a oltre 1.000 ettari. Le politiche di Piano sono di ridurre il fenomeno fino ad annullarlo, pertanto al 2014 il valore stimato è pari a zero. In zone di ricarica degli acquiferi viene valutata anche la localizzazione degli insediamenti produttivi e delle aziende a rischio di incidente rilevante. Anche per queste sorgenti di inquinamento a fronte di 2 aziende a rischio (su 6 esistenti) insediate in zone sensibili, la stima al 2014 è pari a zero. Diverso per gli insediamenti produttivi: a fronte di attuali 100 ha di superficie territoriale occupata da insediamenti produttivi esistenti in zone di ricarica, in seguito all’attuazione delle politiche di Piano tale valore aumenta a 116 ettari.

60

VALSAT

3.3.2.2. Subsidenza e inquinamento del suolo Indicatori scelti e fonte dei dati Per subsidenza si intende il lento movimento di abbassamento del terreno, continuo o intermittente, naturale o indotto, dovuto all’estrazione di fluidi (acqua, gas, petrolio) e minerali dal sottosuolo. Nelle zone di pianura e costiere tale fenomeno è rilevante e necessita di attente politiche per il suo contenimento attraverso la riduzione dell’emungimento delle acque di falda, che costituisce una delle cause principali della subsidenza. Per valutare la subsidenza sono stati scelti i seguenti indicatori di stato, di pressione e di risposta:

- velocità di abbassamento del suolo; - pressione antropica sugli acquiferi profondi tramite adduzione (prelievi idrici da

falda); - prelievo idrico dal canale Emiliano Romagnolo ad usi irrigui; - prelievo idrico da rete industriale di derivazione dal Canale Emiliano

Romagnolo. La subsidenza viene misurata attraverso il rilievo periodico, in genere pluriannuale, della variazione di quota assoluta di alcuni punti nel territorio, denominati capisaldi. La velocità di abbassamento del suolo è misurata in cm/anno attraverso la rete regionale di controllo della subsidenza affidata dalla Regione Emilia Romagna ad ARPA a dicembre 1998. Le misure di livellazione20 sono iniziate il 23/08/1999 e sono terminate il 05/11/1999. Il 1999 deve quindi essere considerato “l’anno zero” per la misura della rete regionale della subsidenza. L’entità dei prelievi idrici da falda per usi irrigui ed industriali è desunta dal Bilancio Ambientale comunale ed è stata valutata come numero di pozzi, (dato noto in quanto la concessione per l’utilizzo delle acque sotterranee necessita di autorizzazione rilasciata dall’Amministrazione) in attesa di poter disporre, anche in fase di monitoraggio di volumi di acqua prelevata. Anche per il prelievo idrico dal CER ad usi irrigui, in assenza dei dati quantitativi, è stata utilizzata come variabile proxy l’estensione delle superfici irrigue servite dalle acque del CER, fornito dal Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale e disponibile presso il SIT della Provincia di Forlì-Cesena, riportata anche cartograficamente nella tavola ValSAT – Prelievi dal CER ad usi irrigui ed industriali. E’ disponibile anche l’estensione delle aree servibili dalla rete irrigua di nuova previsione, dato utilizzato per le stime al 2014.

20 La rete di livellazione è costituita da capisaldi di livellazione di nuova istituzione e da capisaldi preesistenti materializzati nel corso del tempo da enti vari che hanno svolto operazioni di rilevamento altimetrici nel territorio regionale (IDROSER, Consorzio di Bonifica Forlivese, Magistrato per il Po, etc.).

61

VALSAT

L’ultimo indicatore di sostenibilità è misurato dagli abitanti equivalenti in aree produttive comunali sovracomunali serviti con rete industriale di derivazione dal CER, che il piano al 2015 stabilisce essere pari al 100% degli addetti insediati ed insediabili. Infatti i nuovi insediamenti produttivi in pianura dovranno essere serviti dalla nuova acquedottistica industriale e non più tramite prelievo idrico da pozzi. Gli indicatori scelti per valutare l’inquinamento del suolo e la possibilità del Piano di incidere sul tale componente ambientale sono:

- numero di siti sottoposti a bonifica21; - incidenza cave dismesse o in corso di dismissione con progetti di recupero

ambientale sul totale delle cave autorizzate.

Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto La subsidenza interessa nella pianura forlivese presenta alcuni picchi nelle zone limitrofe al comune di Forlimpopoli con valori intorno a 1 cm/anno, mentre nella restante parte della pianura si registrano ampie zone di relativa stabilità con valori inferiori a 0,5 cm/anno. Si registra pertanto negli ultimi anni una completa inversione di tendenza rispetto al periodo 1950/90, in cui venivano registrati abbassamenti di oltre 1 cm/anno. Per limitare il fenomeno della subsidenza nelle zone di pianura, il Piano prevede l'utilizzo industriale delle acque del Canale Emiliano Romagnolo con la conseguente chiusura dei pozzi utilizzati attualmente che sono ritenuti la principale causa dell'abbassamento del suolo per il prelievo diretto da falda da parte delle industrie anche idroesigenti. Al 2004 i pozzi autorizzati, come desunto dal Bilancio Ambientale Comunale, sono 1.873. Nelle tavole ValSAT – Prelievi dal CER ad usi irrigui ed industriali stato di fatto al 2000 e stato di progetto al 2015, si vede la differenza tra le zone agricole attualmente irrigate dal CER e quelle future, con un raddoppio circa delle superfici servite; allo stesso modo le aree produttive che attualmente non possono essere servite da acquedottistica industriale, in futuro lo saranno (sicuramente per quanto riguarda l’ambito produttivo di Villa Selva in espansione ed eventualmente anche per la zona artigianale di Coriano). Rispetto al primo indicatore, i siti sottoposti a bonifica sono stati censiti sulla base della documentazione pervenuta alla Provincia di Forlì-Cesena, cui spetta la certificazione che attesta il completamento della bonifica da parte del soggetto attuatore, sulla base di un progetto di bonifica la cui approvazione è di competenza comunale. Nel Comune di Forlì al 31 ottobre 2002 sono stati rilevati 13 siti contaminati, pari al 50% dei siti sottoposti a bonifica nell’intero territorio provinciale.

21 Con l’emanazione del D.M. 25 ottobre 1999, n.4711 è diventato operativo il sistema previsto dall’art. 17 del D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi) in materia di bonifica dei siti contaminati.

62

VALSAT

Essendo tale indicatore un indicatore di stato, verrà aggiornato solo in fase di monitoraggio del Piano strutturale ovvero con una periodicità superiore (annuale o biennale) all’interno del Bilancio Ambientale Comunale. Il secondo indicatore dato dalle cave dimesse con progetti di recupero ambientale è attualmente relativo alla sola oasi di Carpena-Magliano. Tab. AMB.SUO.1 – Siti sottoposti a bonifica nel comune di Forlì

Comune Sito Indirizzo Proprietà Bonifica

Forlì Bartoletti Privata Certificata Forlì Ditta R.O.M. Srl via Fontanelle 18/c Privata In corso Forlì Econatura via Cervese 404 Casemurate Privata In corso Forlì Elettrolux Zanussi v.le Bologna Privata Certificata Forlì Ex discarica Ladino Pubblica In corso Forlì Ex Mangelli ditta Fortex Privata In corso Sidac (lotto 2, 12, 16b) Forlì Ex Mangelli parte

comunale Privata In corso

Forlì Ex Mangelli SCOES (lotto Privata In corso 9a,b) Forlì Ex zuccherificio Eridania via Gorizia Privata In corso Forlì Fincam via Balzella 60 Privata In corso Forlì PV Esso F.lli Galassi v.le Roma Privata In corso Forlì PV Esso Turci Enzo via Ravegnana 252 Privata In corso Forlì SO.FTER Spa via Mastrogiorgio 2 Villa Selva Privata In corso Fonte: PTCP di Forlì-Cesena, Quadro conoscitivo, Sistema ambientale e naturale

63

VALSAT

3.3.2.3. Emissioni in atmosfera Indicatori scelti e fonte dei dati Per l’impatto derivante da inquinamento atmosferico sono state stimate le emissioni annue per tipologia di inquinante e fonte di emissione (civile, produttiva, da traffico veicolare). E’ stato calcolato sia l’incremento complessivo in kg/emissione/anno generato dalle nuove previsioni, sia il valore unitario delle emissioni per densità di insediamento. Sono stati scelti i seguenti indicatori di pressione e di risposta sulla base delle indicazioni del PTCP:

- Emissioni inquinanti totali ed unitarie in atmosfera da CO2 prodotte da usi civili; - Emissioni inquinanti totali ed unitarie in atmosfera da CO2 prodotte da usi

industriali; - Emissioni inquinanti totali ed unitarie in atmosfera da CO2 prodotte da traffico

veicolare; - Quantità di CO2 assorbita da parte della massa arborata.

Sono poi stati aggiunti i seguenti indicatori di stato, che costituiscono la base del Bilancio ambientale 2005 e del monitoraggio effettuato annualmente da ARPA:

- Concentrazione media annuale in atmosfera per tipologia di inquinante; - Incidenza mezzi veicolari ecocompatibili sul parco veicolare comunale e ATR.

Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Nella matrice di valutazione in appendice sono state stimate le emissioni inquinanti in atmosfera per tipologia di inquinante (Nox, CO, CO2) e densità di attività insediata, attraverso l’utilizzo di parametri kg di emissione per kmq/anno, ricavati dal procedimento CORINAIR del 1990 indicizzato a dicembre 2004. Vengono riportate le emissioni totali in atmosfera da CO2 ottenute moltiplicando il coefficiente unitario di emissione calcolato al 1991 (su dati PRG 1997) per le SUL esistenti agli anni 2004 e 2014. Vengono ricalcolate le emissioni unitarie dividendo le emissioni totali per le superfici territoriali, allo scopo di valutare la maggiore o minore densità per kmq come proxy di una maggiore o minore concentrazione delle emissioni in atmosfera. Tale valutazione ottenuta utilizzando coefficienti parametrici per unità di superficie dovrà essere nel tempo sostituita da valutazioni di tipo modellistico contenute nel Piano provinciale della Qualità dell’aria in corso di predisposizione. Le elaborazioni cartografiche e matriciali sono state effettuate per lo stato di fatto al 2004 e per le previsioni di progetto al 2014 relativamente alle infrastrutture viarie (utilizzando i dati contenuti nella ValSAT del PTCP ottenuti attraverso elaborazioni modellistiche) e agli ambiti di trasformazione e riqualificazione (ricalcolando i valori contenuti nella ValSAT del PTCP utilizzando la stessa metodologia proposta dal Piano provinciale ai PSC).

64

VALSAT

In appendice sono riportati i valori calcolati dal PTCP per gli anni 2005 e 2025 e le rielaborazioni effettuate sulla base dei dati della variante PRG, di seguito riportati. ANNO 1991

ST 1999 CO2SUL 2004

stimata

coefficiente unitario CO2

1991

(fonte: PTCP 2005 - allegato C.1.4)

Elaborazione da PTCP 2005

Elaborazione da CORINAIR 1990

e PTCP 2005

m2 kg m2 kg/m2/anno

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI NON INDUSTRIALI (zone B, CS, DT)

12.016.500 151.480.000 7.209.900,00 12,6060

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI INDUSTRIALI (zone D) 3.814.600 64.385.000 2.288.760,00 16,6296

ANNO 2004

ST 2004 CO2SUL 2004

stimata

coefficiente unitario CO2

2004

(fonte: PTCP 2005 - allegato C.1.4)

Elaborazione da PTCP 2005

Elaborazione da CORINAIR 1990

e PTCP 2005

m2 kg m2 kg/m2/anno

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI NON INDUSTRIALI (zone B, CS, DT)

13.461.700 67.879.277 5.384.680 5,04

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI INDUSTRIALI (zone D) 5.215.100 43.362.540 2.607.550 8,31

ANNO 2014

ST 2014 CO2 SUL 2014coefficiente unitario CO2

2014

(fonte: PTCP 2005 - allegato C.1.4)

Elaborazione da PRG 2002

Elaborazione da CORINAIR 1990

e PTCP 2005

m2 kg m2 kg/m2/anno

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI NON INDUSTRIALI (zone B, CS, DT, BP, DTP)

17.432.700 86.661.208 6.874.600 4,97

IMPIANTI DI COMBUSTIONE E PROCESSI INDUSTRIALI (zone D, DP) 7.083.700 66.276.113 3.985.428 9,36

Settore

Settore

Settore

65

VALSAT

La valutazione dello scenario di progetto al 2014 evidenzia rispetto allo stato di fatto al 2004 una forte riduzione dei coefficienti unitari degli inquinanti per mq di superficie utile, a indicazione di politiche di piano sostenibili che incentivano un assetto equilibrato tra insediamenti ed aree “libere” destinate a servizi, a dotazioni ecologiche o ad aree di riequilibrio ecologico e naturale. Rispetto all’anidride carbonica CO2, per gli insediamenti residenziali, come evidenziato nelle tavole allegate, viene raggiunta una classe piuttosto bassa tra quelle definite a livello provinciale delle emissioni unitarie. Inoltre, il progetto di rete ecologica che amplia e connette ulteriormente le aree di pregio ambientale rispetto alla ricostituzione prevista dal PTCP nei territori di pianura, aumenta notevolmente le superfici a media capacità assorbente, ipotizzando al 2015 la copertura boschiva a fustaie almeno del 60% delle aree dedicate a tale scopo. Di seguito vengono riportati i valori delle emissioni atmosferiche nel comune di Forlì per l’anno 2003, mentre i valori relativi alle concentrazioni medie annuale per inquinante sono riportati in Appendice. I dati sono rilevati da ARPA e pubblicati annualmente su AIRBOOK della provincia di Forlì-Cesena, non è pertanto possibile effettuare delle previsioni in materia, anche se simulazioni locali sulla qualità dell’aria sono state predisposte da ARPA in occasione dello studio sull’aria industriale di Coriano, quale allegato conoscitivo al Piano di Qualità dell’aria, le cui sintesi si riportano nei capitoli che seguono.

Emissioni atmosferiche nel Comune di Forlì- anno 2003

Fonti emissive CO t/anno

NOx t/anno

SOx t/anno

PTS t/anno

PM10 t/anno

COVNMt/anno

C6H6 t/anno

CO2 kt/anno

CH4 t/anno

N2O t/anno

centrali di produzione energetica / / / / / / / / / / riscaldamento terziario e residenziale 165 165 --- --- --- 17 --- 185 17 0

combustioni industriali 29 29 --- --- --- 3 --- 33 3 0 processi industriali 19 212 250 116 --- 311 --- --- --- --- produzione, distribuzione combustibili / / / / / / / / / /

uso solventi / / / / / / / / / / trasporti stradali 3338 1121 --- --- --- 913 --- 149 57 15 altre sorgenti mobili 9 6 1 --- --- --- --- 2 0 0 trattamento rifiuti 137 273 183 42 --- 18 --- --- --- --- agricoltura (allevamenti e fertilizzanti) --- --- --- --- --- --- --- --- 639 50

natura / / / / / --- / --- --- --- asfalto 1 --- --- --- --- 0 --- --- --- --- totale 3698 1806 434 158 1262 369 716* 65

Fonte: Rapporto sulla qualità dell’aria del Comune di Forlì (gennaio 2005)

66

VALSAT

Le rilevazioni di monitoraggio della qualità dell’aria hanno confermato il trend degli inquinamenti convenzionali (CO, S0x e piombo) e la contemporanea insorgenza di nuovi inquinanti che derivano principalmente dal traffico autoveicolare, che costituisce oggi il fattore maggiormente responsabile dell’inquinamento delle aree urbane e delle emissioni di alcuni gas serra; in particolare i dati relativi al PM10 rilevati nella città di Forlì ha evidenziato il superamento in 55 (anno 2001) giorni della soglia limite di 50mg/m3 (tale valore è però sottostimato in quanto la centralina ha funzionato solo 169 giorni e in particolare è stata ferma in molti mesi dell’’anno). Nel Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì (2005) si afferma che “negli ultimi anni le emissioni di gas climalteranti del Comune di Forlì sono passate da 643.463 tonnellate di CO2 equivalente a 738.134 tonnellate di CO2 equivalente, con un incremento di 94.671 tonnellate, pari al 14,7%. Nel 2004 si è registrata una lieve flessione delle emissioni, dopo tre anni di crescita robusta. Il settore Trasporti è il maggiore responsabile delle emissioni con il 46,8% del totale, seguito dal Civile con il 24,2%. Più distanziati risultano il Terziario e l’Industria, con rispettivamente l’8,8% e l’8,7% del totale. Da notare il contributo emissivo della Termovalorizzazione dei Rifiuti, pari al 6,9%. Nel corso del decennio in esame il settore che ha registrato il maggior incremento è stato quello della Termovalorizzazione dei Rifiuti con +29,7%, seguito dal Terziario con +26,5% e dai Trasporti con +22,3%. Soltanto l’Industria ha diminuito le proprie emissioni (-6,1%)”. Un ulteriore indicatore è costituito dai veicoli immatricolati nel comune di Forlì, che al 31/12/2000 ammontavano complessivamente a 88.409 di cui:

− 69.880 autovetture − 7.090 autocarri trasporto merci − 263 autobus − 1.278 autoveicoli speciali − 235 motocarri − 7.418 motocicli − 2.242 rimorchi e semirimorchi

Le auto catalizzate rappresentano circa la metà del parco veicolare, mentre i diesel ammontano a circa un 10 %; le auto a GPL e metano rappresentano poco più del 5 %. (PGTU febbraio 2004). Nel Rapporto sulla qualità dell’aria del comune di Forlì vengono forniti dati anche i dati sui mezzi veicolati ecomopatibili sul parco veicolare di proprietà comunale e dell’ATR, che nel 2004 è raddoppiato rispetto al 1999, arrivando al 22% dei mezzi rispetto ad un iniziale 11%.

67

VALSAT

3.3.2.4. Inquinamento acustico Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori di valutazione degli impatti derivanti da inquinamento acustico sono ottenuti tramite elaborazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale, effettuata da ARPA ad aprile 2004 e aggiornata a gennaio 2006. In fase di aggiornamento sono state recepite le varianti al PRG intervenute ed è stato effettuato l’adeguamento alle disposizioni per il contenimento dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare a seguito dell’emanazione del DPR 142/04. Gli indicatori utilizzati sono mutuati in parte dal PTCP sulla base dei requisiti di qualità dettati della normativa in materia, in parte dalle Relazioni di Zonizzazione acustica come di seguito riportato:

- AMB.RUM.1: Popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale e ferroviario;

- AMB.RUM.2: Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da attività produttive;

- AMB.RUM.3: Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2;

- AMB.RUM.4: Territorio comunale (kmq) pianificato ricadente in ciascuna delle 6 classi acustiche.

Non è stato possibile valutare l’inquinamento sonoro derivante da traffico aeroportuale in assenza della delimitazione delle fasce di rispetto acustico, per cui l’indicatore viene proposto solo in fase di monitoraggio del Piano. Per valutare l’impatto acustico in termini relativi (e quindi più facilmente confrontabili in scala temporale) oltre ai valori assoluti sono stati calcolati anche i valori percentuali sul totale. Per il primo indicatore (popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale e ferroviario) nelle tavole di ValSAT – Inquinamento acustico stato di fatto al 2000 e stato di progetto al 2015 e nelle matrici di impatto riportate nell’Appendice A sono stati confrontati tra loro gli scenari al 2004 - opzione 0: stato di fatto; 2014 - opzione 1: stato di progetto senza interventi di mitigazione e 2014 - opzione 2: stato di progetto con interventi di mitigazione acustica. Al 2004 è stata riportata la popolazione residente nelle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture viarie esistenti, al 2014 (opzione 1) è stata aggiunta anche la popolazione residente nelle fasce acustiche dei corridoi viari da potenziare e di nuova previsione. Per l’opzione 2 al 2014 è stata assunta l’ipotesi che le infrastrutture da potenziare e quelle di nuova previsione avessero adeguate barriere acustiche di tipo vegetazionale (rete ecologica), pertanto non solo sono state esclusi dal conteggio i residenti nelle fasce di pertinenza dei nuovi corridoi, ma, rispetto al 2004, sono stati tolti anche i residenti nelle fase di pertinenza delle infrastrutture da potenziare.

68

VALSAT

Il conteggio della popolazione è stato effettuato solamente sulla base dei civici esistenti e non sui nuovi abitanti insediabili, assunta l’ipotesi che gli insediamenti residenziali nei nuovi ambiti di trasformazione siano fuori da tali fasce di rispetto acustico. Anche la popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da aree produttive (quindi con funzioni ad elevata incompatibilità acustica), cioè residente all’interno di aree in classe V e VI oppure in una fascia di 50 mt da tali ambiti è stata calcolata attraverso la numerazione civica. In questo caso tra il 2004 e il 2014 la differenza è costituita dalle nuove aree industriali di progetto. La popolazione esposta in quanto residente in aree con salto di classe acustica uguale o maggiore a due è coincidente con quella residente nelle aree ambientali-naturali alle quali è stata attribuita la classe I (Parco del Montone, Siti di Interesse Comunitario). I valori sono gli stessi tra lo stato di fatto e lo stato di progetto, in quanto l’unico elemento di previsione è il Parco del Bidente-Ronco che però coincide con il SIC “Meandri del fiume Ronco”. Come ultimo indicatore è stato utilizzato la parte di territorio comunale pianificato (quindi urbanizzato o urbanizzabile) ricadente in ciascuna classe acustica. Questo indicatore, meno efficace dal punto di vista della valutazione degli impatti, ha però il vantaggio di presentare una più ampia serie storica, infatti una prima zonizzazione acustica era stata effettuata da ARPA nel 1998 (Airbook 1998-1999). Il riferimento normativo principale è costituito dal D.P.C.M. 1/3/1991 (art.2, tabelle 1 e 2) che definisce 6 zone omogenee del territorio comunale in relazione alla loro destinazione d'uso per ciascuna delle quali sono individuati i limiti massimi di rumore, distinti per i periodi diurno (ore 6,00-22,00) e notturno (ore 22,00-6,00):

Limite LeqA [dBA] per periodo di riferimento Classi di destinazione d’uso del territorio Diurno (6 – 22) Notturno (22 – 6) I – aree particolarmente protette 50 40 II – aree prevalentemente residenziali 55 45 III – aree di tipo misto 60 50 IV – aree di intensa attività umana 65 55 V – aree prevalentemente industriali 70 60 VI – aree esclusivamente industriali 70 70

Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Le elaborazioni della zonizzazione acustica hanno permesso di stimare gli impatti generati dalle principali sorgenti di inquinamento sonoro sulla popolazione. La principale fonte di inquinamento è costituita dalle infrastrutture di trasporto: solamente strade e ferrovie sono potenziali sorgenti di rumore per oltre la metà della popolazione residente. I livelli di rumore rilevati sulle arterie stradali e utilizzati nel Piano Urbano del Traffico di Forlì (verificati in base all’art. 8 comma 1, del D.Pc.M. 14711/1997) hanno superato i limiti di legge sia nei periodi diurni che notturni in tutte le vie rilevate ad eccezione alle

69

VALSAT

vie VIII Agosto, Via de Neri e via IX Febbraio (quest’ultima limitatamente al solo valore diurno). Tab.3.3.2.4.a – La valutazione della popolazione esposta a rumore – Stato di fatto al 2004 ANNO 2004

Valore assoluto

Valore percentuale sul

totale della popolazione Popolazione potenz. esposta a rumore da traffico stradale e ferroviario

61.951

55,56%

Popolazione potenz. esposta a rumore da attività produttive

5.534

4,96%

Popolazione potenz. esposta a rumore da salto di classe acustica >=2

1.815

1,63%

Fonte: nostra elaborazione su dati ARPA 2004

Tab.3.3.2.4.b – La valutazione della popolazione esposta a rumore – Stato di progetto al 2014 ANNO 2014

Valore

assoluto

Scostamento

in v.a. rispetto al

2004

Valore

percentuale sul totale

della popolazione

Scostamento in % rispetto

al 2004

Popolazione potenz. esposta a rumore da traffico stradale e ferroviario

65.969

+4.018

56,05%

+0,49

Popolazione potenz. esposta a rumore da traffico stradale e ferroviario (con interventi di mitigazione acustica)

61.020

-931

51,85%

-3,72

Popolazione potenz. esposta a rumore da attività produttive

6.763

+1.229

5,75%

+0,78

Popolazione potenz. esposta a rumore da salto di classe acustica >=2

1.815

0

1,54%

-0,09

Fonte: nostra elaborazione su dati ARPA 2004

Le altre fonti di rumore sono meno preoccupanti: meno del 5% della popolazione risiede dentro o in zone limitrofe ad ambiti produttivi artigianali – industriali. Il dato calcolato puntualmente precisa la stima effettuata in sede di ValSAT del PTCP per l’ambito omogeneo di pianificazione territoriale a cui è stato assegnato il comune di Forlì “Città regionale di Forlì” costituita da Forlì, Predappio e Castrocaro Terme – Terra del Sole, pari al 6,3% della popolazione complessiva.

70

VALSAT

Tab.3.3.2.4.c – La ripartizione del territorio pianificato in classi acustiche al 1998 e al 2004 Classe Anno 1998

Area kmq Anno 1998

Distribuzione % Anno 2004 Area kmq

Anno 2004 Distribuzione %

I 2,5 7,41 1,73 4,88 II 0,17 0,50 0,03 0,09 III 24,62 72,97 22,72 64,18 IV 2,84 8,42 7,23 20,41 V 3,46 10,25 3,49 9,86 VI 0,15 0,44 0,20 0,58 Totale 33,74 100 35,41 100

Fonte: nostra elaborazione su dati ARPA 1998 e 2004

Tab.3.3.2.4.d – La ripartizione del territorio pianificato in classi acustiche al 2014 Classe

Valore assoluto

Scostamento in v.a. rispetto al

2004

Distribuzione %

Scostamento in %

rispetto al 2004

I 1,77 0,04 3,88 -1,00 II 1,08 1,05 2,37 2,28 III 23,13 0,41 50,76 -13,42 IV 15,32 8,09 33,62 13,21 V 4,05 0,56 -0,97 VI 0,20 0,00 0,44 -0,14 Totale 45,57 100

8,89

Fonte: nostra elaborazione su dati ARPA 2004

71

VALSAT

3.3.2.5. Inquinamento elettromagnetico Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori scelti per valutare gli impatti derivanti da inquinamento elettromagnetico sono ricavabili dalla normativa in materia e ottenuti previa individuazione di fasce di rispetto che garantiscano la tutela di persone e beni dai campi elettrici e magnetici. Vengono a tal fine misurati al 2005 e stimati al 2015 in quanto ricadenti in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne:

- popolazione potenzialmente esposta; - attrezzature con destinazioni sensibili (asili, scuole, ospedali, parchi pubblici); - beni di interesse storico testimoniale.

A livello regionale il riferimento normativo per l’individuazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti è costituito dalla Direttiva Applicativa della LR 30/2000, D.G.R. n.197 del 13/03/01, che stabilisce le fasce di rispetto per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 uT e 0,5 uT per gli impianti per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica (con tensione uguale o superiore a 15 kV) di induzione magnetica, valutata al ricettore in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate, ospedali ed edifici con permanenza di persone non inferiore a quattro ore giornaliere. Poiché il perseguimento di tale valore di qualità deve essere realizzato sia per i nuovi impianti nei confronti delle costruzioni esistenti sia per le nuove costruzioni nei confronti delle linee e degli impianti esistenti, nella ValSAT vengono misurati al 2005 il numero di residenti, le superfici di attrezzature collettive “sensibili” e beni di interesse storico-testimoniale che ricadono nelle fasce di rispetto degli elettrodotti ad alta ed altissima tensione (linee da 132 a 380 kv) esistenti e stimati al 2005 le previsioni di progetto (superfici di ambiti per nuovi insediamenti residenziali A12 e per attrezzature collettive A24) che ricadono nelle fasce di elettrodotti esistenti e previsti, come stabilite per legge per tipologia di linea.

Linea kV Terna singola Doppia Terna ottimizzata

Doppia Terna non ottimizzata

Obiettivo di qualità 0,2 uT 380 Kv 100 m 70 m 150 m 220 Kv 70 m 40 m 80 m 132 Kv 50 m 40 m 70 m

Linea aerea in conduttori nudi

20 m 12 m 28 m

Cavo aereo 3 m - 4 m

15 Kv

Cavo interrato 3 m - 4 m Obiettivo di qualità 0,5 uT

380 Kv 65 m 45 m 95 m 220 Kv 50 m 25 m 132 Kv 30 m 25 m 45 m

Linea aerea in conduttori nudi

13 m 10 m 18 m

Cavo aereo 2 m - 2,5 m

15 Kv

Cavo interrato 2 m - 2,5 m

72

VALSAT

Per gli impianti RadioTv e stazione Radiobase22 il D.P.C.M. 8 luglio 2003 stabilisce i valori limite riportati in tabella, confermando le disposizioni del precedente D.M. 381/98 “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”:

Frequenza Campo elettrico E (V/m)

Campo Magnetico H (A/m)

Densità di potenza D (W/m2)

Limiti di esposizione: valore, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione

3-3000 MHz 20 0.05 1

Valori di attenzione: da assumere in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi, mediati su un’area equivalente della sezione verticale del corpo umano e su un intervallo di 6 minuti

0,1 MHz-300GHz 6 0.016 0.10 (3 MHz-300GHz)

Obiettivo di qualità: valori di immissione, misurati o calcolati, da non superarsi all’aperto nelle aree intensamente frequentate,incluse le superfici edificate ovvero attrezzate permanentemente per il soddisfacimento di bisogno sociali, sanitari e ricreativi ai fini della minimizzazione del campo elettromagnetico

0,1 MHz-300GHz 6 0.016 0.10 (3 MHz-300GHz)

In particolare viene sancita la necessità di verifiche strumentali ogni volta che i valori stimati dai calcoli risultino superiori a metà dei valori suddetti. In coerenza con le indicazioni della legge regionale 30/2000“Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico” e il Piano Provinciale per l’Emittenza Radio Televisiva, per le antenne esistenti viene assunta una fascia di rispetto di 300 mt. Infatti la legge regionale vieta la localizzazione di impianti per l’emittenza radio-televisiva in una fascia di rispetto di 300 mt dal centro abitato o dal territorio urbanizzato o urbanizzabile, nei parchi urbani, in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali scolastiche e sportive nonché nelle zone di parco classificate A, nelle riserve naturali, su edifici scolastici, sanitari e a prevalente destinazione residenziali, su edifici vincolati o classificati di interesse storico-architettonico e monumentale, di pregio storico, culturale e testimoniale. La localizzazione di impianti per la telefonia mobile è vietata in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali scolastiche e sportive nonché nelle zone di parco classificate A, nelle riserve naturali, su edifici scolastici, sanitari e a prevalente

22 “I sistemi radiomobili, chiamati sistemi cellulari, sono sistemi “broadcasting” (da un punto emittente a molti punti riceventi) che sfruttano la suddivisione del territorio in aree di dimensioni limitate, delle “celle”, ognuna delle quali è servita da una Stazione Radio Base. Tale struttura permette di accrescere la capacità del sistema: riducendo l’area media delle celle e la potenza irradiata, è possibile attribuire lo stesso canale radio a più utenti dislocati in celle diverse. Come gli impianti SRB, i ripetitori radio-televisivi sono impianti broadcasting; tali impianti hanno spesso potenze superiori al kW e, a seconda della quota di installazione, coprono generalmente bacini di utenza che interessano anche più province. Le emittenti radiotelevisive sono perciò le più critiche per quanto riguarda l’entità dei campi elettromagnetici e l’esposizione della popolazione” (Bilancio Ambientale del Comune di Forlì – novembre 2005).

73

VALSAT

destinazione residenziali, su edifici vincolati o classificati di interesse storico-architettonico e monumentale, di pregio storico, culturale e testimoniale. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Per la stima della popolazione esposta a inquinamento elettromagnetico, sono stati conteggiati al 2005, attraverso la numerazione civica agganciata all’anagrafe comunale, i cittadini residenti all’interno di fasce di rispetto Enel e di antenne radio-TV. La stima per il progetto di Piano è stata effettuata calcolando 2,19 abitanti per alloggio (un alloggio pari a 120 mq di superficie totale) negli ambiti per nuovi insediamenti residenziali anche rispetto ai nuovi tracciati, le cui fasce di rispetto tuttavia non interessano la popolazione. La presenza di campi elettromagnetici determina impatti tutto sommato contenuti sul sistema insediativo attuale: il grado di impatto è genericamente molto basso. Anche sullo stato di progetto gli impatti si mantengono molto bassi, poiché le nuove previsioni residenziali non intersecano affatto tali fasce di rispetto e le previsioni produttive solo in piccola parte. In sintesi al 2004 il 7,2% delle attrezzature ricadono in fasce di rispetto, rispetto ad un 4,34% di beni storico-architettonici e al 2,5% della popolazione, dato che diminuisce al 2014 dello 0,2%. Nel Bilancio Ambientale comunale viene distinta la popolazione esposta (alle sole linee elettriche) per tipologia di linea elettrica, come dal prospetto di seguito riportato.

Tipologia di linea Fascia di rispetto per il perseguimento dei 0,2

micro Tesla (m) N° abitanti interessati Incidenza rispetto alla

popolazione totale

Linee a 132 kv terna singola 50 856 0,8%

Linee a 132 kv doppia terna 40 8 -

Linee a 380 kv 100 103 0,1%

Totale - 967 0,9%

Tipologia di linea Fascia di rispetto per il perseguimento dei 0,5

micro Tesla (m) N° abitanti interessati Incidenza rispetto alla

popolazione totale

Linee a 132 kv terna singola 30 514 0,5%

Linee a 132 kv doppia terna 25 0 0

Linee a 380 kv 65 49 -

Totale 563 0,5%

Fonte: Bilancio Ambientale del Comune di Forlì – novembre 2005

74

VALSAT

Come indicatori di monitoraggio vengono inoltre stabili i seguenti, assunti anche dal Bilancio Ambientale del Comune con cadenza biennale:

- numero Stazioni Radio Base per la telefonia mobile presenti nel territorio comunale;

- valori di qualità rilevati in prossimità delle Stazioni Radio Base23; - estensione linee elettriche per tipologia di linea.

Al 2005 nei luoghi con permanenza superiore alle 4 ore (limite 6V/m): - il 60% dei valori di campo elettrico medio risulta inferiore a 0,5 V/m; - il 26% compreso tra 0,5 e 1 V/m; - l’11% compreso tra 1 e 2 V/m; - il 3% compreso tra 2 e 3V/m; - nessuno superiore a 3 V/m; mentre nei luoghi con permanenza inferiore alle 4 ore (limite 20V/m): - il 65% dei valori di campo elettrico medio risulta inferiore a 0,5 V/m; - il 23% compreso tra 0,5 e 1 V/m; - l’11% compreso tra 1 e 2 V/m; - nessuno compreso tra 2 e 3V/m; - l’1% superiore a 3 V/m. Da notare come il 3% delle misure con valori compresi fra i 2 ed i 3 V/m sia rappresentativo di una sola misurazione, effettuata in un sito a permanenza di persone superiore alle 4 ore; tale valore è imputabile ad una sorgente radio e non ad una SRB. Le principali forme di mitigazione degli impatti sono di carattere normativo. La norma di PRG prevede all’art. 164 una serie di prescrizioni relative alla Tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico. Si riportano i commi che dettano limitazioni e vincoli all’attività antropica in materia di inquinamento elettromagnetico: “6. Le tavole del PRG individuano per tutti gli impianti esistenti, con tensione superiore o uguale a 15 kV , in relazione alle caratteristiche della linea, le fasce di rispetto, che costituiscono il campo di applicazione delle norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico definite dalla LRn. 30/2000. Le fasce di rispetto sono di larghezza pari a quella definita nella Direttiva applicativa citata, in relazione alla tipologia di linea (Tab. 1 e 2). Tali dimensioni garantiscono il perseguimento degli obiettivi di qualità rappresentati dai

23 L’indicatore è definito dai “valori di campo elettrico rilevati in prossimità degli impianti Radio-TV e delle Stazioni Radio Base durante la campagna di monitoraggio realizzata da ARPA sezione provinciale Forlì-Cesena in convenzione con il Comune di Forlì, e confronto con il limite di esposizione e l’obiettivo di qualità definiti dalla normativa vigente. I punti di indagine sono stati scelti tra le aree interessate da maggiori valori di campo elettrico e/o nelle direzioni di massimo irraggiamento, privilegiando i luoghi a permanenza prolungata delle persone (superiore alle 4 ore). Tra i valori di campo elettrico misurati in tali punti sono riportati quelli più elevati e quindi maggiormente rappresentativi dal punto di vista cautelativo”. (Bilancio Ambientale del Comune di Forlì – novembre 2005). La periodicità del dato è semestrale desumibile dalla Campagna di misura dei campi elettromagnetici a radiofrequenza - Relazione 2° semestre 2004, ARPA Sezione Provinciale Forlì-Cesena

75

VALSAT

valori di 0,2 micro Tesla al ricettore e dai valori di cautela di 0,5 micro Tesla nelle aree urbanizzate e nelle aree di espansione con piani attuativi già approvati. 7. All’interno delle fasce di rispetto non sono consentiti interventi edilizi né nuove destinazioni d’uso che rappresentino nuovi recettori sensibili, che ai sensi dell’art.13 della LR30/01 sono costituiti da asili, scuole, aree verdi attrezzate e ospedali, nonché edifici adibiti a permanenza di persone non inferiore a quattro ore giornaliere. 8. All’interno delle fasce di rispetto, sugli edifici esistenti all’epoca dell’adozione della presente Variante Generale, già adibiti ad usi citati al comma che precede (ricettori sensibili), sono ammessi interventi edilizi di recupero e di cambio d’uso, a condizione che non comportino incrementi del numero di persone esposte, dei valori di esposizione, e del tempo di esposizione. 9. Per ogni titolo abilitativo (denuncia di inizio attività o permesso di costruire) per interventi ricadenti in tutto o in parte all’interno di fasce di rispetto, l’avente titolo deve allegare la documentazione necessaria a dimostrare il rispetto delle norme di tutela di cui alla LRn.30/2000 e alla relativa Direttiva, delle eventuali ulteriori norme nazionali applicabili, nonché delle disposizioni di cui ai precedenti commi. Tale documentazione deve contenere anche gli elementi topografici atti a definire con precisione la distanza dell’impianto rispetto all’immobile oggetto di intervento.”

76

VALSAT

3.3.3 GLI IMPATTI GENERATI SUL SISTEMA NATURALE 3.3.3.1. Reti ecologiche Indicatori scelti e fonte dei dati I criteri scelti per valutare la sostenibilità del progetto di rete ecologica del Piano sono tre e riguardano: - la realizzazione del progetto di rete ecologica in pianura; - l'incidenza della superficie naturalizzata della rete ecologica rispetto alla crescita

insediativa ed infrastrutturale prevista o stimata dal Piano; - la qualificazione del progetto di rete ecologica in fase di attuazione. Rispetto all'attuazione del progetto di rete ecologica viene calcolata la superficie compresa nelle aste fluviali in cui viene prevista la ricostituzione della rete ecologica in pianura e la superficie compresa in fasce di rispetto delle nuove infrastrutture per la mobilità. Viene stimata anche la percentuale di superficie arborata che viene costituita all'interno della rete ecologica. E' verosimile ipotizzare una copertura boschiva delle chiome non inferiore al 60% della superficie destinata a rete ecologica naturalizzata con alberature, privilegiate rispetto ad altre forme di naturalizzazione per la loro capacità di aumentare il coefficiente di assorbimento di anidride carbonica. Tra gli indicatori di rete ecologica, desunto dallo studio relativo al Sistema del verde, sono stati calcolati anche: - il grado di connettività ai sistemi fluviali; - l’Indice di Biopotenzialità (Btc). Quest'ultimo risulta importante al fine di valutare se le trasformazioni in atto stiano portando il paesaggio ad una soglia di instabilità e per un confronto tra la situazione esistente e le situazioni storiche precedenti. Consente pertanto di individuare le evoluzioni/involuzioni del paesaggio, in relazione al grado di conservazione, recupero o trasformazione. La Btc è un indicatore dello stato del metabolismo energetico dei sistemi vegetali, ed è in grado di effettuare una lettura delle trasformazioni del territorio ed in particolare dello stato di antropizzazione dello stesso. Attraverso questo indicatore è possibile valutare se il cambiamento del paesaggio è positivo o negativo attraverso un confronto tra la situazione esistente e i dati storici precedenti, oppure è possibile confrontare un dato comunale, col dato provinciale o di un’area vasta. Il calcolo della Btc richiede l’individuazione delle tipologie ecosistemiche territoriali, operazione che può essere effettuata attraverso fotointerpretazione o lettura della Carta forestale, oppure rilievi di campagna. L’attribuzione della Btc è stata effettuata sulla base dei valori indicati da Ingegnoli (1980), inizialmente calcolati per i principali tipi di elementi del paesaggio della Lombardia, ed opportunamente adattati alla situazione presa in esame.

77

VALSAT

La distribuzione dei singoli ecotopi alla soglia storica del 1955 è stata resa possibile dalla fotointerpretazione delle fotografie aeree in b/n in scala 1:33.000 del volo I.G.M. del 1954-55 e dalla successiva restituzione su tavolette I.G.M. in scala 1:25.000, opportunamente rasterizzate. Analogamente gli ecotopi presenti alla soglia attuale sono stati delimitati prendendo come base la carta dell’uso del suolo elaborata dal gruppo di lavoro sullo “Studio del sistema del paesaggio” a partire dalle fotografie aeree del volo 1997 eseguite appositamente a supporto del PRG. Le classi individuate per l’ecotessuto mediterraneo (Ingegnoli, 1992) sono:

ECOTOPO BTC 1955

(Mcal/m2/anno) BTC 1998

(Mcal/m2/anno) Boschi 3 4 Frutteti, vigneti 2 2 Aree miste (seminativo e frutteto-vigneto) / 1,5 Seminativo arborato 1,8 / Seminativo semplice 1 1 Pascoli, prati-pascoli, pascoli cespugliati, incolti erbacei

1,4 1,4

Aree verdi urbane 2 3 Abitativo rado 0,8 0,6 Abitativo denso 0,6 0,4 Industrie ed infrastrutture 0,2 0,2

Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Le componenti di progetto che incidono sulla componente naturalistica ed ecologica del territorio inteso come settore sensibile ricettore delle politiche di pianificazione sono il progetto di rete ecologica, gli ambiti produttivi sovracomunali la cui attuazione in sede di accordo territoriale è condizionata alla realizzazione di parte della rete ecologica nelle zone esondabili (art.17 PTCP vigente) dei principali corsi d'acqua in pianura, le infrastrutture per la mobilità di nuova realizzazione o di potenziamento (via Emilia bis, ferrovia) per le quali si prevede la costituzione di un corridoio ecologico trasversale alle aste fluviale e di connessione della trama ecologica in pianura. All’anno 2004 della superficie comunale destinata dal PSC a rete ecologica (1.655 ettari, rispetto ai 4.597 previsti dal PTCP) ne sono attuati solo 105 ettari, al 2014 si ipotizza una realizzazione pari al 30%. La ripartizione delle aree per la riconnessione della rete ecologica all’interno di ambiti fluviali, aree di valore naturale e ambientale, parchi fluvialidel Ronco-Bidente e del Montone, nelle fasce di rispetto dei corridoi nella nuova viabilità è riportata nel prospetto che segue.

78

VALSAT

Tab. 3.3.3.1 – Superfici di progetto destinare alla ricostituzione della rete ecologica Aree per la riconnessione della rete ecologica

Ha totali Di cui in art. A-17 Di cui in corridoi nuova viabilità

Ambiti fluviali definiti dal PTCP (art.17)

3931,87

901,72

99,04

Aree di valore naturale e ambientale art. A-17 (tolto l'alveo fluviale)

901,72

/

10,41

Parchi fluviali (Ronco e Montone)

384,38

66,50

Corridoi nuova viabilità

446,48

10,41

/

TOTALE RETE ECOLOGICA PSC

1655,67

TOTALE RETE ECOLOGICA PTCP/PSC

4597,19

Al 2014 è stata inoltre ricalcolata sia la Biopotenzialità territoriale totale (Btc) sia quella media sulla base dei parametri forniti da Ingegnoli per l’anno 1998. La formula applicata per esteso è in Appendice. Nel progetto le variazioni rispetto al 1998/1999 riguardano le superfici a bosco (con la prevista realizzazione del nuovo Parco del Ronco-Bidente e le aree A17 di valorizzazione naturale ed ambientale), l’abitativo rado a cui si è fatto corrispondere gli ambiti di ricomposizione e ridisegno nelle frazioni A.D.F., gli ambiti di ricomposizione e ridisegno urbano A.D.U. e le zone di nuovo insediamento Z.N.I., mentre l’abitativo denso è stato calibrato rispetto ai Progetti integrati e alle Aree complesse. Infine sono state calcolate le aree per nuovi insediamenti produttivi e gli ambiti da riqualificare nel settore agroalimentare. Le superfici degli altri ecotopi (frutteti/vigneti, seminativo semplice, incolto erbaceo, aree miste) sono rimaste invariate. La superficie media è stata calcolata dividendo la Biopotenzialità territoriale per la superficie degli ecotopi, di cui sopra. Complessivamente nel progetto di Piano si assiste ad un incremento sia della Btc totale, che passa in 15 anni da 6.016 a 7.509, sia di quella media che aumenta di 0,28 punti percentuali. Questi indicatori evidenziano il carattere del Piano volto ad una ricucitura dei tessuti urbani a bassa densità e ad un efficace progetto di rinaturalizzazione del territorio, non inficiato dalle politiche di sviluppo industriale, pur consistenti.

79

VALSAT

3.3.3.2 Aree naturali e il sistema del verde Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori utilizzati per valutare il sistema delle aree boschive e protette sono: - naturalizzazione del territorio; - grado di esposizione dei boschi all’antropizzato; - numero di specie protette presenti; - numero di alberi monumentali. Le fonti degli indicatori sono il Piano regolatore e la Regione Emilia Romagna per la individuazione di Siti appartnenti alla Rete Natura 2000 con segnalata presenza di specie protette. Altri indicatori utilizzati per valutare il sistema del verde sono costituiti da: - superfici a parco urbano o fluviale pro-capite; - verde pubblico esistente pro-capite; - incidenza del verde attrezzato a parco, per il gioco e lo sport sul totale del verde

urbano comunale esistente; - incidenza delle superfici a verde esistenti sulla superficie urbanizzata. I valori sono ottenuti tramite elaborazione di dati ricavati dal PRG e dal Servizio Verde Pubblico del Comune di Forlì. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto I dati relativi alle aree protette e ai siti appartenenti alla Rete Natura 2000 sono disaggregati nella tabella che segue, che ha permesso di calcolare sia il grado di naturalizzazione del territorio che dal 2004 al 2014 aumenta più del triplo, sia del grado di esposizione dei nuclei urbani all’antropizzato. Il Bosco di Scardavilla è infatti vicino all’urbanizzato e questo costituisce un elemento di disturbo alla fauna presente.

Aree protette/ Siti Rete Natura nel territorio di Forlì

Denominazione Ha totali Ha nel comunedi Forlì

Incidenza sul totale

Distanza urbanizzato

Meandri del Fiume Ronco 221 143,435 23,9% > 100 mt Bosco di Scardavilla - Ravaldino 316 272,327 45,5% < 100 mt Selva di Ladino, Fiume Montone, Terra del Sole 220 182,617 30,5% > 100 mt

Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi 1955 0,662 0,1% > 100 mt TOTALE 2712 599 100,0%

Le specie protette oscillano da 9 a 18 e interessano soprattutto il settore avifaunistico, e in misura minore i mammiferi.Con l’attuazione dei SIC Meandri del Fiume Ronco e Rio Cozzi le specie protette complessivamente passano da 24 a 51, come evidenziato nella tabella che segue.

80

VALSAT

SIC SPECIE PROTETTE UCCELLI MAMMIFERI RETTILI ANFIBI PESCI INVERTBR

Meandri del Fiume Ronco 9 3 0 0 1 5 0Bosco di Scardavilla - Ravaldino 9 5 0 0 1 0 3Selva di Ladino, Fiume Montone, Terra del Sole 15 5 4 0 1 5 0Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi 18 11 4 0 1 0 2 Anche il sistema del verde subisce un miglioramento con l’attuazione delle previsioni di Piano. Le superfici a parco urbano o procapite triplicano con la realizzazione del Parco fluviale del Ronco-Bidente e lo stesso dato va ad incidere sul verde pubblico esistente procapite, che passa da 26,47 mq/abitante a 47,20 mq/abitante. Tale valore incide sul totale della superficie urbanizzata più delle trasformazioni insediative previste, infatti si passa da 9,75% di superficie a verde pubblico esistente rispetto alla superficie urbanizzata al 2004 al 14,9%. Non è invece possibile calcolare al 2014 l’incidenza del verde pubblico urbano (giardino, parco, verde sportivo) sul totale del verde urbano comunale esistente: tale dato al 2004 è pari al 33%. L’articolazione del verde pubblico è dettagliamene riportata nella tabella che segue e che verrà aggiornata in fase di monitoraggio. Tab. 3.3.3.1 – Superfici di verde pubblico per tipologia di verde Classificazione del verde Superficie (ha) Incidenza sul totale

Aiuole 25.517,29 0,86%Aiuole parcheggio 75.731,79 2,57%Aiuole stradali 207.555,58 7,03%Area boscata 193.332,67 6,55%Area incolta 142.321,78 4,82%Area verde pubblico 633.468,38 21,47%Giardino pubblico 86.942,98 2,95%Orti 33.267,32 1,13%Parco pubblico 472.191,92 16,00%Verde decorativo 83.748,79 2,84%Verde ospedaliero 149.125,94 5,05%Verde residenziale 210.750,35 7,14%Verde scolastico 230.232,02 7,80%Verde sportivo 406.860,73 13,79%Fonte: Bilancio ambientale 2005 su dati Servizio Verde Pubblico del Comune di Forlì

81

VALSAT

3.3.4 GLI IMPATTI GENERATI SUL SISTEMA INSEDIATIVO 3.3.4.1. Poli ad elevata specializzazione e attività produttive Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori utilizzati per valutare il sistema insediativo mutuati dal PTCP sono: - percentuale di attuazione dei poli funzionali; - concentrazione delle attività produttive. Tra gli obiettivi del Piano per l'ottimizzazione della struttura insediativa figura infatti sia la completa attuazione dei poli funzionali previsti, molti dei quali sono in avanzato stato di realizzazione e la concentrazione delle attività produttive in ambiti produttivi. Il primo criterio per valutare la sostenibilità delle scelte di Piano rispetto al sistema insediativo inteso come settore sensibile all'attuazione e alle ricadute delle scelte di Piano è dato dalla attuazione di funzioni complementari nei poli funzionali ad elevata attrattività di persone e merci. Il secondo indicatore viene calcolato per lo stato di fatto dalla percentuale di superfici pianificate dal PRG per attività produttive o terziarie sul totale degli ambiti produttivi comunali come definiti e individuati in sede di Quadro Conoscitivo del PTCP. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto L'esito della valutazione al 2014 è positiva e migliorativa rispetto all'esistente, nel senso le politiche di Piano portano ad un aumento della concentrazione delle attività produttive in aree appositamente dedicate e non alla loro diffusione nel territorio, con una conseguente maggiore sostenibilità in termini di traffico indotto, di collegamento e servibilità da parte delle reti tecnologiche, di minori impatti acustici rispetto a funzioni limitrofe non compatibili, quali la residenza o i servizi alla residenza. Anche rispetto all’obiettivo di attuare nei poli funzionali le funzioni previste (tutte complementari a quelle già esistenti) la valutazione è positiva, e implica la riduzione della dispersione nel territorio di funzioni che comportano forti spostamenti di traffico privato, attraverso una razionalizzazione del loro insediamento in zone già servite dal sistema portante della viabilità e in prossimità ad altre funzioni di tipo complementare. Data la natura specialistica e in un certo senso "unica" di ciascun polo funzionale questo indicatore, verrà più opportunamente monitorato nel tempo, anche al fine di migliorare le politiche di Piano.

82

VALSAT

3.3.4.2 La servibilità degli ambiti da parte delle reti tecnologiche Indicatori scelti e fonte dei dati Gli indicatori utilizzati per valutare la servibilità dei nuovi ambiti di trasformazione previsti da parte del sistema delle reti tecnologiche, mutuati dal PTCP, sono: - Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema acquedottistico; - Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema fognario-depurativo; - Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema energetico-gas. La valutazione della funzionalità dei sistemi tecnologici energetico gas, acquedottistico e fognario depurativo, è stata effettuata tramite giudizio esperto del Responsabile di C.I.S. (adesso HERA spa), che, avendo la gestione diretta dei sistemi acquedotto, fognatura e gas ha portato alla definizione dei giudizi di servibilità riportati in appendice A. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto La valutazione effettuata dall’ente gestore è risultata positiva per tutti e tre i sistemi, essendo stata affiancata alla previsione dei nuovi insediamenti una apposita programmazione degli interventi necessari per renderli servibili, come riportato nella lettera del C.I.S. sulla programmazione degli interventi infrastrutturali, allegato 5 alle “Controdeduzioni del Comune di Forlì alle riserve formulate dalla Provincia sulla Variante generale al PRG” (maggio 2002).

83

VALSAT

3.3.5 GLI IMPATTI GENERATI SUL SISTEMA DELLA MOBILITÀ 3.3.5.1. Traffico e congestione del sistema viario Indicatori scelti e fonte dei dati La congestione da traffico stradale è valutata attraverso il livello massimo di congestione sul principale asse est-ovest di attraversamento del centro abitato (via Emilia storica) e su quello nord-sud (via Bestini – via Campo degli Svizzeri). La congestione è calcolata da modellistica GIS definita in sede di PTCP, con simulazioni agli anni 2005 – 2010 – 2015 – 2020 – 2025, a seconda del grado di attuazione del sistema viabilistico provinciale. I livelli di congestione sono riportati nelle tavole ValSAT – Congestione da traffico stradale. Per integrare il livello delle conoscenze è stato aggiornato anche il data-base del traffico contenuto tra i documenti conoscitivi del PGTU, rispetto alle simulazioni effettuate da Centro Studi Traffico, rispetto alle previsioni di Piano. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto Il Sistema Tangenziale di Forlì (STF) è un anello viario costituito da tre progetti coordinati: - La Tangenziale Est (5 lotti) - L’Asse di Arroccamento (variante della Via Emilia SS9) (2 lotti) - La Tangenziale Ovest Nel 2000-2001 i progetti definitivi della Tangenziale est e dell’Asse di Arroccamento, sono stati sottoposti a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che ha avuto esito positivo con decreto Ministeriale DEC/VIA 725 del 10 maggio 2002. Nel 2001 il Comune di Forlì, con delibera di Giunta comunale n. 458 del 18/09/2001, ha approvato la “Revisione del Piano generale del traffico Urbano “ (PGTU). A partire dalla fase di adozione del PGTU del 1997 l’Ufficio Tecnico del Traffico del Comune di Forlì ha provveduto a monitorare i flussi di traffico in 67 intersezioni stradali, attraverso telecamera mobile posizionata sulle intersezioni per la durata di 24 ore, grazie a cui sono stati contati i veicoli (suddivisi in auto, autobus e mezzi pesanti) transitanti per ciascuna manovra in 3 fasce orarie:

• 7,30 – 8,30 • 12,00 – 13,00 • 18,00-19,00.

In fase di aggiornamento del PGTU si è provveduto da marzo 1999 ad aprile 2002 a rilevare gli incroci non precedentemente rilevati o quelli per i quali erano state introdotte modifiche dei sensi circolatori che modificano il quadro circolatorio presente. Le intersezioni complessivamente rilevate sono state pertanto 79.

84

VALSAT

In fig. “Valsat – Flussi di traffico al 2000” sono riportati le auto equivalenti sui 50 archi che presentano il flusso maggiore nelle fasce orarie esaminate. Analizzando i livelli di traffico si nota come il traffico (da 550 a 1550 auto equivalenti) si concentri nei due principali assi di attraversamento costituiti in direzione est – ovest dalla via Emilia comprese le circonvallazioni interne e in direzione sud/ovest – nord/est lungo via dell’Appennino per confluire nella SP3 del Rabbi e lungo via Ravegnana ovvero via Bertini in direzione Ravenna. Gli archi che presentano alla mattina un flusso superiori o prossimi ai 1.500 a.e e 2.000 autovetture equivalenti si riferiscono tutti ad archi dei viali della circonvallazione oppure in tre dei quattro sovrappassi ferroviari (Vespucci, Gramsci, Zangheri). I flussi sull’asse Campo di Marte-Gramsci Bertini crescono considerevolmente in corrispondenza del sottopasso ferroviario. Solo una intersezione (piazzale Schiavonia) presenta flussi complessivi superiori ai 4.000 autoveicoli equivalenti mentre 13 intersezioni presentano un flusso compreso tra i 3.700 e 3.000 auto equivalenti e 31 intersezioni presentano un flusso compreso tra 3.000 e 2.000 autovetture. Il dato che emerge è l’utilizzo molto elevato del mezzo privato rappresentante il 64,9 % della mobilità per lavoro/studio e il 42,2 % della mobilità non sistematica diretta in centro storico. Aspetto particolarmente preoccupante se si considera la completa anelasticità dell’automobilista rispetto agli altri mezzi di trasporto: alla domanda quale mezzo alternativamente utilizza rispetto a quello utilizzato sistematicamente il 67 % degli automobilisti ha dichiarato di non fare uso di mezzi alternativi. Il risultato di questa scelta modale sono noti: congestione della rete stradale, saturazione della domanda di sosta, inquinamento acustico atmosferico elevato tasso di incidentalità. Le stime sul traffico presunto al 2015 sono stati effettuati sulla base dei traffici generati dalle previsioni urbanistiche per un giorno feriale medio, ulteriormente elaborata attraverso l’applicazione di opportuni parametri, per definire con precisione l’entità dei traffici per mezzo di trasporto. Le presenze giornaliere (residenti, addetti, utenti, ecc.) in ciascun ambito e la concentrazione oraria degli utenti dei negozi, degli uffici e delle funzioni varie di interesse pubblico sono state tratte da appositi coefficienti di trasformazione delle superfici in addetti, utenti e popolazione occupata e non occupata. I livelli di congestione del sistema infrastrutturale viario al 2005 e al 2015 conseguenti alla variazione della rete infrastrutturale derivante dall’attuazione delle previsioni del Piano, sono desunti dalle elaborazioni di ValSAT contenute nel PTCP di Forlì-Cesena per lo stato di fatto al 2005 (su dati traffico 2000 e matrice origine-destinazione del 1991). Per lo scenario relativo all’anno 2015, è stata assunta una “domanda ipotizzata” corrispondente ad un incremento del traffico veicolare medio annuo fino al 2013 del +2% (come da P.R.I.T.) poi del 1% sino all’anno 2015. Il sistema viario preso a riferimento è quello assunto nello scenario 2010, con la prospettiva della compiuta realizzazione delle seguenti infrastrutture stradali che interessano il territorio forlivese:

85

VALSAT

• Realizzazione degli assi tangenziali di Forlì Lotto 3 e 4; • Realizzazione della Via Emilia Bis tratto Cesena Forlì; • Riqualificazione della Via Emilia tratto Forlì - Cesena; • Adeguamento della Strada Statale 67 - circonvallazione dell’abitato di Dovadola; • Adeguamento della Strada Provinciale n. 3 (Del Rabbi) Lotto 5 Tangenziale Est.

Tale modello di simulazione si basa su una matrice di spostamenti sistematici (casa-lavoro e lavoro-casa) e non sistematici, calibrata rispetto alla matrice O/D del Censimento del 1991 e rivalutata sulla base degli assetti insediativi stimati sulla crescita di popolazione, ambiti produttivi e poli funzionali ogni quinquennio dal 2005 al 2025. La congestione viene calcolata dal modello di simulazione, per tutti i tratti delle strade provinciali comprese entro il confine comunale (per le quali si hanno dati aggiornati al 2001 sul traffico veicolare), la differenza tra la capacità di portata reale del tronco stradale e il traffico presente (rilevato puntualmente e spalmato lungo tutto il tratto viario preso in considerazione). Lo scarto determinato tra il numero di veicoli all’ora che la strada è in grado di sopportare in quel tratto e il numero di veicoli presenti, rilevati dalle indagini sul traffico, determina la congestione da traffico. Il grado di congestione ottenuto è stato classificato in 6 livelli. Il primo e il secondo grado di congestione esprimono livelli critici accettabili, mentre gli ultimi 3 livelli evidenziano le arterie maggiormente congestionate. La scelta modale del mezzo di trasporto da parte degli utenti è stata ricavata dai dati del Censimento Istat 2001 su elaborazioni del servizio statistica della Regione Emilia Romagna. Gli esiti della valutazione mostrano che la rete stradale attuale determina impatti soprattutto sugli insediamenti residenziali posti in prossimità del tracciato della via Emilia. I progetti del nuovo sistema tangenziale di Forlì sono stati redatti con soluzioni innovative sotto l’aspetto dell’inserimento ambientale e della sicurezza. In particolare gli svincoli, il collegamento con la rete urbana, i passaggi in vicinanza dei nuclei edificati e le gallerie hanno rappresentato i punti più impegnativi dell’intero progetto. La rete idrografica di falda e di scolo è stata rispettata in tutte le sue componenti e, ove possibile, il progetto, che comprende interventi mirati allo smaltimento delle acque per eventi meteorici eccezionali, ha costituito un’opportunità per il miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica delle aree limitrofe. Il tracciato è stato concepito attraverso un lungo lavoro di concertazione con Enti e cittadini con la ricerca continua di soluzioni finalizzate a sicurezza, funzionalità e minimo impatto sul territorio; lungo le due infrastrutture si contano 16 svincoli, quattro gallerie artificiali, tre ponti fluviali (Montone e Rabbi), due viadotti a campata multipla. Particolare menzione va attribuita al rapporto della Tangenziale Est con l’aeroporto: il "Ridolfi" attualmente è penalizzato dalla collocazione nella rete infrastrutturale, privo di un collegamento rapido con la rete autostradale; nel progetto vi sono due svincoli

86

VALSAT

(Biagio Bernardi a nord e Decio Raggi a sud) ed il collegamento con la A14 avviene attraverso un'arteria a quattro corsie. 3.3.5.2. Incidentalità stradale Indicatori scelti e fonte dei dati La sicurezza stradale è valutata attraverso due indicatori: - incidentalità stradale; - incidentalità stradale con decessi. I dati sugli incidenti avvenuti nel territorio di Forlì negli anni 1999 e 2000, desunti dalla Relazione generale del Piano Generale del Traffico Urbano (febbraio 2004), sono stati elaborati partendo dalle schede ISTAT elaborate dalle forze di polizia. Esse riportano come dati di riferimento dell’incidente:

• Data dell’incidente • Via • Ora • Numero di pedoni morti e/o feriti • Numero di persone ferite e/o morte

Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto: Gli incidenti rilevati ammontano complessivamente a 1.139 nel 1999 e a 1.710 nel 2000 con un numero di morti pari a 25 nel 1999 e 10 nel 2000. Le vie con maggiore intensità di incidenti nel 2000 sono quelle maggiormente congestionate quali :

• Via Roma con 205 incidenti cui 1 mortale • Via Ravegnana con 155 incidenti di cui 4 mortali • Via Dell’Appennino con 133 incidenti di cui 1 mortale • Via Campo di Marte con 108 incidenti di cui nessuno mortale.

La valutazione relativa al 2004 ottenuta utilizzando i dati pubblicati nel Bilancio sociale 2004 “Progetto 1.6 – La sicurezza”, evidenzia una diminuzione nel numero di incidenti pari a 1.496, con lo stesso numero di sinistri mortali rispetto al 2000.

87

VALSAT

3.3.5.3. L’offerta di mobilità alternativa Indicatori scelti e fonte dei dati L’offerta di mobilità alternativa è un termine generico, che si riferisce a tutte le modalità di spostamenti differenti dall’auto privata utilizzata a titolo personale. Rientrano soto questa voce il sistema della mobilità ciclabile e pedonale, i cui indicatori sono: - dotazione complessiva di piste ciclopedonali; - dotazione procapite di piste ciclopedonali. L’estensione delle piste ciclabili, graficamente rappresentata nella tavola ValSAT – Estensione piste ciclabili e articolata per tipologia d’intervento e stato di attuazione, è quantificata anche nel Bilancio Sociale del Comune di Forlì 2004. L’altra modalità di trasporto, cioè il Trasporto pubblico locale su gomma è valutato attraverso i seguenti indicatori: - Disponibilità del servizio di TPL nel territorio urbano (km percorsi su linee

urbane); - Disponibilità del servizio di TPL nel territorio extraurbano (km percorsi su linee

extraurbane); - Utilizzo del servizio di TPL nel territorio urbano (numero passeggeri annui su

linee urbane); - Utilizzo del servizio di TPL nel territorio extraurbano (n.passeggeri annui su linee

extraurbane). I valori sono pubblicati nel Bilancio Sociale 2004 su dati del Consorzio ATR e sono relativi agli anni 2002 e 2004. Valutazione dello stato di fatto e degli effetti derivanti dalle componenti di progetto L’indagine demoscopica effettuata in occasione della predisposizione del PGTU su un campione di residenti nel comune di Forlì ha evidenziato come:

o In autovettura si recano in centro storico il 42,5 % delle persone; questa percentuale cresca fino al 72,1 % se il lavoro è esterno al centro storico;

o L’autobus è utilizzato per un 8% , delle persone che si recano in centro, e un 3,6 % per quelli che recano fuori dal centro storico di Forlì; (va osservato a proposito come tali statistiche si riferiscano alle sole persone che hanno una sede di lavoro fissa, sono pertanto esclusi rappresentanti, ambulanti ecc..);

o Maggiore è l’utilizzo della bicicletta pari ad un 30 % dei lavoratori in centro storico e ad un 10,5% dei lavoratori esterni al centro.

Il grado di appetibilità dell’autobus, rispetto a quelli che non lo usano con una certa regolarità, (utilizzo sistematico o alternativo a quello sistematico), ha evidenziato come un 69,6% non lo usi mai e un 39,9% lo usa qualche volta o raramente. Attualmente buona parte delle esigenze della mobilità sistematica (circa 47.000 spostamenti per studio e lavoro nell’arco della giornata) vengono soddisfatte con

88

VALSAT

l’utilizzo dell’auto (65% degli spostamenti sistematici) e della bicicletta (circa il 13% degli spostamenti sistematici); più contenuta è invece la domanda soddisfatta con i mezzi pubblici (4,4% degli spostamenti sistematici) che rappresentano, sostanzialmente le modalità alternative all’utilizzo del mezzo privato. Il principale polo di attrazione della città è costituito dal Centro Storico (Centro Storico ed asse di via Bolognesi) che attrae il 29% degli spostamenti sistematici giornalieri. Anche per questa domanda di mobilità si rileva che il mezzo più utilizzato è l’automobile (43% degli spostamenti) e la bicicletta (30% degli spostamenti) mentre l’autobus soddisfa circa l’8% della mobilità diretta verso l’area centrale. Risulta evidente che gli interventi previsti devono mirare allo sviluppo di queste due modalità alternative (autobus e bici). In particolare l’obiettivo è quello di incrementare ulteriormente l’attuale quota di spostamenti effettuati sui mezzi pubblici, “catturando” utenti dal trasporto privato. L’analisi del trasporto pubblico, domanda e offerta, è stata effettuata utilizzando i risultati dell’indagine effettuata dalla ATR nel novembre 2001. L’indagine ha riguardato un rilievo di circa l’80 % delle linee esistenti con intervista a tutte le persone a bordo rilevando la:

• fermata di salita • fermata di discesa • titolo di viaggio posseduto

Complessivamente, nel solo comprensorio di Forlì, l’indagine ha riguardato 753 corse ripartite su 53 linee. Gli indicatori in Appendice relativi al Trasporto pubblico locale e al sistema della mobilità ciclabile e pedonale evidenziano un aumento della disponibilità e conseguentemente dell’uso del mezzo pubblico dal 1999 al 2004, con un incremento dei km percorsi dagli autobus su linee urbane (di quasi 80.000 km) e di circa 520 passeggeri in più all’anno. Anche la dotazione di piste ciclabili dal 2004 al 2014 è in incremento da 46.485 km a 50.339, mentre la dotazione procapite di piste ciclabile rimane costante, pari a 0,41 mt ad abitante.

89

VALSAT

3.4 Le valutazioni di sostenibilità sulle aree ad elevato impatto 3.4.1 LO SCREENING AMBIENTALE DEL POLO PRODUTTIVO DI VILLA SELVA La Variante Generale al PRG prevede in località Villa Selva la realizzazione un polo produttivo di alto profilo organizzativo, di importanza provinciale, dotato delle migliori condizioni di accessibilità territoriale, adeguatamente attrezzato e dotato di servizi in misura tale da garantire competitività delle condizioni insediative sia per il trasferimento di aziende industriali che si trovano oggi in situazioni urbanistiche e ambientali non idonee, sia per il nuovo insediamento di attività economiche nel territorio forlivese. Le aree di nuovo insediamento previste nell’ambito territoriale del polo di Villa Selva sono da destinare in via prioritaria ad attività industriali che per esigenze di espansione e razionalizzazione del ciclo produttivo, o per accertata incompatibilità ambientale, hanno in programma il trasferimento dalle attuali sedi urbane. In normativa (art.116 – Polo produttivo di Villa Selva (VS), comma 1), “le previsioni del Polo produttivo di Villa Selva si attuano tramite un progetto unitario da sottoporsi a “screening” ai sensi della LR 9/99 (Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale)”. A luglio 2004 è stato depositato lo Screening ambientale, successivamente integrato a gennaio 2006 sulla base di specifiche richieste dell’Amministrazione provinciale, e contestualmente il Comune di Forlì ha deciso di procedere ad un nuovo deposito e ad una conseguente pubblicazione del BUR dell’avvenuto deposito per permettere ai soggetti interessati alla procedura di screening di prendere visione dei nuovi elaborati ed eventualmente di presentare le proprie osservazioni. Di seguito si sintetizzano i principali esiti dello Screening relativo al progetto urbanistico, riportato nella sua ultima configurazione in fig.1, “in variante al PRG vigente”, che, “si configura come una metaprogettazione orientata alla definizione di indirizzi propedeutici alla successiva fase di effettiva progettazione dei comparti attuativi, i quali, nel loro insieme, costituiscono le forme urbanisticamente strutturanti l’impianto del Polo produttivo di Villa Selva “ (Delibera provinciale di controdeduzioni, aprile 2006). 3.4.1.1. – La verifica dei vincoli da pianificazione sovraordinata La prima fase di verifica ha preso in esame i vincoli derivanti da programmi, piani generali e settoriali che interessano l’area di studio. Tra tutti gli strumenti presi in considerazione, quelli che incidono significativamente sull’area studio sono i seguenti: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale approvato a luglio 2001 avente

valore di Piano Territoriale Paesistico Regionale (del. Consiglio Regionale n. 1338 del 28/01/93)

Piano Stralcio di Bacino per il rischio Idrogeologico Piano Provinciale e Piani comunali delle attività estrattive Zonizzazione acustica del Comune di Forlì

90

VALSAT

Zone sottoposte a vincolo idrogeologico – R.D. 3267/23; Zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi dell’ex DPR 431/85 sostituito dal D. L.vo 29 ottobre 1999, n. 490 Zone soggette a vincolo ai sensi dell’ex L. 1089/39 e dell’ex L. 1497/39 abrogate con l’attuazione del D.L.vo 29 Ottobre 1999, n. 490.

Rispetto alla zonizzazione paesistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, l’area ricade nelle Zone di tutela degli elementi della centuriazione. In normativa non vi sono divieti alla localizzazione di insediamenti industriali, ma prescrizioni da recepire in fase di progettazione urbanistica. Si rileva inoltre l’ampia area di pertinenza del fiume Ronco che il PTCP sottopone a tutela attraverso un progetto di valorizzazione ambientale e paesistica. L’asta fluviale si costituisce infatti come corridoio ecologico con sviluppo nord-sud. Dall’analisi della Carta forestale e dell’uso dei suoli, l’area ricade in zona agricola in aree identificate come “seminativi” e “colture specializzate”; non si evincono pertanto sotto questa tematica particolari problematiche relative al completamento del polo produttivo. Relativamente al dissesto e alla vulnerabilità territoriale, l’area di intervento è sovrapposta alle zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei, normate dall’art. 28 del PTCP. In specifico, il polo produttivo ricade nelle aree caratterizzate da ricchezza di falde idriche (zona B art. 28) mentre è diviso dal limite fisico della sede ferroviaria dalle aree di alimentazione degli acquiferi sotterranei (zona A art. 28). In tali zone è vietata la localizzazione di attività a rischio di incidente rilevante, la realizzazione e l’esercizio di nuove discariche per lo smaltimento dei rifiuti, le attività che comportano scarico diretto e indiretto di sostanze inquinanti, l’escavo di pozzi e di interventi che possano turbare il regime delle acque sotterranee. Dalla carta dei fattori di pericolosità geoambientale si evince che l’area è soggetta ad una subsidenza di circa 2 cm/anno. Ne consegue che è fortemente sconsigliato l’impianto di industrie idroesigenti con prelievo dalla falda sotterranea. Come evidenziato nell’analisi delle reti dell’acqua, il problema dell’approvigionamento idrico risulta essere una delle principali criticità della zona di studio in considerazione del completamento del polo produttivo. Si nota anche che l’area è caratterizzata da pericolosità sismica. Ai fini della valutazione delle problematiche idrogeologiche, è stato preso in considerazione il Piano Stralcio di Bacino per il Rischio Idrogeologico redatto dall’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli approvato con Delibera di G.R. n° 350 del 17/03/2003. Come si evince dalla figura 12, per l’area di intervento si evidenzia la totale assenza di problematiche di tipo idrogeologico. Si nota che nelle vicinanze sono individuate zone “a elevata probabilità di esondazione” (art. 3) Le Norme del Piano prescrivono agli

91

VALSAT

interventi di trasformazione del territorio la valutazione dell’invarianza idraulica (come di seguito riportato all’art. 9 delle Norme del Piano). Rispetto ad altri vincoli o condizionamenti, quali “Zone sottoposte a vincolo idrogeologico – R.D. 3267/23”, “Zone di tutela dei parchi naturali nazionali e regionali”, “Zone soggette a vincolo Paesaggistico ai sensi dell’ex DPR 431/85 sostituito dal D. L.vo 29 ottobre 1999, n. 490”, “Zone soggette a vincolo ai sensi dell’ex L. 1089/39 e dell’ex L. 1497/39 abrogate con l’attuazione del D.L.vo 29 Ottobre 1999, n. 490”, l’area di intervento non ricade entro aree vincolate ai sensi delle specifiche normative vigenti. 3.4.1.2. – Gli impatti e le proposte di mitigazione Suolo e sottosuolo: Dall’analisi dei comparti, si evince che l’area di studio è caratterizzata da classi geomeccaniche di qualità da normale a discreta che permettono di avere una buona capacità edificatoria. L’analisi della sismicità indica che sussistono le condizioni sismiche per la liquefazione. Le analisi eseguite sulle prove penetrometriche hanno però mostrato che in tutti i siti di prova dove sono presenti sabbie il rischio di potenziale liquefazione è basso o nullo. Come mitigazioni e/o prescrizioni, lo studio dispone che l’edificazione dovrà essere subordinata ad analisi geotecniche specifiche. Idrologia ed idrogeologia: Relativamente alle acque superficiali, sulla base dei risultati delle analisi svolte, si evidenzia che la rete scolante necessita, in caso di completamento del Polo Produttivo, di un potenziamento. Dovranno essere adeguate le sezioni di alcuni tratti dei fossi di scolo. Relativamente alle acque sotterranee, per l’area in oggetto si prevede una vulnerabilità nulla e bassa. L’area di analisi risulta nel complesso, valutando tutti i parametri, caratterizzata da un livello di rischio medio basso. Il grado di subsidenza (mediamente 2 cm/anno) dell’area risulta critico. Come mitigazioni e/o prescrizioni, lo studio dispone che siano evitati prelievi idrici dalle falde salvo verifiche approfondite sugli emungimenti e le risposte idrauliche degli acquiferi. L’individuazione di risorse alternative assume pertanto carattere di priorità. In specifico si fa riferimento alla realizzazione dell’acquedotto industriale (derivazione dal Canale Emiliano Romagnolo) Vegetazione: L’area è destinata ad un utilizzo produttivo che è in contrasto con la valorizzazione dell’ambiente vegetazionale naturale. Come mitigazioni e/o prescrizioni, lo studio dispone che nelle aree destinate, in perticolare nelle zone E ed F, si dovrà avere cura di creare aree verdi fortemente boscate con funzioni ecologiche di filtro e di mitigazione degli impatti. Particolare attenzione va posta nella progettazione delle aree verdi a tutela dello scolo Ausa Vecchia e del suo ambiente naturale.

92

VALSAT

Fauna: L’area è destinata ad un utilizzo produttivo che è in contrasto con la valorizzazione dell’ambiente faunistico naturale. La protezione dell’ambiente faunistico è legata alla creazione di un ambiente vegetazionale variegato di cui al punto precedente. Aria: Si evidenzia che il completamento del polo produttivo non aggrava in modo significativo la situazione attuale (che presenta già alcuni aspetti di criticità), visto che i recettori presenti sono ubicati per la maggior parte lontano dalle arterie di traffico principali e di progetto. Si nota dalla cartografia di PRG che, in particolare per la via Emilia Bis, sono previste ampie aree verdi atte alla protezione e mitigazione degli impatti. Si evidenzia comunque la necessità di mettere in opera una fascia alberata e/o siepe che funga da catalizzatore/filtro degli inquinanti aeriformi lungo tutto il percorso della via Mattei ed in particolare in corrispondenza delle immissioni della via Costiera dove la presenza dei recettori è più consistente e della via Selva (in particolare ubicato in corrispondenza della nuova rotonda a valle del cavalcavia sulla linea FS). Inoltre, le analisi evidenziano la necessità di distribuire il traffico previsto lungo una serie maggiore di arterie (e non la sola Via Mattei), per ottenere una riduzione delle concentrazioni massime degli inquinanti atmosferici e quindi un beneficio locale. Da questo punto di vista assume priorità la realizzazione delle strade di progetto (Via Emilia bis, collegamento con il nuovo casello autostradale, ecc..). La soluzione del problema legato ai flussi di traffico risulta difficilmente risolvibile attraverso opere di abbattimento, ma andrebbe affrontata alla radice, promovendo politiche di raggruppamento del traffico stesso attraverso l’utilizzo di servizi logistici appositamente studiati. Rumore: Per tutti gli scenari considerati il periodo diurno risulta essere ad impatto contenuto salvo la presenza di piccole aree caratterizzate da un minimo superamento dei limiti. Per quanto riguarda il periodo notturno, tutti gli scenari evidenziano significativi superamenti dei limiti e quindi situazioni di criticità diffusa in tutta l’area interessata dallo studio. Il completamento del polo produttivo di Villa Selva non evidenzia particolari peggioramenti del clima acustico attuale e quindi si ritiene che l’impatto rispetto alla situazione “ante operam” sia di livello accettabile. Alla luce delle analisi, che evidenziano (in particolare per il periodo notturno) una situazione potenzialmente disturbante, si ritiene di non poter prescindere dallo svolgimento di una campagna di misure acustiche specifica, che verifichi i valori calcolati negli scenari (in particolare nel periodo notturno) da progettare insieme agli enti preposti alla verifica e rispetto dei limiti (in particolare ARPA). Per la mitigazione della problematica evidenziata si ritiene opportuna la messa in opera di barriere antirumore in corrispondenza delle seguenti arterie stradali e ferroviarie:

93

VALSAT

- via Mattei: si ritiene prioritario un intervento di bonifica acustica in corrispondenza degli incroci con la via Costiera (lato nord e sud). Si potrebbe prevedere un impianto vegetazionale (filari alberati e/o siepi) lungo tutto il percorso che attraversa il polo produttivo che “maschera” la messa in opera di pannelli acustici per l’abbattimento del rumore. Vista la larghezza della carreggiata e lo spazio esterno ad essa, l’intervento appare di facile realizzazione dal punto di vista tecnico. - Linea FS: si ritiene prioritario attivare una linea comune di intervento con l’ente gestore delle infrastrutture affinché sia realizzato un intervento di bonifica acustica. Viste le condizioni topografiche della linea stessa, l’intervento appare di facile realizzazione dal punto di vista tecnico. - Via Emilia bis: visto che l’opera non è realizzata, appare necessaria in sede di progettazione esecutiva la previsione di barriere acustiche a bordo carreggiata con l’intento di abbattere il rumore indotto dai flussi veicolari previsti. - Via Selva: si ritiene prioritario un intervento di bonifica acustica in corrispondenza degli incroci con la via Costiera (nuova rotonda a valle del cavalcavia ferroviario). Si potrebbe prevedere un impianto vegetazionale (filari alberati e/o siepi) che “maschera” la messa in opera di pannelli acustici per l’abbattimento del rumore. Vista la larghezza della carreggiata e lo spazio esterno ad essa, l’intervento appare di facile realizzazione dal punto di vista tecnico. Correnti elettriche e magnetiche: Non sono prevedibili al momento attuale opere tali da indurre impatti significativi. L’unica sorgente potenzialmente disturbante, riguarda il progetto dello scalo merci previsto nella zona sud dell’area di studio a confine con il Comune di Forlimpopoli. Nello screening specifico redatto per il progetto non si evidenzia nessuna problematica riferita ai campi elettromagnetici. Paesaggio: L’area è destinata ad un utilizzo produttivo che è in contrasto con la valorizzazione dell’ambiente nei suoi aspetti paesaggistico-percettivi. Allo scopo di ridurre l’impatto della prevista area industriale sul paesaggio rurale circostante, e di tutelare l’impianto della centuriazione ed i corsi d’acqua esistenti, si ipotizzano i seguenti interventi con la funzione di filtro e corridoio ecologico: - sistemi ripariali a vegetazione arborea ed arbustiva. Costituiscono, essenzialmente, fasce di pertinenza fluviale: per questo è importante che le zone potenzialmente interessate dall’evoluzione del corso d’acqua non siano interessate da trasformazioni. Nel caso in esame tali interventi di rinaturalizzazione riguardano lo scolo Ausa Vecchia; - fasce arboree ed arbustive legate ad infrastrutture lineari (strade, ferrovie, canali artificiali, ecc.) che attraversano territori antropizzati e rurali. Queste, oltre alle funzioni già viste, svolgono effetti di contenimento delle polveri e dei gas di scarico, nonché di attenuazione dei rumori. Da prevedere in corrispondenza della Via Mattei, della Via Selva e della Via Emilia bis (che dovrebbe essere interessata da uno specifico progetto di inserimento paesaggistico).

94

VALSAT

- Specifici progetti del verde relativi alla realizzazione dei nuovi complessi industriali con funzione di mitigazione e compensazione delle opere realizzate. Analisi del sistema della viabilità: Aumento dei flussi di traffico legato alle attività produttive ed ai servizi di previsione. L’esigenza di completare le grandi infrastrutture viarie in progetto (via Emilia bis, collegamento del polo con il nuovo casello autostradale, ecc..) è evidenziata da due fattori: 1. le analisi economiche evidenziano la forte sinergia che lega lo sviluppo del polo industriale di Villa Selva con le previsioni infrastrutturali che fungono da volano alla valorizzazione dell’area in vista di una sua collocazione nell’economia locale e regionale. 2. le analisi dei flussi di traffico, ampiamente evidenziate nei paragrafi legati agli impatti atmosferico ed acustico, evidenziano una potenziale saturazione della Via Mattei se non si verifica la realizzazione delle infrastrutture di progetto contestuale allo sviluppo industriale del polo. Reti infrastrutturali del ciclo dell’acqua, dei rifiuti, dell’energia: Nel merito dell’adeguatezza del sistema infrastrutturale concernente la rete idrica lo studio di screening ha condotto una serie di analisi e valutazioni sul carico indotto dal completamento del polo produttivo di Villa Selva sulla rete acquedottistica gestita da HERA S.p.A.. Lo studio ha dapprima sviluppato un’analisi sulla situazione attuale e verificato la presenza di eventuali problematiche, dopodiché ha effettuato una stima dei consumi previsti dal complemento del polo produttivo e verificato il carico indotto e la capacità residua della rete, e quale ultimo aspetto ha formulato ipotesi di risoluzione dei problemi e scenari di possibile sviluppo. Per la verifica delle rete vengono considerati 4 scenari di riferimento: - scenario attuale (scenario 1); - ipotesi che tutto il consumo idrico futuro sia riferito all’indice calcolato per il

consumo distribuito (scenario 2); - ipotesi che il consumo idrico futuro sia riferito per il 90% all’indice calcolato per il

consumo distribuito e per il 10% all’indice calcolato per il consumo idroesigente (scenario 3);

- ipotesi che il consumo idrico futuro sia riferito per il 70% all’indice calcolato per il consumo distribuito e per il 30% all’indice calcolato per il consumo idroesigente (scenario 4).

Per la rete acqua, alla luce degli scenari analizzati si possono trarre le seguenti conclusioni: i dati evidenziano che la portata in ingresso alla rete locale può considerarsi al limite massimo e che questa è in grado di soddisfare (arrivando ai limiti superiori della potenzialità teorica) ulteriori richieste idriche di tipo non idroesigente. L’elaborato denominato “Studio di prefattibilità di azioni migliorative delle infrastrutture idrauliche del Polo Produttivo di Villa Selva” oltre a verificare la possibilità di attuare

95

VALSAT

misure di natura idraulica, strutturali e non, necessarie all’efficace soluzione delle problematiche connesse all’invarianza idraulica, ha definito una serie di requisiti prestazionali del completamento del Polo Produttivo di Villa Selva necessari al perseguimento della tutela qualitativa dei recettori (reti fognarie e/o reticolo idrico superficiale minore) in relazione al problema del carico inquinante delle acque di prima pioggia. Il medesimo elaborato, altresì, fornisce indirizzi di gestione sostenibile della risorsa acqua, in termini di riciclo delle acque pluviali per gli usi compatibili con le attività che si svolgeranno nel polo produttivo. Lo studio afferma che l’approccio progettuale assunto è teso ad un più possibile avvicinamento, per quanto concerne gli aspetti idrologico-idraulici, alle recenti disposizioni della pianificazione relative alle aree produttive ecologicamente attrezzate. Le analisi evidenziano un aumento del carico sulle reti infrastrutturali e sul sistema energetico in generale. Nello studio si afferma che, al fine di analizzare la rete energetica, è stata effettuata un’analisi di tali aspetti attraverso appositi incontri con tecnici del gestore della rete (ENEL), dai quali emerge che il sito di Villa Selva risulta bene servito dalla rete elettrica esistente, visto che la zona è attraversata da dorsali di AT e nelle vicinanze sono presenti due cabine di trasformazione primaria da AT a MT (Forlì Est e Capocolle). Sotto l’aspetto di gestione sostenibile delle risorse lo studio avanza alcuni principi ai quali dovrebbe essere ispirata la gestione del ciclo dell’energia all’interno di aree, posto che la voce consumi energetici rappresenta una delle voci di costo più significative tra quelle inerenti la gestione ambientale dell’area di Villa Selva. In particolare dovrà essere posta particolare attenzione nella scelta della fonte energetica, privilegiando le fonti rinnovabili o al più combustibili fossili basso emissivi, con forme di produzione di energia che favoriscono sistemi cogenerativi e processi di recupero di cascami di calore e terminali di utilizzo efficienti, con possibilità di regolazione dell’energia assorbita in funzione dei carichi richiesti. La valutazione del carico indotto dal completamento del polo industriale sulla rete del gas, oggi gestita da HERA, è stata sviluppata, similmente a quanto già visto per quella idrica, mediante un’analisi della situazione attuale; in seguito è stata effettuata una stima dei consumi previsti dal complemento del polo produttivo e verificato il carico indotto e la capacità residua della rete, analizzando gli scenari e svolgendo le necessarie valutazioni comparative di sintesi. I dati presentati sono tratti da uno studio sul “Sistema di supporto alle decisioni per la verifica delle reti gas di Forlì: riassetto e potenziamento” dell’agosto 2000. L’elaborato presentato riporta i consumi annuali delle utenze industriali gas-esigenti presenti presso il comprensorio industriale di Villa Selva nell’intervallo temporale 2000 – 2003. Come mitigazioni e/o prescrizioni, lo studio dispone per le reti del gas, previsioni di ampliamento e potenziamento della rete e delle cabine di servizio alle utenze gas-esigenti con scenari caratterizzati da orizzonti temporali diversificati. Dalle analisi svolte, si evince che la rete di Villa Selva, in considerazione del previsto sviluppo del

96

VALSAT

polo produttivo, risulta essere in grado di assicurare un adeguato potenziale di riserva al fine di soddisfare richieste di gas di una certa importanza. Ciò premesso, si ritiene che le azioni necessarie a sviluppare un’efficace politica di riduzione dei consumi ed ottimizzazione delle risorse energetiche, basate non esclusivamente su comportamenti individuali e volontari, o su strategie informative e di sensibilizzazione volte a ridurre e riorientare i consumi, trovino adeguato riferimento nella funzione di gestione del territorio posto a capo dell’Amministrazione Comunale. Costituisce elemento di riscontro a quanto ora affermato il Piano Energetico Comunale (PEC), di cui il Comune di Forlì ha approvato, con deliberazione di Giunta Comunale n. 578 del 20/12/2005, la Fase I “Conoscitiva di verifica e di informazione” e la Fase II “Individuazione linee strategiche”. In quest’ottica, oltre ad essere necessario che le linee programmatiche espresse dal citato PEC si traducano presto in elementi operativi (inserimento di norme di carattere ambientale, al fine dell'utilizzo di combustibili meno inquinanti negli impianti termici, miglioramento dell’efficienza energetica degli involucri e degli impianti tecnologici, interventi passivi sugli edifici, utilizzo di fonti rinnovabili ecc.), assume rilevanza, al fine di dare risposte concrete a tali problematiche, la programmazione di infrastrutture tecnologiche in grado di produrre e di distribuire vettori energetici e servizi ad elevata efficienza (cogenerazione, teleriscaldamento, teleraffrescamento, ecc.). Per il ciclo dei rifiuti, il completamento del polo impone una verifica delle possibili forme di smaltimento dei rifiuti prodotti. Le analisi evidenziano che l’inceneritore, via preferenziale di smaltimento (90% dei quantitativi attuali), è attualmente giunto alla saturazione delle sue potenzialità. Dagli incontri con i tecnici di HERA si evince che è in progetto la costruzione di una terza linea dell’impianto che porta le capacità di termodistruzione da 180 q.li a 400 q.li (più che raddoppiate). La soluzione prospettata risolve la problematica dello smaltimento previsto ma porta con sé tutta una serie di altre problematiche legate all’impianto da valutare nelle sedi opportune.

97

VALSAT

3.4.2 LO STUDIO AMBIENTALE E TERRITORIALE DELL’AREA INDUSTRIALE URBANA

“CORIANO” Il progetto, finanziato dal Comune di Forlì, dalla Provincia di Forlì-Cesena, dal Consorzio Intercomunale Servizi di Forlì (C.I.S.) e dalla ditta Mengozzi è stato affidato ad ARPA con atto di convenzione del 12/10/99. Hanno partecipato alla realizzazione dello studio l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università degli Studi di Bologna, l’Istituto Inquinamento Atmosferico del CNR di Roma, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e dell’Oceano del CNR di Bologna. I principali obbiettivi dello studio sono: _ valutare il livello di pressione esercitato sull’ambiente dall’attività degli impianti di termodistruzione dei rifiuti della Ditta Mengozzi (smaltimento rifiuti ospedalieri non pericolosi) e del C.I.S. (smaltimento rifiuti urbani ed assimilati) e delle altre attività antropiche, produttive e non, presenti nell’area; _ stabilire, attraverso l’utilizzo delle tecniche di monitoraggio ambientale più avanzate, lo stato di qualità ambientale nella zona; _ mettere a punto strumenti di simulazione dei fenomeni di diffusione degli inquinanti in atmosfera per l’individuazione delle zone di maggiore criticità, per la scelta di traccianti e di punti per il loro monitoraggio e per la valutazione degli effetti relativi a diversi scenari di emissione; _ valutare il livello di esposizione delle popolazioni che risiedono all’interno dell’area di ricaduta degli inquinanti. In conclusione alla prima fase dello studio, alla luce delle campagne già effettuate e degli attuali orientamenti normativi è stata elaborata una ipotesi di prosecuzione del programma di studio degli impianti di incenerimento e di monitoraggio ambientale dell’area per verificare nuove tecniche applicabili ai due sistemi di incenerimento di Mengozzi e di Hera spa, che è stata conclusa a dicembre 2005 e costituisce parte degli elaborati conoscitivi del Piano provinciale per la qualità dell’aria.. Si riporta in quanto significativa in proposito, un estratto della Relazione di ValSAT del PTCP: “Tra gli ambiti ad elevata criticità ambientale va segnalata l’area industriale-artigianale di Coriano a Forlì e più in generale il quadrante territoriale ricompresso tra gli assi tangenziali previsti ad est e a sud, l’asse Via Bertini – Punta di Ferro – Ravegnana ad ovest e l’autostrada A-14 ed il casello a nord. Tale criticità è dovuta principalmente alla fortissima concentrazione nell’area di impianti, infrastrutture e poli funzionali già presenti e di nuova previsione, generatori di una fortissima domanda di mobilità e caratterizzati quindi da un altrettanto forte impatto in materia di inquinamento atmosferico, con valori stimati tali da raggiungere il limite superiore della sostenibilità ambientale nell’area, come emerge dagli esiti delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale. In proposito ci si riferisce in particolare a quelle relative, rispettivamente, al “progetto di richiesta di aumento della quantità autorizzata dei rifiuti sanitari da incenerire nell’impianto di termovalorizzazione” da 16.000 a 32.000 tonn/anno

98

VALSAT

presentato dalla Mengozzi srl24 e dal “progetto per la realizzazione della centrale di termoutilizzazione di rifiuti solidi urbani di Forlì” per 120.000 tonn/anno presentato da Hera Spa25.. Già nello “Studio ambientale e territoriale dell’area industriale urbana “Coriano” del Comune di Forlì – Rapporto Finale” eseguito da ARPA (ottobre 2001), si evidenziava che, sulla base delle campagne di monitoraggio della qualità dell’aria eseguite nei periodi 2000-01 presi in esame, la qualità dell’aria monitorata, pur non presentando situazioni di particolare gravità, rivelava situazioni non trascurabili per alcuni inquinanti. L’entrata in esercizio degli assi tangenziali sopracitati, pur essendo un irrinunciabile obiettivo strategico del nuovo schema di assetto territoriale alla scala provinciale, produrrà un ulteriore e rilevante aggravamento della pressione ambientale sull’area. In particolare la Tangenziale Est produrrà nell’area un flusso di traffico di progetto transitante pari a 2.200 veicoli/ora e 14.700 veicoli/giorno. Si stima che il nuovo asse possa assorbire anche flussi di traffico da direttrici diverse rispetto all’attuale asse urbano Via Campo di Marte – Via Gramsci e che quindi possa essere caratterizzato da flussi di traffico maggiori rispetto a quelli attualmente presenti sull’asse viario suddetto. Nell’area è inoltre in atto e/o prevista la realizzazione anche di altre strutture ad elevata attrattività di popolazione e merci, quali il Centro logistico per autotrasporto e il Centro commerciale; per quest’ultima si stima che produrrà incrementi di traffico indotti non trascurabili in tutta la rete viaria esistente nell’area con una movimentazione da 740 a 1.110 veicoli/ora nelle aree di parcheggio privato. Sulla base di quanto sopra riportato si ritiene che l’area in oggetto, essendo caratterizzata da importanti fattori di pressione per la componente atmosfera, costituiti da realtà industriali, da livelli di traffico rilevanti e dalla presenza degli inceneritori Hera e Mengozzi, sarà sottoposta ad un progressivo incremento delle sorgenti presenti e dei fattori di pressione sulla qualità dell’aria in termini di emissioni totali prodotte, che potrebbe portare ad un progressivo e sempre più critico peggioramento della qualità dell’aria nell’area di Coriano (peraltro caratterizzata in parte da realtà residenziali) e nelle aree interessate dalle ricadute degli inquinanti prodotti e aerodispersi. In tal senso, viste le caratteristiche di qualità dell’aria esistente, i fattori di pressione presenti, i possibili cambiamenti in termini di incremento dei fattori di pressione previsti nell’area, il PTCP fornisce ai Piani comunali e ai Piani settoriali le cui politiche ed azioni incidono sul settore aria, le seguenti prescrizioni come condizioni di sostenibilità dell’area: ulteriori localizzazioni e ampliamenti di attività ed infrastrutture che abbiano, singolarmente e nell’insieme, rilevanti effetti sull’aria sono da ritenersi incompatibili con lo stato attuale e con quello di breve e medio periodo; devono essere realizzati gli ambiti di riconnessione delle reti ecologiche individuati nella tav. 5 del PTCP per le aree lungo il fiume Ronco comprese tra la via Emilia e l’autostrada A14, quali ambiti prioritari entro cui attuare le necessarie politiche di riequilibrio ecologico e mitigazione ambientale dell’area di Coriano”. 24 Del. GP n. 30 del 29/01/2004. 25 Del GP n.323 del 02/09/2004.

99

VALSAT

3.5 Gli esiti del processo valutativo Gli esiti del processo di valutazione, quantificati nelle matrici di valutazione degli impatti riportate nell’Appendice A, mostrano in seguito all’attuazione del progetto di Piano un complessivo miglioramento del sistema reticolare infrastrutturale ed ecologico-naturale rispetto alla situazione esistente ed un incremento degli impatti sulla popolazione dovuti alle nuove previsioni piuttosto contenuto. In questa sede va evidenziato che rispetto al tema della congestione degli assi viari, la completa realizzazione del sistema viario provinciale porta al 2015 ad una riduzione della congestione lungo la via Emilia storica, che tuttavia, riqualificata, sopporta un discreto carico di traffico, anche se di tipo interurbano. Il nuovo asse della via Emilia bis assorbe gran parte del traffico pesante, mentre rimane sostanzialmente invariata la fluidità dell’autostrada. Sono inoltre assenti da tutto in sistema viario livelli di congestione molto alti (livello 5) e altissimi (livello 6), invece presenti al 2005 lungo l’intero tracciato della via Emilia. Anche la valutazione della connettività del sistema ecologico-naturale dal 2005 al 2015 mostra un deciso miglioramento, dovuto sia alla prevista attuazione dei corridoi ecologici lungo le aste fluviali di pianura e delle connessioni trasversali nelle fasce di forestazione urbana comprese tra il nuovo asse della via Emilia e il tracciato ferroviario, sia alla prevista trasformazione in riserve naturali delle aree proposte dal Piano e dal SIC “Meandri del Fiume Ronco” in parco fluviale con politiche differenziate di fruizione e tutela. Rispetto a questa previsione assume forte rilevanza il monitoraggio, in grado di misurare il reale stato di attuazione del progetto di rete ecologica comunale in parallelo con le trasformazioni insediative e infrastrutturali, la cui attuazione è vincolata alla rinaturalizzazione del territorio. Un tema delicato è costituito dalla valutazione dell’inquinamento atmosferico misurato attraverso le emissioni in atmosfera. Tale valutazione risente, anche per lo stato di fatto al 2005, dell’assenza di dati aggiornati sulle emissioni e del Piano di qualità dell’aria in corso di predisposizione da parte del competente servizio provinciale con il supporto di ARPA di Forlì-Cesena. In assenza di dati distribuiti sul territorio in modo omogeneo e di appositi modelli di simulazione, si è optato quindi temporaneamente su stime di tipo parametrico sia per la valutazione dello stato di fatto che per il progetto. Nelle cartografie e nelle matrici di impatto la quantità di CO2 fissata dalle masse vegetali viene stimata attraverso il coefficiente di assorbimento della massa foliare e rappresentata con livelli di maggiore o minore assorbimento a seconda dei coefficienti di efficienza delle diverse tipologie colturali e boschive. Le emissioni derivanti da usi civili ed industriali sono stati ottenuti calcolando i kg/anno per unità di superficie civile (residenziale, terziario, attrezzature pubbliche) e produttiva sulla base dei dati CORINAIR del 1991 suddivisi per comune, per fonte e tipologia di inquinante opportunamente rivalutati al 2005.

100

VALSAT

In tema di inquinamento elettromagnetico, di cui si è rilevata al 2005 e al 2015 la criticità rispetto a ricettori sensibili (attrezzature scolastiche, sanitarie e socio-assistenziali), alla popolazione esposta stimata attraverso le superfici residenziali, produttive e terziarie e gli edifici di valore storico-architettonico ricadenti all’interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne, il progetto di Piano prevede direttamente un tratto di nuovo elettrodotto che non comporta impatti per la popolazione. Si rimanda in ogni caso alla successiva fase di monitoraggio per la valutazione degli impatti (e lo scostamento rispetto alla situazione attuale) conseguente ad un ulteriore modificato sistema infrastrutturale elettrico da parte degli enti gestori delle reti. In tema di inquinamento acustico, la valutazione riporta per il 2005 le principali sorgenti di inquinamento potenziale, costituite dalle infrastrutture viarie e ferroviarie, dall’aeroporto, dagli ambiti produttivi e dalle zone con salto di classe maggiore di 2. Rispetto a questi indicatori, che non presentano particolari criticità, non vengono riportate le fasce di rispetto acustico dell’aeroporto poiché non sono state ancora definite ai sensi di legge, nonostante sia stato effettuato nel 2004 da ARPA di Forlì-Cesena uno studio sul monitoraggio del rumore prodotto dall’aeroporto, con simulazioni ed ipotesi di fasce di maggiore e minore impatto acustico. Anche in questo caso si rimanda alla fase di monitoraggio la valutazione della popolazione esposta alle stesse potenziali sorgenti di rumore.. Il Piano, pur non avendo effettuato una valutazione esplicita degli impatti generati dall’attuazione delle proprie previsioni, si è comunque dotato di una serie di misure per la mitigazione di impatti. Le mitigazioni proposte, in gran parte sono riconducibili a prescrizioni normative per gli interventi edilizi, riassumibili nelle seguenti:

- l’obbligo per gli interventi edilizi di compensare il mancato apporto idraulico alla falda per effetto della impermeabilizzazione dei suoli, attraverso apposite vasche di laminazione delle acque di precipitazione meteorica;

- le prescrizioni relative alla valutazione delle condizioni idrogeologiche necessarie per le trasformazioni territoriali, con prescrizioni relative alle fondazioni profonde e ai vani interrati nelle situazioni classificate ad elevata vulnerabilità idrogeologica (a tutela del rischio di inquinamento per sversamento accidentale di sostanze inquinanti o perdita da reti fognarie);

- le prescrizioni per la tutela delle acque superficiali e sotterranee, in base alle diverse funzioni (residenziale sparsa, residenziale urbana, attività produttive);

- le prescrizioni relative a zone classificate con propensione al dissesto idrogeologico (frane attive e frane quiescenti);

- le prescrizioni relative alla tutela degli elementi vegetazionali del paesaggio (filari alberati, gruppi arborei, siepi);

- il recepimento nel PRG delle norme di cui alla Legge quadro sull’inquinamento

101

VALSAT

acustico, per l’applicazione della classificazione acustica del territorio e la redazione di uno specifico piano di risanamento acustico;

- l’attuazione nel PRG delle indicazioni del nuovo Piano Energetico Comunale;

- la promozione della qualità ecologica degli interventi edilizi;

- i criteri di progettazione del verde negli ambiti di trasformazione e nelle zone di nuovo insediamento; previsione di piste ciclabili, percorsi e aree pedonali organicamente inseriti nel disegno delle schede di assetto urbanistico;

- le modalità di ristrutturazione o trasferimento di attività produttive inquinanti, localizzate entro ambiti residenziali (zone D4)

- la distinzione normativa tra zone destinate ad attività estrattive nel nuovo adeguamento al PIAE, e la previsione di norme specifiche per zone produttive destinate alla lavorazione dei materiali estrattivi e per zone destinate a depositi di materiali all’aperto;

- la individuazione di aree destinate ad attività agricole dismesse o da riqualificare e/o trasferire, a contatto con il territorio urbanizzato;

- l’eliminazione della norma che consentiva, entro il perimetro dell’urbanizzato, di assimilare la zona E a zona di completamento consentendo sotto forma di ampliamento dell’esistente costruzioni fino a 350 mq.;

- l’eliminazione di meccanismi di duplicazione della casa agricola (per lo più abbandonata a favore di un nuovo edificio affiancato) e di urbanizzazione in zona agricola con formazione di complessi edilizi isolati (con danni spesso rilevanti al paesaggio rurale), attraverso il drastico incremento della superficie territoriale minima richiesta per la nuova edificazione da parte di un’azienda agricola;

- la messa a punto di un piano-programma di riqualificazione ambientale dell’area di Carpena-Magliano, da cui si genera la previsione della formazione del Parco Territoriale del Bidente;

- la differenziazione del territorio rurale in ambiti che, sulla base di un diverso regime normativo, svolgono ruoli di protezione ambientale articolati in base alle caratteristiche intrinseche ed alle relazioni con il contesto: - il territorio rurale di contatto con gli spazi urbani; - il territorio rurale di mitigazione degli impatti ambientali di infrastrutture e attività

produttive - il territorio rurale di pregio ambientale e storico-culturale, da tutelare e

valorizzare.

102

VALSAT

PARTE QUARTA La valutazione ex post dell’attuazione del Piano

4.1 Le fasi di monitoraggio e la verifica dei target da raggiungere Il monitoraggio come proposto dalla LR 20/2000 ha come oggetto sia la verifica dello stato di attuazione dei Piani da parte dell'Ente che li ha predisposti, sia la valutazione dei loro effetti sui sistemi ambientali e territoriali, anche al fine della revisione o aggiornamento degli stessi. In letteratura, il monitoraggio, svolto in maniera continuativa durante l'attuazione del Piano, è un’attività di aggiornamento e verifica anche in termini quantitativi dello scostamento delle azioni di Piano rispetto agli obiettivi prefissati. Nel PSC il monitoraggio viene declinato con un'accezione più ampia previsto rispetto alla LR 20/2000, in quanto non si configura solo come verifica dell'attuazione dei Piani, ma come una valutazione ex post, finalizzata a ricercare l'efficienza e l'efficacia del Piano. La valutazione deve quindi evidenziare le variabili esogene intervenute durante l'attuazione del Piano che hanno influenzato i suoi esiti e fornire indicazioni per l'aggiornamento/modifica di esso, anche con la eventuale riformulazione degli obiettivi iniziali. 4.2 Gli indicatori di monitoraggio Per il monitoraggio del Piano vengono riportati in appendice, in conformità con gli indirizzi dettati dal PTCP in materia, diversi set di indicatori rispondenti a requisiti differenti. Un primo gruppo di indicatori è costituito dagli indicatori di stato utilizzati nella valutazione del Quadro Conoscitivo. Questi indicatori devono permettere di misurare nel tempo lo stato di qualità delle risorse o delle componenti ambientali al fine di verificare se le azioni di Piano hanno contribuito al miglioramento del livello qualitativo o meno. A questi indicatori si aggiungono indicatori di pressione. Mentre i primi sono riferiti prevalentemente al sistema ambientale e naturale, questo secondo gruppo di indicatori analizza il cambiamento nei fattori di pressione antropica.

103

VALSAT

Dal momento che obiettivo del monitoraggio non è solo il bilancio degli effetti delle azioni di Piano sui sistemi ambientali e territoriali, ma anche lo stato di attuazione dei propri Piani, al fine della revisione o aggiornamento degli stessi, in fase di monitoraggio vengono introdotti due ulteriori gruppi di indicatori: gli indicatori di efficacia e gli indicatori di efficienza. Gli indicatori di efficienza hanno l’obiettivo di verificare se “il rapporto tra risultati attesi e risorse impiegate risponde a criteri di ottimizzazione”26. Oltre allo stato di attuazione degli interventi strategici rispetto alle priorità stabilite nel Piano (tempistica di breve, medio e lungo periodo) è importante stabilire il livello di coinvolgimento dei vari attori (Enti territoriali, soggetti privati, associazioni di categoria, ecc.) alle azioni previste dal Piano e verificare le modalità da essi innescate al fine del raggiungimento delle azioni previste (accordi, intese, ecc. sottoscritti tra gli Enti pubblici e i soggetti privati interessati all’attuazione degli interventi; incentivi messi in atto dalle Amministrazioni coinvolte; risorse finanziarie attivate o attivabili nei tempi previsti di attuazione dell’intervento, etc). Nell’ambito della pianificazione territoriale, l'efficacia viene valutata dal raggiungimento degli obiettivi strategici e programmatici definiti dagli attori del processo decisionale. Per la valutazione di efficacia del Piano, piuttosto che un set di indicatori ulteriori rispetto a quelli definiti nelle precedenti fasi di valutazione (valutazione dello stato di fatto nel Quadro Conoscitivo e valutazione ex ante delle azioni di progetto), in fase di monitoraggio viene valutato il grado di raggiungimento delle soglie (target) definite dalla legislazione o proposte dal PTCP, con la consapevolezza che il raggiungimento di certi valori non dipende esclusivamente dalle azioni di Piano ma anche da variabili esogene non controllabili dal Piano. Pertanto per la valutazione di efficacia, in questa fase di sperimentazione non è verosimile pensare di raggiungere il valore soglia ma è importante avvicinarvisi andando nella direzione ricercata e in quella contraria.

26 Regione Emilia-Romagna, La valutazione strategica dei piani territoriali, 2001, Bologna.

104

VALSAT

Riferimenti bibliografici AGESS, Piano Energetici Comunale, Forlì, 2005 ARPA Emilia Romagna – Comune di Forlì, Relazione generale di Classificazione acustica del territorio comunale, gennaio 2006. Barrett S., Fudge C. (1981), Policy and Action, London Methue, Londra. Beinat E. (eds.) (1998), A methodology for policy analysis and spatial conflicts in transport policies, Final Report of the project DTCS, Financed by the European Commission DG12. Bentivegna V. (1995c), “La costruzione di una coalizione tra comuni su problemi territoriali risolta con l’analisi multicriteri”, Genio Rurale, 1. Bentivegna V. e Berni M. (1996), "La valutazione del piano", in Regione Toscana - Giunta regionale, Il sistema delle valutazioni nella LR 16 Gennaio 1995 n.5, Firenze. Bertin G. (a cura di) (1995), Valutazione e sapere sociologico, Franco Angeli, Milano. Bettini V. (1990), L’analisi ambientale, Clup, Milano. Bezzi C., Palumbo M (1998), Strategie di valutazione, Gramma, Perugia. Bruschi S. (1984), Valutazione dell’impatto ambientale, Edizioni delle Autonomie, Roma. Commissione della Comunità europea (1999), Quadro d’azione per uno sviluppo urbano sostenibile nell’unione europea, Bruxelles. Commissione della Comunità europea (1999), Schema di sviluppo dello spazio europeo, Postdam. Commissione europea DGXI (1998), Manuale per la valutazine ambientyale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea, Londra. Comune di Forlì (2005), Bilancio Sociale 2004, Forlì. Comune di Forlì (2005), Bilancio Ambientale 2005 - bozza novembre 2005, Forlì. Comune di Forlì (2005), Relazione del Piano Generale Urbano del Traffico, Forlì. Crosta P.L. (1983), “Anomalia e innovazione: come si coniugano nelle politiche pubbliche e private di produzione del territorio”, Archivio di studi urbani e regionali n.17. Curti F., Gibelli M.C. (1996) (a cura di), Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo urbano, Alinea, Firenze. Dente B. (1989), Politiche pubbliche e pubblica amministrazione, Maggioli, Rimini. Fusco Girard L., Nijkamp P. (1997), Le valutazioni per lo sviluppo sostenibile della città e del territorio, Angeli, Milano. Glasson J., Therivel R., Chadwick A (1994), Introduction to Environmental Impact Assessment, UCL Press, Londra. Inu (1998), “La nuova legge urbanistica. Indirizzi per la riforma del processo di pianificazione della città e del territorio”, Urbanistica Informazioni, n. 157. Lichfield N. (1969), Cost Benefit Analysis in Urban Expansion, Pergamon Press, London. Lindblom C.E. e Cohen D. (1979), Usable Knowledge, Yale University Press, New Haven e Londra. Lombardi P., Mambelli T. (2002), “Il bilancio di fine mandato per la costruzione del piano strategico: il caso di Trieste”, Estimo e Territorio n.1. Lombardi P., Micelli E., (1999) (a cura di), Le misure del piano, Angeli, Milano. Lombardo S. (1995), La valutazione nel processo di piano, Franco Angeli, Milano. Mambelli T., 2002, “La valutazione nella legislazione urbanistica regionale”, in G. Las Casas, P. Properzi, (a cura di), Regioni d’Europa e integrazione multisettoriale, Franco Angeli, Milano. Marradi A. (1987), Concetti e metodi per la ricerca sociale, La Giuntina, Firenze. Miller D. H. (1980), “Project Location Analysis using the Goals Achievement Method of Evaluation”, Journal of the American Planning Association, 46, 2.

105

VALSAT

106

Ministero dell'Ambiente, (1999), "Linee guida per la Valutazione ambientale strategica VAS", L'ambiente informa n.9. Ministero dell'Ambiente, (2000), Strategia nazionale ambientale per uno sviluppo sostenibile, Roma. Monnier E. (1992), Evaluations de l’action des pouvoirs publics, CPE Economica, Parigi. Morris P., Therivel R. (1995), Methods of Environmental Impact Assessment, UCL Press, Londra. Nijkamp P. e Voogd H. (1989), Conservazione e sviluppo: la valutazione nella pianificazione fisica, Franco Angeli, Milano. OECD (2001), Key Environmental Indicators, Paris. Patassini D. (1996), “Modelli valutativi per la pianificazione strategica”, in Ciciotti, Perulli, Patassini (1996), La pianificazione strategica, Daest, Iuav, Venezia. Patassini D., Mambelli T. (1999), “Spunti per la ricerca valutativa nella pianificazione in Italia”, Archivio di studi urbani e regionali n.65.

Patassini D., Mambelli T. (2001), “La valutazione dei Programmi per la riqualificazione urbana e lo sviluppo sostenibile del territorio (Prusst)", in N. Stame (a cura di), Valutazione 2001. Lo sviluppo della valutazione in Italia, Franco Angeli. Pearce D. W., Turner R. K. (1991), Economia delle risorse naturali e dell’ambiente, Il Mulino, Bologna. Pileri P. (2002), "La tecnica del benchmarking come contributo per la valutazione nel processo decisionale territoriale", Territorio n.23. Pinfield G. (1992), “Strategic environmental assessment and land use planning”, Project Appraisal, vol. 7, n.3. Provincia di Forlì-Cesena (2005), Relazione di ValSAT del PTCP adottato il 14 luglio 2005, Forlì. Provincia di Milano, (2003), La Valutazione Strategica del PTCP, Quaderni del Piano Territoriale n.18, Milano. Regione Emilia-Romagna, (1997), La regione globale, Bologna. Regione Emilia-Romagna, (2001), La regione globale 2001, Bologna. Regione Emilia-Romagna, (2001), La valutazione strategica dei piani territoriali, Bologna. Roy B. (1985), Méthodologie multicritère d’aide à la décision, Economica, Paris. Saaty T.L. (1980), The Analytic Hierarchy Process, McGraw Hill, New York. Scholten H.J., Stillwell J.C.H. (1990), Geographical Information Systems for Urban and Regional Planning, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht. Simon H.A. (1973), Le scienze dell’artificiale, Il Mulino, Bologna. Soderstrom E.J. (1981), Social Impact Assessment, Praeger publishers, New York. Stame N. (1990), “Valutazione ex-post e conseguenze inattese”, Sociologia e ricerca sociale n.31. Therivel R., Partidario M. (1996) (eds.), The Practice of Strategic Environmental Assessment, Earthscan Publications, London. Voogd H (1983), Multicriteria Evaluation for urban and regional planning, Pion Ltd., London. World Commission on Environment and Development, (1987), Our Common Future, Oxford. Zeppetella A., Bresso M., Gamba G. (1992), Valutazione ambientale e processi di decisione, La Nuova Italia Scientifica, Roma.

APPENDICE A

LE MATRICI DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE SCELTE DI PIANO SUI SETTORI SENSIBILI

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

SE.POP.1.1 N. residenti complessivi Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

107 475 111.495

(112.084 al 01/08/2005)

117 695

SE.POP.1.2 N. residenti per classi di età (0-2)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 0 - 2 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

2 251 2 906 3 068

SE.POP.1.3 N. residenti per classi di età (3-5)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 3-5 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

2 228 2 659 2 807

SE.POP.1.4 N. residenti per classi di età (6-10)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 6-10 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

3 807 4 083 4 310

SE.POP.1.5 N. residenti per classi di età (11-13)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 11-13 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

2 218 2 506 2 645

SE.POP.1.6 N. residenti per classi di età (14-18)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 14-18 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

4 181 4 087 4 314

SE.POP.1.7 N. residenti per classi di età (19-39)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 19-39 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

29 826 31 034 32 760

SE.POP.1.8 N. residenti per classi di età (40-64)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età 40 - 64 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

36 633 37 589 39 679

SE.POP.1.9 N. residenti per classi di età (>64)Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti maschi e femmine di età superiore ai 64 anni iscritti all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

26 331 26 631 28 112

SE.POP.2.1 N. residenti in territorio ruraleISTAT/Bilancio Ambientale Comunale 2005 [su dati numerazione civica agganciata all'Anagrafe comunale e PRG]

N. residenti in territorio extraurbano (in case sparse fuori dal territorio urbanizzato e dalle frazioni) calcolati attraverso i numeri civici aggiornati al 1° agosto 2005 agganciati all' Anagrafe comunale

10.351 (1991) 12.571

(01/08/2005) valore non

stimabile

SE.POP.2.2Incidenza residenti in territorio extraurbano sul totale dei residenti

ISTAT/Bilancio Ambientale Comunale 2005 [su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PRG]

N. residenti in territorio extraurbano / totale residenti

9,4% (1991)

11,2% (01/08/2005)

valore non stimabile

SE.POP.2.3 N. residenti nelle frazioniElaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PRG

N. residenti nelle frazioni (nuclei e centri tolti quelli nella città compatta) calcolati al 1° agosto 2005 attraverso i numeri civici agganciati all' Anagrafe comunale

8635 (1991)

7 661 valore non

stimabile

SE.POP.2.4Incidenza residenti nelle frazioni sui residenti nel territorio urbanizzato

Elaborazione su dati numerazione civica agganciata all'Anagrafe comunale e PRG

N. residenti nelle frazioni / totale residenti 8,7%

(1991)7,7%

valore non stimabile

SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

Popolazione: struttura e distribuzione

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

SE.POP.3.1 N. stranieri residentiRegione Emilia Romagna/Anagrafe comunale

N. stranieri residenti al 1 agosto 2005 1 534 6 423 valore non

stimabile

SE.POP.3.2Incidenza stranieri sul totale della popolazione

Elaborazione su dati Regione Emilia Romagna/Anagrafe comunale

N. stranieri residenti / totale residenti al 01/08/2005 1,4% 5,7% valore non

stimabile

SE.POP.4.1 N. famiglieCamera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. schede di famiglia registrate all'Anagrafe comunale alla fine dell'anno

43 159 46 891 48 232

SE.POP.4.2Numero medio componenti il nucleo familiare

Camera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

N. residenti alla fine dell'anno / n. famiglie alla fine dell'anno

2,49 2,37 2,19

SE.POP.5 Indice di vecchiaiaCamera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

pop da 65 anni e oltre/pop da 0 a 14 anni x 100 219,19 205,00 valore non

stimabile

SE.POP.6 Indice di dipendenza socialeCamera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

(pop da 0 a 14 anni + pop da 65 anni e oltre)/pop da 15 a 64 anni x 100

50,28 55,10 valore non

stimabile

SE.POP.7 Indice di strutturaCamera di Commercio di Forlì - Cesena [su dati Anagrafe comunale]

pop da 40 a 64 anni /pop da 15 a 39 anni x 100 105,01 109,60 valore non

stimabile

Creazione di offerta insediativa alla popolazione

SE.AB.1.1 Capacità insediativa globaleRelazione Generale al PRG - Dimensionamento del Piano e Allegato A2

n. abitazioni previste 5 270 5 968 \

SE.AB.1.2 N. abitazioni esistentiISTAT Censimento della popolazione e delle abitazioni/PRG 2001

n. abitazioni presenti nel territorio comunale 43.467 (1991)

47.501 (2001) 53 469

SE.AB.1.3 N. abitazioni occupate ISTAT - [www.regione.emilia-romagna.it/statistica/cens2000_popolazione.htm]

n. abitazioni occupate 40.911 (1991)

43.834 (2001) valore non

stimabile

SE.AB.1.4Incidenza abitazioni non occupate sul totale delle abitazioni

ISTAT - [www.regione.emilia-romagna.it/statistica/cens2000_popolazione.htm]

n. abitazioni non occupate / totale abitazioni 5,9% 7,7% 7,7%

SE.AB.2.1N. abitazioni esistenti in territorio extraurbano

Elaborazione su dati Censimento degli edifici sparsi in territorio rurale nel PRG

n. abitazioni in territorio rurale 3.471 (1991)

d.n.d. valore non

stimabile

SE.AB.2.2Incidenza abitazioni in territorio extraurbano sul totale delle abitazioni

Elaborazione su dati Censimento degli edifici sparsi in territorio rurale nel PRG

ELABORAZIONE: SE.AB.2a/SE.AB.1 8,0% d.n.d. valore non

stimabile

SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

Popolazione: struttura e distribuzione

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Lavoro: occupazione durevole

SE.OCC.1.1 N.addetti complessivi CCIAA di Forlì-Cesena/elaborazione su dati PRG

Addetti delle unità locali delle imprese attive al 31 dicembre; 168 mq di superficie utile di insediamento produttivo per addetto e 80 mq di superficie utile di insediamento per attività terziarie per addetto

32 778 33 375 38 324

SE.OCC.1.2 N.addetti in attività produttive CCIAA di Forlì-Cesena/elaborazione su dati PRG

Addetti delle unità locali delle imprese attive nel settore produttivo (codici ATECO D -E - F) al 31 dicembre; 168 mq di superficie utile effettiva di insediamento produttivo per addetto (superficie utile effettiva = S.t. x 0,6 coeff attuazione x 0,9 coeff occupazione)

13 728 13 707 18 157

SE.OCC.1.3 N. addetti nel settore terziarioCCIAA di Forlì-Cesena/elaborazione su dati PRG

Addetti delle unità locali delle imprese attive nel settore terziario (codici ATECO da G a O) del Comune al 31 dicembre; 80 mq di superficie utile effettiva di insediamento per terziario per addetto (superficie utile effettiva = S.t. x 0,4 coeff attuazione x 0,75 coeff occupazione)

17 408 17 787 20 167

SE.ACB.1.1Incidenza popolazione 0-2 anni servita da asili nido

Elaborazione su dati Bilancio Sociale e Anagrafe comunale

Posti disponibili nei nidi/residenti in età 0-2 32%

(2002)26%

valore non stimabile

SE.ACB.1.2 Posti disponibili negli Asili Nido Bilancio Sociale 2004Posti disponibili negli asili nido comunali, convenzionati e nelle sezioni Primavera

731 (2002/2003)

757valore non

stimabile

SE.ACB.1.3Percentuale di soddisfacimento utenti degli Asili nido

Bilancio Sociale 2004 N. domande presentate/n. domande accolte74,37%

(2002/2003)71,43%

valore non stimabile

SE.ACB.2.1 Iscritti alle scuole materneCamera di Commercio di Forlì - Cesena/ Bilancio Sociale 2004

N.iscritti complessivi alle scuole materne pubbliche e private

2241 2621valore non

stimabile

SE.ACB.2.2Incidenza popolazione 3-5 anni servita da scuole materne

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 3-5 101% 99%valore non

stimabile

SE.ACB.3.1 Iscritti alle scuole primarie Camera di Commercio di Forlì - Cesena/ Bilancio Sociale 2004

N.iscritti complessivi alle scuole elementari pubbliche e private

3899 3811valore non

stimabile

SE.ACB.3.2Incidenza popolazione 6-10 anni servita da scuole primarie

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 6-10 102% 93%valore non

stimabile

SE.ACB.3.3 Alunni iscritti per classe nelle primarie Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. classi nelle scuole elementari 19 19valore non

stimabile

SE.ACB.4.1Alunni iscritti nelle scuole secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. totale aule secondarie di 1° grado (scuole medie inferiori)

2 288 2572valore non

stimabile

SE.ACB.4.2Incidenza popolazione 11-13 anni servita da secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 11-13 serviti 103% 103%valore non

stimabile

SE.ACB.4.3Alunni iscritti per classe nelle secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. classi secondarie di 1° grad o (scuole medie inferiori)

23 24valore non

stimabile

Popolazione: offerta di attrezzature collettive

SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

SE.ACS.1Incidenza popolazione comunale servita da scuole medie superiori

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. posti in scuole medie superiori (6.285 al 2000)/residenti nel comune in età 14-18

1,5000 1,5378 1,4569

SE.ACS.2Incidenza popolazione comunale servita da corsi di formazione professionale

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. iscritti a corsi di formazione (3.409 al 2000)/residenti nel comune in età 14-39

0,1002 0,0971 0,0920

SE.ACS.3Incidenza popolazione servita da cinema, teatri, arene, sale da ballo e discoteche

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. posti a sedere in cinema, teatri, arene, sale da ballo, discoteche (15.822 al 2000)/residenti nel comune

0,1472 0,1419 0,1344

SE.ACS.4Incidenza popolazione servita da spazi espositivi, gallerie d'arte, strutture museali e pinacoteche

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaMq di superficie espositiva (3.448 al 2000) /residenti nel comune

0,0321 0,0309 0,0293

SE.ACS.5Incidenza popolazione comunale servita da ospedali e strutture ospedaliere

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. posti nell'ospedale (703 al 2000)/ residenti nel comune

0,0065 0,0063 0,0060

SE.ACS.6Incidenza popolazione comunale servita da servizi per anziani

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. utenti in strutture per anziani (540 al 2000)/residenti nel comune > 64 anni

0,0205 0,0203 0,0192

SE.ACS.7Incidenza popolazione servita da servizi per minori

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. utenti in strutture per minori (467 al 2000)/residenti nel comune in età 0-18

0,0318 0,0288 0,0272

SE.ACS.8Incidenza popolazione servita da servizi per immigrati

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. utenti in strutture per immigrati (47 al 2000)/residenti stranieri nel comune

0,0306 0,0073 d.n.d.

SE.ACS.9Incidenza popolazione servita da servizi per disabili

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaN. utenti in strutture per disabili (375 al 2000)/residenti nel comune

0,0035 0,0034 0,0032

SE.ACS.10

Incidenza popolazione servita da attrezzature per attività sportive specialistiche e ad elevata frequenza di pubblico (stadio e palazzetto dello sport)

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaFrequenze annuali nelle strutture sportive ad elevata frequenza di pubblico (3.443 al 2000)/ residenti nel comune

0,0320 0,0309 0,0293

Popolazione: offerta di attrezzature sovracomunali (nell'ipotesi del mantenimento di quelle attuali)

SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

AMB.IDR.1Qualità delle acque dolci superficiali -corsi d'acqua (SECA stato ecologico dei corsi d'acqua)

Piano di Tutela delle Acque Regione Emilia-Romagna (Bilancio ambientale del Comune di Forlì, dic.2005)

Numero di stazioni di rilevamento con livello qualitativo del corso d'acqua derivato dalla classificazione SECA (ottenuto dall'integrazione degli indici IBE (indice biotico esteso) e LIM (livello di inquinamento da macrodescrittori) superiore o uguale a 4 (scadente)

1 stazione (classe 4 - scadente)

1 stazione (classe 4 - scadente)

Valore non stimabile

AMB.IDR.2Qualità delle acque sotterranee (stato ambientale dei corpi idrici sotterranei)

Piano di Tutela delle Acque Regione Emilia-Romagna (Bilancio ambientale del Comune di Forlì, dic.2005)

Numero di pozzi della rete di monitoraggio provinciale compresi nel territorio comunale con stato ambientale dei corpi idrici sotterranei (ottenuto dalla sovrapposizione della classe chimica e della classe quantitativa) di classe 4

4 (nel 2002) 3Valore non

stimabile

AMB.IDR.3Ettari di spandimento in aree prossime ai ricettori naturali

Provincia di Forlì-Cesena Ettari di spandimento nelle zone di espansione fluviale (art.17 PTCP) e nelle zone di ricarica degli acquiferi profondi (art.28A PTCP)

d.n.d 1 054,73 0

AMB.IDR.4.1Superfici di attività produttive insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi

Elaborazione su dati PTCP Forlì-CesenaST (ha) A13 insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi (art. 28A PTCP)

100,90 100,90 116,05

AMB.IDR.4.2Aziende a rischio di incidente rilevante insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesenan. aziende a rischio di incidente rilevante insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi (art. 28A PTCP)

2 2 0

Abitanti allacciati alla rete fognaria (valore assoluto)

d.n.d 98 000 104 200

Abitanti allacciati alla rete fognaria (valore percentuale)

85 87 89

Abitanti i cui reflui sono convogliati ad un impianto di depurazione (valore assoluto)

d.n.d 90 700 96 900

Abitanti i cui reflui sono convogliati ad un impianto di depurazione (valore percentuale)

81 81 82

AMB.IDR.6Capacità residua degli impianti di depurazione espressa in abitanti equivalenti

PTCP Forlì-Cesena su dati HERA spa

Abitanti equivalenti servibili come riportato nell'allegato C.2.1.a del Quadro Conoscitivo del PTCP (pari a 250.000) - abitanti equivalenti serviti

d.n.d. 80 000 70 782

AMB.IDR.7 Percentuale di rete fognaria sdoppiata PTCP Forlì-Cesena su dati HERA spaMl di rete fognaria sdoppiata sul totale della rete fognaria

45 38Valore non

stimabile

AMB.IDR.8 Prelievi da acque superficialiBilancio Ambientale Comunale su dati Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli

Mc annui prelevati da corpi idrici superficiali d.n.d 869 165 valore non

stimabile

AMB.IDR.5.1

AMB.IDR.5.2

Bilancio Ambientale Comunale su dati HERA spa

Bilancio Ambientale Comunale su dati HERA spa

SISTEMA AMBIENTALE

Inquinamento e consumo delle acque superficiali e sotterranee

Abitanti equivalenti serviti/da servire dal sistema fognario-depurativo

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Subsidenza

AMB.SUB.1 Velocità di abbassamento del suolo PTCP su dati Regione Emilia-Romagna Cm/anno di abbassamento del suolo 0,2 d.n.d.valore non

stimabile

AMB.SUB.2Pressione antropica sugli acquiferi profondi tramite adduzione

Bilancio Ambientale Comunale su dati Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli

N. pozzi con prelievo da falda per usi irrigui ed industriali

d.n.d. 1 873valore non

stimabile

AMB.SUB.3 Prelievo acque dal CER ad usi irriguiPTCP Forlì-Cesena su dati Consorzio di Bonifica

Ha di superfici irrigate da CER d.n.d. 5066,77 11291,09

AMB.SUB.4Prelievo da rete industriale di derivazione dal CER

Elaborazione su dati PTCP/PSCHa di aree produttive comprese a nord della via Emilia bis e a est della tangenziale est serviti con rete industriale di derivazione dal CER

0 0 337,51

Suolo

AMB.SUO.1 Siti da bonificare o sottoposti a bonifica Provincia di Forlì-Cesena Siti da bonificare o sottoposti a bonifica d.n.d. 13valore non

stimabile

AMB.SUO.2Cave dismesse o in corso di dismissione con progetti di recupero ambientale

Provincia di Forlì-Cesena/Uffici comunalin. cave dismesse o in corso di dismissione con progetti di recupero ambientale

1 1valore non

stimabile

Rifiuti urbani

AMB.RIF.1 Produzione di rifiuti pro-capite annua Bilancio Sociale del Comune di ForlìKg/anno ad abitante di rifiuti urbani al lordo delle raccolte differenziate

761,1 (anno 2002)

770,6valore non

stimabile

AMB.RIF.2 Raccolta differenziata pro-capite Bilancio Sociale del Comune di ForlìKg/anno ad abitante di raccolta differenziata di rifiuti

198,4 (anno 2002)

210valore non

stimabile

AMB.RIF.3% raccolta differenziata (a livello comunale)

Bilancio Sociale del Comune di Forlì% di raccolta differenziata annua sul totale dei rifiuti urbani

26,07% (anno 2002)

27,30% 35%

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Aria (inquinamento atmosferico)

AMB.ARIA.1.1Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 prodotte da usi civili - in attesa di catasto emissioni

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Il parametro kg/kmq/anno di inquinante per usi civili ottenuto dalla riaggregazione dei valori CORINAIR 1990 aggiornati viene moltiplicato per le superfici utili residenziali e terziarie

151 480 000 67 879 277 86 661 208

AMB.ARIA.1.2

Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 prodotte da usi industriali - in attesa di catasto emissioni per usi produttivi

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Il parametro kg/kmq/anno di inquinante per usi industriali ottenuto dalla riaggregazione dei valori CORINAIR 1990 aggiornati viene moltiplicato per le superfici utili produttive

64 385 000 43 362 540 66 276 113

AMB.ARIA.2.1Massime emissioni inquinanti unitarie in atmosfera di CO2 prodotte da usi civili - in attesa catasto emissioni

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Le emissioni totali di inquinante per usi civili vengono divise per le superfici fondiarie delle zone residenziali e terziarie

12,606 5,04 4,97

AMB.ARIA.2.2

Massime emissioni inquinanti unitarie in atmosfera di CO2 prodotte da usi industriali - in attesa catasto emissioni per usi produttivi

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Le emissioni totali AMB.ARIA.1.1 VAL A di inquinante per usi industriali vengono divise per le superfici fondiarie delle zone industriali

16,6296 8,31 9,36

AMB.ARIA.3.1Emissioni inquinanti totali in atmosfera di NOx derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kg/anno NOx nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

379,6 379,6Valore non stimabile

AMB.ARIA.3.2Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kg/anno CO nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

1682,1 1682,1Valore non stimabile

AMB.ARIA.3.3Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kt/anno CO2 nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

80,6 80,6Valore non stimabile

AMB.ARIA.5Quantità CO2 assorbita da parte della massa arborata

PTCP Forlì-Cesena

Coefficiente di assorbimento della CO2 espresso in kg/ha di superficie arborata presente nei boschi e nella vegetazione igrofila e ripariale x ha massa arborata

577,5 577,5 10 277,40

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Aria (inquinamento atmosferico)

AMB.ARIA.6.1Concentrazione media annuale in atmosfera di NO2 (biossido di azoto)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di NO2 (biossido di azoto) nella stazione di Viale Roma

57Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.2Concentrazione media annuale in atmosfera di di SO2 (anidride solforosa)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di SO2 (anidride solforosa) nella stazione di Viale Roma

7Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.3Concentrazione media annuale in atmosfera di PTS (particelle totali sospese)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di PTS (particelle totali sospese) nella stazione di Viale Roma

61Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.4Concentrazione media annuale in atmosfera di PM10 (polveri)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di PM10 (polveri) nella stazione di Piazza Beccaria

46Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.5Concentrazione media annuale in atmosfera di benzene

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di benzene nella stazione di Parco della Resistenza

2,0Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.6Concentrazione media annuale in atmosfera di CO

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA mg/m3 di CO nella stazione di di Viale Roma 1,3

Valore non stimabile

AMB.ARIA.6.7Concentrazione media annuale in atmosfera di O3

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

µg/m3 di O3 nella stazione di Parco della Resistenza

45Valore non stimabile

AMB.ARIA.7Incidenza mezzi mezzi veicolari ecocompatibili sull'intero parco veicolare comunale e ATR

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

n. mezzi elettrici e convertiti a biodiesel sul totale mezzi del Comune e di ATR

11% (anno 2001)

22%Valore non stimabile

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Inquinamento acustico

AMB.RUM.1.1Popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade

d.n.d. 61951 65969

AMB.RUM.1.1bis

Popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale con interventi di mitigazione

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade esclusi i nuovi interventi viari e i potenziamenti con barriere acustiche

d.n.d. 61951 61020

AMB.RUM.1.2

% popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale e ferroviario sul totale della popolazione comunale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade sul totale della popolazione

d.n.d. 55,56 56,05

AMB.RUM.1.2bis

% popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale con interventi di mitigazione

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade (esclusi i nuovi interventi viari e i potenziamenti con barriere acustiche) sul totale della popolazione

d.n.d. 55,56 51,85

AMB.RUM.2.1Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti in zone produttive di classe V e VI e in fasce virtuali di protezione acustica di 50mt attorno alle aree produttive

d.n.d. 5534 6763

AMB.RUM.2.2

% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi sul totale della popolazione comunale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti in zone produttive di classe V e VI e in fasce virtuali di protezione acustica di 50mt attorno alle aree produttive sul totale della popolazione residente

d.n.d. 4,96 5,75

AMB.RUM.3.1

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di 50 m nelle zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2

d.n.d. 1815 1815

AMB.RUM.3.2% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da zone con salto di classe acustica

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di 50 m nelle zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2 sul totale della popolazione residente

d.n.d. 1,63 1,54

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Inquinamento acustico

AMB.RUM.4.1Territorio comunale ricadente in classe I

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica I

2,50 1,73 1,77

AMB.RUM.4.2% di territorio comunale ricadente in classe I

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica I sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq)

7,41 4,88 3,88

AMB.RUM.4.3Territorio comunale ricadente in classe II

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica II

0,17 0,03 1,08

AMB.RUM.4.4% di territorio comunale ricadente in classe II

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica II sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq al 1998; 35,41 kmq al 2004; 45,57 al 2014)

0,50 0,09 2,37

AMB.RUM.4.5Territorio comunale ricadente in classe III

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica III

24,62 22,72 23,13

AMB.RUM.4.6% di territorio comunale ricadente in classe III

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica III sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq al 1998; 35,41 kmq al 2004; 45,57 al 2014)

72,97 64,18 50,76

AMB.RUM.4.7Territorio comunale ricadente in classe IV

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica IV

2,84 7,23 15,32

AMB.RUM.4.8% di territorio comunale ricadente in classe IV

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica IV sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq al 1998; 35,41 kmq al 2004; 45,57 al 2014)

8,42 20,41 33,62

AMB.RUM.4.9Territorio comunale ricadente in classe V

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica V

3,46 3,49 4,05

AMB.RUM.4.10% di territorio comunale ricadente in classe V

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica V sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq al 1998; 35,41 kmq al 2004; 45,57 al 2014)

10,25 9,86 8,89

AMB.RUM.4.11Territorio comunale ricadente in classe VI

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica VI

0,15 0,2 0,20

AMB.RUM.4.12% di territorio comunale ricadente in classe VI

Airbook 1998-99 (su dati ARPA 1998); Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale (ARPA 2004)

% di territorio pianificato ricadente in classe acustica VI sul totale del territorio pianificato (33,74 kmq al 1998; 35,41 kmq al 2004; 45,57 al 2014)

0,44 0,58 0,44

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Inquinamento elettromagnetico

AMB.ELET.1.1Superfici di edifici con destinazioni sensibili in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG

mq di ST di zone destinate a attrezzature scolastiche, sanitarie, socio-assistenziali, verde pubblico attrezzato e a parco ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti

550 005 550 005 550 005

AMB.ELET.1.2Incidenza superfici di edifici con destinazioni sensibili in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG

mq di ST di zone destinate a attrezzature scolastiche, sanitarie, socio-assistenziali, verde pubblico attrezzato e a parco ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti sul totale delle superfici a destinazione sensibile

7,19 7,19 7,17

AMB.ELET.2.1Popolazione esposta a campi elettrici ed elettromagnetici

Elaborazione su dati Enel, PRG, PPLERT e SITL

Numero di abitanti residenti compresi in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

2 758 2 758 2758

AMB.ELET.2.2Incidenza della popolazione esposta a campi elettrici ed elettromagnetici

Elaborazione su dati Enel, PRG, PPLERT e SITL

Numero di abitanti residenti compresi in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne sul totale dei residenti

2,54 2,47 2,34

AMB.ELET.3.1

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti

68 68 68

AMB.ELET.3.2

Incidenza di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti sul totale di edifici di valore storico testimoniale nel comune

4,34 4,34 4,34

Disponibilità e consumo della risorsa energetica

AMB.ENER.1.1 Consumo annuo di gas metano AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì 2005

Tep annui consumati per metano nel comune di Forlì

99 136 113 933

AMB.ENER.1.2Consumo annuo pro-capite di gas metano

AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì 2005

Tep annui consumati pro-capite per metano nel comune di Forlì

0,92 1,02

AMB.ENER.2.1Consumo annuo di energia elettrica domestica

AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì 2005

Tep annui consumati per energia elettrica nel comune di Forlì

95 251 122 397

AMB.ENER.2.2Consumo annuo pro-capite di energia elettrica domestica

AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì 2005

Tep annui consumati pro-capite per energia elettrica nel comune di Forlì

0,89 1,10

SISTEMA AMBIENTALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Rete ecologica

NAT.ECO.1 Elaborazione su dati PRG/PSCSuperficie in ha destinata dal PSC alla ricostituzione della rete ecologica

0,00 0,00 1655,67

NAT.ECO.2 Elaborazione su dati PRG/PSC

Superficie in ha naturalizzata appartenente alla rete ecologica (vegetazione igrofila e ripariale, aree naturali e/o protette) - al 2014 ipotesi di attuazione pari al 30% di NAT.ECO.1

6,11 105,06 546,37

NAT.ECO.3Elaborazione su dati Servizio Pianificazione Territoriale

Superficie attuata appartenente alla rete ecologica sulla superficie territoriale delle aree ecologicamente attrezzate attuate con accordo territoriale

0 0valore non

stimabile

NAT.ECO.4Elaborazione su dati Uffici tecnici comunali

Superficie attuata appartenente alla rete ecologica compresa in fasce di rispetto delle nuove infrastrutture della mobilità sulla superficie delle nuove infrastrutture per la mobilità attuate

0 0valore non

stimabile

NAT.ECO.5Elaborazione su dati Uffici tecnici comunali

Percentuale di superficie destinata a rete ecologica data in gestione unitaria

0% 0% 30%

NAT.ECO.6 Elaborazione su dati PRG/PSC

Percentuale di copertura chiome alberate nelle aree destinate a rete ecologica (igrofila e ripariale lungo i corsi d'acqua) - al 2014 pari a NAT.ECO.2 - (ha Parco Fluviale Montone)/NAT.ECO.2

0,37% 6,35% 77,30%

NAT.ECO.7 Indice di naturalitàElaborazione su dati PRG e Studio di settore sul sistema del verde

Superficie (ha) di ecotopi (cfr. tab. ..) /superficie comunale (ha)

0,23 d.n.d. 0,23

NAT.ECO.8Dotazione comunale di rete ecologica rispetto all'urbanizzato

Elaborazione su dati PRG/PSCElaborazione NAT.ECO.2/Superficie (ha) del territorio urbanizzato x 100

0,20% 3,47% 14,64%

NAT.ECO.9.1Grado di connettività ai corridoi ecologici - Fiume Montone

Studio di settore sul sistema del verde 0,38 d.n.d. 0,38

NAT.ECO.9.2Grado di connettività ai corridoi ecologici - Fiume Ronco

Studio di settore sul sistema del verde 0,39 d.n.d. 0,52

NAT.ECO.10.1

Biopotenzialità territoriale (Btc) totale Studio di settore sul sistema del verde

ha Bosco x 4Btc + ha frutteto/vigneto x 2Btc + Aree miste x 1,5 Btc + Seminativo semplice x 1 Btc + Incolto erbaceo x 1,4 Btc + Aree verdi (anche di protezione) x 3 Btc + Abitativo rado x 0,6 Btc + Abitativo denso x 0,4 Btc + Industrie e infrastrutture x 0,2 Btc (cfr. tab...)

6 016 d.n.d. 7 509

NAT.ECO.10.2

Biopotenzialità territoriale (Btc) media Studio di settore sul sistema del verdeElaborazione NAT.ECO.10.1/Superficie (ha) degli ecotopi (cfr. tab. ...)

1,12 d.n.d. 1,4

Mq elementi naturali connessi (siepi, filari, boschi, vegetazione igrofila e ripariale) (*) agli ambiti fluviali/tot mq elementi naturali max connettibili negli ambiti fluviali

SISTEMA NATURALE

Incidenza della componente naturale sulla crescita insediativa ed infrastrutturale

Realizzazione del progetto di rete ecologica

Qualificazione del progetto di rete ecologica in fase di attuazione

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

NAT.PROT.1 Naturalizzazione del territorio Elaborazione su dati PRG/PSCSuperficie (mq) a parchi naturali, riserve protette o siti Rete Natura 2000 con Piano di gestione

159 501 159 501 599 042

NAT.PROT.2Grado di esposizione dei nuclei boscati all'antropizzato

Elaborazione su dati PRG/PSC

% di nuclei boscati la cui distanza da una infrastruttura risulta minore di 100 m dalle interferenze individuate (strade principali, ferrovia, urbanizzato)

0% 0% 45,50%

NAT.PROT.3 Specie protetteSIT comunale su dati Regione Emilia-Romagna

Numero di siti con segnalata presenza di specie protette dalla Regione Emilia-Romagna

1 1 4

NAT.PROT.4 Alberi monumentali Elaborazione su dati PRG/PSCNumero di alberi monumentali tutelati da Decreto Regionale L.R. 2/77

12 12 12

Sistema del verde

NAT.VER.1Superfici a parco urbano o fluviale procapite

Elaborazione su dati PRG/PSC e Anagrafe comunale

Mq di superfici a parco urbano o fluviale esistenti /n. abitanti

11,54 11,12 32,66

NAT.VER.2 Verde pubblico esistente procapiteBilancio Ambientale Comunale (dicembre 2005) su dati Servizio Verde Pubblico

Mq verde pubblico esistente /n. abitanti (al 2014 si aggiunge il Parco fluviale del Ronco)

d.n.d. 26,47 47,20

NAT.VER.3Incidenza del verde attrezzato a parco, per il gioco e lo sport sul totale del verde urbano comunale esistente

Elaborazione su dati Servizio Verde Pubblico

Mq di verde pubblico urbano (giardino, parco, verde sportivo) sul totale dei mq a verde pubblico urbano

d.n.d. 33%valore non

stimabile

NAT.VER.4Incidenza delle superfici a verde esistenti sulla superficie urbanizzata

Elaborazione su dati PRG/PSCMq superfici a verde pubblico esistente/superficie urbanizzata x 100 (al 2014 si aggiunge il Parco fluviale del Ronco)

d.n.d. 9,75% 14,9%

Sistema delle aree boschive e protette

SISTEMA NATURALE

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

anteCodice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

INS.POL.1.1Superfici territoriali dei Poli funzionali

Elaborazione su dati PRG/PSC ST (ha) ambiti A15 d.n.d. 8 847 858,71 8 847 858,71

INS.POL.1.2Percentuale di attuazione dei poli funzionali

Elaborazione su dati PRG/PSC ST attuata dei poli funzionali / ST complessiva dei poli funzionali x 100

d.n.d. 49,17 100,00

INS.POL.2.1Superficie pianificata per attività produttive e terziarie (mq)

Elaborazione su dati PTCP/PSC Superficie territoriale pianificata per attività produttive e terziarie (mq)

9 943 900 9 943 900 11 910 400

INS.POL.2.2Superficie compresa in ambiti produttivi (mq)

Elaborazione su dati PTCP/PSC Superficie territoriale compresa in ambiti produttivi A13 (mq) maggiori di 30 ha ai sensi del PTCP

7 862 035 7 862 035 9 828 535

INS.POL.2.3Concentrazione delle attività produttive

Elaborazione su dati PTCP/PSC % superfici per attività produttive comprese in ambiti produttivi sul totale delle superfici per attività produttive

79,06 79,06 82,52

Infrastrutture tecnologiche

INS.TEC.1Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema acquedottistico

CIS (HERA spa)Giudizio positivo (1) o negativo (0) da parte dell'Ente gestore della rete

1 1 1

INS.TEC.2Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema fognario-depurativo

CIS (HERA spa)Giudizio positivo (1) o negativo (0) da parte dell'Ente gestore della rete

1 1 1

INS.TEC.3Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema energetico gas

CIS (HERA spa)Giudizio positivo (1) o negativo (0) da parte dell'Ente gestore della rete

1 1 1

Poli ad elevata specializzazione e attività produttive

SISTEMA INSEDIATIVO

Stato di fattoValutazione in

itinereValutazione ex

ante

Codice Settori sensibili e indicatori Fonte dei dati Definizione operativa 1999 2004 2014

Sicurezza stradale

MOB.INC.1 Incidentalità stradalePiano Generale del Traffico Urbano - Relazione 2004; Bilancio sociale

N. incidenti stradali rilevati 1 139 1 496 Valore non

stimabile

MOB.INC.2 Incidentalità stradale con decessiPiano Generale del Traffico Urbano - Relazione 2004; Bilancio sociale

N. incidenti stradali con morti 25 10 Valore non

stimabileTrasporto pubblico locale

MOB.TPL.1Disponibilità del servizio di TPL nel territorio urbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

Km percorsi su linee urbane 2 507 313 2 585 059 Valore non

stimabile

MOB.TPL.2Disponibilità del servizio di TPL nel territorio extraurbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

Km percorsi su linee extraurbane d.n.d. 851 842 Valore non

stimabile

MOB.TPL.3Utilizzo del servizio di TPL nel territorio urbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

N. passeggeri annui su Linee urbane 4.177.177

(anno 2002) 4 691 090

Valore non stimabile

MOB.TPL.4Utilizzo del servizio di TPL nel territorio extraurbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

N. passeggeri annui su linee extraurbane d.n.d. 4 481 920 Valore non

stimabile

MOB.CONG.1

Livello massimo di congestione sul principale asse est - ovest di attraversamento del centro abitato - via Emilia storica

PTCP di Forlì-Cesena - ValSAT

Il livello massimo di congestione degli archi stradali relativi alla via Emilia, calcolato rispetto al grafo stradale esistente/previsto e al traffico rilevato/stimato

d.n.d. 6 4

MOB.CONG.2

Livello massimo di congestione sul principale asse nord - sud di attraversamento del centro abitato - via Bertini - via Gramsci - via Campo di Marte - via Campo degli Svizzeri

PTCP di Forlì-Cesena - ValSAT

Il livello massimo di congestione degli archi stradali relativi all'asse da via Bertini a via Campo degli Svizzeri, calcolato rispetto al grafo stradale esistente/previsto e al traffico rilevato/stimato

d.n.d. 5 3

MOB.CICL.1Dotazione complessiva di piste ciclopedonali

Elaborazione su dati PGTU Ml di percorsi ciclopedonali esistenti d.n.d. 46 485 50 339

MOB.CICL.1 Dotazione unitaria di piste ciclopedonali Elaborazione su dati PGTUMl di percorsi ciclopedonali esistenti/previsti per abitante residente/insediabile

d.n.d. 0,41 0,41

MOB.AER.1Traffico passeggeri su voli transitanti dall'Aeroporto Ridolfi

Bilancio Sociale 2004 [su dati SEAF]N. passeggeri annui (al netto del traffico dirottato da Bologna)

148.345 (anno 2002)

558 190 Valore non

stimabile

MOB.AER.2Traffico merci su voli transitanti dall'Aeroporto Ridolfi

Bilancio Sociale 2004 [su dati SEAF]Tonnellate di merce trasportata annualmente su voli transitanti dall'aeroporto L.Ridolfi

2.404 (anno 2002)

1 533 Valore non

stimabile

SISTEMA DELLA MOBILITA'

Sistema della mobilità ciclabile e pedonale

Congestione da traffico stradale

Sistema della mobilità aeroportuale

Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Forlì Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

Impianti di combustione non industriale

41 323 935 12 244 790 810 803 821 451 13 877 044 1 126 219 1 247 994 15 429 806

Impianti di combust. e processi industriali

16 508 667 3 921 415 196 635 502 341 4 620 391 955 326 649 727 5 723 103

Impianti di combustione non industriale

631 747 600 151 480 000 12 031 000 10 935 000 174 446 000 17 761 000 15 977 000 197 249 000

Impianti di combust. e processi industriali

160 756 648 64 385 000 915 013 4 336 830 69 636 843 7 960 105 5 521 800 78 781 918

Impianti di combustione non industriale

46 429 011 13 461 596 1 074 908 868 422 15 404 926 1 718 076 1 335 568 17 590 148

Impianti di combust. e processi industriali

18 772 498 5 215 074 194 115 428 950 5 838 139 1 126 292 624 853 7 160 335

Impianti di combustione non industriale

15,61353 12,37098 14,83838 13,31181 12,59618 15,77047 12,80214 55,782

Impianti di combust. e processi industriali

10,14808 16,41882 4,65336 8,63324 15,45559 8,33234 8,49865 37,903

Impianti di combustione non industriale

724 920 683 166 533 081 15 949 886 11 560 273 194 043 240 27 094 862 17 098 130 226 675 958

Impianti di combust. e processi industriali

190 504 898 85 625 356 903 287 3 703 227 90 231 871 9 384 652 5 310 407 101 223 703

Impianti di combustione non industriale

0,03732 0,02959 0,03214 0,03224 0,02992 0,03796 0,03109 0,131

Impianti di combust. e processi industriali

0,03791 0,06841 0,00177 0,00326 0,06141 0,12819 0,00271 0,201

Emissioni di CO

prodotte per usi civili e industriali

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di CO

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE AL 2005 DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO (EMISSIONI INQUINANTI) NEL PTCP

kg/anno

kg/m2/anno

m2

kg/anno

m2superfici al 2005

Emissioni inquinanti totali in atmosfera al

1991

kg/m2/anno

Emissioni inquinanti totali in atmosfera di

CO2

PROVINCIA

Emissioni di CO2

prodotte per usi civili e industriali

Dati di base

superfici al 1991

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di CO2

Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Forlì Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

Impianti di combustione non industriale

1 732 599 398 380 34 543 27 999 460 923 65 212 41 529 539 664

Impianti di combust. e processi industriali

711 659 356 771 343 1 397 358 511 144 376 1 692 503 182

Impianti di combustione non industriale

0,01358 0,01074 0,01304 0,01152 0,01094 0,01368 0,01110 0,049

Impianti di combust. e processi industriali

0,02367 0,03744 0,00956 0,02315 0,03547 0,02237 0,01461 0,084

Impianti di combustione non industriale

630 436 144 557 14 012 10 007 168 576 23 511 14 827 196 907

Impianti di combust. e processi industriali

444 336 195 269 1 855 9 931 207 054 25 193 9 129 231 445

Quantità di CO2 stabilmente

immagazzinata nella biomassa legnosa

tonn/anno

107 169 577,5 645,4 3 639,6 4 862,6 145,6 59,1 1 428

Superfici a media efficienza assorbente

ha 53 550 65,2 199,6 2 054,1 2 318,8 233,0 0,0 497,8

Superfici a bassa efficienza assorbente

ha 90 207 12 879,0 2 103,6 2 923,0 17 905,5 3 237,9 1 578,3 19 799

Superfici ad alta efficienza assorbente

ha 26 792 144,4 161,4 909,9 1 215,6 36,4 14,8 356,9

Efficienza assorbente totale*

2 465 844 73 066,5 21 622,4 84 990,6 179 679,5 22 037,1 9 370,4 126 096

Emissioni di CO

prodotte per usi civili e industriali

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALEPROVINCIA

VALUTAZIONE AL 2005 DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO (EMISSIONI INQUINANTI) NEL PTCP

kg/anno

kg/anno

kg/m2/anno

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di NOx

Emissioni inquinanti totali in atmosfera di

CO

NOTE: *Efficienza assorbente totale = ha di superficie vegetale x EA / ha coefficiente di efficienza per ettaro

Superfici vegetali con efficienza

assorbente

Quantità CO2 assorbita da parte della

massa arborata

Emissioni di NOx

prodotte per usi civili e industriali Emissioni inquinanti

totali in atmosfera di NOx

PROVINCIA Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Forlì Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

non ind58 805 740 17 432 623 1 386 484 1 072 500 19 891 607 1 948 616 1 494 011 22 261 733

industriali27 236 348 7 083 641 242 482 569 863 7 895 986 1 427 737 736 200 9 490 060

Impianti di combustione non industriale

kg/m2/anno 13,58686 12,37098 14,83838 13,31181 10,56646 15,77047 12,80214 55,782

Imp. di combust. e processi industriali

kg/m2/anno 9,16654 16,41882 4,65336 8,63324 14,36669 8,33234 8,49865 37,903

Impianti di combustione non industriale

kg/anno 798 985 565 179 941 569 16 863 633 13 378 640 210 183 842 28 779 014 17 798 060 243 382 275

Imp. di combust. e processi industriali

kg/anno 249 663 065 107 532 078 1 051 015 4 856 125 113 439 219 11 896 396 6 229 929 126 709 419

Impianti di combustione non industriale

kg/m2/anno 0,03266 0,02959 0,03214 0,03224 0,02494 0,03796 0,03109 0,131

Imp. di combust. e processi industriali

kg/m2/anno 0,03709 0,06841 0,00177 0,00326 0,05703 0,12819 0,00271 0,201

Impianti di combustione non industriale

kg/anno 1 920 699 429 930 36 522 29 582 496 034 69 152 43 229 578 833

Imp. di combust. e processi industriali

kg/anno 1 010 239 448 049 399 1 832 450 280 183 017 2 149 633 615

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE AL 2025 DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO (EMISSIONI INQUINANTI) NEL PTCP

2025Superfici

urbanizzate

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di CO2

Emissioni inquinanti totali in

atmosfera di CO2

Emissioni di CO2

prodotte per usi civili e industriali

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di COEmissioni di

CO prodotte per usi civili e industriali Emissioni

inquinanti totali in atmosfera di CO

PROVINCIA Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Forlì Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

Impianti di combustione non industriale

kg/m2/anno 0,01175 0,01074 0,01304 0,01152 0,00912 0,01368 0,01110 0,049

Imp. di combust. e processi industriali

kg/m2/anno 0,02134 0,03744 0,00956 0,02315 0,03298 0,02237 0,01461 0,084

Impianti di combustione non industriale

kg/anno 691 047 156 005 14 814 10 573 181 392 24 932 15 434 211 185

Imp. di combust. e processi industriali

kg/anno 581 324 245 227 2 180 13 023 260 429 31 936 10 709 290 052

Quantità di CO2 stabilmente

immagazzinata nella biomassa

legnosa

tonn/anno 57 776,4 10 277,4 1 366,3 4 497,8 16 141,5 1 485,6 1 271,0 14 400

Superfici a media efficienza assorbente

ha 36 334,4 4 106,8 499,9 2 411,6 7 018,4 791,4 504,9 5 903

Superfici a bassa efficienza assorbente

ha 39 291,2 8 888,9 1 623,0 2 771,8 13 283,6 2 662,4 1 147,8 14 322

Superfici ad alta efficienza assorbente

ha 16 482,7 144,4 161,4 909,9 1 215,6 36,4 14,8 357

Efficienza assorbente

totale* 1 405 002,4 224 627,0 32 886,0 98 400,1 355 913,0 42 974,5 28 305,6 328 793

*Efficienza assorbente totale = ha di superficie vegetale x EA / ha coefficiente di efficienza per ettaro

Emissioni di NOx

prodotte per usi civili e industriali

Superfici vegetali con efficienza

assorbente

Quantità CO2 assorbita da parte della

massa arborata

Emissioni inquinanti unitarie in

atmosfera di NOx

Emissioni inquinanti totali in atmosfera di NOx

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE AL 2025 DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO (EMISSIONI INQUINANTI) NEL PTCP

Forlì Castrocaro Predappio TOT

Popolazione residente al 2005 356 659 107 827 6 002 6 081 119 910

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 50 m degli ambiti produttivi esistenti (mq)

2 401 346,38 378 270,00 17 382,27 81 020,41 476 672,68

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi esistenti

43 225 6 809 313 1 458 8 580

% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi esistenti

12,12 6,31 5,21 23,98 7,16

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 10 m della viabilità (mq)

1 288 581,69 317 707,41 705,92 92 740,34 411 153,67

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da viabilità

23 194,19 5 718,73 12,71 1 669,33 7 400,77

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 50 m dalle fasce di rispetto acustico dell'aeroporto di Forlì (mq)

681 647,07 681 647,07 681 647,07

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante dall'aeroporto di Forlì

12 269,65 12 269,65 12 269,65

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante dall'aeroporto di Forlì

PROVINCIA

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da aree produttive

Città regionale di ForlìSISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE DELL'INQUINAMENTO ACUSTICO AL 2005 NEL PTCP

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da viabilità (strade e ferrovia)

Forlì Castrocaro Predappio TOT

Popolazione stimata al 2025 nel PTCP 417 670 118 667 7 529 7 050 133 246

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 50 m degli ambiti produttivi di progetto (mq)

380 831,24 62 407,22 12 987,42 7 139,19 82 533,83

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico dervante da ambiti produttivi di progetto

6 853,60 1 123,33 233,77 128,50 1 485,60

% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi di progetto al 2015

11,23 10,36 15,31 13,26 11,14

% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi esistenti e di progetto al 2015

11,99 6,68 7,26 22,51 7,55

Superficie di SUL delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 10 m della viabilità di progetto(mq)

11 522,71 6 168,32 0,00 3 580,36 9 748,68

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico dervante da viabilità di progetto

207,42 111,03 0,00 64,45 175,48

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 10 m della viabilità esistente e di progetto (mq)

1 300 104,40 323 875,73 705,92 96 320,70 420 902,35

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da viabilità esistente e di progetto

23 402 5 830 13 1 734 7 576

Superficie delle aree residenziali che ricadono nella fascia entro 50 m dalle fasce di rispetto acustico dell'aeroporto di Forlì (mq)

681 647,07 681 647,07 681 647,07

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante dall'aeroporto di Forlì

12 270 12 270 12 270

Città regionale di ForlìSISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE DELL'INQUINAMENTO ACUSTICO AL 2025 NEL PTCP

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante dall'aeroporto di Forlì

PROVINCIA

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da viabilità (strade e ferrovia)

Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da aree produttive

Forlì (2) Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

Superfici totali di edifici con destinazioni sensibili nel comune (mq)

13 543 063 3 648 218 595 368 293 883 5 056 299 487 835 346 036 5 077 457

Superfici di edifici con destinazioni sensibili ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne (mq)

538 533 36 052 13 635 20 046 130 365 9 452 14 659 73 798

% di aree sensibili ricadenti in fasce di rispetto sul totale delle superfici di edifici con destinazioni sensibili

4,0% 1,0% 2,3% 6,8% 2,6% 1,9% 4,2% 2,0%

Superficie del territorio pianificato nel comune (ha)

770 033 336 233 424 238 13 934 966 13 859 441 261 218 645 32 089 743 21 866 542 301 315 488

Superficie del territorio pianificato ricadente all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne (ha)

5 109 792 302 1 230 910 337 33 622 335 80 765 386 1 345 298 058 179 953 130 8 421 308 1 452 907 110

% di superficie del territorio pianificato ricadente in fasce di rispetto sul totale superficie del pianificato nel comune

0,066% 0,053% 0,024% 0,058% 0,052% 0,056% 0,004% 0,034%

Numero di edifici di valore storico testimoniale nel comune

5 971 1 568 61 281 342 401 2 030

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

502 68 8 36 44 72 148

% di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne sul totale di edifici di valore storico testimoniale nel comune

8,41% 4,34% 13,11% 12,81% 12,87% 17,96% 17,67%

(1) I dati provinciali desunti dalla ValSAT del PTCP sono stati aggiornati con i dati aggiornati e corretti relativi al comune di Forlì(2) Le attrezzature sensibili prese in analisi sono Istruzione superiore e universitaria(Aa1-Aa2), istruzione dell'obbligo (Aa3-Aa4), scuole materne (Aa5), asili nido (Aa6), ospedali e case di cura (Ab1-Ab2), attrezzature sanitarie (Ab3), attrezzature sociali (Ab4), parchi urbani (Af1), giardini e verde attrezzato (Af2-Af3-Af4)

PROVINCIA (1)Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Edifici di valore storico testimoniale all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

Superfici di edifici con destinazioni sensibili ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

Territorio pianificato ricadente all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE DELL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO AL 2005 NEL PTCP

Forlì (2) Castrocaro Predappio TOT Bertinoro Forlimpopoli TOT

Superfici totali di edifici con destinazioni sensibili nel comune (mq)

13 543 063 3 648 218 595 368 293 883 5 056 299 487 835 346 036 5 077 457

Superfici di edifici con destinazioni sensibili ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne (mq)

538 533 36 052 13 635 20 046 130 365 9 452 14 659 73 798

% di aree sensibili ricadenti in fasce di rispetto sul totale delle superfici di edifici con destinazioni sensibili

4,0% 1,0% 2,3% 6,8% 2,6% 1,9% 4,2% 2,0%

Superficie di progetto del territorio pianificato nel comune (ha)

241 932 418 68 941 238 4 085 645 4 234 779 77 261 663 5 319 851 3 244 381 81 591 114

Superficie di progetto del territorio pianificato ricadente all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne (ha)

314 858 69 042 3 603 4 315 76 961 4 365 1 452 78 462

% di superficie di progetto del territorio pianificato ricadente in fasce di rispetto sul totale superficie del pianificato nel comune

0,13% 0,10% 0,09% 0,10% 0,10% 0,08% 0,04% 0,07%

Numero di edifici di valore storico testimoniale nel comune

5 971 1 568 61 281 342 401 2 030

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

502 68 8 36 44 72 148

% di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne sul totale di edifici di valore storico testimoniale nel comune

8,41% 4,34% 13,11% 12,81% 12,87% 17,96% 17,67%

(1) I dati provinciali desunti dalla ValSAT del PTCP sono stati aggiornati con i dati aggiornati e corretti relativi al comune di Forlì(2) Le attrezzature sensibili prese in analisi sono Istruzione superiore e universitaria(Aa1-Aa2), istruzione dell'obbligo (Aa3-Aa4), scuole materne (Aa5), asili nido (Aa6), ospedali e case di cura (Ab1-Ab2), attrezzature sanitarie (Ab3), attrezzature sociali (Ab4), parchi urbani (Af1), giardini e verde attrezzato (Af2-Af3-Af4)

PROVINCIA (1)Città regionale di Forlì Associazione della pianura forlivese

Edifici di valore storico testimoniale all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

Superfici di edifici con destinazioni sensibili ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

Territorio pianificato ricadente all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti e antenne

SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

VALUTAZIONE DELL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO AL 2025 NEL PTCP

VAL.S.A.T.APPENDICE B

GLI INDICATORI DI MONITORAGGIO

1 giugno 2006

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

AMB.IDRInquinamento e consumo delle acque superficiali e sotterranee

AMB.IDR.1Qualità delle acque dolci superficiali -corsi d'acqua (SECA stato ecologico dei corsi d'acqua)

Piano di Tutela delle Acque Regione Emilia-Romagna (Bilancio ambientale del Comune di Forlì)

Numero di stazioni di rilevamento con livello qualitativo del corso d'acqua derivato dalla classificazione SECA (ottenuto dall'integrazione degli indici IBE (indice biotico esteso) e LIM (livello di inquinamento da macrodescrittori) superiore o uguale a 4 (scadente)

AMB.IDR.2Qualità delle acque sotterranee (stato ambientale dei corpi idrici sotterranei)

Piano di Tutela delle Acque Regione Emilia-Romagna (Bilancio ambientale del Comune di Forlì)

Numero di pozzi della rete di monitoraggio provinciale compresi nel territorio comunale con stato ambientale dei corpi idrici sotterranei (ottenuto dalla sovrapposizione della classe chimica e della classe quantitativa) di classe 4

AMB.IDR.3Ettari di spandimento in aree prossime ai ricettori naturali

Provincia di Forlì-Cesena Ettari di spandimento nelle zone di espansione fluviale (art.17 PTCP) e nelle zone di ricarica degli acquiferi profondi (art.28A PTCP)

AMB.IDR.4.1Superfici di attività produttive insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi

Elaborazione su dati PSC/PTCP Forlì-Cesena

ST (ha) A13 insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi (art. 28A PTCP)

AMB.IDR.4.2Aziende a rischio di incidente rilevante insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena

n. aziende a rischio di incidente rilevante insediate in zone di ricarica degli aquiferi profondi (art. 28A PTCP) Abitanti allacciati alla rete fognaria (valore assoluto)Abitanti allacciati alla rete fognaria (valore percentuale)Abitanti i cui reflui sono convogliati ad un impianto di depurazione (valore assoluto)Abitanti i cui reflui sono convogliati ad un impianto di depurazione (valore percentuale)

AMB.IDR.6Capacità residua degli impianti di depurazione espressa in abitanti equivalenti

PTCP Forlì-Cesena su dati HERA spa

Abitanti equivalenti servibili come riportato nell'allegato C.2.1.a del Quadro Conoscitivo del PTCP (pari a 250.000) - abitanti equivalenti serviti

AMB.IDR.7 Percentuale di rete fognaria sdoppiataPTCP Forlì-Cesena su dati HERA spa

Ml di rete fognaria sdoppiata sul totale della rete fognaria

AMB.IDR.8 Prelievi da acque superficialiBilancio Ambientale Comunale su dati Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli

Mc annui prelevati da corpi idrici superficiali

SISTEMA AMBIENTALE

AMB.IDR.5.1

Abitanti equivalenti serviti/da servire dal sistema fognario-depurativo

Bilancio Ambientale Comunale su dati HERA spa

AMB.IDR.5.2Bilancio Ambientale Comunale su dati HERA spa

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

AMB.SUB Subsidenza

AMB.SUB.1 Velocità di abbassamento del suoloPTCP su dati Regione Emilia-Romagna

Cm/anno di abbassamento del suolo

AMB.SUB.2Pressione antropica sugli acquiferi profondi tramite adduzione

Bilancio Ambientale Comunale su dati Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli

N. pozzi con prelievo da falda per usi irrigui ed industriali

AMB.SUB.3 Prelievo acque dal CER ad usi irriguiPTCP Forlì-Cesena su dati Consorzio di Bonifica

Ha di superfici irrigate da CER

AMB.SUB.4Prelievo da rete industriale di derivazione dal CER

Elaborazione su dati PTCP/PSC

Ha di aree produttive comprese a nord della via Emilia bis e a est della tangenziale est serviti con rete industriale di derivazione dal CER

AMB.SUO Suolo

AMB.SUO.1 Siti da bonificare o sottoposti a bonifica Provincia di Forlì-Cesena Siti da bonificare o sottoposti a bonifica

AMB.SUO.2Cave dismesse o in corso di dismissione con progetti di recupero ambientale sul totale delle cave esistenti autorizzate

Provincia di Forlì-Cesena/Uffici comunali

Cave dismesse o in corso di dismissione con progetti di recupero ambientale sul totale delle cave esistenti autorizzate

Rifiuti urbani

AMB.RIF.1 Produzione di rifiuti pro-capite annuaBilancio Sociale del Comune di Forlì

Kg/anno ad abitante di rifiuti urbani al lordo delle raccolte differenziate

AMB.RIF.2 Raccolta differenziata pro-capiteBilancio Sociale del Comune di Forlì

Kg/anno ad abitante di raccolta differenziata di rifiuti

AMB.RIF.3 % raccolta differenziata (a livello comunale)Bilancio Sociale del Comune di Forlì

% di raccolta differenziata annua sul totale dei rifiuti urbani

AMB.SAL Rischio per la salute umana

AMB.SAL.1Incidenza delle attività a rischio di incidente rilevante conformi alle indicazioni di legge

Provincia di Forlì-Cesena

Numero di insediamenti che rispettano la disciplina di tutela degli elementi ambientali e territoriali vulnerabili sul totale degli insediamenti a rischio di incidente rilevante presenti sul territorio comunale

SISTEMA AMBIENTALE

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

AMB.ARIA Aria (inquinamento atmosferico)

AMB.ARIA.1.1Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 prodotte da usi civili - in attesa di catasto emissioni

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Il parametro kg/kmq/anno di inquinante per usi civili ottenuto dalla riaggregazione dei valori CORINAIR 1990 aggiornati viene moltiplicato per le superfici utili residenziali e terziarie

AMB.ARIA.1.2Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 prodotte da usi industriali - in attesa di catasto emissioni per usi produttivi

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Il parametro kg/kmq/anno di inquinante per usi industriali ottenuto dalla riaggregazione dei valori CORINAIR 1990 aggiornati viene moltiplicato per le superfici utili produttive

AMB.ARIA.2.1Massime emissioni inquinanti unitarie in atmosfera di CO2 prodotte da usi civili - in attesa catasto emissioni

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Le emissioni totali di inquinante per usi civili vengono divise per le superfici fondiarie delle zone residenziali e terziarie

AMB.ARIA.2.2Massime emissioni inquinanti unitarie in atmosfera di CO2 prodotte da usi industriali - in attesa catasto emissioni per usi produttivi

CORINAIR Regione Emilia-Romagna/PTCP Forlì-Cesena

Le emissioni totali AMB.ARIA.1.1 VAL A di inquinante per usi industriali vengono divise per le superfici fondiarie delle zone industriali

AMB.ARIA.3.1Emissioni inquinanti totali in atmosfera di NOx derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kg/anno NOx nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

AMB.ARIA.3.2Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kg/anno CO nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

AMB.ARIA.3.3Emissioni inquinanti totali in atmosfera di CO2 derivante da traffico stradale (per le sole autovetture)

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

kt/anno CO2 nel comune da traffico stradale (autovetture) nel comune

AMB.ARIA.5Quantità CO2 assorbita da parte della massa arborata

PTCP Forlì-Cesena

Coefficiente di assorbimento della CO2 espresso in kg/ha di superficie arborata presente nei boschi e nella vegetazione igrofila e ripariale x ha massa arborata

AMB.ARIA.6

Concentrazione in atmosfera di NO2 (biossido di azoto), SO2 (anidride solforosa), PTS (particelle totali sospese), PM10, benzene, CO, O3 nei mesi di massima concentrazione

ARPA

Concentrazione in atmosfera (mg/m3) di NO2 (biossido di azoto), SO2 (anidride solforosa), PTS (particelle totali sospese), PM10, benzene, CO, O3 nei mesi di massima concentrazione

AMB.ARIA.7Incidenza mezzi mezzi veicolari ecocompatibili sull'intero parco veicolare comunale e ATR

Rapporto sulla qualità dell'aria del Comune di Forlì su dati ARPA

n. mezzi elettrici e convertiti a biodiesel sul totale mezzi del Comune e di ATR

SISTEMA AMBIENTALE

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

AMB.RUM Rumore (inquinamento acustico)

AMB.RUM.1.1Popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade

AMB.RUM.1.1bisPopolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale con interventi di mitigazione

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade esclusi i nuovi interventi viari e i potenziamenti con barriere acustiche

AMB.RUM.1.2

% popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale e ferroviario sul totale della popolazione comunale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade sul totale della popolazione

AMB.RUM.1.2bis% popolazione potenzialmente esposta ad un elevato livello di pressione sonora derivante da traffico stradale con interventi di mitigazione

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di rispetto acustico di strade (esclusi i nuovi interventi viari e i potenziamenti con barriere acustiche) sul totale della popolazione

AMB.RUM.2.1Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti in zone produttive di classe V e VI e in fasce virtuali di protezione acustica di 50mt attorno alle aree produttive

AMB.RUM.2.2% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da ambiti produttivi sul totale della popolazione comunale

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti in zone produttive di classe V e VI e in fasce virtuali di protezione acustica di 50mt attorno alle aree produttive sul totale della popolazione residente

AMB.RUM.3.1Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di 50 m nelle zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2

AMB.RUM.3.2% popolazione potenzialmente esposta a inquinamento acustico derivante da zone con salto di classe acustica

Elaborazione su dati ARPA (Classificazione acustica comunale 2004)

Numero cittadini residenti nelle fasce di 50 m nelle zone con salto di classe acustica pari o maggiore a 2 sul totale della popolazione residente

AMB.RUM.4.1Territorio comunale ricadente nelle 6 classi acustiche

Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale

kmq di territorio pianificato ricadente in classe acustica I - II - III - IV - V - VI

AMB.RUM.4.2% di territorio comunale ricadente nelle sei classi acustiche

Relazione della Zonizzazione acustica del territorio comunale

% di territorio pianificato ricadente in ciascuna delle 6 classi acustiche sul totale del territorio pianificato

SISTEMA AMBIENTALE

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

AMB.ELET Inquinamento elettromagnetico

AMB.ELET.1Risanamento linee di trasporto energia elettrica

SIT comunale su dati catasto ENEL

% di cavi interrati sul totale della rete elettrica esistente

AMB.ELET.1.1Superfici di edifici con destinazioni sensibili in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG/PSC

mq di ST di zone destinate a attrezzature scolastiche, sanitarie, socio-assistenziali, verde pubblico attrezzato e a parco ricadenti

AMB.ELET.1.2Incidenza superfici di edifici con destinazioni sensibili in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG/PSC

mq di ST di zone destinate a attrezzature scolastiche, sanitarie, socio-assistenziali, verde pubblico attrezzato e a parco ricadenti

AMB.ELET.2.1Popolazione esposta a campi elettrici ed elettromagnetici

Elaborazione su dati Enel, PRG/PSC, PPLERT e SITL

Numero di abitanti residenti compresi in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

AMB.ELET.2.2Incidenza della popolazione esposta a campi elettrici ed elettromagnetici

Elaborazione su dati Enel, PRG/PSC, PPLERT e SITL

Numero di abitanti residenti compresi in fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne sul totale dei residenti

AMB.ELET.3.1Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG/PSC

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti

AMB.ELET.3.2Incidenza di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti ed antenne

Elaborazione su dati Enel e PRG/PSC

Numero di edifici di valore storico testimoniale ricadenti all'interno di fasce di rispetto di elettrodotti sul totale di edifici di valore storico testimoniale nel comune

Disponibilità e consumo della risorsa energetica

AMB.ENER.1.1 Consumo annuo di gas metano AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì

Tep annui consumati per metano nel comune di Forlì

AMB.ENER.1.2 Consumo annuo pro-capite di gas metanoAGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì

Tep annui consumati pro-capite per metano nel comune di Forlì

AMB.ENER.2.1 Consumo annuo di energia elettrica domestica AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì

Tep annui consumati per energia elettrica nel comune di Forlì

AMB.ENER.2.2Consumo annuo pro-capite di energia elettrica domestica

AGESS - Piano Energetico Ambientale del Comune di Forlì

Tep annui consumati pro-capite per energia elettrica nel comune di Forlì

AMB.ENER.3Incidenza delle fonti rinnovabili nella produzione di energia

Ente gestore

kWh prodotti da fonti rinnovabili rilevati mediante contatore dell'Ente gestore e numero di contratti di cessione all'energia all'Ente gestore

AMB.ENER.4Abitanti equivalenti serviti/da servire dal sistema energetico elettrico

CCIAA su dati ENEL

AE determinati utilizzando la seguente formula: n° contatori uso domestico * n. componenti famiglia media (2,4) + n° contatori uso non domestico * coefficiente addetti/AE

AMB.ENER.5Capacità residua del sistema energetico-gas espressa in abitanti equivalenti

Ente gestore/PTCP di Forlì-Cesena

Numero abitanti equivalenti potenzialmente servibili dalla rete gas

SISTEMA AMBIENTALE

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte [reperibilità del dato] Metodologia di calcolo

Rete ecologica

NAT.ECO.1 SIT comunaleSuperficie prevista per la ricostituzione della rete ecologica

NAT.ECO.2 SIT comunaleSuperficie compresa nelle fasce di rispetto delle nuove infrastrutture della mobilità in cui viene ricostituita la rete ecologica

NAT.ECO.3 SIT comunale

Percentuale di superficie di rete ecologica attuata sulla superficie delle aree ecologicamente attrezzate attuate con accordo territoriale

NAT.ECO.4 SIT comunale

Percentuale di superficie per rete ecologica compresa in fasce di rispetto delle nuove infrastrutture della mobilità attuata rispetto alla superficie delle nuove infrastrutture attuate

NAT.ECO.5 uffici comunaliPercentuale di superficie destinata a rete ecologica data in gestione unitaria

NAT.ECO.6 SIT comunale

Percentuale di copertura chiome alberate nelle aree destinate a rete ecologica (igrofila e ripariale lungo i corsi d'acqua)

NAT.ECO.7 Indice di naturalità SIT comunaleMq di elementi naturali (siepi, filari, incolti, boschi) /mq sup. comunale

NAT.ECO.8Dotazione comunale di rete ecologica rispetto all'urbanizzato

SIT comunaleMq di elementi naturali (siepi, filari, incolti, boschi) interconnessi/mq urbanizzato (tolto il verde urbano pubblico e privato)

NAT.ECO.9 Grado di connettività ai corridoi ecologici SIT comunale

Mq elementi naturali connessi (siepi, filari, incolti, boschi) (*) agli ambiti fluviali/tot mq elementi naturali presenti nel territorio comunale

NAT.ECO.10.1

Biopotenzialità territoriale (Btc) totale Studio di settore sul sistema del verdemetodologia di calcolo riportata in APPENDICE A - NAT.ECO.10.1

NAT.ECO.10.2

Biopotenzialità territoriale (Btc) media Studio di settore sul sistema del verdeElaborazione NAT.ECO.10.1/Superficie (ha) degli ecotopi

SISTEMA NATURALE

Qualificazione del progetto di rete ecologica in fase di attuazione

Incidenza della componente naturale sulla crescita insediativa ed infrastrutturale

Realizzazione del progetto di rete ecologica

CodiceDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte [reperibilità del dato] Metodologia di calcolo

Sistema delle aree boschive e protette

NAT.PROT.1 Naturalizzazione del territorio SIT comunaleSuperficie a parchi naturali, riserve protette o siti Rete Natura 2000 con Piano di gestione

NAT.PROT.2Grado di esposizione dei nuclei boscati all'antropizzato

SIT comunale

% di nuclei boscati la cui distanza da una infrastruttura risulta minore di 100 m dalle interferenze individuate (strade, ferrovia, urbanizzato)

NAT.PROT.3 Specie protetteSIT comunale su dati Regione Emilia-Romagna

Numero di siti con segnalata presenza di specie protette dalla Regione Emilia-Romagna

NAT.PROT.4 Alberi monumentali SIT comunaleNumero di alberi monumentali tutelati da Decreto Regionale L.R. 2/77

Sistema del verde

NAT.VER.1Superfici a parco urbano o fluviale procapite

SIT comunaleMq di superfici a parco urbano o fluviale esistenti /n. abitanti

NAT.VER.2 Verde pubblico esistente procapite SIT comunale Mq verde pubblico esistente /n. abitanti

NAT.VER.3Incidenza del verde ad elevata fruizione di pubblico sul totale del verde urbano comunale

SIT comunale

Mq verde pubblico attrezzato (con presenza di impianto sportivo) e di parchi urbani e fluviali sul totale dei mq a verde pubblico e privato

NAT.VER.4Incidenza delle superfici a verde esistenti sulla superficie urbanizzata

SIT comunaleMq superfici a verde pubblico e privato esistenti/superficie urbanizzata

SISTEMA NATURALE

INS SISTEMA INSEDIATIVO

CODICEDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte [reperibilità del dato] Metodologia di calcolo

INS.URB Zone e ambiti urbanizzati e urbanizzabili

INS.URB.1 Estensione territorio comunale (kmq) SIT / ISTATEstensione territorio comunale (kmq)

INS.URB.2 Estensione del territorio urbanizzato SIT su dati PSC ST (ha) territorio urbanizzato

INS.URB.3 Estensione del territorio urbanizzabile SIT su dati PSC ST (ha) territorio urbanizzabile di progetto (A12 - A13 di progetto - A15 di progetto - A22 di progetto)

INS.URB.4Incidenza dell'urbanizzabile sull'urbanizzato

ELABORAZIONE INS.URB.3/INS.URB.2

INS.URB.5Superfici territoriali e utili delle aree produttive/terziarie esistenti

SIT su dati PRG/PSC o Uffici tecnici comunali

ST E SUL (MQ) A13 esistenti

INS.URB.6Superfici territoriali e utili delle aree produttive/terziarie di progetto

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUE ST E SUL (MQ) A13 di pr ogetto

INS.URB.7Percentuale di attuazione delle superfici utili destinate a funzioni produttive/terziarie

ELABORAZIONE INS.URB.5/(INS.URB.5 + INS.URB.6)

INS.URB.8Superfici territoriali e utili per funzioni abitative attuate

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUE ST E SUL (MQ) A12 esist enti

INS.URB.9Superfici destinate a funzioni abitative da attuare

SIT su dati PRG/PSC o Uffici tecnici comunali

ST E SUL (MQ) A12 di progetto

INS.URB.10Percentuale di attuazione delle superfici utili destinate a funzioni abitative

ELABORAZIONE INS.URB.9/(INS.URB.9 + INS.URB.10)

INS.URB.11Superfici territoriali e utili delle dotazioni territoriali esistenti

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUE ST E SUL (MQ) A24 e A23 esistenti

INS.URB.12Superfici territoriali e utili delle dotazioni territoriali di progetto

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUEST E SUL (MQ) A24 e A23 di progetto

INS.URB.13

Incidenza delle superfici territoriali per dotazioni territoriali sul totale delle superfici degli ambiti di trasformazione/riqualificazione

ELABORAZIONE INS.URB.12/(INS.URB.10 + INS.URB.16 + INS.URB.5)

INS.URB.14Superfici territoriali destinate ad ambiti da riqualificare

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUE ST (MQ) A11

INS.URB.15Superfici territoriali attuate negli ambiti da riqualificare

SIT su dati Uffici tecnici comunali ST (MQ) A11 attu ati

INS.URB.16Percentuale di attuazione degli ambiti da riqualificare

ELABORAZIONE INS.URB.16/INS.URB.15

INS SISTEMA INSEDIATIVO

CODICEDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte [reperibilità del dato] Metodologia di calcolo

INS.POLPoli ad elevata specializzazione e attività produttive

INS.POL.1.1 Superfici territoriali dei Poli funzionali Elaborazione su dati PRG/PSC ST (ha) ambiti A15

INS.POL.1.2 Percentuale di attuazione dei poli funzionali Elaborazione su dati PRG/PSC ST attuata dei poli funzionali / ST complessiva dei poli funzionali x 100

INS.POL.2.1Superficie pianificata per attività produttive e terziarie (mq)

Elaborazione su dati PTCP/PSC Superficie territoriale pianificata per attività produttive e terziarie (mq)

INS.POL.2.2 Superficie compresa in ambiti produttivi (mq) Elaborazione su dati PTCP/PSC Superficie territoriale compresa in ambiti produttivi A13 (mq) maggiori di 30 ha ai sensi del PTCP

INS.POL.2.3 Concentrazione delle attività produttive Elaborazione su dati PTCP/PSC % superfici per attività produttive comprese in ambiti produttivi sul totale delle superfici per attività produttive

INS.POL.4Incidenza delle superfici a residenza e servizi negli ambiti produttivi

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUEST (mq) residenza ricadente entro ambiti produttivi / tot ST (mq) ambiti produttivi

INS.POL.5Superfici di attività produttive e terziarie localizzate a sud della via Emilia storica

SIT su dati PRG/PSC-POC-RUEST (mq) attività produttive localizzate a sud della via Emilia storica

Infrastrutture tecnologiche

INS.TEC.1Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema acquedottistico

HERA spa - Ente gestore della retenumero abitanti allacciati al sistema acquedottistico sul totale degli abitanti insediati

INS.TEC.2Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema fognario-depurativo

HERA spa - Ente gestore della retenumero abitanti allacciati al sistema fognario-depurativo sul totale degli abitanti insediati

INS.TEC.3Livello di servibilità degli insediamenti dal sistema energetico gas

HERA spa - Ente gestore della retenumero abitanti allacciati al sistema energetico gas sul totale degli abitanti insediati

MOB

Codice CODICEDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte dei dati Definizione operativa

MOB.INC MOB.INC Sicurezza stradale

MOB.INC.1MOB.INC.1

Incidentalità stradalePiano Generale del Traffico Urbano - Relazione 2004; Bilancio sociale

N. incidenti stradali rilevati

MOB.INC.2MOB.INC.2

Incidentalità stradale con decessiPiano Generale del Traffico Urbano - Relazione 2004; Bilancio sociale

N. incidenti stradali con morti

MOB.TPL MOB.TPL Trasporto pubblico locale

MOB.TPL.1MOB.TPL.1

Disponibilità del servizio di TPL nel territorio urbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

Km percorsi su linee urbane

MOB.TPL.2MOB.TPL.2

Disponibilità del servizio di TPL nel territorio extraurbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

Km percorsi su linee extraurbane

MOB.TPL.3MOB.TPL.3

Utilizzo del servizio di TPL nel territorio urbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

N. passeggeri annui su Linee urbane

MOB.TPL.4MOB.TPL.4

Utilizzo del servizio di TPL nel territorio extraurbano

Bilancio Sociale 2004 [su dati Consorzio ATR]

N. passeggeri annui su linee extraurbane

MOB.CONGMOB.CONG

MOB.CONG.1

MOB.CONG.1

Livello massimo di congestione sul principale asse est - ovest di attraversamento del centro abitato - via Emilia storica

PTCP di Forlì-Cesena - ValSAT

Il livello massimo di congestione degli archi stradali relativi alla via Emilia, calcolato rispetto al grafo stradale esistente/previsto e al traffico rilevato/stimato

MOB.CONG.2

MOB.CONG.2

Livello massimo di congestione sul principale asse nord - sud di attraversamento del centro abitato - via Bertini - via Gramsci - via Campo di Marte - via Campo degli Svizzeri

PTCP di Forlì-Cesena - ValSAT

Il livello massimo di congestione degli archi stradali relativi all'asse da via Bertini a via Campo degli Svizzeri, calcolato rispetto al grafo stradale esistente/previsto e al traffico rilevato/stimato

MOB.CICL MOB.CICL

MOB.CICL.1MOB.CICL.1

Dotazione complessiva di piste ciclopedonali

Elaborazione su dati PGTU Ml di percorsi ciclopedonali esistenti

MOB.CICL.1MOB.CICL.2

Dotazione unitaria di piste ciclopedonali

Elaborazione su dati PGTUMl di percorsi ciclopedonali esistenti/previsti per abitante residente/insediabile

MOB.AER

MOB.AER.1MOB.AER.1

Traffico passeggeri su voli transitanti dall'Aeroporto Ridolfi

Bilancio Sociale 2004 [su dati SEAF]

N. passeggeri annui (al netto del traffico dirottato da Bologna)

MOB.AER.2MOB.AER.2

Traffico merci su voli transitanti dall'Aeroporto Ridolfi

Bilancio Sociale 2004 [su dati SEAF]

Tonnellate di merce trasportata annualmente su voli transitanti dall'aeroporto L.Ridolfi

SISTEMA DELLA MOBILITA'

Sistema della mobilità ciclabile e pedonale

Congestione da traffico stradale

Sistema della mobilità aeroportuale

SE SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

CODICEDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

SE.POP Popolazione: struttura e distribuzione

SE.POP.1.1 N. residenti complessivi Elaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PSC

n. iscritti alle anagrafi comunali maschi + femmine

SE.POP.1.2 - 1.9

N. residenti suddivisi per classi di etàElaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PSC

n. iscritti alle anagrafi comunali maschi + femmine suddivisi per classi di età 0-2, 3-5, 6-10, 11-13, 14-18, 19-39, 40-64, >64

SE.POP.2.1 N. residenti in territorio extraurbanoElaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PSC

n. residenti in territorio extraurbano (fuori dal territorio urbanizzato "INS.URB.1") calcolati attraverso i numeri civici agganciati alla banca dati anagrafe comunale

SE.POP.2.2Incidenza residenti in territorio extraurbano sul totale dei residenti

Elaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PRG

SE.POP.2/SE.POP.1

SE.POP.2.3 N. residenti nelle frazioniElaborazione su dati numerazione civica/Anagrafe comunale e PRG

N. residenti nelle frazioni (nuclei e centri tolti quelli nella città compatta) calcolati al 1° agosto 2005 attraverso i numeri civici agganciati all' Anagrafe comunale

SE.POP.2.4Incidenza residenti nelle frazioni sui residenti nel territorio urbanizzato

Elaborazione su dati numerazione civica agganciata all'Anagrafe comunale e PSC

N. residenti nelle frazioni / totale residenti

SE.POP.3.1N. stranieri residenti (complessivi e suddivisi per classi di età)

ISTAT - Anagrafe comunale n. residenti stranieri iscritti all' anagrafe comunale

SE.POP.3.2Incidenza stranieri sul totale della popolazione

Elaborazione su dati Regione Emilia Romagna/Anagrafe comunale

SE.POP.3.1/SE.POP.1.1

SE.POP.4.1 N. famiglie Anagrafe comunale n. schede di famiglia + n. schede di convivenza

SE.POP.4.2Numero medio componenti il nucleo familiare

Anagrafe comunale n. residenti /n. famiglie residenti [SE.POP.1.1/SE.POP.4.1]

SE.POP.5 Indice di vecchiaia Anagrafe comunale pop da 65 anni e oltre/pop da 0 a 14 anni x 100

SE.POP.6 Indice di dipendenza sociale Anagrafe comunale (pop da 0 a 14 anni + pop da 65 anni e oltre)/pop da 15 a 64 anni x 100

SE.POP.7 Indice di struttura Anagrafe comunale pop da 40 a 64 anni /pop da 15 a 39 anni x 100

SE.AB Creazione di offerta insediativa alla popolazione

SE.AB.1.1 Capacità insediativa globaleDimensionamento del Piano Regolatore/PSC

n. abitazioni previste

SE.AB.1.2 N. abitazioni esistentiISTAT Censimento della popolazione e delle abitazioni/Uffici tecnici comunali

n. abitazioni presenti nel territorio comunale

SE.AB.1.3 N. abitazioni occupate ISTAT - [www.regione.emilia-romagna.it/statistica/cens2000_popolazione.htm]

n. abitazioni occupate

SE.AB.1.4Incidenza abitazioni non occupate sul totale delle abitazioni

ISTAT - [www.regione.emilia-romagna.it/statistica/cens2000_popolazione.htm]

n. abitazioni non occupate / totale abitazioni

SE.AB.2.1N. abitazioni esistenti in territorio extraurbano

Elaborazione su dati Censimento degli edifici sparsi in territorio rurale nel PRG

n. abitazioni in territorio rurale

SE.AB.2.2Incidenza abitazioni in territorio extraurbano sul totale delle abitazioni

Elaborazione su dati Censimento degli edifici sparsi in territorio rurale nel PRG

ELABORAZIONE: SE.AB.2a/SE.AB.1

SE SISTEMA SOCIO-ECONOMICO

CODICEDato/indicatore (in grassetto quelli aggiuntivi rispetto alle matrici di impatto APPENDICE A)

Fonte (reperibilità del dato) Metodologia di calcolo

SE.OCC

SE.OCC.1.1 N.addetti complessivi insediati Elaborazione su dati PSC/POC/PUAn.addetti in u.l. complessivi e suddivisi per classi di addetti

SE.OCC.1.2 N.addetti occupati in attività produttive Elaborazione su dati PSC/POC

mq di zone D (PRG) o A13 esistenti (PSC/POC) x indice territoriale (o perequativo)/168 ovvero n. addetti per azienda da elenco CCIAA agganciati ai numeri civici

SE.OCC.1.3 N. addetti occupati nel settore terziario Elaborazione su dati PSC/POC

mq di DT (PRG) o A15/A12/A11 esistenti x indice territoriale (o perequativo)/80 ovvero n. addetti per azienda da elenco CCIAA agganciati ai numeri civici

SE.ACB

SE.ACB.1.1Incidenza popolazione 0-2 anni servita da asili nido

Elaborazione su dati Bilancio Sociale e Anagrafe comunale

Posti disponibili nei nidi/residenti in età 0-2

SE.ACB.1.2 Posti disponibili negli Asili Nido Bilancio Sociale 2004Posti disponibili negli asili nido comunali, convenzionati e nelle sezioni Primavera

SE.ACB.1.3Percentuale di soddisfacimento utenti degli Asili nido

Bilancio Sociale 2004N. domande presentate/n. domande accolte

SE.ACB.2.1 Iscritti alle scuole materneCamera di Commercio di Forlì - Cesena/ Bilancio Sociale 2004

N.iscritti complessivi alle scuole materne pubbliche e private

SE.ACB.2.2Incidenza popolazione 3-5 anni servita da scuole materne

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 3-5

SE.ACB.3.1 Iscritti alle scuole primarie Camera di Commercio di Forlì - Cesena/ Bilancio Sociale 2004

N.iscritti complessivi alle scuole elementari pubbliche e private

SE.ACB.3.2Incidenza popolazione 6-10 anni servita da scuole primarie

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 6-10

SE.ACB.3.3 Alunni iscritti per classe nelle primarie Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. classi nelle scuole elementari

SE.ACB.4.1Alunni iscritti nelle scuole secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. totale aule secondarie di 1° grado (scuole medie inferiori)

SE.ACB.4.2Incidenza popolazione 11-13 anni servita da secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. iscritti/residenti in età 11-13 serviti

SE.ACB.4.3Alunni iscritti per classe nelle secondarie di 1° grado

Elaborazione su dati Bilancio Sociale 2004

N. alunni iscritti /n. classi secondarie di 1° grado (scuole medie inferiori)

SE.ACS

SE.ACS.1Incidenza popolazione comunale servita da scuole medie superiori

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. posti in scuole medie superiori /residenti nel comune in età 14-18

SE.ACS.2Incidenza popolazione comunale servita da corsi di formazione

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. iscritti a corsi di formazione /residenti nel comune in età 14-39

SE.ACS.3Incidenza popolazione servita da cinema, teatri, arene, sale da ballo e discoteche

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. posti a sedere in cinema, teatri, arene, sale da ballo, discoteche /residenti nel comune

SE.ACS.4Incidenza popolazione servita da spazi espositivi, gallerie d'arte, strutture museali e pinacoteche

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

Mq di superficie espositiva /residenti nel comune

SE.ACS.5Incidenza popolazione comunale servita da ospedali

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. posti nell'ospedale / residenti nel comune

SE.ACS.6Incidenza popolazione comunale servita da servizi per anziani

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. utenti in strutture per anziani /residenti nel comune > 64 anni

SE.ACS.7Incidenza popolazione servita da servizi per minori

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. utenti in strutture per minori /residenti nel comune in età 0-18

SE.ACS.8Incidenza popolazione servita da servizi per immigrati

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. utenti in strutture per immigrati /residenti stranieri nel comune

SE.ACS.9Incidenza popolazione servita da servizi per disabili

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

N. utenti in strutture per disabili /residenti nel comune

SE.ACS.10

Incidenza popolazione servita da attrezzature per attività sportive ad elevata frequenza di pubblico (stadio e palazzetto dello sport)

Elaborazione su dati PTCP Forlì-Cesena/Uffici comunali

Frequenze annuali nelle strutture sportive ad elevata frequenza di pubblico / residenti nel comune

Lavoro: occupazione durevole

Popolazione: offerta di attrezzature collettive

Popolazione: offerta di attrezzature sovracomunali (nell'ipotesi del mantenimento di quelle attuali)

SCHEDA MONITORAGGIO

Superficie territoriale

Superficie fondiaria

Superficie Utile Lorda

Indice urbanistico

Numero Tipologia

Comparto di trasformazioneLotto edificabileSuperficie impermeabilizzataSuperficie per spazi pubbliciPercorsi ciclopedonali

Attività residenziale liberaAttività residenziale convenzionataAttività produttive cod.ATECOTerziario direzionale cod.ATECOArtigianato di servizio cod.ATECOCommerciale cod.ATECOAttrezzature pubbliche di interesse sovralocale

cod. RUE

Attrezzature pubbliche di quartiere cod. RUE

Alloggi complessiviAlloggi di edilizia residenziale liberadi cui con una/due stanzedi cui con tre/quattro stanzedi cui con cinque o più stanzeAlloggi convenzionatidi cui con una/due stanzedi cui con tre/quattro stanzedi cui con cinque o più stanze

UfficiLaboratori o artigianato di servizioCommercio Pubblici eserciziDepositi/magazzini

Parcheggi privati totaliDi cui autorimesseParcheggi pubblici totali

Verde totaleVerde pubblico (VP)Di cui di rispetto o mitigazioneDi cui attrezzatoDi cui alberato (rete ecologica) Copertura di VP da chiome arboree (rete ecologica)Verde privato (Vp)Di cui alberato Copertura di VP da chiome arboree (rete ecologica)

ALLEGATO AL PERMESSO DI COSTRUIRE O CONVENZIONE DI PUA