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Continuazione di Ortopedia News Quadrimestrale - ISSN 2281-258X In caso di mancato recapito inviare a Roma Romanina Stampe per la restituzione al mittente previo pagamen- to resi. SIGASCOT NEWS - Anno XIX - N. 2 - agosto 2013 Direttore Scientifico Pietro Randelli Direttore Unità Operativa Complessa Ortopedia 2 Università degli Studi di Milano IRCCS Policlinico San Donato Direttore Responsabile ed Editoriale Andrea Salvati Segreteria Scientifica Nives Sagramola Segreteria di Redazione Antonella Onori, [email protected] Area Pubblicità Patrizia Arcangioli, responsabile [email protected] Area Marketing e Sviluppo Carlo Bianchini, [email protected], Adolfo Dassogno, [email protected] Grafica e impaginazione Daniela Manunza Autorizzazione del Trib. di Roma n. 181 del 4/4/1995 R.O.C.: 6905/90141 Direzione, Redazione, Amministrazione: CIC EDIZIONI INTERNAZIONALI s.r.l. C.so Trieste, 42 - 00198 Roma Tel. 06 8412673 r.a. - Fax 06 8412688 E-mail: [email protected] www.gruppocic.com Stampa: LITOGRAFTODI srl - Todi (PG) Finito di stampare nel mese di agosto 2013 Tutti i diritti riservati. È vietato riprodurre, archiviare in un sistema di riproduzione o trasmettere sotto qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per fotocopia, registrazione o altro, qualsiasi parte di questa pubblicazione senza autorizzazione scritta dell’Editore. È obbligatoria la citazione della fonte. La massima cura possibile è stata prestata per la corretta indicazione dei dosaggi dei farmaci eventualmente citati nel testo, ma i lettori sono ugualmente pregati di consultare gli schemi posologici contenuti nelle schede tecniche approvate dal Ministero della Salute. Prezzo a copia 1,50 - L’IVA, condensata nel prezzo di ven- dita, è assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, primo comma, lett. c), D.P.R. 633/72 e D.M. 29-12-1989. Il periodico viene anche inviato ad un indirizzario di specialisti predisposto dall’Editore. Ai sensi del Decreto Legislativo 30/06/03 n. 196 (Art. 13), informiamo che l’Editore è il Titolare del trattamento e che i dati in nostro possesso sono oggetto di trattamenti informatici e manuali; sono altresì adottate, ai sensi dell’Art. 31, le misure di sicurezza previste dalla legge per garantirne la riservatezza. I dati sono gestiti internamente e non vengono mai ceduti a terzi, possono esclusivamente essere comunicati ai propri fornitori, ove impiegati per l’adem- pimento di obblighi contrattuali (ad es. le Poste Italiane). Informiamo inoltre che in qualsiasi momento, ai sensi dell’Art. 7, si può richiedere la conferma dell’esistenza dei dati trattati e richiederne la cancellazione, la trasformazione, l’aggiorna- mento ed opporsi al trattamento per finalità commerciali o di ricerca di mercato con comunicazione scritta. La pubblicazione dei testi e delle immagini pubblicitarie è su - bordinata all’approvazione della direzione del giornale ed in ogni caso non coinvolge la responsabilità dell’Editore. Il contenuto degli articoli rispecchia esclusivamente l’e - sperienza degli autori. © Copyright 2013 news Organo ufficiale della SIGASCOT Sigascot ci si incontra E-Sigascot.com European Arthroscopy Fellowship 2013 SIGASCOT NEWS PROGRAMMAZIONE 2014 Masterclass, 31 Maggio 2013, Milano Riunione superspecialistica sigascot in collaborazione con Sia, 26 Ottobre 2013, Genova All’interno: SIGASCOT avanti tutta di Pietro Randelli A Catania si discute di gonartrosi In memoria del Prof. Paolo Aglietti Report: Corso riabilitazione anca 2013, Milano 1° Corso base sul trattamento delle lesioni meniscali 2013, Bologna Articoli: Comitato Artroscopia: A. Ferretti Comitato Ricerca: A. Gigante Comitato Arto Superiore: E. Cautero Comitato Cartilagine: F. Vannini Comitato Sport: P. Spennacchio Comitato Tecnologie: G. Solarino artroscopia base ed avanzata EDITORS Pietro Randelli , Claudio Mazzola Paolo Adravanti, Claudio Zorzi, Matteo Denti Volume di 944 pagine F.to 21x29 150,00 Società Italiana di Chirurgia del Ginocchio Artroscopia • Sport • Cartilagine e Tecnologie Ortopediche © CIC Edizioni Internazionali

artroscopia SIGASCOTsiagascot-orto.com/wp-content/uploads/2020/02/2013_02.pdf · lesioni meniscali 2013, Bologna Articoli: Comitato Artroscopia: A. Ferretti Comitato Ricerca: A. Gigante

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newsSIGASCOT

Continuazione di Ortopedia News

Quadrimestrale - ISSN 2281-258XIn caso di mancato recapito inviare a Roma RomaninaStam pe per la restituzione al mittente previo pagamen-to resi.

SIGASCOT NEWS - Anno XIX - N. 2 - agosto 2013

Direttore ScientificoPietro RandelliDirettore Unità Operativa Complessa Ortopedia 2Università degli Studi di MilanoIRCCS Policlinico San Donato

Direttore Responsabile ed EditorialeAndrea Salvati

Segreteria ScientificaNives Sagramola

Segreteria di RedazioneAntonella Onori, [email protected]

Area PubblicitàPatrizia Arcangioli, [email protected]

Area Marketing e SviluppoCarlo Bianchini, [email protected],Adolfo Dassogno, [email protected]

Grafica e impaginazioneDaniela Manunza

Autorizzazione del Trib. di Roman. 181 del 4/4/1995R.O.C.: 6905/90141

Direzione, Redazione, Amministrazione:CIC EDIZIONI INTERNAZIONALI s.r.l.C.so Trieste, 42 - 00198 RomaTel. 06 8412673 r.a. - Fax 06 8412688E-mail: [email protected] www.gruppocic.com

Stampa: LITOGRAFTODI srl - Todi (PG)

Finito di stampare nel mese di agosto 2013

Tutti i diritti riservati. È vietato riprodurre, archiviare in unsistema di riproduzione o trasmettere sotto qualsiasi forma ocon qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per fotocopia,registrazione o altro, qualsiasi parte di questa pubblicazionesenza autorizzazione scritta dell’Editore. È obbligatoria lacitazione della fonte.La massima cura possibile è stata prestata per la correttaindicazione dei dosaggi dei farmaci eventualmente citati neltesto, ma i lettori sono ugualmente pregati di consultare glischemi posologici contenuti nelle schede tecniche approvatedal Ministero della Salute.Prezzo a copia € 1,50 - L’IVA, condensata nel prezzo di ven-dita, è assol ta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, primo comma,lett. c), D.P.R. 633/72 e D.M. 29-12-1989.Il periodico viene anche inviato ad un indirizzario di specialistipredisposto dall’Editore. Ai sensi del De creto Legislativo30/06/03 n. 196 (Art. 13), informiamo che l’Editore è il Titolaredel trattamento e che i dati in nostro possesso sono oggettodi trattamenti informatici e manuali; sono altresì adottate, aisensi dell’Art. 31, le misure di sicurezza previste dal la leggeper garantirne la riservatezza. I dati so no gestiti internamentee non vengono mai ceduti a terzi, possono esclusivamenteessere comunicati ai propri fornitori, ove impiegati per l’adem-pimento di obblighi contrattuali (ad es. le Poste Ita liane).Informiamo inoltre che in qualsiasi momento, ai sensi dell’Art.7, si può richiedere la conferma dell’esistenza dei dati trattatie richiederne la cancellazione, la trasformazione, l’aggiorna-mento ed op porsi al trattamento per finalità commerciali o diri cerca di mercato con comunicazione scritta.La pubblicazione dei testi e delle immagini pubblicitarie è su -bordinata all’approvazione della direzione del giornale ed inogni caso non coinvolge la responsabilità dell’Editore.Il contenuto degli articoli rispecchia esclusivamente l’e -sperienza degli autori.

© Copyright 2013

newsOrgano ufficiale della

SIGASCOT

Sigascot ci si incontraE-Sigascot.comEuropean Arthroscopy Fellowship 2013

SIGASCOT NEWSPROGRAMMAZIONE 2014Masterclass, 31 Maggio 2013, MilanoRiunione superspecialistica sigascot in collaborazione con Sia, 26 Ottobre 2013, Genova

All’interno:SIGASCOT avanti tutta di Pietro RandelliA Catania si discute di gonartrosiIn memoria del Prof. Paolo Aglietti

Report:Corso riabilitazione anca 2013, Milano1° Corso base sul trattamento dellelesioni meniscali 2013, Bologna

Articoli:Comitato Artroscopia: A. FerrettiComitato Ricerca: A. GiganteComitato Arto Superiore: E. CauteroComitato Cartilagine: F. VanniniComitato Sport: P. SpennacchioComitato Tecnologie: G. Solarino

artroscopiabase ed avanzata

EDITORSPietro Randelli , Claudio MazzolaPaolo Adravanti, Claudio Zorzi, Matteo Denti

Volume di 944 pagineF.to 21x29€ 150,00

Società Italiana di Chirurgia del Ginocchio Artroscopia • Sport • Cartilagine e Tecnologie Ortopediche

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

PROGRAMMA SCIENTIFICO PRElIMINARE

Venerdì 6 Dicembre 20138.45 Presentazione del CorsoL . Pederzini (Sassuolo), P. Adravanti (Parma)SESSIONE I - CONTROVERSIE IN LESIONI DI LCA8.50 La storia della ricostruzione di LCAA . Branca (Sondalo)9.05 TAVOLA ROTONDAAREE DI INSERZIONE E FISSAZIONE NELLA RICOSTRUZIONEDI LCA. QUALI E PERCHÉModeratori: G. Cerulli (Perugia), V. Madonna (Negrar)P. Volpi (Rozzano)G . Zanon (Pavia)P. Antinolfi (Perugia)G .M. Marcheggiani Muccioli (Bologna)F. Giron (Firenze)G.C. Coari (Forte dei Marmi)10.05 Discussione10.20 Break

Venerdì 6 Dicembre 201310.40 SESSIONE II - TAVOLA ROTONDALA SCELTA DELL’INNESTO: QUALE E PERCHÉModeratori: A. Branca (Sondalo), M. Ronga (Varese)E. Adriani (Roma)M. Salvi (Cagliari)G. Milano (Roma)G. L. Canata (Torino)A. Ferretti (Roma)M. Denti, C. Bait (Rozzano)11.40 Discussione12.00 La mia filosofia nella ricostruzione di LCA: cosa ho cambiatonegli anniP.P. Mariani (Roma)12.30 Intervento di ricostruzione anatomica di LCA re-surgeryL. Pederzini, M. Tosi (Sassuolo)13.30 LunchSESSIONE III - LCA E GONARTROSIModeratori: R. Rossi (Torino), M. Tosi (Sassuolo)14.15 La ricostruzione di LCA può prevenire l’artrosi?M . Ronga (Varese)14.25 Influenza della meniscectomia o sutura sui risultati dellaricostruzione di LCAR . Rossi (Torino)

Venerdì 6 Dicembre 201314.35 SESSIONE IV - TAVOLA ROTONDAPLASTICHE EXTRARTICOLARI IN ASSOCIAZIONE A RICOSTRUZIONE DI LCAModeratori: M. Denti (Rozzano), M. Prandini (Sassuolo)P. Banchini (Parma)V. Madonna (Negrar)

14.55 DiscussioneSESSIONE VOSTEOTOMIA DI GINOCCHIOModeratori: E. Adriani (Roma), M. Salvi (Cagliari)15.10 Le osteotomie di ginocchioG .C. Puddu (Roma)15.25 Osteotomia e ricostruzione di LCAM . Berruto (Milano)15.35 Discussione15.45 La ricostruzione nell’instabilità cronica postero laterale diginocchioP. Adravanti (Parma)16.00 Discussione16.10 Break

Venerdì 6 Dicembre 2013

SESSIONE VI - TAVOLA ROTONDALE REVISIONI DI LCAModeratori: L. Pederzini (Sassuolo), A. Tripodo (Forte dei Marmi)16.30 ClassificazioneM . Prandini (Sassuolo)16.35 Soluzioni chirurgicheP.P. Mariani (Roma)D. Bruni (Bologna)C. Zorzi (Negrar)G. Zanon (Pavia)16.55 Discussione guidata da L. Pederzini (Sassuolo)17.15 Chiusura

COMITATO DEL CONGRESSOPresidentiPaolo AdravantiLuigi Pederzini

Comitato ScientificoFabio NicolettaMauro PrandiniMassimo Tosi

Segreteria OrganizzativaOIC srlViale Giacomo Matteotti, 7 - 50121 FirenzeTel. +39 055 50351 - Fax +39 055 5001912Informazioni generali: [email protected] e prenotazioni alberghiere: [email protected] e sponsorizzazioni: [email protected]

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SIGASCOT

Cari Amici e Soci SigASCot,è con orgoglio che presento questo secon-do numero di SigASCot News. I motividi questo orgoglio sono legati all’intensa eproficua attività della nostra Società.Sono tante le news contenute in questonumero; con difficoltà siamo riusciti ainserire tutto il materiale, purtroppo conqualche sacrificio ed un po’ di sofferenza,poiché la qualità di tutti i contributi e glieventi da segnalare e ricordare sono statinotevoli.La newsletter vede tra i principali contributiquello di Francesco Giron e MatteoDenti, in memoria del Prof. PaoloAglietti. Il Prof. Aglietti è stato di fonda-mentale importanza non solo per la crea-zione di SIGASCOT ma per lo sviluppodi tutta la moderna chirurgia di ginocchio.È stato un grande onore averlo potutoconoscere e vi lascio alle parole di Fran -cesco e Matteo che descrivono non solo lacarriera ma anche l’Uomo che ha datotanto a tanti di noi. Vorrei porre poi l’accento su alcune newsche meritano di essere “esaltate”.in primis la grande considerazione riserva-ta a SIGASCOT ed i suoi rappresentantida parte delle principali Società Scien tifi -

che internazionali,ISAKOS ed ESSKA.A Toronto, al con-gresso biannualeISAKOS, a maggio2013, Sigascot è stata più volte annovera-ta tra le società affiliate più prestigiose,quali la AGA (Soc. Tedesca Artroscopia),la SFA (Soc. Francese Ar tro scopia), laAANA (Art hro scopy Assoc. North America),la AOSSM (American ortho paedic Soc. SportsMedicine). Non vi nascondo l’emozione el’orgoglio che ho provato nel vedereStefano Zaffagnini nostro primo VicePre sidente, ricevere gli onori sul palco daparte del Prof. Moises Cohen, PresidenteISAKOS 2011-2013, insieme agli altripresidenti internazionali. Con ESSKA invece la nostra società èstata confermata come partner princi-pale nel panorama italiano e validissimaalleata nella rivista KSSTA, che harecentemente raggiunto un impact Factordi 2.67! Il programma di fellowship conESSKA prosegue ed il nostro socioMario Ronga sarà il rappresentanteSIGASCOT nella prestigiosa EuropeanArthroscopy Fellowship.Nel panorama nazionale è motivo di sod-

disfazione segnalare la grande affluenzaed il successo degli eventi di Rozzano(Presidente Dr. Piero Volpi) e di Bologna(Presidente Prof. Maurilio Marcacci). Ilprimo sulla cartilagine ed il secondo sullapatologia meniscale, sono stati sicuramen-te pietre miliari dell’attività scientifica ditutto il 2013.Anche i corsi sulla riabilitazione dell’anca(Rozzano, Dr. Respizzi) ed il cadaver labsulla femoro-rotulea di Arezzo (Dr.Berruto e Dr. Mazzola) hanno attrattonumerosi dei nostri soci che ne hannoapprezzato l’elevata qualità scientifica.L’attività futura di Sigascot è alle porte, ametà settembre a Catania, vedremo imigliori esperti del panorama nazionalediscutere la loro esperienza nel trattamen-to conservativo e chirurgico, protesico enon, della gonartrosi. Presidenti dell’even-to saranno il Dr. Claudio Zorzi ed i Prof.Giuseppe Sessa e Fabio Ca tani.Per i cultori dell’artroscopia l’appunta-mento must del 2013 è fissato ai primi didicembre a Sassuolo, ospite il Dr. Pe -derzini. Si discuterà di Legamento Cro -ciato Anteriore.La newsletter contiene poi numerosi artico-li scientifici in veste divulgativa oltre adulteriori descrizioni dei numerosi eventiche ci aspettano nel 2014.Ultima segnalazione per il lancio delnuovo sito www.sigascot.com a cui viprego di accedere per aggiornare i vostridati e che sarà un utile strumento pervivere la nostra fantastica società.

Un caro saluto Pietro Randelli

SIGASCOT avanti tuttaPietro Randelli

Vice Presidente SigascotResponsabile Editoriale Sigascot News

Congresso ISAKOS Toronto, 13 maggio 2013, Il Prof. Stefano Zaffagnini riceve l’onore della menzione Presidenziale per SIGASCOT comesocietà affiliata. Il Prof. Zaffagnini è in piedi, al centro, quarto alla sinistra del Presidente Isakos Moises Cohen.

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newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

Il 19 e 20 settembre 2013, si terrà a Catania, presso loSheraton Catania Hotel & Conference Center, il 3° CurrentConcepts SIGASCOT dal titolo “Le Gonartrosi”.L’argomento del Congresso saranno le gonartrosi diginocchio ed il loro trattamento medico e chirurgico.L’evento scientifico risponde alle esigenze della formulacongressuale Current Concepts in base alla quale si tratta inmaniera esaustiva un argomento monotematico sulla basedell’Evidence-Based Medicine (EBM). Come accade già diconsueto negli Stati Uniti, ci si riunirà per valutare l’anda-mento dello status protesico delle protesi a nostra dispo-sizione. Sarà quindi un’importante occasione per ribadirei concetti già in uso e per definire i limiti e valutare l’in-troduzione di nuove tecnologie ed affrontare i problemiin cui si può incorrere (infezioni e complicanze) in mododa porre in evidenza una valutazione e una strada da per-correre con l’attività protesica. Strada che sia in linea conl’orientamento delle aziende e con lo sforzo prodotto perottenere strumenti e materiali sempre più efficienti.Parlando solo di evidenza scientifica e ponendo ai margi-ni le opinioni personali, la Faculty sarà composta solo daipiù accreditati esperti della materia a livello nazionale.Sarà un’occasione unica per disquisire sul tema dellagonartrosi e del trattamento conservativo e chirurgicosulla base dell’evidenza medica più attuale.Si affronterà la tematica delle allergie e delle infezionicausate dai materiali in uso. Si analizzeranno i risultati delle tecniche chirurgiche per iltrattamento delle gonartrosi e i risultati a distanza degliinterventi più consolidati. Si valuterà l’introduzione delle nuove tecnologie e siaffronteranno nei particolari i processi tecnici anche conl’ausilio di documenti filmati.Infine si affronterà il problema delle sostituzioni protesi-che del ginocchio, con tutte le problematiche legate ai nuovi materiali atti ad una maggior longevità dell’impianto e che, oltre a rap-presentare un elevatissimo costo sociale, sono influenzate da una tecnica chirurgica difficile che non ammette errori di pianifica-zione e di tecnica di impianto.

A Catania si discute di gonartrosi

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“Le Gonartrosi”Current Concepts SIGA°3

“Le Gonartrosi”Current Concepts SIGA

SCOTCurrent Concepts SIGA

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ecnologie OrtopedicheTTecnologie OrtopedicheSport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

reliminarerogramma PP

ecnologie OrtopedicheSport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

ecnologie Ortopediche

del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

ecnologie OrtopedicheSport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

ecnologie OrtopedicheSport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

Giuseppe Sessaresidente del CongressoP

reliminarerogramma PP

residente del CongressoClaudio Zorabio Cataniabio CataniFF

Claudio Zorresidenti del PPP

reliminare

rogramma Scientificozi

abio Cataniabio CataniClaudio ZorziClaudio ZorClaudio Zorresidenti del Presidenti del Programma Scientificoresidenti del Presidenti del P

rogramma Scientificorogramma Scientifico

Claudio Zorzi Giuseppe Sessa Fabio CataniPresidente Programma Scientifico Presidente Congresso Presidente Programma Scientifico

Programma Scientificoinformazioni: [email protected]

Iscrizioneonline: https://meeting.oic.it/EventWeb/EventWebNavigationController_105.html?ln=IT

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SIGASCOTSIGASCOT: ci si incontra

PRElIMINARy SCIENTIFICPROGRAM/PROGRAMMASCIENTIFICO PRElIMINARE

Giovedì 19 Settembre 201314.00 Registrazione14.30 Apertura del Congresso

AllERGIE ED INFEZIONIModeratori: P. Antinolfi (Perugia), U. Corapi(Milazzo)15.00 Linee guida nel trattamento delleinfezioni protesiche acute e cronicheP. Viale (Bologna)15.10 Accuratezza diagnostica delle infezioni,quali soluzioni?S. Stefani, L. Sessa (Catania)15.20 Trattamento delle reinfezioni protesicheG. Burastero (Albenga)15.30 TKR revision for infection: single vs tostage proceduresA. Zahar (Hamburg - D) vs M. Marcacci(Bologna)15.50 Allergie (metalli, cemento polietilene)M. Innocenti (Firenze)16.00 Protesi anallergiche: offerta del mercatoed ipotesi di utilizzo di routineR. Zini (Cotignola)16.10 Il cemento antibiotato: quando, come eperchéM. Berruto (Milano)16.20 Discussione16.35 Take home messageP. Antinolfi (Perugia), C. Fabbriciani (Roma)

Giovedì 19 Settembre 2013lA CHIRURGIA NEllA GONARTROSIPARTE IModeratori: V. Condello (Negrar), B. Violante(Pompei)16.50 Lower limb alignment in the normal andarthritic kneeH. Vandenneuker (Pellenberg - B)17.00 L’osteotomia valgizzante nel ginocchiovaro, quando e comeA. Momoli (Vicenza)17.10 L’osteotomia varizzante nel ginocchiovalgo quando e comeP. Randelli (San Donato Milanese)17.20 Troppo tardi per la biologia, troppopresto per la protesiV. Madonna, D. Screpis, V. Iacono, V. Condello (Negrar)17.30 Disegno protesico, biomeccanica e risultato clinicoF. Benazzo, G. Zanon (Pavia)

17.40 Valutazione preoperatoria dello statomentale di salute nei pazienti con gonartrosiE. Caffo (Modena)17.50 Discussione18.05 Take home messageV. Salini (Chieti), B. Violante (Pompei)

Giovedì 19 Settembre 2013lA CHIRURGIA NEllA GONARTROSIPARTE IIModeratori: A. Niceforo (Catania), A. Russo(Enna)18.20 Protesi dolorose, il grande dilemmaF. Giron (Firenze)18.30 Prevenzione del dolore e delsanguinamento postoperatorioG. Sessa, S. Avondo (Catania)18.40 Esiste evidenza nell’utilizzo deibifosfonati nel pre e post-operatorio diprotesi totale di ginocchio?G. Saviola (Castel Goffredo)18.50 Risultati a lungo termine nelle protesinon cementateR. Viganò (Milano)19.00 Discussione19.15 Take home messageA. Niceforo (Catania), A. Russo (Enna)

Venerdì 20 Settembre 2013NUOVE TECNOlOGIEModeratori: F. Catani (Modena), A. Ensini(Bologna)8.30 CAS nella protesi totale, sì vs noC.C. Castelli (Bergamo) vs P. Canè (Rimini)8.40 CAS nella protesi mono, sì vs noN. Confalonieri (Milano) vs S. Romagnoli, A. Manzotti (Milano)8.50 RoboticaR. Nardacchione (Padova)9.00 PSI nella chirurgia protesica mono etricompartimentaleM. Denti (Rozzano)9.10 Discussion9.25 Take home messageF. Catani (Modena), A. Ensini (Bologna)NOTE DI TECNICA CHIRURGICA(VIDEOClIP)PARTE I: MONOCOMPARTIMENTAlIModeratori: G. Condorelli (Catania), G. Petrantoni (Caltanissetta)9.40 Allineamento corretto delle componentiA. Causero (Udine)9.50 Bilanciamento dello spazio in flessioneed estensioneA. Momoli (Vicenza)10.00 La protesi mono esterna: design erisultato clinico

P. Volpi, C. Bait (Rozzano)10.10 Discussione10.25 Take home messageG. Condorelli (Catania), G. Petrantoni (Caltanissetta)

Venerdì 20 Settembre 2013NOTE DI TECNICA CHIRURGICA(VIDEOClIP)PARTE II: PROTESI PRIMARIEModeratori: A. Delcogliano (Roma), V. Pavone(Catania)10.40 Rigidità pre-operatoriaM. Salvi (Cagliari)10.50 Bilanciamento dei tessuti molliM. Schiraldi (Alessandria)11.00 Lesione dei tessuti molli intraoperatoriaP. Adravanti (Parma)11.10 Protesizzazione di rotulaR. D’Anchise (Milano)11.20 Discussione11.35 Take home messageA. Delcogliano (Roma), V. Pavone (Catania)lE REVISIONI PROTESICHEPARTE IModeratori: M. Lisanti (Pisa), V. Madonna(Negrar)11.50 Meccanismi di fallimento delle protesimonocompartimentaliG. Cerulli, P. Antinolfi (Perugia)12.00 Meccanismi di fallimento delle protesitotaliS. Avondo (Catania)12.10 Piano pre-operatorio nelle revisioniR. Rossi (Torino)

Venerdì 20 Settembre 2013lE REVISIONI PROTESICHEPARTE I (cont.)Moderatori: M. Lisanti (Pisa), V. Madonna(Negrar)12.20 Lesioni dell’apparato estensore(prossimali e distali)A. Schiavone Panni, M. Vasso (Campobasso)12.30 La gestione del ginocchio protesizzatorigidoA. Baldini (Firenze)12.40 Discussione12.55 Take home messageG. Calafiore (Novara), M. Lisanti (Pisa)13.15 LunchlE REVISIONI PROTESICHEPARTE IIModeratori: L. Camarda (Palermo), D. Rosa(Napoli)15.00 Bilanciamento dello spazio in flessioneed estensioneS. Zaffagnini, G.M. Marcheggiani Muccioli(Bologna)15.10 Strategie chirurgiche nellemobilizzazioni settiche ed asetticheM. Lisanti (Pisa)15.20 CCK vs Rotating HingeV. Salini (Chieti) vs C. Zorzi, G. Piovan (Negrar)15.30 Utilizzo di protesi da revisione nelpaziente con gravi alterazioni ossee(tumori e post traumatici)P. Caldora, R. Guarracino, D. Lup (Arezzo)15.40 Discussione15.55 Take home messageL. Camarda (Palermo), D. Rosa (Napoli)

COMITATO DEL CONGRESSOPresidenteGiuseppe Sessa

Presidenti del Programma ScientificoClaudio ZorziFabio Catani

Segreteria OrganizzativaOIC srlViale Giacomo Matteotti, 7 - 50121 FirenzeTel. +39 055 50351 - Fax +39 055 [email protected]

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Paolo Aglietti, considerato da molticome uno degli esponenti più rappre-sentativi della chirurgia del ginocchio nelmondo, ci ha lasciato serenamente il 17aprile 2013.Era nato il 26 Settembre 1942 aFucecchio, paese immerso nelle collinedella valle dell’Arno, non lontano dallacosta toscana. Aveva completato i suoistudi medici in Ortopedia e Trauma -tologia presso l’Università degli Studi diFirenze nel 1970.Nel 1971 aveva vinto la Fellowship inChirurgia dell’Anca presso l’Hospital forSpecial Surgery (New York, U.S.A.) e nel1973 presso lo stesso istituto per laChirurgia del Ginocchio. In quel perio-do nacque la sua grande amicizia ed ilsuo forte legame con il Dr. EdoardoSalvati e il Prof. John N. Insall, pionieridella moderna chirurgia protesica del-l’anca e del ginocchio.Di ritorno in Italia, nel 1975 diventaAssistente Universitario in Ortopedia eTraumatologia presso l’Università degliStudi di Perugia e nel 1979 ProfessoreAssociato in Ortopedia e Traumatologiapresso l’Università degli Studi di Firenze.Nel 1990 viene nominato ProfessoreOrdinario in Ortopedia e Traumatologiapresso l’Università degli Studi di Firenzee dal 1996 Direttore della Prima ClinicaOrtopedica e Direttore della Scuola diSpecializzazione in Ortopedia e Trauma -tologia presso l’Università degli Studi diFirenze fino al 2009 anno del suo ritiro.Il Professor Paolo Aglietti è stato mem-bro fondatore della Società Italiana diArtroscopia (SIA), di cui è stato Pre si -dente dal 1982 al 1989, della Società Ita -liana di Chirurgia del Ginocchio (SICG)e il 15 maggio 2004 riunendo quest’ulti-ma alla Società Italiana Trauma tologiadello Sport (SITraS) e al Gruppo Italianodi studio dei processi Riparativi delTessuto Osteo-Cartilagineo (GIRC) hafondato la Società Italiana Ginocchio

Artroscopia Sport Cartilagine e Tecno -logie Ortopediche (SIGASCOT).Paolo Aglietti è stato membro Onorariodella Società Internazionale del Gi -nocchio e membro delle maggioriSocietà Scientifiche Italiane ed Interna -zionali in Ortopedia e Traumatologia.Nel 2007 è stato eletto Presidente dellainternational Society of Arthroscopy, KneeSurgery & orthopaedic Sports traumatology(ISAKOS) e nel 2008 è stato incluso nellaHall of Fame dell’American orthopaedicSociety for Sports Medicine.I meriti scientifici e il contributo fonda-mentale dato alla ricerca nell’ambitodella chirurgia ortopedica e della trau-matologia del Prof. Paolo Aglietti sonoinnumerevoli.Egli ha pubblicato nei maggiori giornaliortopedici, iniziando dalle ricerche effet-tuate durante il periodo trascorsoall’Hospital for Special Surgery, sulla rico-struzione totale dell’anca insieme adEdoardo Salvati e sulla protesi totale diginocchio insieme a John Insall. Il suolavoro del 1975, A new patella prosthesis.Design and application, rimane una pietramiliare nella letteratura scientifica sullaprotesica di ginocchio. Seguono altriarticoli che descrivono le tecniche chi-rurgiche per il trattamento della condro-malacia di rotula, del ginocchio varoartrosico e dell’osteonecrosi.Il Professor Aglietti è stato anche unodei padri dell’artroscopia di ginocchio inItalia e ha pubblicato molti articoli sullameniscectomia e sulla sinoviectomia ar -troscopiche. Sarà per sempre ricordato per il suogrande apporto scientifico alla chirurgiaprotesica e alla ricostruzione del lega-mento crociato anteriore del ginocchio.Egli ha cooperato con il Prof. Insall dap-prima allo sviluppo e alla valutazione deirisultati della protesi di ginocchio Insall-Burstein ed in secondo luogo all’evolu-zione della protesi MBK. Saranno ricor-

dati analogamente i suoi studi di con-fronto sulla ricostruzione del LCA contendine rotuleo e tendini dei flessori esulla nuova tecnica di ricostruzione delLCA con il doppio fascio.Paolo Aglietti era riconosciuto come uninsigne chirurgo e un rigoroso ricercato-re. Una delle sue abilità principali eraquella di saper scegliere sempre l’indica-zione e la terapia più adeguate per ognipaziente. Le sue ricerche e studi sono stati sempremolto acuti e brillanti. Le sue presenta-zioni a Congressi e Meeting chiare e sem-plici, dimostrando la sua grande cono-scenza e preparazione nella materia sullaquale era invitato a disquisire.Sia nel privato che in pubblico Paolo erariservato e timido ed era molto difficilefar parte della sua cerchia di amicizie.Comunque è sempre stato schietto edonesto nelle sue opinioni e nei suoi sug-gerimenti, anche a discapito di appariretalvolta rude. Ciò non gli ha impedito di essere porta-to a modello dai suoi colleghi e collabo-ratori.Nei pochi momenti liberi dai suoi impe-gni professionali ed accademici, durantel’estate, amava navigare nel Mediterraneoa bordo della sua barca con la moglieChiara e riposarsi durante l’autunno el’inverno nella loro casa di campagna o inmontagna.La SIGASCOT lo ricorderà per semprecon immenso affetto e riconoscenza.

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

In memoria del Prof. Paolo Aglietti1942-2013

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Il Comitato Riabilitazione di SIGASCOTha previsto, per il prossimo biennio, l’or-ganizzazione di alcuni corsi teorico praticiindirizzati a medici e fisioterapisti.In data 11 maggio 2013, presso l’IstitutoClinico Humanitas di Rozzano, si è svoltoil primo di questi corsi incentrato sul la“Riabilitazione dopo artroscopia d’anca”.L’evento scientifico, patrocinato daSIGASCOT e Fondazione G. Mercu riale,ha risposto alle esigenze dei professionistidel settore, ortopedici, fisiatri e fisioterapi-sti, che si trovano ogni anno ad affrontareun crescente numero di pazienti sottopo-sti alla tecnica artroscopica.I relatori sono stati scelti tra gli espertidella tecnica mini invasiva provenientidai maggiori centri lombardi per l’artro-scopia d’anca, con esperienza plurienna-le e afferenti a unità operative con ampiacasistica sia protesica sia artroscopica. Ilcongresso è stato strutturato con unaparte teorica mattutina, ricca di interes-santi filmati di re-live surgery, e una partepratica pomeridiana per illustrare i pro-tocolli riabilitativi direttamente su pa -zienti e tra i partecipanti. È stata un’occasione unica per disquisiresul tema dell’artroscopia d’anca e del trat-tamento riabilitativo, sulla base delle evi-denze scientifiche e alla luce delle conti-nue evoluzioni tecniche e diagnostiche inquesto ambito. Infatti come ha ben illu-strato il Dr. Filippo Randelli “le indicazio-ni per l’artroscopia di anca sono in conti-nuo ampliamento”; ha quindi delineato ilpercorso clinico di fronte alla sintomato-logia del dolore all’anca fino alle indicazio-ni per il trattamento artroscopico. Il Dr. Federico Della Rocca ha poi prose-guito illustrando le tecniche di interventoartroscopico e il tema del conflitto femo-ro-acetabolare, dalla patogenesi al tratta-mento. Nelle parole del Dr. Della Rocca sipuò sintetizzare uno dei concetti fonda-mentali che il congresso ha voluto lascia-re, chiarendo quando la tecnica deve esse-re proposta e attuata in caso di conflittofemoro-acetabolare, che rappresenta

l’85% dei casi sottoposti ad artroscopia:“per il successo dell’intervento e la pienasoddisfazione del paziente è importantel’indicazione e quindi la selezione delpaziente, oltre al fatto di rivolgersi a centriiper specialistici. Il paziente ideale è il gio-vane, prevalentemente sportivo, condanno cartilagineo agli stadi iniziali”. Per chiudere la sessione clinica è interve-nuto il Dr. Luca Balzarini, il quale haspiegato il ruolo dell’esame strumentaleper la diagnosi precoce e per la collabo-razione con lo specialista ortopedico, inparticolar modo l’importanza dell’artroRMN ad alto campo con sezioni radiali. La seconda sessione mattutina ha vistoimpegnati i relatori dell’area riabilitativa.Si sono susseguite le relazioni del Dr.Stefano Respizzi con la collaborazionedei fisioterapisti Damiana Cifoletti eRamon Cavallin, del fisioterapista MilcoZanazzo e dei fisioterapisti del centroriabilitativo San Marco di Vicenza. Sonostate spiegate le fasi del recupero dalpost-operatorio alla ripresa del gestosportivo specifico, illustrando i principa-li muscoli da riabilitare nelle varie fasi,l’importanza del recupero propriocetti-vo e dell’idroterapia. I relatori hanno esposto il ruolo della ria-bilitazione non solo nel post-operatorioma anche in quelle situazioni di “conflittofunzionale” per disequilibrio della musco-latura lombo pelvica in cui il trattamentoconservativo risulta di prima scelta.Le relazioni sono state apprezzate perl’esaustività dei contenuti e la pragmatici-tà dell’approccio. I momenti di discussio-ne e confronto uditori-relatori sono statiriempiti da curiosità sui casi clinici reali eapprofondimenti di interesse pratico.Tutti gli argomenti riabilitativi sono statiripresi nelle attività pomeridiane in pale-stra. Divisi in gruppi i partecipanti han -no potuto seguire l’applicazione praticadel protocollo riabilitativo nelle variegiornate e fasi post-intervento. Piena soddisfazione da parte sia degliorganizzatori sia degli uditori. La giorna-

ta ha saputo chiarire il ruolo di una tecni-ca relativamente recente ma di sempremaggior diffusione, e dare indicazioni peril medico o il fisioterapista che si trovanoad affrontare una tipologia di pazientecon esigenze specifiche e non semprenote all’interno dei centri riabilitativi ter-ritoriali. Per chi fosse interessato, le rela-zioni sono state pubblicate sul sito dellaFondazione Mercuriale: www.fondazio-negmercuriale.org. Come già detto, ilcorso fa parte delle attività didattiche delComitato riabilitazione di SIGASCOT. Il prossimo evento è stato programmatoa Bologna per il 23 di novembre 2013presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli.Tema: “Riabilitazione dopo riparazione dellelesioni cartilaginee del ginocchio”. Il direttoredel corso è la Prof.ssa Maria Gra ziaBenedetti. Entrambi i corsi verranno re -plicati, rispettivamente nel febbraio 2014a Salerno, sotto la direzione scientificadel Dr. Alfonso Forte e nel giugno 2014a Roma sotto la direzione della Prof.ssaMaria Chiara Vulpiani.

Bibliografia essenziale • Byrd JWT, Jones KS. Arthroscopic femo-

roplasty in the management of cam-typefemoroacetabular impingement. ClinOrthop Rel Res 2009;467: 739-746.

• Klingestein GG, RobRoy M, Kivlan B,Kelly BT. Hip Injuries in the overheadathlete Clin Orthop Relat Res march 2012.

• Larson CM, Stone RM. Current con-cepts and trends for operative treatmentof FAI: hip arthroscopy. Curr RevMusculoskelet Med 2013 Jun 2.

• Malviya A, Stafford GH, Villar RN. Im -pact of arthroscopy of the hip for femo-roacetabular impingement on quality of li -fe at a mean follow-up of 3.2 years. J BoneJoint Surg Br 2012 Apr;94(4):466-70.

• Rath E, Tsvieli O, Levy O. Hip arthro-scopy: an emerging technique and indi-cations. Isr Med Assoc J 2012 Mar;14(3):170-4.

• Wahoff M, Ryan M. Rehabilitation AfterHip Femoroacetabular Impingement Ar -throscopy Clin Sports Med 30 (2011)463-482.

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SIGASCOT

Il corso SIGASCOT sulla riabilitazionedopo artroscopia d’ancaStefano Respizzi, Elena Todeschini

Reparto di Riabilitazione Istituto Clinico Humanitas, Rozzano

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Niente di nuovo sotto il sole. Con que-sta frase, che non intendo, come si leg-gerà più avanti, assolutamente dispregia-tiva, mi sento di cominciare il comment adun interessante Scientific Exhibit presen-tato all’ultimo Congresso dell’AAOS aChicago da Steven Claes, un ricercatoredel prestigioso gruppo di “ginocchiolo-gi” facente capo ai più noti Verdonk eBellemans ed intitolato “Il legamentoantero-laterale del ginocchio umano”.Nell’insieme di poster che costituivanola loro brillante presentazione, gli Autorihanno illustrato graficamente una sintesidei loro lavori su una struttura da lorodefinita legamento antero-laterale e cheavrebbe un ruolo fondamentale nellagenesi della lassità rotatoria conseguentealla rottura del LCA e clinicamente iden-tificabile con il Pivot Shift test.I punti fondamentali del loro studioerano i seguenti:• Il legamento antero-laterale è una

spessa banda fibrosa costante (iden-tificata in 40 delle 41 ginocchiaoggetto di minuziosa dissezione ana-tomica) che si estende dall’epicondi-lo laterale alla tibia, subito posterior-mente al tubercolo di Gerdy.

• La sua rottura associata a quella delLCA determina un incremento mar-cato del Pivot Shift, che talora risultaaddirittura negativo dopo rotturaisolata del LCA.

• La frattura di Segond, descritta nel1879 dallo stesso Paul Segond, e datutti ancora oggi riconosciuta comesegno radiologico indiretto di lesionedel LCA, rappresenta un’avulsionetibiale del legamento e non è che lapunta di un iceberg di un insieme dilesioni intralegamentose che adun’attenta valutazione possono esse-re individuate nei casi acuti anchealla Risonanza Magnetica.

• In futuro la chirurgia ricostruttivadel LCA dovrà indirizzarsi anche allariparazione di queste lesioni, alloscopo di ottenere un maggiore con-

trollo della lassità rotatoria conmigliori risultati a distanza in terminidi negativizzazione del Pivot Shift.

Il merito principale dello studio è certa-mente quello di aver riportato all’attenzio-ne degli specialisti dei concetti noti datempo (addirittura dagli anni Settanta),frutto di studi e ricerche anatomiche ebiomeccaniche dei maestri della chirurgiadel ginocchio di allora e per troppo tempodimenticati dagli artroscopisti moderni,sempre disposti a sacrificare principi econcetti fondamentali dell’anatomia edella fisiopatologia del ginocchio sull’alta-re della ricerca della mini-invasività adogni costo e del principio che “quel chenon si vede con l’artroscopio non esiste”.Infatti, come riconosciuto dallo stessoClaes:• Il legamento antero-laterale non è

forse lo stesso che Hughston chia-mava middle third of antero lateral capsu-lar ligament e Werner Mueller lega-mento antero-laterale femoro-tibiale(ALFTL)?

• La lassità rotatoria antero-lateraleevidenziabile dal Jerk test, così comedescritto da Hughston e del tuttoanalogo per significato al Pivot Shift,non era la conseguenza di una lesio-ne combinata del LCA e di quellastessa struttura?

• A parte la frattura di Segond, lelesioni legamentose del comparti-mento antero-esterno non eranonote ai primi chirurghi del ginocchioche, prima dell’avvento dell’artrosco-pia, quando si cimentavano nellericostruzioni del LCA aperte condoppia incisione, le identificavanoquasi sistematicamente?

• Le plastiche periferiche, così diffusenegli anni ’80, isolate o in associazio-ne alla ricostruzione del LCA, edabbandonate dagli americani forsecon eccessiva fretta negli anni ’90,non erano state ideate proprio alloscopo di rinforzare il comparto ester-no e di offrire maggiori possibilità di

controllo della rotazione del ginoc-chio, elemento decisivo del Pivot Shift?

Come si vede, quindi, nulla di nuovosotto il sole.Ma a parte la precisione e l’accuratezzadei preparati anatomici che da soli meri-tavano la visita allo stand, un altro grandemerito che mi sento di accreditare agliamici belgi è il coraggio che hanno avutonell’iniziare il video che corredava i testie l’iconografia con la frase Why we disagreewith Freddie Fu, perché non siamo d’ac-cordo con Freddie Fu. Mettere oggi indiscussione in casa sua, negli USA, coluiche per anni ha rappresentato un’iconadella chirurgia del ginocchio, che ha affa-scinato esperti di tutto il mondo con lasua filosofia del doppio e triplo fascio,l’anatomia comparata col ginocchio delgorilla, la sua ricostruzione robotica delletorsioni del ginocchio, è già una prova digrande coraggio e convinzione delle pro-prie tesi che merita tutto il nostro rispet-to ed ammirazione. Non è difficile immaginare i temi futuridi discussione dei prossimi convegni sulLCA: la lassità rotatoria è tutta figlia delLCA (lesioni parziali, totali, fascio singo-lo, doppio, ricostruzione anatomica, nonanatomica, ecc.) o c’è dell’altro, soprat-tutto sul compartimento esterno, che ichirurghi, con buona pace dei puristi del-l’artroscopia, dovranno (ri)considerare?Per chi conosce la mia storia scientificaed i contenuti dei miei lavori e delle miepubblicazioni, i dettami della scuola chemi ha formato e che cerco di tramanda-re ai miei allievi, non è difficile capire dache parte sto.

Bibliografia essenziale• Claes S, Bartholomeeussen S, Vereecke

E, Victor J, Verdonk P, Bellemans J. Theantero lateral ligament of human knee,Scientific Exhibit, AAOS Meeting,Chicago, 2013.

• Hughston J, Andrews J, Cross M, MoschiA. Classification of Knee LigamentInstabilities Part I and II. JBJS A 159-179, 1976.

• Mueller W. The Knee. Springer Verlaged. Berlin, 1983.

• Pearl A, Bergfeld J. Extraarticular Re -construction in the Anterior CruciateDeficient Knee. Human Kinetcs Pu -blishers, Champaign, Il, 1992.

• Puddu G, Ferretti A, Mariani P, Conte -duca F. Le lesioni combinate anterioriacute. Il Ginocchio, VI, 303-306, 1987.

newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

Nihil sub sole noviAndrea Ferretti

Presidente Comitato Artroscopia SIGASCOT

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Le lesioni muscolari sono molto fre-quenti nello sport e la loro incidenzavaria fra il 10 ed il 55% di tutti i traumida sport (1). Sulla base del meccanismo d’azione, lelesioni muscolari possono essere classifi-cate in lesioni da trauma diretto o indi-retto. Le lesioni muscolari da trauma diret-to implicano l’esistenza di una forzaagente direttamente dall’esterno e sonodefinite pertanto di natura contusiva.Nel trauma indiretto, in cui manca il con-tatto diretto contro una forza traumati-ca, si può ipotizzare una disfunzioneneuro-muscolare, quale un improvvisoallungamento passivo del muscolo pereffetto di una forza di trazione applicatadurante la fase di contrazione, oppureuna contrazione eccessivamente rapidadel ventre muscolare a partire da unostato di rilasciamento completo. La vialesiva si estrinseca più spesso in prossi-mità della giunzione muscolo-tendinea,pur essendo possibili anche localizzazio-ni a livello del ventre muscolare. Le lesioni muscolari da trauma indirettopossono essere distinte in distrazioni erotture. Le rotture muscolari sono lemeno frequenti, rappresentando menodel 10% di tutte queste lesioni. Le lesioni muscolari si possono classifica-re, inoltre, in base alla quantità di miofibrecoinvolte e all’entità del danno clinicoottenuto, in lesioni di i, ii e iii grado (2).Il trattamento odierno delle lesionimuscolari è basato su limitati dati speri-mentali, spesso testati solo empirica-mente (3). Nelle prime ore che seguonoil trauma, il trattamento indicato è quel-lo che viene contraddistinto dall’acroni-mo RICE (Rest, ice, Compression, Elevat -ion), FANS, precoce mobilizzazione eterapia fisica attiva e passiva.Per lesioni di basso grado, un approccioconservativo ha dato buoni risultati da

un punto di vista funzionale. Per lesionidi alto grado è, invece, solitamente indi-cato il trattamento chirurgico.Purtroppo gli esiti di una lesione musco-lare si traducono troppo spesso in unamancata restitutio ad integrum del tessutointeressato, proporzionale al grado dilesione.Ciò dipende dai processi fisiopatologiciche caratterizzano le ore successive lalesione: le fasi di necrosi/degenerazione,infiammazione/riparazione e rimodella-mento/formazione di tessuto cicatrizia-le fibroso sono intercorrelate e tempo-dipendenti (3).La degenerazione iniziale è caratterizza-ta principalmente dalla formazione di unematoma. A causa di un trauma mecca-nico le fibre muscolari vengono danneg-giate nell’integrità della membrana pla-smatica e della lamina basale, permetten-do l’ingresso del calcio extracellulareall’interno della cellula. Queste fibrevanno incontro a necrosi mediata daproteine intrinseche. La lesione è inseguito invasa da piccoli vasi sanguignineoformati, neutrofili, monociti, macro-fagi e linfociti T, i quali con il loro pote-re chemiotattico, attivano e richiamanofattori di crescita (GFs). Quindi la secre-zione di molecole di adesione (P-selecti-na, L-selectina ed E-selectina), di cito-chine (IL-8, IL-6 ed IL-1) e del TNF α eβ influenzano la vascolarizzazione loca-le e la permeabilità vasale, inducendoun’accelerazione alla risposta infiamma-toria. Tra i più importanti GFs ricordia-mo IGF, HGF, EGF, PDGF-AA ePDGF-BB, per la capacità di regolare laproliferazione e la differenziazione delmioblasto facilitando la rigenerazionedella fibra muscolare (1). La velocità diprogressione di queste fasi dipende dallaseverità del trauma, dallo stato metaboli-co e nutrizionale del paziente stesso, così

come dal protocollo terapeutico e riabi-litativo intrapreso (2).In lesioni muscolari estese, la prolifera-zione dei fibroblasti può portare, però,ad un’eccessiva formazione di tessutocicatriziale denso, che impedisce la rige-nerazione del muscolo e si traduce in unrecupero incompleto o limitato (4,5).Dal punto di vista terapeutico, i tratta-menti standard mirano semplicemente aridurre il sanguinamento e la tumefazio-ne associati al trauma, mentre il tratta-mento ideale dovrebbe puntare a miglio-rare la qualità del tessuto riparato, inter-venendo sulle tappe fondamentali delprocesso riparativo (2). È questo l’obiet-tivo della medicina rigenerativa e dell’in-gegneria tissutale mediante l’utilizzoterapeutico di fattori di crescita, inibitoridella fibrosi, cellule staminali e terapiagenica.Purtroppo allo stato attuale non ci sononé metanalisi, né trials clinici prospetticirandomizzati controllati che ci permet-tano di utilizzate terapie basate su provedi efficacia clinica (6).Alcuni studi in vivo hanno dimostratoche i fattori di crescita sono in grado dimigliorare la rigenerazione muscolare edaumentare la forza muscolare dopo untrauma. In studi su modelli murini èstato visto che l’IGF-1, il bFGF e ilNGF sono potenti stimolatori della pro-liferazione e della fusione dei mioblasti:sono necessarie, però, alte concentrazio-ni di GFs nei muscoli lesi, a causa dellarapida clearance nel sangue di tali moleco-le e della loro breve emivita.Nel 1986 Jodczyk et al. avevano studiatogli effetti del PRP nella rigenerazionemuscolare in un modello di pecora,riportando solo i risultati preliminari (7).Carda et al. hanno visto che in lesionimuscolari indotte chirurgicamente inpecore, il trattamento con PRP accelera-

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Lesioni muscolari traumatiche: stato dell’arteAntonio Gigante, Marco Cianforlini

Clinica Ortopedica, Università Politecnica delle Marche, Ancona

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

va il processo di guarigione (8). Nel2009, Hammond et al. (9) hanno presen-tato uno studio sperimentale biomecca-nico e biochimico sugli effetti del PRPnelle lesioni muscolari nei ratti, introdu-cendo in letteratura la possibilità che ifattori di crescita favoriscano e acceleri-no la miogenesi. Gigante et al., nel 2012, hanno effettuatouno studio sperimentale su lesionimuscolari in un modello animale nelratto, analizzando istologicamente eimmunoistochimicamente gli effetti di unPRP allo stato di gel (PRFM) nella rigene-razione del tessuto muscolare lesionato(10). Si è osservato che PRFM ha favori-to in modo significativo la miogenesiriparativa e la neovascolarizzazione. Inoltre non si è osservato né un incre-mento della formazione di tessuto fibro-so, né alcuna metaplasia cartilaginea-ossea o calcificazioni. Poiché la presenzadi TGF-β nel PRFM potrebbe causarefibrosi, si può ipotizzare che la quantità diTGF-β rilasciato dal PRFM non sia risul-tata sufficiente o che tale effetto sia statoinibito da altri fattori (11).Attualmente sono in corso ulteriori studisperimentali ex vivo, per la valutazionedell’efficacia di diverse concentrazioni diPRP, applicate mediante infiltrazioneintramuscolare in lesioni muscolari indifferenti modelli sperimentali nel ratto.Sono ancora scarse le evidenze clinichenell’uso di PRP nel trattamento di lesio-ni muscolari. Tuttavia, alcuni studi clini-ci pilota, nei quali è stato utilizzato PRPsotto guida ultrasonografica (Figg. 1-3)in seguito ad una lesione muscolare,hanno dimostrato l’efficacia di tale trat-tamento, alla luce del buon recuperofunzionale, dell’accorciato tempo direcupero e della limitata quantità difibrosi (12). L’esame elastosonograficointegra i dati dell’ecografia tradizionalein quanto consente di valutare la stiffness(durezza, rigidità, resistenza) in riferi-mento alle strutture muscolari. Essa puòessere definita come il rapporto tra levariazioni di tensione e le variazioni dilunghezza del tessuto, ed identifica lapossibilità di restituire sotto forma dilavoro meccanico l’energia elastica svi-luppata dal tessuto muscolare. L’elastosonografia è un esame moltosemplice da eseguire e prevede l’esecu-zione di una leggera pressione con la

Figura 1. Immagine ultrasonografica ed elastosonografica di una lesione muscolare di II gradoassociata a ematoma intrafasciale a livello del gastrocnemio mediale di un paziente di 41 anni.

Figura 2 a-b. Immagine ultrasonografica ed elastosonografica che documenta l’aspirazionedell’ematoma (a) e la successiva infiltrazione di PRP a livello del sito di lesione (b).

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sonda ecografica sulla struttura inesame, valutando poi la mappa colore diriferimento a video che identifica nel blul’estrema rigidità, mentre nel rosso ilmassimo dell’elasticità, caratteristica tipi-ca dei liquidi; i colori giallo, arancio everde sono attribuibili a gradi intermedidi elasticità/rigidità (Figg. 1, 2b). Di fatto la rappresentazione colorimetri-ca precisa meglio qualcosa che già è pre-sente negli esami tradizionali ma chenon è percepibile nella sua interezza dal-l’occhio umano: osservando un normaleesame ecografico in B-mode risulta evi-dente una diversa rappresentazione deivari toni di grigio, strettamente collegataal potere di rifrazione del fascio ultraso-noro da parte dei tessuti, ma che è pos-sibile discriminare solo parzialmente(Figg. 1, 2a e 3). Attualmente sono allo studio le risposteottenibili dalla valutazione dell’evoluzio-ne delle lesioni muscolari post-traumati-che, allo scopo di fornire migliori indica-zioni sul processo di guarigione e quindisul momento più opportuno per laripresa dell’attività.In conclusione possiamo affermare che,malgrado l’elevata frequenza e la vastaconoscenza della fisiopatologia dellelesioni muscolari, non vi sono ancoraevidenze scientifiche sufficienti ad indi-care il trattamento migliore delle lesionimuscolari.

L’impiego di PRP sembra essere promet-tente ma si rendono necessari studi clini-ci e sperimentali più accurati per deter-minarne la reale efficacia clinica nell’uo-mo e in particolare nell’atleta, il metododi preparazione e le composizioni mi -gliori, il timing dell’applicazionee la con-centrazione di PRP ottimale. Sarà inoltre importante migliorare l’accu-ratezza delle indagini strumentali, identi-ficare meglio il tipo e il grado di lesionida trattare e definire nuovi e specificiprotocolli riabilitativi (12).

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7. Jodczyk KJ, Bankowski E, Borys A.Stimulatory effect of platelet-break-down products on muscle regeneration.Zentralbl Allg Pathol 1986, 131(4):357-61. PMID: 3727829.

8. Carda C, Mayordomo E, Enciso M, etal. Structural effects of the applicationof a preparation rich in growth factorson muscle healing following acute surgi-cal lesion. Poster presentation at the 2ndInternational Conference on Regene ra -tive Medicine, 2005.

9. Hammond JW, Hinton RY, Curl LA,Muriel JM, Lovering RM. Use of auto-logous platelet-rich plasma to treatmuscle strain injuries. Am J Sports Med2009, 37(6):1135-42. PMID: 19282509.

10. Gigante A, et al. Platelet rich fibrin matrixeffects on skeletal muscle lesions: anexperimental study. J Biol Regul HomeostAgents 2012 Jul-Sep;26(3):475-84.

11. Velloso CP. Regulation of muscle massby growth hormone and IGF-1. Britishjournal of Pharmacology 2008, 154,557-568.

12. Benazzo F, Perticarini L. Use of “tissuebioengineering”: clinical applications onmuscles. G.I.O.T. 2010;36:206-210.

Figura 3. Immagine ultrasonografica ed elastosonografica del quantitativo di PRP iniettato alivello del sito di lesione.

test clinici per il sistema

muscolo-scheletricoK. Buckup

Volume di 352 pagineF.to 12x19 - € 60,00

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Page 12: artroscopia SIGASCOTsiagascot-orto.com/wp-content/uploads/2020/02/2013_02.pdf · lesioni meniscali 2013, Bologna Articoli: Comitato Artroscopia: A. Ferretti Comitato Ricerca: A. Gigante

Cari Amici, è con enorme piacere che, anome del Presidente e del ComitatoDirettivo, comunico il lancio di un nuovoservizio SIGASCOT per i suoi soci.

Si tratta di E-SIGASCOT.COMIl nuovo progetto tende a sottolineare lacomponente fortemente informatica edidattica (e-learning) della piattaforma vi deoche andremo a realizzare. Sarà un nuovo modo di divulgare tecnichechirurgiche, metodologia applicativa dellestesse, filosofie di gestione di problemati-che chirurgiche, protocolli pre- intra e postoperatori e relazioni su specifiche temati-che, come se si assistesse ad un congressocomodamente seduti da ca sa. Non sarà piùnecessario, infatti, spostarsi per seguirequesto o quel chirurgo, visitare Centri e/o

partecipare a riunioni per aggiornarsi sullenovità, con conseguenti vantaggi in terminieconomici e di risparmio di tempo.Naturalmente E-SIGASCOT.COM nonsostituirà gli avvenimenti scientifici ca -pofila, quali il nostro Con gresso Bien nale, inostri Master Class e Cadaverlab, incontriin cui è fondamentale il rapporto direttoper discutere e partecipare alle varie attivi-tà, ma implementerà fortemente quella cheè la Medical Education diventando partefondamentale di future FAD. I video di casichirurgici eseguiti nei vari Centri su specifi-che tecniche, seguiranno una specifica pro-cedura di registrazione fornita dalComitato Direttivo e prima di essere posta-ti, dovranno essere vagliati dal ComitatoDirettivo e dal Presidente del Co mitato diriferimento al fine di garantire la qualità

scientifica del materiale pubblicato. Tutti isoci, che usufruiranno gratuitamente diquesto servizio, potranno interagire con gliautori dei video, inviando loro, tramitemail, domande e commenti.Il nostro tempo, come Voi tutti sapete, èsempre più in rapida evoluzione e sappiamoquanto sia sempre più difficile reperire ifondi per sviluppare attività scientifiche alta-mente qualificate sia a livello regionale chenazionale, pertanto E-SIGASCOT.COMsarà la risposta ad un nuovo modo di miglio-rare la formazione e la discussione che sonoparti fondamentali della crescita della comu-nità scientifica.A presto

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

E-SIGASCOT.COMBruno Violante

Clinica Zucchi, Monza

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È stato richiesto il Patrocinio della SIOT

Società Italiana di Chirurgia del Ginocchio, Artroscopia, Sport, Cartilagine e Tecnologie Ortopediche

5° CONGRESSO NAZIONALEAuditorium Paganini - Parma, 24 - 26 settembre 2014

SIGASCOT 2014

PresidentePaolo Adravanti Andrea Baldini

Giuseppe Milano

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Il 9% dei traumi del cingolo scapolarecoinvolge l’articolazione acromioncla-veare (AC). Usualmente sono interessatii giovani soggetti di sesso maschile della2a - 4a decade di età (43.5% di tutti i trau-mi dell’AC).Il trauma che interessa tale articolazioneavviene generalmente per caduta direttasulla spalla con arto addotto.La complessità dell’articolazione, forseun tempo sottovalutata, è stata accurata-mente studiata con valutazioni biomec-caniche (1); i legamenti acromionclavea-ri si oppongono sostanzialmente alla tra-slazione antero-posteriore, mentre ilegamenti coraco-clavicolari a quellasuperiore e all’intrarotazione della sca-pola (Fig. 1). Un’adeguata scelta terapeutica non puòprescindere da una corretta classificazio-ne della lesione. La diagnosi è sostanzial-mente clinica e si basa su una valutazio-ne del paziente in posizione seduta oeretta, in modo che il peso del bracciorenda più evidente la tumefazione deri-vante dalla lussazione. Deve essere esclu-so un interessamento della sterno-clavea-re omolaterale (2); vanno escluse frattureassociate, dissociazioni scapolotoraciche,lesioni del plesso brachiale, osteolisi del-l’estremo laterale della clavicola, ecc.L’imaging necessario è costituito dalla

radiografia convenzionale con la proie-zione anteroposteriore di Zanca (Fig. 2)o con comparativa bilaterale. È impor-tante associare una proiezione ascellareo outlet (Fig. 3) per valutare lo sposta-mento antero-posteriore della clavicolarispetto all’acromion.La classificazione della lesione, fonda-mentale per intraprenderne il correttotrattamento, è stata descritta da Tossy (3)e rielaborata da Rockwood (4).Il 1° grado secondo Rockwood è carat-terizzato da uno stiramento dei lega-

menti acromionclaveari, che rimangonointatti, così come l’allineamento delledue strutture ossee nella valutazioneradiografica antero-posteriore.Nel 2° grado si verifica una lesione deilegamenti acromionclaveari ma non deicoraco-claveari, con un’instabilità solosul piano orizzontale, ma non su quelloverticale; radiograficamente si osservasolo un minimo slivellamento o amplia-mento dell’acromionclaveare.La lesione completa dei legamenti cora-co-claveari e acromionclaverari si ottiene

nel 3° grado, con instabilità suentrambi i piani e un amplia-mento del 25-100% dello spa-zio coraco-clavicolare ai radio-grammi.Esistono varianti del tipo 3°caratterizzate, negli adolescen-ti, da un distacco epifisariodella clavicola laterale di tipo 2sec. Salter-Harris (5) (Fig. 4) enegli adulti associate a fratturadella coracoide (6) (Fig. 5).Nel 4° grado la clavicola pene-tra posteriormente all’internodel trapezio, lesionandone lafascia: lo spostamento poste-riore della clavicola è radiogra-ficamente visibile alla proie-zione assiale.

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SIGASCOT

Il trattamento dei traumidell’articolazione acromionclaveareEnrico Cautero1, Giacomo delle Rose2

1U.O. Ortopedia e Traumatologia, Latisana, Udine2U.O. di Chirurgia della Spalla e del Gomito IRCCS Humanitas Rozzano, Milano

Comitato Arto Superiore

Figura 1. Spostamento della clavicola rispetto all’acro-mion in caso di sezione dei legamenti.

Figura 2. Radiografia antero-posteriore comparativa. A destra lussazione acromionclaveare.

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Il 5° grado consiste in un’evoluzione del3° grado, con ulteriore cranializzazionedell’estremo laterale della clavicolarispetto all’acromion associata ad undanno muscolare e dei tessuti molli taleda causare estremo dolore al paziente.Il 6° grado è caratterizzato da una lussa-zione inferiore della clavicola, sottoacro-miale o sottocoracoidea, quest’ultima soli-tamente associata a danno neurologicoalle radici superiori del plesso brachiale.I primi due stadi di lesione vengonogeneralmente trattati conservativamente,mentre gli stadi 4°, 5° e 6° sono di com-petenza chirurgica.Il trattamento conservativo consiste nelcontrastare il peso del braccio con tuto-re reggibraccio tipo Desault o specifici.Non esistono evidenze sulla miglioreefficacia di un dispositivo rispetto ad unaltro e deve essere assolutamente evitatal’eccessiva compressione della clavicolacon taping o tutori per evitare lesionicutanee da decubito.Il maggior dibattito sulla scelta terapeu-tica avviene intorno al 3° grado diRockwood (7).Se da un lato ci sono Autori che consi-gliano la scelta chirurgica immediataanche per il 3° grado per ottenere unariduzione anatomica ed evitare conse-guenti alterazioni funzionali alla spalla(8), dall’altro si collocano colleghi piùattendisti (9) che consigliano di trattare ilgrado 3° inizialmente conservativamen-te per ricorrere alla chirurgia in caso dirisultato non soddisfacente.In una meta-analisi eseguita nel 1998 su1.100 pazienti con lussazione acromion-

claveare di 3° grado di Rockwood (10) irisultati clinici nei pazienti trattati conser-vativamente erano sovrapponibili a quellidei pazienti operati. Ad oggi la letteraturanon consiglia il trattamento chirurgico. Il primo intervento di stabilizzazionedell’articolazione acromionclaveare de -scritto risale al 1861 (11); quando nel1959 veniva pubblicata una review sullatraumatologia dell’articolazione acro-mionclaveare (12) venivano decritti 30differenti metodi di stabilizzazione chi-rurgica.Possiamo dividere le diverse tecnichechirurgiche proposte ad oggi in lettera-tura come segue:• Fissazione diretta attraverso l’AC• transfer muscolare dinamico• Fissazione tra la clavicola e la cora-

coide• transfer legamentoso e ricostruzione

dei tessuti molli.Per quanto riguarda la fissazione direttaquesta può essere eseguita mediante:l’utilizzo di fili di Kirschner oppurechiodi di Steinmann o cerchiaggio me -tallico (Zuggurtung), generalmente doporiduzione a cielo aperto della lussazioneed asportazione del menisco. Le placchead uncino anche a basso profilo, vengo-no utilizzate soprattutto dai colleghi discuola germanica.Il transfer muscolare dinamico consistenella trasposizione della coracoide con iltendine congiunto sulla superficie infe-riore della clavicola come descritto nel1965 da Dewar e Barrington (13).La fissazione tra clavicola e coracoide èforse l’opzione chirurgica con più varian-

ti. Tra queste, nella chirurgia open: la vitedi Bosworth passante tra l’1/3 distaledella clavicola e la coracoide comedescritto nel 1948 (14), cerchiaggi metal-lici o in Dacron con tunnel singoli odoppi. Anche le ancorette metalliche consuture sono state proposte, così comel’utilizzo di allograft. Negli ultimi anni, pervia della maggior dimestichezza chirurgi-ca e di nuovi materiali a disposizione,molte tecniche artroscopiche sono statepubblicate. Tutte propongono un collegamento trala clavicola e la coracoide con diversimezzi di fissazione che vanno dall’utiliz-zo di tunnel e ad esempio fili ad alta resi-stenza e doppio endobutton come propo-sto da Rolla nel 2004 (15). Il transfer legamentoso con ricostruzionedei tessuti molli più utilizzato è quelloproposto da Weaver e Dunn nel 1972(16) e consiste nel transfer del legamentocoraco-acromiale all’estremo distaledella clavicola. Molte modifiche sonostate proposte negli anni successivi, tracui l’associazione della fissazione traacromion e clavicola e tra la coracoide ela clavicola, fino ad arrivare alla sua ese-cuzione tutta artroscopica.Alla luce di quanto sopra si evince che iltrattamento della lussazione AC nontrova un gold standard. Partendo da que-sto presupposto, ogni chirurgo si deveaffidare alla tecnica più vicina alle pro-prie caratteristiche e con cui ha più con-fidenza per cercare di ottenere i risultatipiù soddisfacenti.

La bibliografia è a disposizione presso l’Editore.

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newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

Figura 3. Proiezione outlet che mostra spo-stamento posteriore della clavicola rispettoall’acromion.

Figura 4. Distacco epifisario tipo 2 sec Salter-Harris, variante del 3° grado di Roockwood.

Figura 5. Frattura della coracoide associata alussazione acromionclaveare.

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SIGASCOT

Il trattamento delle lesioni cartilagineerappresenta un problema di non facilesoluzione, di rilevante e attuale inte-resse pratico e scientifico, soprattuttoin pazienti sportivi. Si sa che un dannocartilagineo evolve più o meno rapida-mente nel tempo verso una degenera-zione artrosica. Il quadro clinico non è sempre unifor-me, spesso le lesioni condrali sonorilievi occasionali durante un’artrosco-pia, anche perché le indagini radiologi-che e strumentali non sempre consentono di evidenziare un pre-ciso quadro anatomopatologico. La scienza di base e gli studi sumodelli animali ci aiutano a scoprire nuove potenziali possibilitàdi ripristinare il danno cartilagineo. Nella pratica clinica attualmente sono già molte le soluzioni tera-peutiche possibili, sia conservative che chirurgiche. Oltre ai trat-tamenti tradizionali, negli ultimi anni si è registrato un incremen-to di nuove tecniche che utilizzano i principi dell’ingegneria tis-sutale, attraverso l’impiego di culture cellulari condrocitarie, difattori di crescita, di cellule staminali mesenchimali (MSC) e diadeguate matrici (scaffold). Ad oggi non vi è una prevalenza certa di una metodica rispettoad un’altra, in quanto siamo ancora lontani dal ripristinare in totoil danno condrale con cartilagine ialina. Inoltre il fermento che anima la produzione scientifica e la pro-posta continua di nuove tecniche dimostrano che occorre con-frontarsi spesso e mettere in discussione le proprie conoscenzeper progredire verso standard terapeutici sempre più efficaci. Questo è quello che è emerso da questo Corso Master che ha rac-colto i migliori specialisti, nazionali e internazionali, registrandola presenza di oltre duecento iscritti.

MASTER CLASS SIGASCOTCARTILAGINE E SPORTMilano 31 maggio 2013Istituto Clinico Humanitas IRCCS MilanoPresidente Piero Volpi

Responsabile Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport, Ist. Humanitas, Rozzano, Milano

SIGASCOT: ci si incontra

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Il candidato che rappresenterà SIGASCOTquest’anno alla EURoPEAN ARtHRo-SCoPY FELLoWSHiP 2013 è il socioSigascot Mario Ronga di Varese.

Questa fellowship, organizzata ogni annoinsieme alle società AGA, AEA, SFA,SPAT, ESSKA e sponsorizzata da Smith& Nephew, è una travelling fellowship attra-verso i prestigiosi centri di artroscopiaeuropei e permette a 5 giovani chirurghieuropei di viaggiare insieme e di con-frontare le loro idee in amicizia imparan-do da coloro che hanno una riconosciu-ta esperienza clinica e scientifica interna-zionale.La fellowship, come sempre, inizierà alCongresso AGA a Wiesbaden il 19 set-tembre e finirà in Portogallo il 12 otto-bre 2013. L’itinerario di quest’anno è: Germania,Svizzera, Francia, Italia, Spagna e Porto -gallo. Mario Ronga è socio SIGASCOT dal2004 ed è collaboratore del Prof. PaoloCherubino, Direttore della Clinica Orto -pedica e Traumatologica, Univer sitàdegli Studi dell’Insubria di Varese. Diseguito un suo short profile.Laureato in Medicina e Chirurgia con110 e Lode, menzione per il curriculum

e dignità di stampa per la tesi, pressol’Università degli Studi di Napoli Fe -derico II. Si è quindi formato presso laScuola di Specializzazione in Orto pediae Traumatologia dell’Univer sità degliStudi dell’Insubria di Varese, diretta dalProf. Paolo Cherubino, con eccellentirisultati, mostrando un grande interesseper la ricerca di base e clinica. In particolare, la sua attività di ricerca dibase e gli studi clinici intrapresi hannocondotto allo sviluppo della prima tecni-ca artroscopica di impianto di condroci-ti autologhi per il trattamento delle lesio-ni cartilaginee del piatto tibiale. Questa metodica è stata oggetto dellasua Tesi di Specializzazione conseguitacon Lode. Durante la Specializzazione,ha vinto diversi premi nazionali tra iquali il primo premio al 9° CongressoNa zionale degli Specializzandi in Orto -pedia e Traumatologia, migliore comuni-cazione al XXVIII Congresso Nazionaledella SIMCP, primo premio al 5° In -contro Giovani Leoni (SIA), premio“migliore tesi di specializzazione in orto-pedia e traumatologia” della SPLLOT.I campi della ricerca spaziano dalla me -dicina dello sport alla chirurgia ricostrut-tiva, dalla chirurgia del ginocchio all’ap-plicazione clinica delle tecniche di inge-gneria tissutale come dimostrato dai dif-ferenti lavori pubblicati. Durante gli anni ha migliorato la sua atti-vità scientifica creando inoltre delle forticollaborazioni con centri di ricercanazionali ed internazionali. Il Basic scienceprize della BASEM (British Association ofSports Exercise Medicine) vinto nel 2007rappresenta il coronamento di anni diricerca di biologia molecolare delle lesio-ni del tendine d’Achille.Mario Ronga inoltre ha una notevolepropensione ad instaurare relazioniinterpersonali con i colleghi non solo nelcampo dell’Ortopedia. Questa capacità gli ha concesso di con-cludere e pubblicare su injury uno studio

clinico multicentrico nazionale sull’uti-lizzo della BMP-7 per il trattamentodelle pseudoartrosi.È autore di 28 pubblicazioni su rivisteindicizzate ed impattate e di recente hapubblicato, in collaborazione con altrimembri del Comitato CartilagineSIGASCOT, il libro “Cartilagine: istru-zioni per l’uso”, primo testo nel panora-ma ortopedico nazionale ad essere pub-blicato anche come E-book. È relatoread oltre 150 congressi nazionali ed inter-nazionali.Mario Ronga è diventato ricercatore uni-versitario nel 2004 e recentementeProfessore Associato presso la ClinicaOrtopedica e Traumatologica, Univer -sità degli Studi dell’Insubria di Varese. Èdocente di ruolo di Clinica Ortopedica eTraumatologica nei corsi di Laurea inMedicina e Chirurgica, Fisioterapia,Scienze infermieristiche e delle Scuole diSpecializzazione in Ortopedia e Trau ma -tologia e Medicina Fisica e Riabili tativapresso l’Università degli Studi dell’Insu -bria di Varese. È Pre sidente e Membrodi diversi comitati scientifici di società diartroscopia e medicina dello sport.

2013 SIGASCOT-“DONJOY & AIRCAST”TRAVELLINGFELLOWSHIP IN EUROPASiamo lieti di comunicare che SIGASCOTha scelto come candidati per parteciparealla 2013 SIGASCOT “DoNJoY &AiRCASt” tRAVELLiNg FELLoW-SHiP IN EUROPA i soci SIGASCOTMichele Losco di Firenze e Michele Vas -so di Campobasso.Questa fellowship, organizzata ogni annoda SIGASCOT e sponsorizzata da AIR-CAST/DJO GLOBAL, è una travelling

EUROPEAN ARTHROSCOPYFELLOWSHIP 2013

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SIGASCOT

fellowship che permette a due giovani chi-rurghi di visitare prestigiosi centri diartroscopia europei, di ampliare le loroconoscenze e di confrontare le loro ideein amicizia con coloro che hanno unalunga e riconosciuta esperienza clinica escientifica internazionale.Quest’anno i Fellow saranno ospiti delProf. Joà Espregueira-Mendes e la fellow-ship, dal 16 al 30 novembre 2013, si svol-gerà a Porto presso la Clinica Espre -gueira Mendes e l’ospedale dove ilProfessore esercita. Michele Losco e Michele Vasso sono statiscelti tra altri cinque validissimi candidatiper le loro qualità e titoli scientifici.

Michele Losco è socio SIGASCOT dal2006 e collabora con il Prof. RobertoBuzzi ed il Prof. Francesco Giron pres-so il CTO, AOU Careggi di Firenze. Diseguito uno short profile.

Michele Losco collabora attualmentecon il Prof. Francesco Giron presso ilreparto di Traumatologia e Ortopediagenerale (Dir. Prof. R. Buzzi) del CTO,AOU Careggi di Firenze.Ha iniziato la sua formazione specialisti-ca nel 2003 presso la I Clinica Orto pe dicadel CTO di Firenze (Di rettore Prof. P.Aglietti) specializzandosi col pieno di votie lode nel 2008 e ha proseguito in segui-to la sua attività scientifica sotto la dire-zione del Prof. Buzzi durante gli anni didottorato di ricerca in patologia e clinicadei tessuti molli e calcificati (Dir. Prof. M.Inno centi) conseguendolo nel 2012.

Negli anni ha mostrato un forte interes-se nella traumatologia dello sport e inparticolare nella chirurgia artroscopicadi ginocchio, collaborando proficua-mente e con continuità all’ attività clini-ca e scientifica e mostrando una buonaconoscenza delle varie tecniche chirur-giche.Attualmente la sua ricerca clinica verteprevalentemente sulla traumatologiadello sport e chirurgia artroscopica enon del ginocchio sviluppando in parti-colare la ricostruzione del LCA con tec-niche innovative quali la ricostruzioneanatomica a doppio fascio e gli aspetti dianatomia e biomeccanica a essi correlati,chirurgia di revisione del LCA e le rico-struzioni multiligamentose. Altro campo di principale studio e inte-resse è quello della traumatologia, coninteresse particolare alla chirurgia diginocchio, alla valutazione della morfo-logia della frattura e al trattamento dellefratture esposte e ai vari aspetti correla-ti come i metodi di fissazione, le diver-se vie chirurgiche, il timing del tratta-mento, le possibili opzioni di riempi-mento del gap osseo (autologo, sinteti-co, osso equi no, tecniche di rigenera-zione ossea come il trasporto e la tecni-ca di masquelet) e la valutazione e il trat-tamento delle possibili complicanzequali l’infezione.

Michele Vasso è socio SIGASCOT dal2010 e collabora con il Prof. Alfredo

Schiavone Panni presso l’Universitàdegli Studi del Molise. Di seguito unoshort profile.

Michele Vasso è nato ad Avellino il31/08/1977. Diploma di Laurea inMedicina e Chirurgia presso l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Roma il24/07/2002, riportando la seguentevotazione: 110/110 e lode. Diploma di Specializzazione in Orto -pedia e Trau matologia presso l’Univer -sità Cattolica del Sacro Cuore di Roma il02/10/2007 riportando la seguente vo -tazione: 50/50 e lode. Diploma di Master di II Livello ne “il

trattamento della Patologia Dege ne rativa del

ginocchio” il 03/03/2010 presso l’Uni -versità degli Studi del Molise riportandola seguente valutazione: Ottimo. Professore a Contratto presso l’Univ er -sità del Molise dal 31/05/2011. Dal01/03/2013 vincitore di Assegno diRicerca della durata di 12 mesi dal titolo“L’influenza dell’allineamento femoro-tibiale sui risultati delle protesi mono-compartimentali di ginocchio”, presso ilDipartimento di Medicina e Scienzedella Salute dell’Università del Molise. Ha eseguito, in qualità di Primo Ope -ratore, più di 1500 interventi chirurgicirelativamente alla chirurgia protesica diginocchio, artroscopia di ginocchio espalla, traumatologia dello sport, chirur-gia mini-invasiva percutanea dell’alluce edelle dita minori. Vincitore dell’“EFoRt FoUNDAtioN

visiting fellowship” nel 2010 e nel 2012,Vincitore dell’“ESSKA Knee replacemen t

Visiting Fellowship” nel 2011. Autore di 98 Relazioni a Congressi Na -zionali e Internazionali, autore di 31Poster a Congressi Nazionali e Interna -zionali. Autore di 45 Pubblicazioni suriviste Nazionali ed Internazionali(iMPACt FACtoR TOTALE: 21,14), e49 Abstract su riviste Nazionali edInternazionali.SIGASCOT è onorata di essere rappre-sentata durante queste prestigioseFellow ship da questi suoi validi giovanisoci.

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013 Comitato Cartilagine

Introduzione Le patologie osteocartilaginee di cavigliavanno da lesioni osteocondrali isolateall’artrosi franca, e rappresentano unasfida terapeutica soprattutto nei pazientipiù giovani. Il trattamento chirurgicovaria da tecniche riparative o rigenerati-ve in caso di lesioni osteocondrali isola-te, ad interventi di artrodesi o sostituzio-ne protesica nei casi di artrosi severa. Lanecessità di trovare soluzioni biologichenei casi di difetti massivi ed artrosi rendenaturale rivolgersi all’idea del trapiantofresco da donatore.Inizialmente le indicazioni per l’allograft,che prevedeva l’uso di trapianti massivicongelati, si restringeva alla chirurgia disalvataggio nell’ambito dell’ortopediaoncologica (1). L’alto numero di compli-canze e la scarsa vitalità condrocitariadovuta al congelamento, associata ad unmiglioramento delle procedure di con-servazione del materiale osteocartilagi-neo da impiantare, hanno aperto l’oriz-zonte al trapianto osteocondrale fresco.L’uso di allograft osteocondrali ha riscon-trato successo nella chirurgia del ginoc-chio per il trattamento di difetti focalicartilaginei di grandi dimensioni e neicasi di artrosi monocompartimentale,mentre il suo utilizzo nel trattamentodella patologia degenerativa della cavi-glia è recente, con controversie nelleindicazioni e nei risultati. Il razionale alla base del trapianto osteo-condrale è quello di trapiantare un orga-no intatto, costituito di osso e cartilaginematura, in grado di integrarsi con il rice-vente e di sostituire un’articolazionedan neggiata con un buon risultato fun-zionale (2). Gli allograft freschi da cadave-re vengono conservati in terreni di col-tura standard, contenenti aminoacidi,glucosio a sali inorganici, che hanno

dimostrato ottime capacità di conserva-zione della popolazione condrocitaria.In media la sopravvivenza dei condroci-ti rimane invariata per 14 giorni; in se -guito la vitalità dei condrociti subisce unprogressivo declino con conseguentepeggioramento qualitativo dell’innesto(3). Molti studi sul trapianto allogenicoumano hanno evidenziato scarsa o nes-suna evidenza istologica di patologia darigetto immunomediato. La maggior parte degli Autori ha eviden-ziato che non vi è necessità di compati-bilità del gruppo ABO e HLA tra dona-tore e ricevente (4), sebbene molti studisulla capacità del ricevente di integrarecompletamente il trapianto e sull’effetti-vo impatto del sistema immunitariosiano in corso.

Indicazioni Lesioni osteocondrali isolate: • Trattamento principale per un difet-

to osteocondrale grande (> 2 cm², 6-10 mm di profondità).

• Procedura secondaria dopo il falli-mento di altre tecniche rigenerative(microfratture, impianto di condro-citi autologhi, mosaico plastica, ecc.).

Patologia degenerativa:• Allograft parziale (tibiale o talare) in

seguito a trauma, osteonecrosi, o inconseguenza di mal consolidamentodi una frattura di caviglia.

• Allograft totale (tibio-talare) comealternativa all’artrodesi o alla protesiin caso di artrosi avanzata.

Controindicazioni • Instabilità legamentosa e malallinea-

menti. • Malattie infiammatorie (artrite reu-

matoide, artropatia da cristalli), pato-logie vascolari e severi deficit neuro-logici.

Allograft parziale nella tibio-tarsicaGross (5) è stato il primo a riportare latecnica di trapianto osteocondrale fresconella caviglia, trattando 9 pazienti conlesioni di IV grado secondo Berndt-Hardy. In seguito Raikin ha riportatouna casistica di 6 allograft parziali freschidi caviglia nel 2004 (6), riportando risul-tati soddisfacenti al follow-up finale(AOFAS medio di 86 punti). Nel 2009 lostesso Autore ha pubblicato (7) una casi-stica più ampia di allograft parziali diastragalo per il trattamento di lesioniosteocondrali massive (media 6.059mm3) associate a voluminose cisti. Hahnet al. (8) hanno riportato 13 casi di lesio-ni osteocondrali post-traumatiche (me -dia: 2,66 cm2) trattate con allograft parzia-le fresco da cadavere. A 48 mesi di follow-up medio, i risultatierano soddisfacenti con un migliora-mento degli score clinici. Berlet (9) hadescritto 12 casi di allograft parzialeseguiti per un minimo di 2 anni di follow-up, registrando in tutti i pazienti un sen-sibile miglioramento clinico.

Allograft totale nella tibio-tarsicaLa prima serie di allograft totali di cavigliaè stata riportata da Bugbee, ma la tecnicachirurgica di trapianto di entrambe lesuperfici articolari della caviglia vennemessa a punto da Kim et al. (10), utiliz-zando le sole superfici articolari e un sot-tile strato osseo per favorire al massimol’osteointegrazione del trapianto.

Allograft fresco di caviglia: stato dell’arteF. Vannini, G. Pagliazzi, M. Baldassarri, A. Ruffilli, F. Castagnini, A. Olivieri, S. Giannini

Istituto Ortopedico Rizzoli, VI Divisione Ortopedia e Traumatologia, Cattedra di OrtopediaUniversità di Bologna

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Meehan et al. (11) hanno riportato risul-tati ottenuti in 9 pazienti trattati con allo-graft totale e 2 con allograft parziale. Sonostati riportati cinque fallimenti, di cui trehanno reimpiantato un nuovo allograft,uno è andato incontro a protesizzazionee l’altro invece non ha subìto un ulterio-re trattamento nonostante il collasso delgraft. Jeng (12) ha pubblicato una casisti-ca di 29 allograft totali di caviglia, di cui 14sono andati incontro a fallimento e per-ciò revisionati con nuovo allograft, prote-si o artrodesi. I fattori prognostici nega-tivi sono stati individuati nell’elevato bodymass index, nell’età e nel malallineamentopreoperatorio. Giannini et al. (13) hannoriportato una casistica di 32 allograft tota-li di caviglia (Fig. 1-3) con un follow-upmedio di 31,2 mesi. Secondo i parametridella scala AOFAS 6 risultati erano eccel-lenti, 11 buoni, 9 accettabili e 6 scarsi.Cinque casi hanno subìto un’artrodesi a24 mesi dall’intervento per fallimento deltrapianto, mentre in un paziente è stataeseguita una toilette artroscopica.

ConclusioniL’uso di allograft freschi, parziali o totali,rappresenta certamente una risorsa daapprofondire e studiare ulteriormente.Gli allograft infatti sono in grado di offri-re una valida alternativa all’artrodesi edilazionare l’impiego della chirurgia pro-tesica. Per ottimizzare i risultati e mini-mizzare l’incidenza di complicanze ènecessaria un’adeguata selezione deipazienti e un’implementazione della tec-nica chirurgica. Numerose tematiche sull’immunologia,l’integrazione di osso e cartilagine edanche il ruolo di terapie immunosop-pressive sono in corso di valutazione edevono essere approfondite allo scopodi ottimizzare l’applicabilità di questeprotesi biologiche. A fronte della validi-tà ormai indiscussa dei trapianti parzialinelle lesioni osteocondrali di ampiedimensioni, gli allograft totali presentanoun’alta percentuale di complicanze, masono tuttavia una soluzione affascinante.

Bibliografia1. Volkov M. Autotransplantation of

joints. J Bone Joint Surg Br 1970;52(1):531-549.

2. Rodrigo JJ, Thompson E, Travis C.Deep-freezing versus 4 degrees preser-vation of avascular osteocartilaginousshell allografts in rats. Clin Orthop RelatRes 1987;218:268-75.

3. Ball ST, Amiel D, Williams SK, TontzW, Chen AC, Sah RL, Bugbee WD. Theeffects of storage on fresh humanosteochondral allografts. Clin OrthopRelat Res 2004 Jan; (418):246-52.

4. Gortz S, Bugbee WD. Allografts in arti-cular cartilage repair. Instr Course Lect2007; 56:469-80.

5. Gross AE, Agnidis Z, Hutchison CR.Osteochondral defects of the talus trea-ted with fresh osteochondral allografttransplantation. Foot Ankle Int 2001May; 22(5):385-91.

6. Raikin SM. Stage VI: massive osteo-chondral defects of the talus. FootAnkle Clin 2004 Dec; 9(4):737-44.

7. Raikin SM. Fresh osteochondral allo-grafts for large-volume cystic osteo-chondral defects of the talus. J BoneJoint Surg Am 2009 Dec; 91(12):2818-26.

8. Hahn DB, Aanstoos ME, Wilkins RM.Osteochondral lesions of the talus trea-ted with fresh talar allografts. FootAnkle Int. 2010 Apr; 31(4):277-82.

9. Berlet GC, Hyer CF, Philbin TM,Hartman JF, Wright ML. Does freshosteochondral allograft transplanta-tion of talar osteochondral defectsimprove function? Clin Orthop RelatRes 2011 Aug; 469(8):2356-66. Epub2011 Feb 19.

10. Kim CW, Jamali A, Tontz W Jr, ConveryFR, Brage ME, Bugbee W. Treatment ofpost-traumatic ankle arthrosis withbipolar tibiotalar osteochondral shellallografts. Foot Ankle Int 2002; 23(12):1091-1102.

11. Meehan R, McFarlin S, Bugbee W,Brage M. Fresh Ankle OsteochondralAllograft Transplantation for TibiotalarJoint Arthritis. Foot Ankle Int. 2005Oct; 26(10):793-802.

12. Jeng CL, Kadakia A, White KL,Myerson MS. Fresh osteochondral totalankle allograft transplantation for thetreatment of ankle arthritis. Foot AnkleInt. 2008 Jun; 29(6):554-60.

13. Giannini S, Buda R, Grigolo B, BevoniR, Di Caprio F, Ruffilli A, Cavallo M,Desando G, Vannini F. Bipolar freshosteochondral allograft of the ankle.Foot Ankle Int 2010 Jan; 31(1):38-46.

Figura 1. Radiografia preoperatoria di unpaziente maschio di 22 anni che mostraun’artrosi di III grado a carico della tibio-tarsica.

Figura 2. Radiografia post-operatoria chemostra il corretto posizionamento dell’allo-graft. Figura 3. Immagine intraoperatoria che

mostra l’allograft in situ fissato con viti.

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

IntroduzioneLe Lesioni Osteocondrali dell’Astragalo(LOA) sono una comune causa di doloreresiduo post -traumatico della caviglia. I datidisponibili in letteratura riportano un’inci-denza di tali lesioni fino al 60% in associa-zione ad un’instabilità cronica dell’articola-zione tibio-tarsica, e tra il 28% ed il 70% inassociazione a fratture di caviglia (1).Il trattamento delle LOA rappresenta unacomune indicazione dell’artroscopia ante-riore di caviglia, insieme alle sindromi daconflitto ed all’artrodesi dell’articolazionetibio-tarsica (2).Diversi Autori concordano nel definire ildebridement artroscopico delle lesioni,accompagnato dalla perforazione dell’ossosubcondrale, il gold standard terapeutico,specie per difetti di dimensione inferiore a1,5 cm2 (3,4). Lo scopo di tale procedura èquello di creare una connessione tra lalesione e l’osso subcondrale, al fine di pro-muovere la migrazione di cellule midollari,

come base per una riparazione fibrocarti-laginea del danno osteocondrale. La creazione di bordi cartilaginei stabiliche circondino la lesione, attraverso il debri-dement completo della cartilagine necrotica,rappresenta una fase cruciale delle tecni-che artroscopiche di debridement associate amicrofratture, al fine di garantire una pro-tezione meccanica alla futura fibrocartila-gine riparativa (5,6). Inoltre la permanenzain situ di frammenti di cartilagine instabile,disconnessi dal letto subcondrale, rappre-senta un potenziale agente irritante, ingrado di promuovere la recidiva della sin-tomatologia. In questo senso la visualizza-zione artroscopica completa della realeestensione della lesione lungo tutto il suoperimetro è quindi un requisito essenzialeper la corretta esecuzione della procedura.L’utilizzo dell’ottica a 70° è stato descrit-to in numerose procedure chirurgiche, ri -guardanti la spalla, il ginocchio e l’anca(7). L’impiego di tale ottica nell’ambitodell’artroscopia di caviglia è stato invece

scarsamente riportato, nonostante i pri -mi report in vivo di questa tecnica(Watanabe, 1972) vertessero proprio sul-l’utilizzo di artroscopi con angolaturacompresa tra i 55° e i 70°.

Visualizzazioneartroscopica dellelesioni osteocondrali evantaggi dell’ottica a 70°L’esplorazione artroscopica della cavigliaè in alcuni casi resa difficoltosa dalla pecu-liare congruenza ossea che ne caratterizzal’anatomia scheletrica. In particolare, lavisualizzazione degli stretti recessi artico-lari, compresi tra le pareti verticali deldomo astraglico e le corrispondentisuperfici cartilaginee malleolari, è limitatadalla ridotta capacità dell’ottica a 30° divisualizzare le aree localizzate oltre i bordimediale e laterale della superficie articola-re superiore del domo astragalico.Non di rado le LOA coinvolgono il pas-saggio tra superficie articolare superiore epareti verticali del domo, estendendosi, sulpiano coronale, nei recessi articolari media-le e laterale (8). Tali difetti – definiti uncon-tained, secondo la nomenclatura anglosas-sone – sono spesso scarsamente visualiz-zabili con l’ottica a 30° posizionata nei por-tali artroscopici anteriori (Fig. 1). In questicasi il trattamento della lesione sotto visua-lizzazione diretta è compromesso, conpotenziali effetti negativi sulla corretta ese-cuzione tecnica della procedura chirurgica.La capacità dell’ottica a 70° di “guardare”intorno agli angoli, rappresentati nella cavi-glia dai bordi della superficie articolaresuperiore del domo astragalico, garantisceuna completa visualizzazione dei recessiarticolari mediale e laterale. In questomodo anche lesioni uncontained possono

L’utilizzo dell’ottica a 70° nel trattamento delle lesioniosteocondrali dell’astragaloPietro Spennacchio

UO Ortopedia II, Policlinico San Donato IRCCS, Università degli Studi di Milano

Comitato Sport

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Figura 1. Lesione osteocondrale postero-laterale uncontained; caviglia sinistra. Identificazione con un palpatore e debridement della lesione, per quanto consentito dall’ottica a30° posizionata nel portale antero-mediale1. astragalo; 2. synovial fringe; 3. transverse ligament (componente profonda del legamento tibio-peroneale posteriore distale); 4. legamento intermalleolare posteriore; 5. Tibia.

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essere trattate in maniera completa, sottovisualizzazione diretta, attraverso i portaliartroscopici anteriori standard (Fig. 2).Oltre all’estensione sul piano coronale,anche la localizzazione antero-posterioredel difetto osteocondrale sul piano sagitta-le rappresenta un elemento in grado diinfluenzare l’accessibilità artroscopica dellalesione. La flessione plantare della cavigliarappresenta uno strumento efficace per lavisualizzazione delle lesioni più posteriori,permettendo uno spostamento relativodella lesione verso lo spazio articolare an -te riore, e, quindi, verso il campo visivo del-l’artroscopio. A tal riguardo van Dijk harecentemente definito la flessione plantarecome un fattore predittivo di accessibilitàartroscopica della superficie cartilagineasuperiore del domo astragalico, con otticaa 30° (9). In caso di riduzione della flessione planta-re e/o di LOA molto posteriori diventaperò indispensabile, al fine di visualizzare ildifetto osteocondrale, spingere l’artrosco-pio verso la lesione, nel contesto dellostretto spazio articolare compreso tra pla-fond tibiale e domo astragalico (Fig. 3). Talegesto espone le congruenti superfici carti-laginee dell’articolazione tibiotarsica ad unpotenziale danno iatrogeno, specie in pre-senza di rigidità intrinseca dell’articolazio-ne in grado di diminuire l’efficacia dellediverse tecniche di distrazione articolare.In queste situazioni lo specifico campovisivo dell’ottica a 70° può garantire lavisualizzazione completa del difetto osteo-condrale da una distanza artroscopio-le -sione maggiore rispetto a quella necessariaall’ottica a 30° (Fig. 4), contribuendo così adiminuire le difficoltà di accessibilità artro-scopica ed i rischi di danno iatrogeno car-tilagineo, associate a condizioni di ridottaflessione plantare e/o rigidità articolare.In definitiva la peculiare anatomia dell’arti-colazione tibio-tarsica, associata alla varia-bilità topografica delle lesioni, giustifica ledifficoltà di visualizzazione artroscopica edi trattamento, riscontrabili tipicamente inalcune specifiche LOA con l’ottica stan-dard a 30°. In queste situazioni l’ottica a70° rappresenta uno strumento prezioso,in grado di contribuire significativamentealla corretta esecuzione della procedurachirurgica, elemento indispensabile per unrisultato di successo.

La bibliografia è a disposizione presso l’Editore.

Figura 2. Lesione osteocondrale postero-laterale uncontained (stessa lesione riportata nella Fig. 1 -artroscopio portale antero-mediale). Il peculiare campo visivo dell’ottica a 70° consente la visualiz-zazione ed il trattamento completo dell’area di lesione localizzata nel recesso articolare laterale.1. astragalo; 2. tibia; 3. synovial fringe: 4. transverse ligament (componente profonda del legamento tibio-peroneale posteriore distale); 5. legamento intermalleolare posteriore; 6. malleolo peroneale.

Figura 3. Il contesto anatomico dei portali artroscopici anteriori condiziona la necessità dispingere l’artroscopio nello spazio articolare, al fine di visualizzare le lesioni più posteriori. Talenecessità è accentuata in condizioni di flessione plantare limitata, che riducono le possibilità di“spostare” anteriormente la lesione, verso il campo visivo dell’ottica a 30°.

Figura 4. Il campo visivo dell’ottica a 70° permette la visualizzazione delle lesioni più poste-riori, senza la necessità di spingere l’artroscopio profondamente nello spazio articolare; in que-sto senso condizioni di ridotta flessione plantare e/o rigidità articolare, hanno effetti limitatisull’accessibilità artroscopica della lesione.

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

8.30 INTRODUZIONE AllAGIORNATAP. Adravanti (Parma), C. Mazzola(Genova), G. C. Coari (Forte dei Marmi)

08.45 – I SESSIONE10.15 LCA E PERIFERIAChairmen: M. Denti (Milano), L. Pederzini (Modena)

8.45 Lesione LCA in acuto conassociazione plastica esternaA. Ferretti (Roma)

9.00 Lesione LCA cronica contrattamento comparto esternoS. Zaffagnini (Bologna )

9.15 Lesione LCA in acuto trattamentocomparto medialeP. P. Mariani (Roma)

9.30 Lesione LCA cronica trattamentodel comparto medialeC. Zorzi (Negrar, VR)

09.45 – Tavola rotonda: G. C. Coari(Forte dei Marmi), P. Volpi (Milano)10.30 F. Giron (Firenze), M. Berruto(Milano), V. Madonna (Negrar, VR)G.L. Canata (Torino), E. Adriani (Roma)

10.30 – II SESSIONE CARTIlAGINE:TRATTAMENTO lESIONI CONDRAlIOGGI12.00 CELLULE , SCAFFOLDS OCELLULE E SCAFFOLDSChairman: V. Condello (Negrar, VR), A. F. Manunta (Sassari), M. Ronga(Varese)

10.30 PRP: Soluzione credibile?

Ginocchio – G. Filardo (Bologna)Altri Distretti – G. Di Vico (Caserta)

11.00 Staminali: nuova frontiera?E. Kon (Bologna)

11.15 Trattamenti cellulari alternativi:quale ruolo per il tessuto adiposo?A.G. Marmotti (Torino), L. De Girolamo(Milano), G. Peretti (Milano)11.30 Scaffolds osteocondrali: certezze,incertezze, speranze e delusioniIl Ginocchio – M. Delcogliano (Parma)La Caviglia – F. Vannini (Bologna)

12.00 Discussione

12.30 – III SESSIONE: DRG lA SOSTENIBIlITÀ ECONOMICA DEllA CHIRURGIA ARTROSCOPICA13.30 Introduzione Raul Zini (Cotignola)

12.40 DRG e rimborsiF. Allegra (Roma), M. Conca (Milano)

13.00 Il punto di vista delle Istituzioni13.15 Discussione13.30 ASSEMBLEA GENERALE DEISOCI

14.30 – IV SESSIONE15.45 Chairmen: F. Randelli (Milano) -R. Zini (Cotignola)

14.30 Trattamento artroscopico delconflitto: luci ed ombreF. Randelli (Milano)

14.45 Relazioni con mini re-live:Trattamento artroscopico del FAI:tecnica con capsulotomia e partecentrale iniziale

F. Della Rocca (Milano)

15.00 Trattamento artroscopico del FAI:tecnica all inside capsulare e parteperiferica inizialeL. Pierannunzii (Milano)

15.15 Trattamento artroscopico del FAI:tecnica out-inN. Santori (Roma)

15.30 Autologous Matrix-InducedChondrogenesis in hip arthroscopyA. Fontana (Roma)

15.45 Discussione

16.00 – V SESSIONE CAVIGlIA17.00 Chairmen: G. Paribelli(Ravenna), G. Cerulli (Arezzo)

16.00 Le lesioni osteocondrali dicaviglia: algoritmo terapeuticoR. Buda (Bologna)

16.15 Instabilità cronica di caviglia:ruolo dell'artroscopiaA. Ventura (Milano)

16.30 Le lesioni acute della sindesmositibioperoneale distale: diagnosi etrattamentoU. G. Longo (Roma)

16.45 Endoscopia del retropiede:indicazioni “evidence based” e nuoveProspettiveP. Spennacchio (Milano)

17.00 Discussione

RIUNIONE SUPERSPECIAlISTICA SIGASCOT IN COllABORAZIONE CON SIA

Sabato 26 Ottobre 2013SAlA GRECAlE - ore 08.30 - 17.30

http://www.sigascot.com/site/wp-content/uploads/pdf/2013_eventi_ufficiali/2013_superspecialistica_iscrizione.pdf

98°CONGRESSO S.I.O.T. 2013CENTRO CONGRESSI MAGAZZINI DEl COTONE

Area Porto Antico – 16128 Genova

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SIGASCOTSIGASCOT: ci si incontra

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I fenomeni di usura del polietilene, leconseguenti produzioni di detriti, la rea-zione tissutale, l’osteolisi, sono le causeprincipali del fallimento di un impiantoprotesico. L’artroprotesi di ginocchio(PTG) deve garantire nello stesso tempomobilità e stabilità nel rispetto della cine-matica articolare evitando picchi di con-centrazione degli stress sul polietilene ela trasmissione di forze di costrizionesulla componente tibiale. Gli impianti flaton flat permettono ampia mobilità madeterminano concentrazione degli stress,quelli ad alta congruenza trasmettono glistress da movimento multidirezionalepropri del ginocchio sulla componentetibiale. L’artroprotesi ad inserto mobile,mantenendo la congruità delle superficinon a discapito della mobilità, dovrebberappresentare il giusto compromesso perminimizzare i fenomeni di usura delpolietilene (Fig. 1).È stato pertanto condotto uno studioretrospettivo su 60 pazienti (53 donne e7 uomini), con un’età media di 68.5 anni(min 48 anni, max 82 anni), sottopostiad intervento di artroprotesi di ginoc-chio ad inserto mobile LCS (Low ContactStress, Depuy Johnson & Johnson, Warsaw,iN) con diagnosi di osteoartrosi in 57casi e artrite reumatoide in 3 casi. Nonavendo operato nessun paziente bilate-ralmente, sono stati presi in considera-zione 60 impianti: 33 non cementati, 3cementati, 24 ibridi (con cementazionedella sola componente tibiale) e divisi intre gruppi costituiti da: 20 PTG a meni-schi mobili (in cui gli inserti scorrono suappositi simmetrici binari sugli emipiattidella componente tibiale), 20 PTG a

piattaforma rotante (con possibilità dimovimento dell’inserto solo rotatoria, enessuna libertà sui piani sagittale e fron-tale), 20 PTG a piattaforma mobile AP-glide (che permette la mobilità dell’inser-to sull’asse di rotazione e sul piano sagit-tale antero-posteriore, controllata da un“braccetto”). In tutti i 60 casi si trattava di primoimpianto, non essendoci né revisioni diprotesi mono o tricompartimentali, néconversioni di osteotomie direzionalitibiali o femorali.Il 1° gruppo comprendeva 16 donne e 4uomini, età media 64 aa, operati consistema a menischi mobili a seguito didiagnosi di osteoartrosi in 18 casi e diartrite reumatoide in 2, con score mediopreoperatorio di 55 secondo il Knee SocietyClinical Score. In tutti i casi non sono statecementate né la componente femorale,né quella tibiale.

Il 2° gruppo consisteva di 18 donne e 2uomini, età media 73 aa, operati consistema a piattaforma rotante a seguito didiagnosi di osteoartrosi in 19 casi e diartrite reumatoide in 1 caso, con scoremedio preoperatorio di 53 secondo ilKnee Society Clinical Score. In 9 casi entram-be le componenti erano non cementate,in 10 si è cementata solo la componentetibiale, in 1 caso entrambe.Il 3° gruppo consisteva di 19 donne e 1uomo, età media 69 aa, tutti affetti daosteoartrosi ed operati con sistema apiattaforma AP-glide con score mediopreoperatorio di 54.5 secondo il KneeSociety Clinical Score. In 4 casi non era statacementata nessuna delle componenti, in14 solo quella tibiale, in 2 casi entrambe.Nelle 40 ginocchia dei gruppi 1° e 3° èstato sempre preservato il legamentocrociato posteriore che è invece statosacrificato nei 20 casi del 2° gruppo; la

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Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

Artroprotesi di ginocchio ad insertomobile: menischi mobili versuspiattaforma rotante versus piattaformaAP-glideGiuseppe Solarino*, Biagio Moretti

Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Bari*Componente Comitato Tecnologie SIGASCOT

Comitato Tecnologie

Figura 1. Distribuzione degli stress all’interfaccia con il polietilene nella protesi a piatto mobile.

Elevato stress

di contatto

Basso stress di contatto Basso stress

di contatto

Deboli forze di costrizione

Deboli forze di costrizione

a Mobilità senzacongruità

b congruità senzamobilità

c Mobilità concongruità

Elevate forze di costrizione

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rotula non è mai stata protesizzata. Intutti i 60 casi l’intervento è stato eseguitoin ischemia rilasciando il tourniquet pneu-matico dopo la sutura della cute ed ilbendaggio elasto-compressivo. L’unico drenaggio articolare è stato sem-pre rimosso in seconda giornata post-operatoria, quando è stato iniziato ilmovimento attivo ed assistito; il caricocon girello deambulatorio o doppioappoggio antibrachiale è stato concessodalla terza giornata. La profilassi anti-tromboembolica è stata eseguita conEBPM a partire dalla sera precedente l’in-tervento chirurgico, ogni 24 ore per 30giorni in media. Tutti i pazienti hanno poiseguito lo stesso protocollo riabilitativo.La valutazione clinica e radiologica al fol-low-up finale non hanno mostrato alcunimpianto revisionato per cause meccani-che o per infezione e nessun segno diimpending failure.Nel 1° gruppo si è passati ad uno scoremedio di 86.2 con ROM medio di 0-100°, nel 2° gruppo si è passati ad unoscore medio di 85.5 con ROM medio di 0-97° (Fig. 2), nel 3° gruppo si è passati aduno score medio di 88.5 con ROM mediodi 0-106°. Abbiamo avuto tre casi ditromboflebite, due casi di deiscenza delterzo distale della ferita chirurgica, nes-sun caso di lussazione dell’inserto. Per l’analisi statistica è stato utilizzato ilsoftware SPSS 11.0 (SPSS Inc., Chicago,IL) che ha permesso di comparare i tregruppi, a coppie d’indagine, attraverso il

test t di Student. Con riferimento allasopravvivenza degli impianti ed all’arti-colarità raggiunta dalle ginocchia prote-sizzate, con un intervallo di confidenzadel 95% (P<0.05), i risultati non hannomostrato differenze statisticamente si -gni ficative.Permettendo congruità e mobilità, ilsistema ad inserto mobile può ridurre lostress di contatto sulla superficie in polie-tilene (superando il problema delle pro-tesi flat on flat) ed al tempo stesso elimina-re le forze di costrizione (problema delleprotesi a superfici conformi). Studi speri-mentali sul sistema protesico con piatta-forma rotante utilizzato nella nostraserie, dimostrano rotazioni dell’inserto inpolietilene di circa 6 gradi, seguendo sul-l’asse i movimenti dei condili della com-ponente femorale; ciò permette il mante-nimento di ampio contatto di superficie,come richiesta da un punto di vista prati-co-clinico. Il concorde movimento dicondili femorali ed inserto sul pianosagittale in antero-posteriore e quindi lariproposizione del roll-back, è purtuttaviaancora controverso.Alcuni studi hanno evidenziato un con-sumo volumetrico di polietilene signifi-cativamente più basso in una protesi diginocchio a piattaforma rotante rispettoalla controparte ad inserto fisso quandosoggette ad elevate sollecitazioni, perchél’inserto mobile “virerebbe” verso movi-menti maggiormente unidirezionali, por-tando ad una diminuzione delle forze

tangenziali sulle molecoleorientate del polietilene.Altri Autori, per mezzo disensori di pressione, han -no registrato picchi distress di contatto decisa-mente più alti (21 MPa) suinserti fissi rispetto a quel-li registrati (7.7-5.3 MPa)su inserti mobili, sianoessi ben posizionati, intra-o extraruotati. Ciò sugge-risce la capacità dell’inser-to mobile di “autoallinear-si” alla componente fe -mo rale, rendendo massi-mo il contatto d’area equindi riducendo al mini-mo lo stress di contatto. Idati sperimentali vengonoconfermati da risultati cli-

nici molto soddisfacenti. Buechel ePappas confrontano i risultati di meni-schi mobili e piattaforma rotante, concomponenti non cementate, riportandouna sopravvivenza, rispettivamente, del97.9% e del 98.1% a 6 anni dall’interven-to; lo stesso gruppo di lavoro, con follow-up minimo di 10 anni e massimo di 22,riporta sopravvivenza di impianti noncementati a menischi mobili dell’83% a16 anni ed a piattaforma rotante del98.3% a 10 e 18 anni.Questi risultati clinici dimostrerebbero lavalidità del sistema ad inserto mobile edovrebbero far superare le perplessitàlegate ad un ipotetico maggior consumolegato a due superfici di scorrimento;micromovimenti fino a 25 micron concarichi ciclici assiali e di almeno 100micron quando siano applicate forze suipiani frontale e/o sagittale sono statidimostrati tra polietilene e piatti tibialianche in sistemi modulari ad insertofisso; ciò potrebbe addirittura creare unaindesiderata seconda interfaccia dove ilconsumo dell’inserto potrebbe averluogo. Nella realtà clinica invero, pur seanche convinti sostenitori dell’insertofisso riconoscono l’inserto mobile comepossibile soluzione teorica ai problemi diconsumo del polietilene, gli inserti mobi-li non hanno dimostrato alcun evidentevantaggio rispetto ai piatti fissi, fosseroanche in polietilene direttamente cemen-tato alla tibia. Il consumo al di sotto delpiatto mobile, pur con le dovute peculia-rità di ogni sistema, appare avere un valo-re lineare stimabile in 0.026 mm peranno, il che lo renderebbe pressoché irri-levante ai fini della funzione e dellasopravvivenza della PTG.In conclusione, sulla base della nostra siapur selezionata casistica, riteniamo che leprotesi di ginocchio a piattaforma mobi-le rispondono alle necessità di utilizzareun impianto che rispetti la cinematicaarticolare aumentando la congruità non adiscapito della libertà rotazionale, quindi,alto contatto ma basso stress. Prerequisito fondamentale, ai fini dellariproposizione della fisiologia articolarepeculiare del ginocchio protesizzato e delraggiungimento del risultato clinico,appare il ripristino di un ottimale bilan-ciamento legamentoso intraoperatorio.

La bibliografia è a disposizione presso l’Editore.Figura 2. Quadro radiografico pre e post-operatorio con prote-si a piatto mobile.

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newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

Il 17 e 18 maggio si è svolta ad Arezzo,presso i laboratori della Nicola’s Founda -tion l, la seconda tappa del “percorso diFormazione sulla Patologia Rotulea: dal-l’instabilità alla Protesi”, organizzato daMassimo Berruto e Claudio Mazzola epatrocinato dalla SIGASCOT, che haprevisto un giorno e mezzo di perfezio-namento su cadavere di tutte le tecnichepiù comunemente utilizzate nel tratta-mento dell’instabilità e dell’artrosi femo-ro-rotulea.I 16 discenti, selezionati fra gli oltre 200partecipanti al Corso teorico-praticosvoltosi a Milano lo scorso dicembre,attraverso una graduatoria stilata in baseal punteggio ottenuto rispondendo adun apposito questionario, hanno potutoper un’intera giornata lavorare su 8postazioni con un docente dedicato ap -partenente alla Faculty permanente de -dicata alla formazione sul trattamentodella patologia femoro-rotulea.Dai riallineamenti distali, alle varie tecni-che di ricostruzione del MPFL, alle pro-cedure meno utilizzate quali l’antero-medializzazione della TTA secondoFulkersson, la ricostruzione del MPTL,la faccettectomia laterale fino alla prote-

sizzazione isolata della femoro-rotulea,tutte le tecniche sono state eseguite indi retta dai docenti e successivamente ri -prodotte dai discenti.Un’utilissima palestra per approfondireuna chirurgia di nicchia, poco praticataper l’esiguità dei numeri, ma molto affa-scinante e delicata, che richiede soprat-tutto estrema accuratezza e precisionenell’esecuzione dei diversi passaggi.Il tutto preceduto, nel tardo pomeriggiodel venerdì, da una parte teorica moltoapprofondita, tenuta dal Prof. Cerulli edalla sua scuola, che ha riguardato sia lapresentazione degli studi biomeccanicipiù recenti sulla femoro-rotulea e sulletecniche di ricostruzione del MPF, sia ladiscussione con la Faculty di casi clinicipresentati dai discenti.Alla fine del Corso i 16 partecipanti so -no stati insigniti dell’attestato di comple-tamento con successo del Percorso diFor mazione sulla Pa tologia Femoro-Ro -tulea.Sempre grazie alla disponibilità di DepuyJohnson & Johnson, sponsor di tuttal’iniziativa, e al patrocinio scientifico diSIGASCOT, e con la Direzione Scien -tifica di Mas simo Berruto e Clau dio Maz -

zola, la formazione sulla patologia femo-ro-rotulea continuerà anche nel 2014 conun nuo vo Corso Teorico-Pratico che sisvol gerà a Ge nova l’8 febbraio e un suc-cessivo Ca daver-Lab a cui potranno ac -cedere i più meritevoli .Tutte le notizie su questa iniziativa sa ran -no disponibili non solo sul sito ufficialedella SIGASCOT ma anche iscrivendosiall’indirizzo: twitter@PercorsoRotula.

Percorso teorico-pratico di formazionesulla patologia femoro-rotuleaSeconda Tappa: Cadaver – Lab

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SIGASCOT

Il “1° Corso base sul trattamento me -niscale - Meniscus Pathology: Remove, Repair,Replace” si è tenuto il 1° luglio 2013 a Bo -logna presso l’Istituto Orto pedico Rizzoli. Questo primo incontro, parte di un per -corso formativo sulla patologia me niscaleche prevede un totale di 3 ap puntamentiorganizzati da SIGASCOT e patrocinatida SIOT, si è focalizzato su indicazioni erisultati della rimozione del tessutomeniscale. Il Comitato Scientifico, presie -duto dal Prof. Maurilio Marcacci, dalProf. Stefano Zaffagnini, e dalla Dr.ssaElizaveta Kon, ha scelto come location perquesto primo corso base la presti giosaAula Vasari, che ha ospitato un nutritonumero di parte cipanti. Dopo l’apertura del corso con i saluti deldirettore sanitario Dr. Stefano Liverani,la prima sessione si è focalizzata sulladescrizione dell’anatomia meniscale, in -formazioni di base impreziosite daim magini fornite dal noto anatomo-patologo spagnolo Pau Golano. Una dettagliata descrizione delle pe -culiarità anatomiche non ha solo unavalenza accademica, ma ha risvolti difonda mentale utilità nella comprensionee nella gestione delle patologie meniscali.Lo stesso concetto è stato ribadito dalDr. Longo nella seconda relazione, cheha descritto la biomeccanica meniscalesottolineando come anatomia e funzionesiano estremamente legate, e come lacomprensione del ruolo biomeccanicodei menischi abbia determinato neltempo un cambiamento ed un mi glio -ramento dell’approccio chirurgico per iltrattamento delle frequenti lesioni me -niscali. La prima sessione si è quindi conclusacon un inquadramento ezio patogenetico

ed una descrizione det ta -gliata della clas sificazione diqueste lesioni pre sentata dalDr. Bonanzinga.La seconda sessione ècominciata con un excursusradiologico, pre sentato dalDr. Busacca, che ha do -cumentato i progressi nelletecniche di imaging per lostudio dei menischi fino allepiù moderne tecno logie,fornendo linee guida e in -dicazioni per una correttadiagnosi, completate danumerosi quadri esem -plificativi per comprendereal meglio come interpretaregli esami radiografici eguidare la scelta terapeutica. Le indicazioni al tratta -mento sono poi state presein esame in dettaglio dal Dr.Marcheggiani Muccioli, cheha descritto e analizzato ivari fattori prognostici da

1° Corso base sul trattamento delle lesioni meniscaliBologna 1 luglio 2013 Giuseppe Filardo

III Clinica di Chirurgia Ortopedica e Traumatologia, Università di Bologna, Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna

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newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

tenere sempre in consi derazione perlimitare le complicanze e migliorarel’outcome clinico, ed ha riportato le piùrecenti linee guida internazionali. L’ultima relazione della mattinata, tenutadalla Prof.ssa Benedetti, ha descritto ipossibili trattamenti conservativi, analiz -zando l’evidenza scientifica a sostegnodelle varie terapie fisiche e discutendoindicazioni e tempistiche da riservareall’approccio terapeutico conservativo.Nel pomeriggio la III sessione ha assuntoun taglio più pratico: la relive surgery ha

visto esperti del settore commentare deivideo di tecnica chirurgica, spiegan donele basi fino a tips and tricks derivati dallapersonale esperienza. In particolare, le lesioni radiali sono statepresentate dal Prof. Zaffagnini, quelleverticali dal Dr. Zanon, le lesioni a flapdal Dr. Rossi, mentre il Dr. Madonna si èfocalizzato sul trattamento delle lesioni amanico di secchio. Il percorso di questa prima giornata distudio della patologia me niscale, partitoda anatomia e biome ccanica dei meni schi,

passando per la diagnosi ela clas sificazione delle le -sioni, fino ad arrivare alleindicazioni terapeutiche edalle varie possibilità ditrattamento, sia con ser va -tivo che chirurgico, haavuto come naturale con -clusione la IV sessione,nella quale il Dr. Giron hapresentato i risultati clinicipost-meniscectomia. La relazione ha descritto sial’analisi della letteraturasull’argomento che la pre -sentazione della personalecasistica, for nendo im -portanti spunti di di -scus sione sia dal punto divista del l’im por tanza del-l’indicazione chirur gicache dei fattori prognosticida considerare, nonché

sull’importanza dell’educare il paziente edel fornirgli le giuste aspettative in terminidi risultati e di possibili complicanze. Infine, la giornata si è conclusa con lapresentazione del trattamento post-operatorio, affidato alla Dr.ssa D’Apoteed al Dr. Tsapralis per le lesioni delmenisco interno ed esterno, rispettiva -mente. Dopo un intervento chirurgico di pochiminuti, la successiva fase ria bilitativaprevede una gestione del pa ziente persettimane, nelle quali un corretto ap -proccio riabilitativo può risultare fon - da mentale per un pronto recupero ed unpieno ritorno all’attività fisica, e le ultimedue relazioni del corso hanno fornitoampie indicazioni per ottimizzare irisultati del trattamento chirurgico dirimozione meniscale.Questo appuntamento ha visto la par -tecipazione di un pubblico numeroso edeterogeneo, con chirurghi, radiologi efisiatri, dai giovani specializzandi aimedici più esperti, che hanno animatouna discussione vivace e partecipata dellevarie relazioni.La giornata si è chiusa con i saluti delProf. Zaffagnini, che ha rinnovato l’invitoper il 2° corso sulla patologia meniscalefocalizzato sulla riparazione del menisco,che si terrà al Campus Aquae di Pavia il 4luglio 2014.

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SIGASCOT

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Società Italiana di Chirurgia

ecnologie Ortopedicheecnologie Ortopedicheecnologie Ortopedicheecnologie Ortopediche

del Ginocchio, Artroscopia, Sport, Cartilagine e Sport, Cartilagine e Sport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, del Ginocchio, Artroscopia, del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia

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newsSIGASCOT

Anno XIX - n. 2 - Agosto 2013

PROGRAMMASCIENTIFICOPRElIMINARELunedì 10 Febbraio 2014

lA PATOlOGIA DEllA CUFFIA DEIROTATORI DAllA A AllA Z8.20 Introduzione al ConvegnoA. Castagna (Milano), P. Randelli (SanDonato Milanese), P. Avanzi (Negrar)PRIMA SESSIONE8.30 La biologia ed i suoi riflessi sulla patologia/chirurgia della cuffia8.45 Il PRP, le evidenze ad oggi9.00 Le cellule staminali, nuovefrontiere?P. Randelli (San Donato Milanese)9.15 Gli scaffold, perché usarli, quandousarliP. Avanzi (Negrar)Live Surgery

9.30 1) Sutura della cuffia dei rotatoricon tecnica double-row

10.15 2) Sutura funzionale della cuffiadei rotatori in un caso di lesionemassiva della cuffiaLetture11.00 Acromionplastica: quale verità?11.15 Trattamento conservativo: le giuste indicazioni11.30 Radiologia interventistica e tendinopatia calcificaLive Surgery

11.45 3) Riparazione della cuffia deirotatori con nuova tecnica trans-osseaP. Randelli (San Donato Milanese)12.30 4) Riparazione della cuffia dei rotatori con tecniche biologicheP. Avanzi (Negrar)13.15 Lunch

Lunedì 10 Febbraio 2014

SECONDA SESSIONELetture14.30 La protesi inversa pro cuffia deirotatori14.45 La sutura funzionale versus laprotesi inversa15.00 Transfer tendinei nelle lesioni

massive della cuffia: pro e controLive Surgery

15.15 5) Lavaggio ecografico dellatendinopatia calcifica15.45 6) Protesi inversa in artropatiadella cuffia dei rotatori con PSI16.45 7) Protesi inversa in artropatiacuffia dei rotatori, tecnica tradizionale18.00 Adjurn

Martedì 11 Febbraio 2014

I TRAUMI ED I lORI ESITI NEllASPAllAPRIMA SESSIONE8.30 L’instabiltà dell’ancora bicipitale:nuove frontiere8.45 L’ instabilità acromion claveareacuta9.00 L’instabilità acromion clavearecronicaLive/Re-live Surgery

9.15 1) Trattamento delle lesionicroniche dell’acromion claveare con innesto di semitendinoso9.45 2) Trattamento artroscopicodell’artropatia sterno-claveare

COMITATO DEL CONGRESSOPresidentiAlessandro CastagnaPietro RandelliPaolo AvanziPresidenti OnorariMario RandelliPaolo Cabitza

Sessioni per i Fisioterapisti - 12 Febbraio 2014PresidentiPietro RandelliAlessandro CastagnaStefano Respizzi

Comitato ScientificoPietro RandelliStefano RespizziMarco ContiGianfranco Lisitano

Segreteria OrganizzativaOIC srlViale Giacomo Matteotti, 7 - 50121 FirenzeTel. +39 055 50351 - Fax +39 055 5001912Informazioni generali: [email protected] e prenotazioni alberghiere: [email protected] e sponsorizzazioni: [email protected]

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Humanitas IRCCS - Ressi o CongrCentr

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ecnologie OrtopedicheTTecnologie OrtopedicheSport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia

PROGRAMMA PRELIMINARE

ecnologie Ortopedicheecnologie Ortopedicheecnologie Ortopediche

PROGRAMMA PRELIMINARE

Società Italiana di Chirurgia

ecnologie Ortopediche

del Ginocchio, Artroscopia, Sport, Cartilagine e Sport, Cartilagine e Sport, Cartilagine e del Ginocchio, Artroscopia, del Ginocchio, Artroscopia, del Ginocchio, Artroscopia, Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia Società Italiana di Chirurgia

PROGRAMMA PRELIMINAREPROGRAMMA PRELIMINARE

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PROGRAMMA PRELIMINARE

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in collaborazione con

Mario Rresidenti Onorari:P

o Castagna, PAlessandrresidenti: P

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SIGASCOT: ci si incontra

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Page 31: artroscopia SIGASCOTsiagascot-orto.com/wp-content/uploads/2020/02/2013_02.pdf · lesioni meniscali 2013, Bologna Articoli: Comitato Artroscopia: A. Ferretti Comitato Ricerca: A. Gigante

10.15 3) Instabilità anteriore condanno osseoLetture11.00 Instabilità della sterno claveareed il suo trattamento11.15 Lesione bony bankart, fratturedella glenoide ed instability arthropathy

11.30 Fratture delle tuberosità11.45 Trattamento delle pseudoartrosidi clavicolaLive Surgery

12.00 4) Artrite reumatoide o necrosiavascolare, protesi stemless13.00 Lunch

Martedì 11 Febbraio 2014

Letture14.15 Utilizzo delle protesi nellefratture e negli esiti di frattura14.30 Protesi inversa nel trattamentodelle fratture a quattro frammentidell’epifisi prossimale dell’omero14.45 Complicanze delle protesiinverseLive Surgery

15.00 5) Revisione con protesi inversaA. Castagna (Milano)16.00 6) Protesi anatomica in artrosigleno-omerale primitiva o post-traumaticaP. Randelli (San Donato Milanese)16.45 7) La protesi inversa nellafrattura acuta dell’epifisi prossimaledell’omero

Mercoledì 12 Febbraio 2014

Sessioni per FisioterapistiDAllA CHIRURGIA DI SPAllAAllA RIABIlITA ZIONE: ASPETTIPRATICI8.20 Introduzione al CorsoP. Randelli, A. Castagna, S. Respizzi,M. Conti, G. LisitanoPRIMA SESSIONE: INSTABILITÀLetture: La spalla instabile8.30 Concetti di biomeccanica efisiopatologia correlati alla clinica,esame obiettivo e diagnosticaradiologica8.45 Il trattamento conservativo echirurgico dell’instabilità anterioreP. Randelli (San Donato Milanese)9.00 Il trattamento conservativo e chirurgico dell’instabilitàmultidirezionale e dell’instabilità

posteriore/complessaA. Castagna (Milano)Aspetti riabilitativi9.15 Core stability e rieducazionegesto specifica dell’atleta9.30 Approccio pratico del Fisiatra:come devo gestire il paziente trattatoconservativamente ed il paziente dopola chirurgia, dalla A alla Z9.45 Approccio pratico delFisioterapista: come devo gestire il paziente trattato conservativamente ed il paziente dopo la chirurgia, dalla A alla Z10.10 Discussione10.30 Coffe break e visita agli standespositiviRiunione sugli Aspetti Riabilitativi

Mercoledì 12 Febbraio 2014

Sessioni per FisioterapistiSECONDA SESSIONE: CUFFIA DEIROTATORI11.00 La cuffia dei rotatori: aspettianatomici, esame clinico e quadriradiologici e patologici11.15 Il trattamento conservativo dellelesioni della cuffia dei rotatori: concetti teorici, pratici e di medicinafisica11.30 Trattamento chirurgico dellelesioni della cuffia dei rotatoriA. Castagna (Milano)11.45 Trattamento riabilitativo post-operatorio nella cuffia dei rotatori:aspetti pratici12.00 Discussione

TERZA SESSIONE: PATOlOGIATRAUMATICA E DEGENERATIVA12.30 Trattamento conservativo echirurgico nelle fratture della spalla12.45 Trattamento conservativo echirurgico nell’artrosi di spallaP. Randelli (San Donato Milanese)13.00 La riabilitazione in traumatologia e patologiadegenerativa della spalla13.15 Discussione13.30 Lunch

14.30-18.00 SECONDA SESSIONE,HANDS-ONLaboratorio di fisioterapia - S. Respizzi, M. Conti

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SIGASCOT

artroscopiabase ed avanzataEDITORSPietro Randelli , Claudio MazzolaPaolo Adravanti, Claudio Zorzi, Matteo Denti

Volume di 944 pagineF.to 21x29 - € 150,00

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cartilagine istruzioni per l’usoEDITORSElizaveta Kon, Massimo BerrutoVincenzo Condello, Giuseppe Peretti, Mario Ronga

Volume di 256 pagineF.to 21x29 - € 85,00

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Collana della Società Italiana di Chirurgia del GinocchioArtroscopia • Sport • Cartilagine e Tecnologie Ortopediche

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