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Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide

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Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide

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Page 1: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide

Robert LouisStevenson

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

R.L. Stevenson

ISBN 978-88-494-1539-1-C

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Allegato a Professione lettoreVolume A

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Robert LouisStevenson

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Traduzione diSergio Nicola

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Proprietà letteraria riservata© 2011 De Agostini Scuola SpA – Novara1ª edizione: gennaio 2011Printed in Italy

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Redazione: Rebecca RegliProgetto grafico: Anna HuwylerTecnico responsabile: Riccardo MassaroRealizzazione: Essegi

Art Director: Nadia Maestri

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INDICE

Capitolo 1

I segreti di una porta 5

Lavoro sul testo 12

Capitolo 2

In cerca del signor Hyde 15

Capitolo 3

Il dottor Jekyll era tranquillo 24

Lavoro sul testo 27

Scrittura guidata 31

Capitolo 4

Un orrendo delitto 33

Capitolo 5

Lo strano caso della lettera 38

Lavoro sul testo 43

Capitolo 6

Il terribile caso del dottor Lanyon 47

Capitolo 7

L’episodio della finestra 51

Lavoro sul testo 53

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Capitolo 8

L’ultima notte 56

Lavoro sul testo 68

Scrittura guidata 70

Capitolo 9

Il racconto del dottor Lanyon 71

Lavoro sul testo 79

Capitolo 10

La relazione completa del dottor Jekyll sul proprio caso 82

Lavoro sul testo 100

Riflessione e discussione 103

Verifica finale 104

Il tuo racconto 109

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Capitolo 1

I segreti di una porta

Il signor Utterson, avvocato, era un uomo dai modi sbrigativi: freddo, frugale e impacciato nella conversa-zione, avaro di sorrisi, poco incline al sentimentalismo,

magro, alto, trascurato, tetro. Eppure in qualche modo,anche se poteva apparire incredibile, in lui c’era qualcosache lo rendeva amabile e gradevole. Quando si trovava traamici e il vino era di suo gusto, si poteva vedere un lampodi umanità saettare nel suo sguardo. Un’umanità che, seb-bene non fosse espressa a parole, non si mostrava solo nelcontegno del suo volto dopo il pranzo, ma che ancor piùspesso si poteva notare nel comportamento quotidiano.

Era alquanto severo con se stesso; beveva raramenteun bicchierino di gin1 poiché si sentiva in colpa per la suapassione per i costosi vini invecchiati. Benché amasse ilteatro, erano ormai vent’anni che non oltrepassava la so-glia di uno di essi. Con gli altri era però molto tollerante e,anzi, qualche volta si sorprendeva nel provare invidia perla forte vitalità che porta gli animi a compiere misfatti. Difronte alle azioni più efferate2 era più incline al perdonoche alla condanna. «Tendo a stare dalla parte di Caino3»,era solito affermare con fare enigmatico. «Lascio che miofratello vada al diavolo nel modo che più gli piace.»

Poiché la pensava in questo modo, era spesso l’ultimarispettabile conoscenza e l’ultima persona con una certabuona influenza per tutti quegli individui la cui vita era

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Una voce esternaal raccontointroduce ilpersonaggio e nedescrive lecaratteristichefondamentali.

Osserva la severamorale di Utterson, cherinuncia al bereperché nonintende sottostaread una passioneritenuta“colpevole”.

1. gin: acquavite di cereali, aromatizzata conbacche di ginepro.2. efferate: crudeli, feroci.

3. Caino: secondo il racconto della Bibbia, fu ilprimogenito di Adamo e uccise per gelosia ilfratello Abele.

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ormai allo sbando. E ogni qualvolta uno di essi andava atrovarlo nel suo studio, non riscontrava nemmeno il mi-nimo cambiamento nel suo contegno. Di certo al signorUtterson questo non riusciva difficile data la sua innatadiscrezione, tanto che le sue amicizie sembravano basatesu una forma di cortesia reciproca che aveva qualcosa disacro.

È tipico dell’uomo di poche pretese accettare nel suogiro di amicizie coloro che gli sono presentati dalla sorte eproprio questo era l’atteggiamento dell’avvocato.

Come amici aveva i suoi consanguinei oppure coloroche conosceva da lunga data; il suo affetto cresceva, comel’edera, con il trascorrere del tempo e non gli importava sechi diveniva oggetto delle sue attenzioni lo ricambiasseoppure no. Tali, senza dubbio, erano i legami di amiciziache lo univano al signor Richard Enfield, suo cugino allalontana e noto uomo di mondo.

In molti si scervellavano cercando di capire che cosa idue uomini vedessero l’uno nell’altro o quali interessi po-tessero mai avere in comune. Quanti li incontravano du-rante le passeggiate domenicali raccontavano che en-trambi camminavano in silenzio, con lo sguardo perso nelvuoto, manifestando un profondo sollievo al comparire diun amico. Eppure i due tenevano in gran conto quelle lo-ro passeggiate, tanto da considerarle il momento più pre-zioso di tutta la settimana: al punto che, pur di mantene-re questa piacevole abitudine, rinunciavano agli eventimondani e resistevano ai richiami del lavoro.

Il caso volle che, proprio durante una delle loro passeg-giate, si addentrassero in una via secondaria di un quar-tiere commerciale di Londra. Sebbene durante la settima-na vi prosperassero affari d’ogni tipo, ora la via erasilenziosa e tranquilla. Sembrava che gli abitanti se lapassassero bene e vivessero nel lusso, dato che le ecce-denze dei loro guadagni le spendevano in civetterie e inopere superflue di abbellimento urbano: i negozi, adesempio, ostentavano un’aria invitante, simili ad unaschiera di commesse sorridenti. Anche di domenica,quando l’afflusso di gente si riduceva, la via sembravabrillare come un falò nella foresta, in netto contrasto coni tetri dintorni. Con le persiane tinte di fresco, gli ottoni

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La similitudineevidenzia come gliaffetti di Utterson siconsolidino con iltempo: egli è unuomo abitudinarioe metodico.

Il ceto sociale del quartieredescritto è quelloborghese ebenestante.

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ben lucidati, il suo senso di pulizia e di gaiezza, essa atti-rava e allettava l’occhio del passante.

Ma ad un paio di porte da una svolta per chi provenis-se da est, la linea di negozi era interrotta da un cortile sucui incombeva un edificio sinistro e fatiscente. Alto duepiani, non presentava finestre. Si vedeva soltanto unaporta al pianterreno, al di sopra della quale campeggiavala cieca superficie dell’intonaco scolorito. Ovunque si ve-devano i segni di una lunga e sordida4 decadenza. Laporta, sprovvista di campana e di batacchio, era scrostatae dissestata. La sua rientranza era diventata il rifugio deivagabondi che sfregavano i fiammiferi sull’uscio nel ten-tativo di accenderli. I ragazzini avevano preso a sostaresui gradini prospicienti; gli scolari provavano le lame deiloro coltellini sulle modanature5… Da molte generazioninessuno si prendeva il disturbo di cacciare quegli occasio-nali e turbolenti visitatori o di rimediare ai loro danni.

Il signor Enfield e l’avvocato, che si trovavano dall’altraparte della via, si avvicinarono a quella porta scrostata. Ilprimo la indicò con il suo bastone da passeggio.

«Hai mai notato quella porta?» domandò. E vedendo ilsuo amico annuire, aggiunse: «Mi ricordo che ad essa ècollegata una strana storia».

«Ma davvero?» replicò il signor Utterson con una lieveincrinatura nella voce. «E di che cosa si tratta?»

«Bene, te lo dirò» rispose il signor Enfield. «Stavo tor-nando da un posto in capo al mondo ed erano circa le tredi un buio mattino invernale. I miei passi mi portarono inuna zona della città in cui non si vedeva assolutamentenulla, eccetto i lampioni. Non c’era nessuno… Tutti a dor-mire. Strada dopo strada, sempre la stessa storia. Tutti ilampioni erano accesi e schierati come in processione etutto era deserto come in una chiesa. Mi sorpresi a sob-balzare ad ogni minimo rumore e a scrutare in giro nellasperanza di vedere un poliziotto. A un tratto, scorsi duepersone: un individuo di bassa statura che procedeva conpasso veloce e una bambina di otto o dieci anni che corre-va come il vento lungo una via traversa.

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4. sordida: squallida. 5. modanature: elementi ornamentali attornoalla cornice.

L’avversativa maintroduce un nettocambiamento diambiente.

L’osservazionedel narratore lasciatrapelare un lieveturbamento di Utterson.

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Le due figure si scontrarono all’incrocio ed è qui cheaccadde la cosa raccapricciante: l’uomo calpestò senzascomporsi il corpo della piccola, lasciandola urlante sulselciato. A raccontarlo fa poco effetto, ma ti assicuro cheassistervi fu una cosa terribile. Quell’essere non sembravaumano, era una specie di Juggernaut6.

Lanciato un grido d’allarme, mi diedi all’inseguimentodi quella canaglia e, afferratolo, lo trascinai fino al luogoin cui si andava formando un capannello di persone at-torno alla piccola che stava piangendo. Quella specie diuomo non oppose resistenza, ma mi guardò in un modoche mi fece venire i sudori freddi. La bambina non avevanulla di grave, era solo spaventata, stando a quanto disseun medico che si trovava a passare per quell’incrocio, etutto sarebbe potuto finire lì. Ma la circostanza era davve-ro strana. Avevo detestato quell’individuo già alla primaocchiata e la stessa repulsione, ancora maggiore, la pro-vavano i genitori della bambina, sopraggiunti nel frattem-po. Ma ciò che mi stupì di più fu l’atteggiamento del dot-tore. Era il classico medico freddo e insensibile e dall’etàindefinibile, con un forte accento edimburghese e la va-rietà di emozioni di una cornamusa…! Eppure, amicomio, provava il nostro stesso ribrezzo: ogni volta cheguardava quell’essere che avevo acciuffato sbiancava e sicapiva che l’avrebbe volentieri fatto fuori. Intuivo che co-sa gli passava per la mente, così come lui probabilmenteintuiva i miei pensieri. Cercammo comunque di fare delnostro meglio per chiudere quell’inquietante episodio.Minacciammo quel demonio di dare talmente risalto atutta quella storia da rendere il suo nome inviso a tuttaLondra: gli promettemmo che se avesse avuto amici oqualche protettore li avrebbe persi tutti. E per tutto il tem-po in cui lo torchiavamo dovemmo pure tener lontano dalui le donne inferocite: non ho mai visto tanti volti carichid’odio tutti insieme. E intanto quell’uomo stava in mezzoa questa calca rabbiosa, spaventato sì, ma con un ghignocosì malvagio ed un contegno così beffardo da far invidiaal diavolo in persona. «Se intendete ricavare denaro da

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6. Juggernaut: carro processionale della religio-ne induista; travolgeva i fedeli che si gettavano

sotto le sue ruote come atto devozionale versol’idolo che vi era trasportato.

Enfield, comeUtterson, è dotatodi senso morale e agisce per amordi giustizia.

Il tono èchiaramenteironico:l’espressionesottolineal’insensibilità del medico.

Osserval’insistenza sugliaspetti diabolici di Hyde,personificazionedel male.

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questo incidente» disse «non posso certo oppormi. Nes-sun gentiluomo vorrebbe rovinarsi la reputazione. Dunque, quanto volete?». Per farla breve, chiedemmocento sterline per la famiglia della piccola; si vedeva cheavrebbe voluto fuggire, ma la folla inferocita che lo attor-niava lo costringeva a desistere da tale proposito. Quindidovette andare a prendere il denaro: e dove pensi che ciabbia condotti? Proprio davanti a questa porta! Estrassein fretta la chiave, entrò, e di lì a poco tornò con un asse-gno della banca Coutts per la somma stabilita, pagabile alportatore e firmato da una persona di cui non posso dirtiil nome, sebbene questo sia un punto importante dellastoria (posso assicurarti che si tratta di un nome moltonoto e che compare spesso sui giornali). Erano davveromolti soldi, ma ciò che contava di più era la firma, am-messo che fosse autentica.

Mi presi la libertà di dire a quell’uomo che tutta quellavicenda era quanto mai improbabile poiché, di solito, unuomo non entra in uno scantinato alle quattro del matti-no per uscirne con un assegno di cento sterline firmatoda un altro.

Ma quello mi sorrise, sornione7. «Non preoccuparti,»disse «starò con voi fino a che non apriranno le banche eincasserò personalmente l’assegno». Così ci mettemmoin marcia tutti quanti, il medico, il padre della bambina, ilnostro amico ed io e trascorremmo il resto della notte nelmio appartamento.

Il giorno seguente, dopo colazione, andammo tutti inbanca. Presentai io stesso l’assegno, dicendo che avevoragione di crederlo falsificato. Ma mi sbagliavo: l’assegnoera valido.

«Ma che strano…» disse il signor Utterson. «Vedo cheanche tu non sei convinto» replicò il signor Enfield. «Sì, èdavvero una brutta storia. Quell’uomo era un individuospregevole con cui nessuno avrebbe mai voluto avere ache fare… Eppure la persona che firmò l’assegno è un uo-mo di provata onestà, assai famoso e, cosa ancora peggio-re, uno di quei tuoi amici dediti a opere di bene. Ricatto,

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7. sornione: con un’espressione apparente-mente bonaria, ma in realtà studiata per na-

scondere le vere intenzioni.

Viene omessovolutamente un elementoimportante dellastoria, per crearesuspense.

Il narratore non dice nulla sulretro della notte epassa direttamenteal giorno seguente:tale saltotemporale sichiama ellissi.

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suppongo. Un uomo onesto che sborsa grandi somme didenaro per qualche peccato di gioventù.

Di conseguenza ho soprannominato questo posto “lacasa del ricatto”. Anche se ciò, ovviamente, non spiegatutto.» E, detto questo, si sprofondò nei suoi pensieri.

Si riscosse quando il signor Utterson gli domandò improv-visamente: «E non sai se il firmatario dell’assegno vive qui?».

«Un gran bel posto, non è vero?» rispose il signor En-field. «Comunque non vive qui; ho rintracciato l’indirizzo:sta in una qualche piazza, non so bene dove».

«E non hai chiesto informazioni su questo edificio cheha una porta sola?» domandò il signor Utterson. «No miocaro, sono una persona discreta io» fu la risposta. «Nonfaccio mai molte domande. Fare una domanda è come farrotolare una pietra. Tu stai seduto sulla cima di una colli-na e fai rotolare una pietra che ne trascina altre con sé: adun tratto un individuo del tutto ignaro, l’ultima persona acui avresti mai pensato, riceve un colpo in testa nel suogiardino. Nossignore, ho la mia regola: più una faccendaè strana e meno faccio domande.»

«Una gran buona regola» sentenziò l’avvocato. «Ma ho studiato il posto per conto mio» continuò En-

field. «Non sembra che questa casa sia abitata. C’è soloquesta porta e non vi esce o entra nessuno eccetto quel-l’orribile uomo di cui ti ho parlato, anche se di rado. Sulpiccolo cortile interno si affacciano tre finestre del pianosuperiore, mentre non ce ne sono al pianterreno. Le fine-stre sono sempre sbarrate, ma pulite. Eppure c’è un comi-gnolo da cui in genere esce fumo, per cui qualcuno dovràpur abitarci! Anche se non si può esserne sicuri, perchéquegli edifici sono così ammassati attorno a quel cortileche è davvero arduo dire dove finisca uno e inizi l’altro.»

I due camminarono in silenzio ancora per un tratto.«Enfield,» disse poi all’improvviso il signor Utterson. «Latua regola di vita è eccezionale.»

«Sì, lo penso anch’io» replicò Enfield. «E nondimeno» continuò l’avvocato «c’è una cosa che

devo chiederti. Voglio sapere il nome del tizio che ha in-vestito la bambina».

«Ma certo!» disse il signor Enfield. «Non vedo perchénon dovrei dirtelo. Si tratta di un certo signor Hyde.»

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La similitudinespiega ladiscrezione di Enfield: porretroppe domandepuò generarereazioni a catenaed esiti nonprevedibili.

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«Mmm…» mugugnò il signor Utterson. «E che aspettoha?» «Non è facile descriverlo. C’è qualcosa di strano nelsuo aspetto, qualcosa di sgradevole e perfino di repellen-te, oserei dire. Non ho mai incontrato un uomo che mi ri-sultasse così odioso fin dalla prima occhiata. È una cosapiuttosto strana, non riesco a spiegarmi il perché. Deveavere qualche malformazione anche se non so dire dove.C’è qualcosa in lui che non torna. È un individuo davveroparticolare, ma non saprei dirti perché io non riesca a de-scriverlo. E non per mancanza di memoria, dal momentoche, mentre te ne parlo, è come se me lo trovassi proprioqui davanti.»

Il signor Utterson percorse in silenzio un buon tratto distrada, visibilmente assorbito nei suoi pensieri. «Sei sicu-ro che abbia usato una chiave?» domandò, infine.

«Ma caro amico…» cominciò Enfield colto di sorpresa. «Sì, lo so» disse Utterson. «Può sembrare strano, ma il

fatto che io non ti abbia chiesto il nome dell’altra persona,quella la cui firma risultava sull’assegno, è perché lo sogià. Come vedi, Richard, non potevi scegliere un ascolta-tore più adatto di me. Ma sei sicuro di avermi detto pro-prio tutto?»

«Certo che avresti potuto dirmelo subito!» rispose l’al-tro con sdegno.

«Comunque ti ho riferito con precisione tutto quello chesapevo. Quel tizio aveva una chiave e, per dirla tutta, cel’ha ancora. Gliel’ho vista usare meno di una settimana fa.»

Il signor Utterson sospirò profondamente, ma non dis-se nulla e così l’altro continuò: «Ed ecco un’altra bella le-zione che mi insegna a tenere a freno la lingua!». Poibrontolò: «Mi secca di essermi lasciato andare. Stringia-mo un patto: non un’altra parola su questa faccenda!».

«Con tutto il cuore» disse l’avvocato. « Te lo prometto,Richard, con una bella stretta di mano!»

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Hyde non vienedescrittonell’aspetto, ma di lui sisottolineano le impressioninegative chesuscita in chiincontra.

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LAVORO SUL TESTO

Comprensione

1 Completa il brano.

La storia è ambientata nella città di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Durante una . . . . . . . . . . . . . . . . . . . il signor

. . . . . . . . . . . . . . . . di professione . . . . . . . . . . . . . . . . e il signor . . . . . . . . . . . . . . . . . . , suo cugino ed amico,

si trovano di fronte ad un . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fatiscente, privo, ad un esame sommario,

di finestre. Essi si avvicinano alla . . . . . . . . . . . . . . scrostata e sconnessa e il signor

. . . . . . . . . . . . . . . inizia a raccontare uno strano . . . . . . . . . . . . . . . che ha come protagonisti un

individuo di bassa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e una . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . di circa otto-dieci anni. I due,

provenienti da direzioni opposte con andatura molto rapida, si . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . all’in-

crocio e l’uomo calpesta senza scomporsi la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . che fortunatamente

non subisce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’investitore, dopo essere stato catturato dal signor

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , accetta di . . . . . . . . . . . . . . . . un indennizzo alla famiglia della piccola e

va a prendere un assegno che risulta firmato non da lui ma da . . . . . . . . . . . . . di prova-

ta onestà e assai noto. L’investitore risulta essere il signor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , uno

strano individuo che ha in sé qualcosa di sgradevole e di . . . . . . . . . . . . . Del firmatario

dell’assegno non si dice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ma egli è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ad entrambi gli

amici che decidono di stringere un patto: non . . . . . . . . . . . . . . . . . . . più di quella faccenda.

2 Da alcune reazioni di Utterson, risulta evidente che egli è in possesso diqualche informazione che non dichiara apertamente. Riguardo a chi e ache cosa? Quali sono gli indizi?

3 In che modo Enfield tenta di giustificare il fatto che Hyde entri nellasquallida casa e ne esca con un assegno firmato da una persona impor-tante? È convinto della sua ipotesi?

AnalisiAntitesi e anomalie: il tema del doppio

Il primo capitolo contiene una serie di ele-menti contrastanti che inducono il lettore adassumere un atteggiamento interlocutorionei confronti della storia e a prendere attodell’esistenza di realtà diverse, in antitesi fradi loro eppure coesistenti. Tali elementi si ri-scontrano sia nella descrizione dei perso-

naggi (Utterson e Hyde) che degli spazi (levie di Londra e lo squallido edificio) e trova-no un corrispettivo sul piano formale nell’u-so ricorrente di congiunzioni avversative. Ta-le scelta svolge la funzione di introdurrel’argomento principale che si svilupperà nelcorso del romanzo: il tema del doppio.

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4 Prendi in considerazione il signor Utterson e completa la scheda.

Aspetto: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Carattere: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Abitudini: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Atteggiamento verso se stesso: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Atteggiamento verso gli altri in generale: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Professione: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Comportamento nei confronti dei suoi assistiti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Filosofia di vita (leggi le righe 20-22): . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5 Quali elementi del ritratto del signor Utterson ti paiono in contrasto fraloro?

6 Prendi in esame il personaggio di Hyde. Evidenzia gli aggettivi o leespressioni che, a tuo avviso, non lo contraddistinguono.

malvagio, sfuggente, disumano, possente, basso, alto, demoniaco, repellen-te, sensibile alla sua reputazione, spaventato, beffardo, affascinante, piacevo-le, sornione, sincero, simile a uno Juggernaut.

7 Scegli almeno tre caratteri di Hyde che sono chiaramente contraddittorifra loro.

8 Gli spazi sono descritti con elementi di segno opposto. Unisci con unafreccia le espressioni corrispondenti ai due ambienti.

Via di un quartiere di Londra silenziosa e tranquillaabitata da cittadini agiati sinistra e fatiscente

Costruzione strana ingentilita da negozi invitantipulita e gaiasquallida e decadentepersiane tinte di frescopriva di finestreintonaco scoloritoporta scrostata e dissestataottoni ben lucidatisprovvista di campana e batacchiorifugio di vagabondiluogo di sosta di occasionali visitatori viva e

dinamica per le attività commerciali

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9 Definisci con due aggettivi l’atmosfera dominante nei due spazi sopraindicati.

Un clima di mistero e di attesa

Le pagine iniziali del romanzo catturanol’interesse del lettore attraverso moltepli-ci espedienti narrativi, che riescono acreare un clima di mistero e di attesa. Lastrana storia raccontata da Enfield, adesempio, ha luogo alle tre del mattino, inun ambiente buio e inquietante. Uttersonsa certamente, della vicenda, più di

quanto non dica e nella trama molte do-mande risultano prive di risposta. Tacerealcuni aspetti della storia, inserire partico-lari inspiegabili e talvolta in contrasto conle attese del lettore, ambientare avveni-menti in luoghi lugubri e in orari incon-sueti sono alcuni ingredienti adatti a su-scitare suspense.

10 Hyde travolge senza scomporsi una bambina, quindi non possiede alcunsenso morale. Che cosa si attende il lettore? Che cosa avviene, invece?

11 Esamina le righe 92-104. Quali particolari rendono l’atmosfera poco ras-sicurante?

12 Per rappresentare atmosfere e ambienti diversi, vengono introdotte spes-so, nella narrazione, similitudini suggestive. Alle righe 61-63, i negozi sonosimili ad una schiera di commesse sorridenti e la via, che pullula di eser-cizi commerciali, brilla come un falò nella foresta. Trova alle righe 96-98 ledue similitudini relative all’ambiente. Che cosa vogliono sottolineare, se-condo te, e quale elemento hanno in comune?

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Capitolo 2

In cerca del signor Hyde

Venuta la sera, il signor Utterson tornò al suo appar-tamento di scapolo con un’espressione addiritturatorva sul viso e si sedette a tavola senza il minimo

interesse per la cena. Di solito la domenica sera, dopo ilpasto, si sedeva davanti al camino e sistemava sul leggioun pesante volume di qualche sconosciuta branca di teo-logia. Leggeva finché l’orologio della chiesa vicina nonbatteva la mezzanotte; quindi andava a letto da brava emorigerata persona, provando un autocompiaciuto sensodi contentezza.

Quella notte, però, dopo aver piluccato qualcosa, preseuna candela e andò nel suo studio. Aprì la cassaforte,estrasse da uno scomparto un documento con su scritto“Testamento del dottor Jekyll”e si sedette, accigliato, a stu-diarne il contenuto. Il testamento era ancora olografo1 per-ché il signor Utterson, sebbene l’avesse ricevuto dopo cheera stato appena redatto, si era rifiutato di offrire assistenzaalla compilazione. In esso era disposto non solo che in casodel decesso del dottor Henry Jekyll tutti i suoi averi passas-sero al «suo amico e benefattore Edward Hyde,» ma ancheche, nel caso di una assenza o di una scomparsa inspiegabi-le del dottor Jekyll stesso superiore a tre mesi, il signor Ed-ward Hyde gli subentrasse in tutte le proprietà senza il mi-nimo intoppo e libero da qualsiasi obbligo, purché pagasseuna misera liquidazione ai domestici del dottore.

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1. era ancora olografo: non era stato ufficial-mente trascritto e ratificato, quindi risultava

ancora redatto per intero, di proprio pugno,dal testatore.

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Quel documento era un pugno nello stomaco per l’av-vocato. Lo offendeva sia come legale sia come uomo daisani principi per il quale l’aggettivo “strano”era sinonimodi “immorale”. Ed era ancora più indignato per il fatto dinon aver mai saputo nulla sul conto di codesto signorHyde. Ma ora, dopo quanto gli aveva raccontato il cugino,forse era anche peggio.

Se già gli seccava non aver scoperto chi fosse in passa-to, tanto più adesso era sconvolto dall’immagine che gli sipresentava: ecco stagliarsi con chiarezza, davanti ai suoiocchi, la figura di un demonio.

«Pensavo fosse pazzia» disse, rimettendo in cassafortequello scomodo documento. «Ora temo che si tratti di unraggiro.» Detto questo, spense la candela, si mise il cap-potto e si diresse verso Cavendish Square2, dove, nel co-siddetto “vicolo della medicina” abitava e riceveva i suoinumerosi pazienti un suo amico, lo stimato dottor La-nyon. «Se c’è qualcuno che sa qualcosa, questi è il dottorLanyon,» pensava.

L’impettito maggiordomo del dottore lo riconobbe, glidiede il benvenuto e lo condusse direttamente nella sala dapranzo dove Lanyon sedeva con la sola compagnia di unbicchiere di vino. Era un uomo gentile, in salute, allegro erubicondo, con una canizie precoce e un modo di fare estro-verso e deciso. Quando vide il signor Utterson si alzò subi-to e gli diede un caloroso benvenuto: il suo temperamentocosì cordiale e la sua innata vivacità potevano apparire qua-si melodrammatici3, ma erano davvero genuini. Proprio perquesto i due erano vecchi amici; erano stati compagni discuola e di collegio, si rispettavano a vicenda e, cosa rara,sapevano godere l’uno della compagnia dell’altro.

Finiti i convenevoli, l’avvocato portò il discorso sull’ar-gomento che gli stava così dolorosamente a cuore.

«Suppongo, Lanyon,» disse «che noi due siamo gliamici più vecchi rimasti ad Henry Jekyll».

«Preferirei che gli amici fossero più giovani!» rise ildottor Lanyon. «Comunque hai ragione… E con questo?Lo vedo raramente».

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2. Cavendish Square: un quartiere di Londra. 3. melodrammatici: esagerati, teatrali.

La logica di Utterson rifiutaqualsiasi soluzionefantasiosa.

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«Sul serio?» si stupì Utterson. «Pensavo che aveste in-teressi comuni…»

«Li avevamo, infatti,» fu la risposta «ma è già da alme-no dieci anni che Henry Jekyll è diventato troppo stranoper i miei gusti. Secondo me, è uscito fuori di testa. Gliresto legato soltanto in nome della vecchia amicizia, co-me si dice, ma cerco di vederlo il meno possibile. Bah!Tutte quelle sue farneticazioni4 pseudo-scientifiche!» ag-giunse il dottore accalorandosi. «Avrebbero mandato al-l’aria anche il più solido dei rapporti!»

Quel piccolo scatto d’ira portò non poco sollievo al si-gnor Utterson. «Allora si tratta solo di banali divergenzedi opinione!» pensò. E, dato che la scienza non lo inte-ressava (a meno che non riguardasse passaggi di proprie-tà) non aggiunse altro.

Diede al suo amico il tempo di ricomporsi e poi gli do-mandò quello per cui era venuto: «Hai mai incontrato unsuo protetto, un certo signor Hyde?».

«Hyde?» gli fece eco Lanyon. «No, mai sentito in vita mia.» Fu solo con queste scarse informazioni che l’avvocato,

tornato a casa, si coricò nel suo scuro e ampio letto, in cuisi rigirò senza tregua fino a che le ore del mattino comin-ciarono a crescere. La notte portò poche consolazioni allasua mente che ribolliva di oscuri e torbidi pensieri. Quan-do le campane della chiesa vicina suonarono le sei, stavaancora rigirandosi nel letto, cercando una soluzione aquella strana storia.

Fino ad allora il suo interesse per la faccenda era statopuramente intellettuale, ma ora aveva stuzzicato e sog-giogato la sua fervida immaginazione. Mentre stava sdra-iato senza requie nell’oscurità resa più fitta dai pesantitendaggi della camera, vedeva il racconto del cugino En-field svolgersi davanti ai suoi occhi come se stesse guar-dando all’interno di una lanterna magica5. Rivedeva lalunga fila di lampioni nella città immersa nella notte, poila figura di un piccolo uomo che correva concitato e quel-

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4. farneticazioni: assurdità, discorsi privi di sen-so e di coerenza logica.5. lanterna magica: fu il primo apparecchio perproiezioni luminose. Inventato nel 1654, con-sisteva in una scatola chiusa contenente una

fonte luminosa e una lente che ne convogliavala luce su una lastra di vetro, dipinta in mododa proiettarne l’immagine su uno schermo,attraverso un obiettivo.

Ancora unaccenno allastranezza di Jekyll.

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la di una bambina che si affrettava a tornare a casa: e poiancora quello scontro agghiacciante, con quell’essere ri-buttante che travolgeva e calpestava la piccola, incurantedei suoi strilli. Oppure gli sembrava di vedere la camera diuna ricca dimora dove il suo amico Henry Jekyll giacevaaddormentato e sorrideva nel sogno. A quel punto la por-ta della camera si apriva, le cortine del letto si scostavano,il dormiente veniva svegliato di soprassalto. Ed ecco, ac-canto al letto compariva una persona a cui era stato datogrande potere e all’ordine del quale l’uomo che primadormiva doveva svegliarsi anche a quell’ora tarda dellanotte e obbedire ciecamente a suoi ordini. Questa figuranon diede pace all’avvocato per tutta la notte e, se ognitanto si assopiva, la vedeva strisciare tra le case addormen-tate e muoversi sempre più velocemente, fino all’esaspera-zione, attraverso un labirinto fatto di vie illuminate dailampioni, calpestando ad ogni angolo una bambina che re-stava al suolo, urlante. Eppure quel personaggio non avevaun volto tramite cui poterlo identificare perfino nel sogno,perché o non aveva fattezze oppure era talmente sfocato eindefinibile che si dissolveva davanti ai suoi occhi.

Fu così che crebbe nella mente dell’avvocato l’ardentecuriosità di vedere come fosse di persona il signor Hyde.Se avesse solo potuto guardarlo per un attimo, era sicuroche il mistero sarebbe stato risolto e, forse, sarebbescomparso, come certi strani fenomeni fisici quando so-no osservati da vicino.

Avrebbe finalmente scoperto il perché di quella stranaamicizia o vincolo – chiamatelo come vi pare – in cui ilsuo amico si era impegolato e avrebbe fatto luce su quel-lo strano testamento. Inoltre sarebbe davvero valsa la pe-na di vedere sembianze così sconvolgenti: il volto di unuomo spietato, un volto capace di esercitare sul compas-sato Enfield sentimenti di profondo odio.

Da quel momento in poi il signor Utterson iniziò a tene-re d’occhio la porta che dava nella viuzza dai lussuosi ne-gozi. L’avvocato piantonava quella porta al mattino, primadelle ore d’ufficio, a mezzogiorno, quando la gente era inpiena attività e il tempo era contato, e anche di notte, sottolo sguardo della luna cittadina, velata dalla nebbia: conogni luce e a tutte le ore, col trambusto e con la quiete.

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L’angoscia di Utterson derivain parte da unprofondosentimento di amicizia, in parteda dubbi esospetti.

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«Se lui è il signor Hyde,» pensava «allora io sarò il si-gnor Seek6!».

Alla fine la sua costanza venne premiata. Era una bella nottata, l’aria era fresca, le strade linde co-

me il pavimento di una sala da ballo; le lampade, in assen-za di vento, disegnavano piacevoli giochi di luci e ombre.Quando suonarono le dieci e ormai i negozi erano chiusi,la via diventava desolata e silenziosa, nonostante il quietorussare della Londra addormentata. Si potevano avvertireanche i suoni più lontani: si sentivano i rumori domesticiprovenire dalle case e i passi di un viandante occasionalesi udivano ancor prima che questi comparisse.

Il signor Utterson era già lì da qualche minuto, quandopercepì un lieve scalpiccìo. Nel corso dei suoi apposta-menti notturni aveva notato come stranamente i passi diuna singola persona, per quanto lontana, si udissero al-l’improvviso sul diffuso rumorio della città. Eppure, nono-stante questo, la sua attenzione non era mai stata attrattain modo così acuto: prevedendo che quella sarebbe statala notte decisiva, si nascose presso l’entrata del cortile.

I passi si avvicinavano veloci e si fecero più forti nonappena imboccarono la via. L’avvocato, sportosi un pocodal suo nascondiglio, poté infine vedere con che razza dipersona avesse a che fare. Era un uomo piccolo, vestito inmodo ordinario. Anche a vederlo da lontano, il signor Ut-terson provò una sensazione assai sgradevole. L’omiciat-tolo si diresse in fretta verso la porta, attraversando lastrada per fare prima, mentre tirava fuori la chiave conl’aria di chi rincasa.

Il signor Utterson gli si avvicinò e, quando gli passò da-vanti, gli diede un colpetto sulla spalla. «Il signor Hyde,suppongo…» Subito il signor Hyde arretrò con un balzo,sibilando qualcosa mentre cercava di riprendere fiato. Mail suo spavento fu di breve durata e, senza guardare negliocchi l’avvocato, gli rispose freddamente: «Sì, è il mio no-me. Che cosa volete?».

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6. signor Seek: in inglese si determina il giocodi parole (intraducibile in italiano) tra il termi-ne hyde, che significa «nascosto» e il termineseek che significa «cercatore». Occorre anche

ricordare che questo gioco di parole si può in-tendere come un omaggio a uno scrittore par-ticolarmente caro a Stevenson, Wilkie Collins,autore di un racconto dal titolo Hyde and Seek.

L’immagine di Hyde desta in tutti lo stessosentimento di disagio.

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«Vedo che stavate per rientrare» riprese l’avvocato.«Sono un vecchio amico del dottor Jekyll, il signor Utter-son di Gaunt Street. Forse avrete già sentito parlare dime… Volevo approfittare del nostro incontro per entrare.»

«Non sperate di incontrare il dottor Jekyll, non è in ca-sa» replicò il signor Hyde infilando svelto la chiave nellatoppa. Poi, improvvisamente e sempre senza guardarlo,domandò: «E voi come accidenti fate a conoscermi?».

«Prima di tutto: mi fareste un favore?» chiese il signorUtterson.

«Sarà un piacere» rispose l’altro. «Di che si tratta?» « Potrei guardarvi in faccia?» chiese l’avvocato.Il signor Hyde esitò un momento. Poi, dopo aver riflet-

tuto, alzò la fronte con aria di sfida. I due si fissarono perqualche secondo. «Ora potrò riconoscervi!» disse il signorUtterson. «Potrebbe tornarmi utile.»

«Sicuro,» replicò il signor Hyde «è stato un bene che cisiamo incontrati e… a proposito, questo è il mio indiriz-zo». E, detto questo, gli consegnò un pezzetto di carta sulquale era scribacchiato un numero di una via di Soho7.

«Buon Dio!» pensò Utterson. «Si sarà ricordato del te-stamento?» Ma tenne per sé quel pensiero e borbottòqualcosa per ringraziarlo dell’indirizzo.

«Ed ora» disse l’altro «volete dirmi come fate a cono-scermi?».

«Avevo una vostra descrizione.» «E chi ve l’ha fatta, questa descrizione?» «Abbiamo amici in comune» disse il signor Utterson. «Amici in comune?» gli fece eco Hyde con voce altera-

ta. «E chi sarebbero?» «Jekyll, per dirne uno» disse l’avvocato. «Lui non vi ha mai parlato di me!» urlò il signor Hyde

con un impeto d’ira. «Non credevo che aveste il coraggiodi mentire.»

«Andiamo…» disse Utterson conciliante. «Non è il ca-so di usare un simile linguaggio.» L’altro rispose con unarisata selvaggia e un attimo dopo, con straordinaria rapi-dità, aprì la porta e scomparve all’interno della casa.

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7. Soho: altro quartiere londinese.

La reazioneimprevedibile di Hyde non ha, al momento,nessunaspiegazione.

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All’improvvisa sparizione del signor Hyde, l’avvocatorimase così attonito che pareva il ritratto dell’inquietudi-ne. Poi, lentamente, si incamminò per la via, fermandosiogni pochi passi per portarsi il palmo della mano sullafronte, nel gesto tipico di chi è in preda all’angoscia.Mentre camminava, infatti, ripensava agli avvenimentiappena accaduti e non sapeva davvero come interpretar-li. Il signor Hyde, con la sua piccola statura e il coloritopallido, dava l’impressione che in lui ci fosse qualcosa dideforme, senza che si vedessero malformazioni evidentie aveva un sorriso davvero repellente. Con l’avvocato siera comportato nel modo arrogante e saccente tipico deidelinquenti e aveva parlato con voce spezzata, roca e, atratti, sibilante. Tutto questo, di certo, non giovava alla suafigura, ma nessuna di queste sue particolarità potevaspiegare la sensazione di disgusto mista a ripugnanza epaura che il signor Utterson aveva provato alla vista di lui.«Eppure deve esserci qualcos’altro», pensò perplesso l’av-vocato. «C’è di sicuro qualche cosa che non riesco a defi-nire. Che Dio mi aiuti! Quell’essere non sembra nemme-no umano! Ha qualcosa di trogloditico8. Oppure il suocorpo è reso deforme dall’immonda anima in lui conte-nuta? Sì, deve essere così! Oh, mio povero vecchio HenryJekyll! Il tuo nuovo amico porta senza dubbio l’improntadella dannazione impressa sul volto.»

Girato l’angolo, su una via secondaria, c’era una piazzacircondata da nobili e antiche dimore. Ormai decadutedal grandioso stato in cui si trovavano un tempo, eranostate suddivise in singoli appartamenti. Alcuni erano vuo-ti, altri erano abitati da gente di ogni risma: cartografi, av-vocati senza scrupoli, architetti e persone degne della for-ca, capaci delle più ignobili azioni. Una casa, tuttavia, laseconda dopo aver girato l’angolo, si distingueva dalle al-tre per essere ancora indivisa. Il signor Utterson si fermòproprio di fronte alla porta di questa casa, la cui impo-nenza si percepiva nonostante la fitta oscurità fosse spez-zata unicamente da una piccola luce a ventaglio posta

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8. trogloditico: proprio dei trogloditi, cioè di es-seri umani preistorici.

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sull’ingresso. Bussò. Venne ad aprire un anziano e distin-to domestico.

«È in casa il dottor Jekyll, Poole?» chiese l’avvocato. «Vado a vedere, signor Utterson» disse Poole, introdu-

cendolo, intanto, in una spaziosa e confortevole salad’aspetto dal soffitto basso, con il pavimento a mattonel-le. L’ambiente era riscaldato, come nelle ville di campa-gna, dal fuoco scoppiettante di un camino aperto e arre-dato da preziosi mobili in rovere.

«Il signore preferisce aspettare qui accanto al fuoco,oppure vorrebbe essere introdotto nella sala da pranzo?»

«Aspetterò qui, grazie» disse l’avvocato avvicinandosial camino e sporgendosi oltre l’alto parafuoco.

Quella stanza, in cui ora si trovava da solo, era la preferitadel suo amico dottore e pareva che lo stesso signor Uttersonla considerasse il soggiorno più accogliente di tutta Londra.Ma quella notte un brivido gli scorreva nel sangue ogni vol-ta che gli si affacciava alla mente il volto del signor Hyde.Provava, cosa strana per lui, un senso di nausea e disgustoper la vita e in quel cupo stato d’animo gli sembrava di scor-gere una minaccia nei riflessi delle fiamme sul pregiato rove-re del pavimento e nel susseguirsi delle ombre sul soffitto.

Quando Poole entrò per comunicargli che il dottor Je-kyll era uscito, si sentì sollevato, provando per questo unpizzico di vergogna.

«Mio caro Poole, ho visto il signor Hyde entrare dallaporta di quello che un tempo era lo studio di anatomia»disse. E continuò: «È regolare che ciò accada in assenzadel dottor Jekyll?».

«Ma certo, signor Utterson» rispose il domestico. «Il si-gnor Hyde ha la chiave.»

«Il vostro padrone ripone grande fiducia in quel giova-ne, Poole» riprese l’avvocato con aria pensierosa.

«Ha ragione, signore» disse Poole. «Abbiamo l’ordinedi obbedirgli.»

«Non penso di aver mai incontrato Hyde, giusto?»chiese Utterson.

«Oh no, signore: non cena mai qui» rispose il maggior-domo.

«Comunque sia, in questa parte della casa lo si vede ra-ramente; per lo più entra ed esce dal laboratorio.»

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«Bene, allora buona notte, Poole!» «Buona notte, signor Utterson!»L’avvocato si avviò verso casa con un senso di oppres-

sione sul cuore. «Povero Henry Jekyll!» pensava. «Ho paura che si trovi

in una gran brutta situazione… Probabilmente ha fattomolte pazzie in gioventù, ma, anche se è passato tantotempo, la legge divina non perdona. Sì, deve essere pro-prio così: il fantasma di qualche antico peccato, il cancrodi una colpa segreta… Il castigo di Dio avanza, lento masicuro, anche quando la memoria ha già dimenticato e siè riusciti a perdonare se stessi.»

Così l’avvocato si mise, non senza timore, a meditaresul proprio passato, frugando nei più profondi recessi del-la sua memoria, con la paura di trovare qualche vecchiacolpa che potesse saltar fuori all’improvviso come i pu-pazzi delle scatole a sorpresa. E benché il suo passato glirisultasse quasi senza macchia, si sentiva tuttavia ango-sciato dalle azioni poco onorevoli che aveva compiuto,per provare poi un senso di sollievo e gratitudine perquelle che era stato sul punto di commettere e dalle qua-li si era in tempo astenuto. Poi, tornando ai suoi solitipensieri, ritrovava un po’di speranza. «Questo signor Hy-de, a pensarci bene, deve avere chissà quanti segreti…Oscuri segreti, a giudicare dal suo aspetto, segreti al cuiconfronto quelli peggiori di Jekyll devono essere chiaricome la luce del sole. Ma le cose non possono continuarecosì. Mi sento gelare il sangue al solo pensiero che una si-mile canaglia possa avvicinarsi, come un ladro, al capez-zale di Henry. Oh povero Henry, che risveglio avresti!Senza contare l’enorme pericolo: sono sicuro che se que-sto Hyde sapesse del testamento non esiterebbe ad ucci-derlo. Sì, bisogna assolutamente fare qualcosa.» E ag-giunse: «Sempre che Jekyll me lo permetta…». Infatti glierano tornate alla mente, chiare come il sole, le straneclausole del testamento.

� Lavoro sul testo a p. 27

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Il narratoresottolinea ancorama volta il rigoremorale e il fortesenso di giustizia di Utterson.

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Capitolo 3

Il dottor Jekyll era tranquillo

Alcune settimane dopo, grazie a un colpo di fortu-na, accadde che il dottor Jekyll invitò ad uno dei suoi pranzi squisiti cinque o sei dei suoi vecchi

amici, tutti uomini stimati e intelligenti nonché ottimi in-tenditori di vino.

Il signor Utterson, che era della partita, fece in mododi trattenersi ancora un poco dopo che gli altri se ne furo-no andati. Questa non era certo una novità: era già acca-duto numerose volte, poiché quando si stimava il signorUtterson lo si stimava davvero. A molti padroni di casapiaceva intrattenersi con quel rispettabile avvocato quan-do gli altri ospiti spiritosi e ridanciani stavano già acco-miatandosi sulla soglia. Amavano, infatti, la discreta com-pagnia dell’avvocato, il cui prezioso silenzio permettevadi liberare la mente dall’estenuante allegria dei banchetti.A questa consuetudine non sfuggiva certo il dottor Jekyll:il quale, mentre stava seduto dall’altro lato del camino –un uomo robusto, piacente e rubicondo sulla cinquantina,con una certa malizia nello sguardo, ma con tutti i segnidell’intelligenza e della perspicacia sul volto – manifesta-va chiaramente nel suo sguardo il profondo e sincero af-fetto che egli nutriva per il signor Utterson.

«Era da tempo che volevo parlarti, Jekyll» esordì d’untratto l’avvocato. E subito aggiunse: «Hai presente il tuotestamento?».

Un attento osservatore avrebbe subito capito che quel-l’argomento era alquanto spiacevole per il dottor Jekyll,ma il signor Utterson seppe cavarsela egregiamente. «Mio

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La descrizione di Jekyll èrassicurante e rivela unapersonalitàgradevole eattraente…

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povero Utterson,» disse Jekyll «sei davvero sfortunato adavermi come cliente. Non ho mai visto nessuno preoccu-parsi così tanto per il mio testamento, se si eccettuano lerimostranze di quell’obsoleto1 e pedante del dottor La-nyon per quelle che lui chiama le mie “eresie scientifiche”.Oh, – e non guardarmi così! – so bene che è un buonamico e una gran brava persona. Anzi, mi auguro di ve-derlo più spesso… Ma ciò non toglie che sia un insoppor-tabile pedante, ignorante e impudente2. Lanyon mi haproprio deluso!»

«Lo sai che il tuo testamento non l’ho mai approvato»riprese imperterrito il signor Utterson, ignorando il nuovoargomento del discorso.

«Il mio testamento? Sì, lo so…» rispose evasivo il dot-tore. «Me l’hai già detto.»

«E allora te lo ridico» continuò il legale. «Sono qui perscoprire qualcosa di più sul conto del giovane Hyde.»

Il volto piacente e bonario e perfino le labbra del dottorJekyll cambiarono colore e un’ombra gli incupì losguardo. «Non intendo sentire altro» sbottò.

«Quello che ho sentito sul suo conto è abominevole!»incalzò Utterson.

«Questo non cambia nulla! Non puoi capire la mia po-sizione» replicò il dottore con una certa incoerenza. «Mitrovo in cattive acque, Utterson. La mia posizione è mol-to delicata… Non è sicuramente cosa che si possa risolve-re con le chiacchiere.»

«Jekyll,» disse Utterson «mi conosci, puoi fidarti di me.Dimmi cos’è che ti affligge e sono certo che potrò aiutarti».

«Mio buon Utterson,» disse il dottore «il tuo è un gestoda amico, da vero amico, e non ho parole per ringraziarti.Ti credo e mi fido di te più che di qualsiasi altro al mondo,perfino di me stesso, se potessi scegliere. Ma non è comecredi; la situazione non è poi tanto grave e, se la cosa puòrenderti più tranquillo, ti assicuro che mi posso sbarazza-re di Hyde quando voglio. Ti do la mia parola e ti ringra-zio con tutto il cuore. Ma… Utterson, voglio dirti una co-sa e so che tu non la prenderai a male: questa è unafaccenda personale e devo chiederti di lasciarla stare».

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1. obsoleto: antiquato, d’altri tempi. 2. impudente: sfacciato.

…ma questoimprovvisoturbamento destaqualcheperplessità.

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Utterson rifletté per un minuto, lo sguardo perso nelfuoco del camino.

«Sì, hai perfettamente ragione» disse infine alzandosi. «Bene, ma dato che ci troviamo a parlare di questo,

spero per l’ultima volta,» continuò il dottore «c’è un pun-to che voglio tu capisca: mi sta molto a cuore il poveroHyde. So che l’hai visto, me l’ha detto lui, e ho paura chesia stato molto scortese con te. Ma, come ti ho già detto,io nutro un grande, grandissimo interesse per quel giova-ne. Se io me ne andassi, Utterson, ti prego di garantirgli idiritti che gli spettano. Sono sicuro che lo faresti, se fossial corrente di tutto. Se prometterai di farlo, mi toglieraidavvero un grande peso».

«Non puoi pretendere, però, che mi piaccia» disse l’av-vocato.

«Non ti chiedo questo» proseguì Jekyll mettendo unamano sul braccio dell’altro. «Ti chiedo solo di essere giu-sto, aiutandolo in nome delle nostra amicizia, quando ionon sarò più tra voi.»

Utterson non poté reprimere un profondo sospiro.«Bene,» disse «te lo prometto».

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Le parole diJekyll infittiscono il mistero.

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LAVORO SUL TESTO

Comprensione

1 Il capitolo 2 si può dividere in sette sezioni che hanno in comune la pre-senza del signor Utterson. Completa lo schema con le informazioni ri-chieste.

I sequenza: il signor Utterson analizza il testamento del dottor JekyllQuando?Dove si trova Utterson?È sua abitudine recarsi lì?Chi è l’erede testamentario?Che cosa preoccupa l’avvocato?

II sequenza: Utterson si reca a casa del dottor LanyonQuando?Perché Utterson prende questa decisione?Quale rapporto lega i tre uomini (Utterson, Lanyon e Jekyll)? In che cosa consiste la “stranezza” di Jekyll, secondo Lanyon?Che cosa prova l’avvocato?

III sequenza: Utterson torna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Quando?Quale immagine soprattutto lo tormenta?Che decisione prende?

IV sequenza: Utterson incontra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Dopo quanto tempo?In quale momento della giornata e dove?Che cosa esclude, Hyde, molto adirato?

V sequenza: rimasto solo, Utterson si incammina per la viaChe cosa fa l’avvocato mentre cammina?Che cosa lo angustia?

VI sequenza: Utterson bussa alla casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chi lo riceve e quando?L’avvocato trova chi sta cercando?In quale luogo Utterson attende? Chi non cena mai nel palazzo?

VII sequenza: Utterson si avvia verso casa e rifletteQuale legame fra Jekyll e Hyde viene nuovamente preso in considerazione? Su che cosa medita Utterson?Che cosa angoscia l’avvocato circa se stesso?Che cosa teme, invece, per l’amico?

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2 Nella sesta sequenza il lettore viene a conoscenza di informazioni chepermettono di spiegare a che cosa è adibito l’edificio fatiscente e sinistrodi cui si parla nel primo capitolo, chi ne è il proprietario e perché Hyde nepossiede le chiavi. Di quali informazioni si tratta? Chi le fornisce?

3 Leggendo il capitolo 2, è possibile anche ipotizzare chi sia il firmatariodel cospicuo assegno dato da Hyde come risarcimento alla famiglia del-la sua vittima. Scrivine il nome.

4 Chi partecipa al banchetto organizzato dal dottor Jekyll?

5 Per quale motivo il dottore si dilunga a parlare di Lanyon in modo anchepoco lusinghiero?

a. Perché gli interessa giustificare a Utterson il motivo per cui non ha invitatoa casa sua il dottor Lanyon, amico comune di antichissima data e provataonestà;

b. perché tenta di dirottare il discorso su un argomento meno imbarazzante perse stesso, ma in grado di coinvolgere Utterson e provocarne una reazione;

c. perché odia Lanyon e quindi non perde occasione per ribadire il suo pro-fondo disgusto nei confronti di chi lo ha diffamato davanti all’intera società;

d. perché vuol ribadire la sua concezione di amicizia: tale legame può sussi-stere nonostante la divergenza di opinioni.

6 Che cosa promette Utterson a Jekyll?

AnalisiIl severo Utterson diventa investigatore

Nel capitolo 2 assume un ruolo determi-nante la figura del legale, il cui ritratto siarricchisce di nuovi particolari. Uttersonappare spinto ad indagare non solo dallacuriosità ma anche dall’amicizia che lo le-ga al dottor Jekyll o dal desiderio di esple-tare nel modo migliore la sua funzione diavvocato, tutelando gli interessi del clien-

te. Ciò che lo attrae e lo induce ad agirecon determinazione e caparbietà è laconsapevolezza di trovarsi di fronte aqualcosa di strano, di diverso, che per luicoincide con immorale. Indagare, dun-que, significa cercare di ripristinare l’ordi-ne, la normalità, cioè quanto è eticamen-te corretto.

7 Utterson si autodefinisce il signor Seek e nel capitolo 2 assume il ruolodel detective. Come tale si apposta, interroga, ricerca informazioni, for-mula ipotesi. Ritrova quattro punti, nel testo, in cui l’avvocato si compor-ta da investigatore.

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8 Per giustificare la sua istintiva repulsione nei confronti della sgradevolefigura di Hyde l’avvocato ipotizza che la spiegazione possa trovarsi nel-l’immonda anima in lui contenuta. Tale espressione significa che:

a. l’anima di Hyde è ricca di esperienze, tipiche di un uomo di mondo, etali esperienze traspaiono dai suoi comportamenti e dal suo aspetto;

b. la degenerazione morale del personaggio si riflette sull’aspetto fisico, tra-sfigurandolo;

c. l’anima di Hyde è perfettamente monda: per contrasto il corpo è sgrade-vole;

d. l’anima racchiusa nel personaggio non è che una parte della grandeanima contenuta nel mondo, che trova espressione nello sgradevoleomuncolo.

L’abilità dello scrittore nel costruire ritratti

Oltre a Utterson, nel capitolo 2 viene ap-profondita con nuovi particolari anche la fi-

gura di Hyde, particolari che rivelano l’abili-tà dello scrittore nello stilare ritratti.

9 Hyde, nel brano, assume una fisionomia più precisa. Completa lo sche-ma, cercando le informazioni nel testo.

Statura: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Aspetto: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Vestito: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Colorito: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Sorriso: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Voce: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Comportamento: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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10 Quale entità astratta incarna Hyde?

a. Il Bene. c. Il Male.

b. L’Odio. d. L’Avidità.

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11 Nella descrizione di Jekyll, un improvviso cambiamento suscita sospettoe inquietudine. Individualo e riporta nello spazio sottostante l’espressio-ne che lo rivela.

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12 Nel colloquio con Utterson, Jekyll si contraddice. Quando accade?

13 Scegli, tra gli aggettivi proposti, quelli che meglio caratterizzano il dottor Jekyll.

Perspicace, tranquillo, preoccupato, irritato, infastidito, evasivo, ingenuo, affe-zionato, imperturbabile, inquieto, turbato.

Nel capitolo, costante è il riferimento altema dell’amicizia e al profondo legameche intercorre fra Utterson e Jekyll, di cuivengono chiariti la natura e i caratteri.L’amicizia fra i due uomini si configura su-bito come un sentimento di affetto since-ro: in virtù della schiettezza sottesa al rap-porto, ciascuno dei protagonisti rivela il

proprio pensiero e manifesta le proprieemozioni, anche quelle negative, che sor-gono quando l’argomento affrontato èspiacevole. Il dialogo non risolve i dubbidi Utterson e solo in parte solleva il dottorJekyll dal peso che lo opprime, ma nonincrina la loro relazione, che vive al di làdelle parole.

Gli spazi chiusi, rappresentazione di un ceto sociale

Specifica attenzione viene riservata, in questocapitolo, alla descrizione di alcuni apparta-menti, di cui vengono rilevati gli elementi es-senziali per connotare socialmente l’ambien-

te. Tali particolari giungono al lettore attraversogli occhi di Utterson, che seleziona accurata-mente le informazioni relative allo spazio cir-costante, o attraverso le parole del narratore.

14 Rileggi nel capitolo 2 le parti che descrivono la casa di Utterson (attento,sono più d’una), del dottor Lanyon e del dottor Jekyll. A tuo avviso chi leabita appartiene ad un ceto sociale:

a. medio borghese;

b. alto borghese;

c. plebeo;

d. aristocratico.

15 Ti proponiamo alcuni aggettivi che descrivono gli spazi interni presentinel capitolo: cerca gli intrusi.

Decoroso, ordinato, sconcertante, rassicurante, freddo, accogliente, signorile,confortevole, gradevole, scostante, odoroso, spazioso, amplificato, riscaldato.Il

Il tema dell’amicizia

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16 Il rapporto di amicizia che lega Utterson e il dottor Jekyll si fonda su:

a. interesse, perspicacia, etilismo, affetto;

b. passione per il divertimento sfrenato, per i banchetti, in particolare per il vino;

c. affinità di ceto, di abitudini, di intelletto, di sentimento;

d. sincerità assoluta, affinità elettive, affetto, mancanza di segreti.

17 Raccogli le informazioni che Jekyll fornisce su Hyde alle righe 71-80 a p. 26.Il dottore dichiara il suo profondo affetto per il giovane, ma inserisce dueespressioni ambigue, che accrescono il mistero sul personaggio. Individuaquali sono.

Lessico e dintorniIl significato delle parole

18 Associa le parole della prima colonna con quelle di significato affine con-tenute nella seconda.

avvedutezzasfacciatosagaciapignolo

• perspicacia acume

• rispettabileincorruttibile

• impudente sfrontato

• pedante irreprensibileonestoinsolentecavilloso

19 Formula quattro frasi in ciascuna delle quali sia contenuta una delle se-guenti parole: pignolo, acume, sfrontato, irreprensibile.

SCRITTURA GUIDATAUn personaggio inquietanteIspirandoti ai ritratti contenuti nel capitolo, prova a descrivere un personaggioinquietante. Ti forniamo una scaletta e una serie di aggettivi che puoi utilizza-re nella stesura. Puoi scegliere di descrivere il personaggio utilizzando soloespressioni negative, oppure giocando sul contrasto fra elementi opposti (adesempio: un bel viso - un sorriso crudele).

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